Botta e risposta all’Olimpico. Roma-Fiorentina 2-2

Alice Dionisi – Dopo la sonora sconfitta contro il Napoli (e quella inaspettata contro la Spal), la Roma non riesce ad andare oltre il pareggio con la Fiorentina. Ranieri è costretto a fare a meno di Manolas, squalificato, schierando così Juan Jesus al fianco di Fazio in difesa, davanti a Mirante, preferito tra i pali allo svedese Olsen. Sulle fasce Kolarov e Santon, centrocampo a Nzonzi, Zaniolo e Cristante, con Kluivert e Perotti a supporto di Dzeko. Pioli schiera il “Cholito” Simeone in attacco, in coppia con Muriel (rimane in panchina Chiesa). Alle spalle di Gerson il centrocampo formato da Dabo, Veretout e Benassi. In difesa, davanti ai pali protetti da Lafont, Biraghi, Hugo, Pezzella e Milenkovic. È un botta e risposta ravvicinato quello tra Roma e Fiorentina, che si affrontano dopo la debacle giallorossa in Coppa Italia. Le squadre segnano un gol per tempo ciascuno, con i viola che entrambe le volte passano in vantaggio e la Roma che riesce a recuperare. Al 12’ Pezzella trova il gol del momentaneo 0-1, sfruttando il calcio d’angolo di Biraghi e anticipando Kolarov. Due minuti dopo risponde Nicolò Zaniolo, pareggiando di testa su un cross di Kluivert, con la palla che finisce prima sul palo e che poi supera la linea della porta prima che Dzeko possa rispedirla in rete. Nella ripresa è l’ex Gerson (in prestito secco ai viola) a siglare la rete del vantaggio della Fiorentina fuori dall’area (51’). L’ex giallorosso trova la sua terza rete in Serie A e porta in vantaggio i suoi. Al 57’ risponde Diego Perotti con una rete strepitosa che spiazza Lafont. Amareggiato per il risultato che smuove poco la classifica, Claudio Ranieri è comunque soddisfatto della risposta dei suoi: “In questo momento non ce ne va bene una, ma devo dire che la squadra mi è piaciuta per orgoglio, per reazione. I tifosi devono essere contenti”. Il tecnico però deve continuare a fare i conti con gli infortuni: “Incredibile, ne recupero due e ne perdo altri due, ma dobbiamo essere più forti di quello che sta accadendo”.

Alice Dionisi

Ranieri: “I tifosi vogliono una reazione. Non siamo compatti”

Simone Burioni – Claudio Ranieri, tecnico della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro la Fiorentina, in programma domani alle ore 21. Queste le parole dell’allenatore giallorosso:

Pastore, Pellegrini e Under come stanno?
Li ho avuti a disposizione pochissimo tempo quindi il mio compito è fare il lavoro del farmacista: valutare bene chi può giocare dall’inizio e chi può subentrare ricordandomi che ho solo tre cambi da fare. Sono a disposizione ma tra virgolette.

La sconfitta di domenica e la famosa debacle in Coppa Italia possono essere una spinta per la squadra?
Mi auguro che queste sconfitte siano la benzina che ti fa reagire, ci dobbiamo proiettare su questo. Sette gol in Coppa sono tanti e molti sono stati fatti sempre nello stesso modo: palla lunga a scavalcare la difesa. Questa è un’arma che la Fiorentina utilizza molto bene, anche contro l’Inter dopo pochi secondi, è un modello che ripetono molte volte al di là di chi gioca, se Chiesa, Simeone, Muriel, Mirallas o tutti gli altri. Dobbiamo stare attenti a non dargli la profondità per farci male.

Manca un rubapalloni alla Roma? Nzonzi e De Rossi possono giocare insieme o a livello di passo la squadra non se lo può permettere?
Indubbiamente è vero quello che dici, ma due mediani possono far filtro. Alcune volte riesce e altre no. E’ logico che avere tutti a disposizione permette di fare scelte differenti.

I giocatori che saltano l’uomo sono più importanti degli altri in questo momento?
E’ una mia convinzione, ma sopra c’è chi sta bene fisicamente. Chi ha fatto una partita e può giocare ogni due giorni. Le mie considerazioni sono varie e devo valutare bene tutto: chi è molto bravo nel fare l’uno contro uno, chi mi può dare mezz’ora o quarantacinque minuti e chi ha bisogno di un recupero più lungo perché hanno dato tanto e non hanno allenamento.Tutte queste considerazioni mi porteranno a scegliere la formazione domani.

Uno dei due tra Dzeko e Schick va in panchina?
Potrebbe, vedremo come stanno. Dzeko ha giocato con una botta all’anca e a fine partita aveva un versamento incredibile, oltre ad avere anche un ‘meloncino’ sopra la caviglia per la botta che aveva preso. Devo vedere come sta, dopo sceglierò.

Sta pensando di cambiare qualcosa nel modulo?
Sto pensando 25 ore al giorno come aiutare la squadra, credetemi. Non è facile, ma ci sto mettendo tutto me stesso. Valuterò bene tutto, gli uomini, il sistema di gioco e gli avversari.

Domani giocherà Olsen o Mirante?
Adesso vediamo. Ci sarà l’ultimo allenamento e, come faccio ogni volta la sera prima della partita, vedremo che sceglierò. Forse questa volta, non parlo di Olsen o Mirante ma di tutta la squadra, dovrò aspettare l’allenamento di domani mattina.

Totti ha chiesto un incarico più incisivo. Come lo vede in questa figura?
Ha già assunto un ruolo importante. Ha smesso da un anno e mezzo se ricordo bene e c’è un processo passo dopo passo per entrare in sintonia con la società e pensare bene quello che deve fare. E’ un punto importante per me, per i giocatori e per la società, ma sarà quest’ultima, insieme a lui, a decidere dove sarà meglio che agisca.

Ha sentito il Presidente dopo il Napoli?
No, non l’ho sentito.

Faticano ad uscire gli attributi come dice il Presidente?
Questa è una squadra che sta vivendo un momento particolare. Ho letto le analisi su velocità, potenza e corsa. Siamo uguali al Napoli, ma non corriamo da squadra al contrario loro. Loro hanno avuta una percentuale di passaggi riusciti notevole, mentre noi siamo stati carenti. Questo dipende da una mancanza o perdita di fiducia che i ragazzi hanno, ma voglio uomini ed una squadra che sappia reagire alle avversità. Quando le cose vanno bene potrei tornare a giocare anche io, quando le cose vanno male devono sapersi aiutare l’un l’altro. Lo chiederò questo alla squadra: un aiuto reciproco.

Kluivert, Marcano, Coric, Riccardi e così via. Si può puntare anche su questi profili se il resto della rosa è scarico mentalmente?
Kluivert l’ho utilizzato immediatamente, Zaniolo non appena si è sentito a disposizione e pronto per essere utilizzato. Voglio dire una cosa: quando le cose vanno bene qualsiasi giocatore metti dentro l’orologio funziona. Quando non vanno così ci devono stare alcuni giovani ma soprattutto giocatori d’esperienza che sappiano guidare gli altri.

Con il recupero di qualche centrocampista è possibile vedere un rombo in quella zona?
Sto pensando a tutto, ma per pensare bene prima devo fare allenamento oggi e vedere le risposte dei giocatori, per poi decidere.

Come mai la squadra non riesce ad essere corta e compatta?
Io voglio la squadra corta e compatta ma è facile da dire, ma non da fare. Chi fa l’allenatore anche nelle giovanili e nei dilettanti sa che vede delle cose, ci lavora e poi la squadra è costruita per fare un certo tipo di gioco, per pressare in avanti. I difensori però hanno paura e restano dietro. Dobbiamo riuscire ad essere compatti e a non dare opportunità all’avversario di infilarti.

Vuole coinvolgere i tifosi per motivare la squadra a Trigoria?
I tifosi hanno capito che la squadra ha bisogno di loro. Devo essere sincero, la Curva Sud fino all’ultimo ci ha incoraggiato. Ha fatto due o tre cori quando non ne potevano più ma anche se stavamo 4-1 ci hanno incoraggiato. Io lo chiedo sempre il supporto, ma il pubblico vuole vedere che la squadra reagisca, che abbia una ribellione e che faccia qualcosa, fare qualcosa per trascinarti dietro il pubblico. Io chiedo solamente questo.

La Roma di Di Francesco prendeva molti gol. Non pensa che bisogna ripartire da questo problema?
Io non gli chiedo nulla quando abbiamo la palla, gli dico di non giocarla nella nostra metà campo. Sono pochissime le squadre che dal portiere riescono a fare gol. Non capisco perché ora tutte le squadre vogliono giocare da dietro, vogliamo tutti imitare il tiki taka, poi ogni allenatore fa le sue scelte. Io voglio rimanere compatto per aiutarci l’uno con l’altro. Se hai delle difficoltà e sei compatto le riesci a mascherare bene. Il fatto è che noi non riusciamo ad essere compatti.

Simone Burioni

Zaniolo e Pellegrini le fondamenta per costruire la nuova Roma

Luca Fantoni – Chi pensava che la sosta per le Nazionali potesse aiutare la Roma a ritrovarsi è rimasto deluso. La squadra giallorossa cade contro il Napoli e lo fa senza lottare, senza un’anima. Eppure la Champions League resta sempre lì, a soli quattro punti, perché in questa strana stagione, si fa a gara per non entrarci. Le prospettive, comunque, non sono delle più rosee. La sconfitta contro i partenopei ha fatto scivolare i capitolini al settimo posto, dietro anche ad Atalanta e Lazio, ed ora la rincorsa alla quarta posizione si fa più complicata. Se non dovesse arrivare la qualificazione nella massima competizione europea assisteremmo ad un’altra rivoluzione. Molti giocatori partiranno e ne arriveranno altri con ingaggi più bassi (diminuire il monte ingaggi sarebbe una priorità). Il futuro direttore sportivo della Roma, chiunque sia, dovrà quindi superare un difficile banco di prova. Sabatini era un mago in questo: scovare giocatori molto forti, contenendo i costi (Marquinhos e Alissoni due casi più eclatanti). Certo è che anche con una rivoluzione non si potranno cambiare tutti i giocatori della rosa; si dovrà costruire intorno a coloro che questa stagione hanno dimostrato di poterci stare alla grande in una squadra come la Roma: Nicolò Zaniolo e Lorenzo Pellegrini.

ZANIOLO – Fino al 19 settembre 2018, giorno del suo esordio contro il Real Madrid, non era nessuno o quantomeno era un giovane di cui si parlava bene, alla pari di altri acquisti estivi come Bianda e Coric. Passati 6 mesi, Nicolò Zaniolo è diventato uno dei centrocampisti più forti di tutta la Serie A e uno dei punti cardine della prossima Nazionale. 20 partite, 3 gol e 2 assist solo in campionato, più le due reti nella sfida d’andata contro il Porto. È un giocatore che nasce centrocampista centrale ma che si è adattato a giocare più avanti. Per la Roma è stato fondamentale tanto in fase di creazione di gioco quanto in quella di rottura. Non è un caso che abbia il maggior numero di contrasti vinti (1,5 a partita) rispetto a tutti gli altri esterni in rosa: Under 0,3, Schick 0,6, Kluivert 0,8, Perotti 0,8 ed El Shaarawy 1.1. Qualità ma anche quantità, quindi, per uno dei pochi che questa stagione ha mostrato di avere il cambio di passo. Il rinnovo di contratto deve essere una priorità. La Roma del futuro non può prescindere da un giocatore come lui, deve diventare il faro che guida la nave verso il porto.

PELLEGRINI – Probabilmente il pensiero di gran parte dei tifosi della Roma che questo sarebbe stato l’anno della sua consacrazione lo ha condizionato. L’inizio di stagione di Pellegrini non è stato certo da ricordare ma tutto è cambiato dopo il gol di tacco al derby. È diventato, per distacco, il giocatore della Roma che crea più azioni pericolosecon una media di passaggi chiave a partita di 2,9, più del doppio di ogni suo altro compagno di squadra. Nel nuovo ruolo di trequartista sta trovando la sua dimensione e se qualche problema fisico di troppo non l’avesse fermato per alcune giornate, molto probabilmente staremmo parlando di una stagione individuale non più buonissima, ma straordinaria. Rispetto a Zaniolo lui ha più esperienza e può provare a prendere il posto di Daniele De Rossi come futuro leader della Roma. La clausola fissata a circa 30 milioni presente nel suo contratto mette paura ai tifosi ma, almeno per il momento, tutte le dichiarazioni che il centrocampista ha rilasciato sembrano portare verso un rinnovo e un proseguimento della strada giallorossa. Se sarà rivoluzione la Roma deve ripartire da loro due, possono diventare le fondamenta di una squadra più forte, più giovane ma soprattutto, e qui il forse è d’obbligo, anche vincente.

Luca Fantoni

Rivoluzione in casa Crusca

Margherita Bellecca – Pare che l’accademia per risparmiare in carta e caratteri sia intenzionata a sostituire la definizione di OCCASIONI MANCATE con una foto della Roma 2018/2019. Contro il Napoli i giallorossi sprecano l’ennesima possibilità stagionale di dare un senso all’annata, permettendo al Milan di restare al quarto posto con 4 punti di vantaggio e riuscendo a farsi superare da Atalanta e Lazio. Il pomeriggio dell’Olimpico, sereno solo a livello metereologico, è l’ultimo in ordine di tempo in questo anno nefasto.

Eccezion fatta per il derby di ormai inizio campionato, la Roma ha fallito tutti gli appuntamenti cruciali, imboccando sempre la via sbagliata di fronte ai vari bivi che ogni stagione ti mette di fronte. Nessuna vittoria contro le milanesi e contro le due forze che guidano il campionato. Coppa Italia buttata alle ortiche in una fredda notte di gennaio, resa ancor più polare dai 7 gol subiti. In Champions League eliminazione contro un Porto non certo irresistibile, sconfitta arrivata 3 giorni dopo la pesante debacle nel derby di ritorno.

I principali artefici dello sfacelo, che prosegue ininterrotto dal primo calcio di inizio a metà agosto, sono stati allontanati. Uno in particolare non ha avuto remore ed è tornato con la coda tra le gambe a Siviglia, archiviando l’esperienza romana come una brutta parentesi personale. Il guaio è che le conseguenze le pagheranno i tifosi della Roma fino al triplice fischio del 26 maggio. Sono rimaste 9 partite, da giocare navigando a vista e sperando in un miracolo sportivo di difficile manifestazione. Per molti tifosi ormai i 90 minuti del fine settimana rappresentano altrettanti attimi di sofferenza, al punto che si frugano cassetti alla ricerca di quell’invito alla Comunione del cuginetto di secondo grado per impegnare un pomeriggio.

 

Margherita Bellecca