Alisson ingrana. La Roma ora è sua

Serena Randazzo – Fino a qui tutto bene. Per Alisson questa sembra davvero essere la stagione più importante della sua carriera. 8 presenze su 8 in campionato e 3 su 3 in Champions League: è lui, insieme a Kolarov e Dzeko, il giocatore più utilizzato da Di Francesco. Tanto era lo scetticismo iniziale nei suoi confronti, viste anche le prestazioni dello scorso anno in Coppa Italia non sempre impeccabili. Il brasiliano ha però risposto sul campo, dimostrando di essere pronto e all’altezza di questa squadra. Sapeva che non poteva perdere questo treno, altrimenti rischiava di pentirsene per sempre. Il numero uno ha fin da subito capito di dover ripagare la fiducia che gli è stata data, a partire dal direttore sportivo Monchi che in estate aveva dichiarato di puntare sull’ex Internacional per questa stagione. Detto fatto, Alisson ha indossato il cappello da capotreno ed è partito verso una meta purtroppo troppo poco nota ai giallorossi: la vittoria del campionato.

Il tragitto è lungo e faticoso, poiché si dovrà viaggiare anche su altri due binari paralleli: la coppa Italia e la Champions League, anche se la prima sarà affidata a Skorupski. Fino ad ora però il bilancio è più che positivo. Nella competizione europea gli uomini di Pallotta si trovano al secondo posto dopo il girone d’andata con 5 punti, dietro solo al Chelsea di Conte e sopra ai colchoneros del cholo Simeone e al Qarabag, già soddisfatto della sua prima apparizione internazionale. Anche in Serie A la Roma sta percorrendo un ottimo cammino, soprattutto in trasferta, vincendo 4 partite su 4 (Atalanta, Benevento, Milan e Torino), mentre all’Olimpico sono 2 le vittorie (Verona e Udinese) e due le sconfitte, contro Napoli ed Inter. Insieme a queste ultime la società capitolina condivide anche il primato di miglior difesa, con soli 5 gol incassati, ma con una partita da recuperare contro la Samp. La destinazione quindi è ancora poco percettibile, ma è fondamentale per il capotreno far rispettare gli orari di arrivo in tutte le stazioni, perché si sa, nessuno è paziente nei confronti di un treno in ritardo.

Serena Randazzo