Di Francesco: “La Juve? Non mi meraviglia, siamo noi ad essere mancati”

Simone Burioni – Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, oggi ha parlato in conferenza stampa in vista della gara di domani in casa della Juventus. Queste le sue parole:

 

El Shaarawy, Dzeko, Pellegrini e De Rossi come stanno? 
Le possibilità più grandi le abbiamo su Dzeko che oggi farà il primo allenamento con la squadra, valuteremo se portarlo in panchina. Viene da più di venti giorni di sosta, è impossibile poterlo utilizzare dal primo minuto. Quasi sicuramente sarà tra i convocati. Per gli altri, abbiamo speranze su De Rossi, anche lui oggi farà un allenamento con la squadra, valuteremo le sue condizioni giorno per giorno legate al suo problema alla cartilagine che non dà sempre risposte continue per il problema che ha. Per gli altri non c’è speranza in questa partita, vedremo per la prossima contro il Sassuolo.

Che tipo di partita serve contro la Juventus? 
Credo che la Juventus abbia dimostrato di essere la più forte di tutti, non solo quest’anno. Si è rafforzata e negli anni ha acquisito una grande mentalità. Non sarà una partita facile, la Roma non ha mai fatto risultato in questi anni, magari in un momento più difficile tireremo fuori una grande prestazione. Servirà una prestazione di altissimo livello. Allegri ha parlato di una partita da fare bene tecnicamente, fisicamente e mentalmente. Sono elementi imprescindibili per fare una grande gara.

Schick centravanti è la soluzione più logica o può essere riproposto Zaniolo?
Più difficile quella di Zaniolo. A volte si pensano tante formazioni, c’è Football Manager, ma nel calcio valuti e vedi. Quando provi delle cose ti rendi conto che non è la soluzione giusta. Non avendo avuto delle risposte giuste con Zaniolo in quel ruolo, si giocheranno i due posti da attaccante o giocheranno tutti e tre: Under, Schick e Kluivert. Under ha avuto qualche problemino in questi giorni ed è da valutare, non si è allenato con la squadra fino a ieri.

Florenzi in avanti è un’ipotesi che state considerando? 
Vorrei tenere una formazione top secret, ma è difficile per le disponibilità che ho. Florenzi potrebbe anche essere utilizzato in quel ruolo, si adatta con più facilità ai ruoli rispetto ad altri che hanno più bisogno di tempo per assimilare alcuni concetti. Lui in questo è molto bravo.

Se ad inizio stagione le avessero detto che la Juventus avrebbe avuto questo distacco? 
Loro non mi meravigliano, forse siamo mancati noi. Legato a tante situazioni, a momenti particolari, oppure a partite dove abbiamo buttato dei punti. E’ più demerito nostro piuttosto che merito di una squadra che ha comunque grandissime potenzialità. Spesso Allegri cambia giocatori ma hanno tutti un gran profilo, un livello alto e lo sta dimostrando sia in campionato che in Champions. Non mi sorprende nella classifica che ha, noi possiamo fare molto meglio.

La Juventus ha cambiato due allenatori, la Roma cinque. Può essere una chiave? 
Questo non lo so, ma alla fine sì, è normale, c’è anche uno stadio che la favorisce come clima. Mi ricordo quando ci ho giocato col Sassuolo per la prima volta che quando entri nello spogliatoio degli ospiti ti fanno vedere le coppe e gli scudetti. Già questo fa un po’ soggezione. E’ normale che un conto è andarci col Sassuolo alla prima esperienza in Serie A e un conto andarci con la Roma che ha un’esperienza totalmente differente, dobbiamo essere bravi a cancellare le situazioni negative intorno alla squadra ed ambire ad un risultato importante che sarebbe storico in questo momento.

Si sente più rassicurato dopo il rientro del direttore sportivo da Boston? 
Per il lavoro che faccio tutte le mattine mi sento in discussione quando mi sveglio. Non solo legato alla posizione ma anche in quello che devi fare quotidianamente perché quando vedi che le cose non girano ti fai sempre delle domande e cerchi di trovare soluzioni giuste. Detto questo penso a guardare avanti e cerco di fare meglio: nel calcio l’allenatore è sempre davanti a tutti per le responsabilità.

Florenzi alto implica una difesa a quattro o si può giocare anche con la linea a tre dietro?
Tutto può avere una logica. In questi giorni ho provato tutte e due le soluzioni. Non cambiano i concetti, non cambia la logica, possono cambiare gli interpreti. La Roma deve difendere meglio e basta, si difende in undici, compreso il portiere. La Roma ha avuto difficoltà maggiormente in difesa, non in fase realizzativa, anzi stiamo facendo anche meglio in termini di gol fatti, il problema sono i gol subiti. Per poter lavorare meglio non contra a tre o a quattro, ma come si muove tutta la squadra insieme per andare a difendere. Ho cambiato perché ho visto delle difficoltà in entrambe le occasioni e sto cercando di migliorare qualcosa. E’ un po’ top secret in questo senso, lo scoprirete quando la squadra scenderà in campo.

Da Boston Monchi le ha riportato qualche notizia di mercato?
E’ inevitabile che qualcosa questa squadra dovrà fare. Del mercato non gliel’ho chiesto e lui non me ne ha parlato. Abbiamo parlato di quello che dobbiamo fare in questo momento, ovvero arrivare al 29 con più punti possibile, dopo faremo valutazioni importanti. Al mercato, per forza di cose, è inevitabile che si debba fare qualcosa sul mercato anche per i problemi fisici, non possiamo non muoverci.

Tu hai capito qual è il motivo del rendimento difensivo così distante rispetto allo scorso anno? Quali sono i modi in cui si può lavorare per migliorare?
Il campo è l’unico modo. Ieri abbiamo lavorato su alcuni concetti anche solo con la linea difensiva, che era importantissimo da poter valutare. Al di là delle caratteristiche dei calciatori in campo, difensivamente abbiamo fatto tanti errori individuali che hanno compromesso o spostato alcune partite. Sui calci piazzati non abbiamo fatto bene, prima eravamo quasi invalicabili in questo senso, ogni tanto paghiamo un qualcosa che ci è mancato nella continuità, l’errore più grande è valutare solamente la linea difensiva. E’ un discorso generale, di centrocampo, di attacco e di andare a difendere con maggiore aggressività su tutte le zone del campo.

Che cosa prenderebbe a modello della Juventus? Ronaldo giocherà, è contento o avrebbe preferito di no?
Ronaldo per me è il pericolo numero uno. Ha la capacità di un grande fuoriclasse, magari lo vedi assente o non determinante per 35 minuti e poi tira fuori dal cilindro un colpo fenomenale. E’ un giocatore che tutti gli allenatori fanno fatica a sostituire, perché da un momento all’altro può determinare. Preferirei che stesse fuori in questo senso. La Juventus ha costruito tanto in mentalità, vincere aiuta a vincere. Gli Agnelli sono a capo della società da una vita, riescono a dare continuità, hanno uno stadio di proprietà e questo li fa crescere in maniera esponenziale. La Juve fa la differenza con tutte le società che ci sono in Italia, lo dimostra sia in campo che fuori.

C’è il massimo impegno da parte della squadra? De Rossi ha parlato di addii difficili da assimilare…
Daniele ne ha parlato perché si è appianata e perché non si può pensare sempre a quello che è stato, lasciamo il passato indietro e viviamo le situazioni che ci sono adesso. Se l’ha detto il capitano è stato un errore e inconsciamente avremmo potuto pagare situazioni del genere. Credo che sia una cosa positiva e che sia venuta fuori dal nostro capitano. Pallotta chiede l’impegno e vorrei girare questo a tutto l’ambiente, a partire dagli addetti stampa, la sua richiesta era di attenzione massima a tutto quello che si fa e non solamente ai calciatori ed allenatore. Noi siamo i principali artefici e dobbiamo dare qualcosa in più tutti per portare questa squadra dove merita di stare, non ai livelli della Juventus, ma può fare sicuramente meglio. Tanti obiettivi li abbiamo superati, tante squadre hanno fatto investimenti per stare agli ottavi di Champions. Si può dire quello che ci pare, girone facile eccetera, ma tante volte abbiamo perso il preliminare. Abbiamo fatto qualcosa di importante in Champions ma possiamo fare meglio in campionato per stare dove meritiamo di essere, ovvero nei primi quattro posti.

Come stanno Pastore e Perotti?
Hanno avuto continuità negli allenamenti, sono contento della loro crescita, ma difficilmente potranno partire dal primo minuto. Sono veramente contento di come si stanno allenando, specialmente per Diego, che non trovava continuità negli allenamenti. Per uno come lui, che ha caratteristiche particolari nell’uno contro uno, se non stai bene fisicamente poi fai anche fatica a ricercare queste cose, sono contento della loro crescita. I 90 minuti in questo momento sono difficili.

Potrebbe essere una possibilità vedere Kluivert e Under più in mezzo al campo? I suoi attaccanti possono rincorrere di più l’avversario?
Prima di tutto dobbiamo tenere la palla e gestirla. A rincorrere si fa sempre più fatica. Analizzate alcune partite: è successo a El Shaarawy, prima di fare il gol sembrava morto per rincorrere, ma la palla conquistata gli ha dato coraggio. E’ l’aspetto psicologico. Noi stiamo lavorando sotto questo aspetto e condivido che abbiamo bisogno dell’aggressività degli attaccanti. Prendo come esempio Mandzukic che contro il Torino difendeva dentro all’area di rigore, ha fatto il terzo centrale in area di rigore. Dobbiamo prendere esempio da questi attaccanti, per giocare a certi livelli e poter vincere bisogna arrivare anche a questo.

Simone Burioni