Roma, un caos che non serve a nessuno. Si pensi ora a tecnico e mercato

(Keivan Karimi) – L’articolo de La Repubblica a firma del duo Bonini e Mensurati ha fatto scoppiare l’ennesimo scandalo in casa Roma. I senatori contro Totti, contro Di Francesco e contro Monchi, il nome dell’ormai ex bandiera De Rossi al centro delle diatribe interne, addirittura spie e talpe all’interno di Trigoria pronte a riferire tutto a James Pallotta, come al solito lontano anni luce dagli eventi quotidiani.

Un coacervo di situazioni caotiche e deliranti che mettono ancor più zizzania in un ambiente emotivamente già a pezzi, per l’addio di DDR ‘pilotato’ dai dirigenti anglo-americani e per un finale di stagione triste, amaro e deludente. Insomma non serviva alla A.S. Roma ed ai suoi tifosi un altro polverone del genere, non serve a nulla scavare, diversi mesi dopo i fatti possibilmente accaduti, nel marasma del laurentino, scoperchiare l’ennesimo vaso di Pandora e liberare polemiche, giudizi frettolosi, insulti e persino schieramenti da guerriglia.

Qui non si giudica la veridicità delle cose scritte dal duo Bonini e Mensurati, di quello probabilmente si occuperanno distinti uffici legali e indagini giornalistiche approfondite. A noi, che vertiamo attorno alla Roma 365 giorni su 365, interessa ormai poco. Inutili sono certe dietrologie, i sotterfugi, gli scoop interni. Per una volta proviamo a guardare oltre, visto che DDR è ormai fuori dalla Roma e che Totti è lì in attesa di compiti specifici.

Concentriamoci allora sul prossimo allenatore, su chi sarà a guidare un nuovo corso che, speriamo fortemente, sia propositivo e vincente. Se vincerà la linea all’italiana con la grinta di Gattuso o la gioventù di De Zerbi, se prevarrà quella esterofila che porta a FonsecaBordalas, o addirittura se dovesse arrivare il colpo di coda per far contenti tutti stile Allegri o Sarri. L’unica cosa che DEVE interessarci e intrigare i tifosi romanisti, quelli veri che sanno collimare nostalgia e speranza, è il futuro della Roma. Accogliere a braccia aperte il numero 9 che sostituirà Dzeko, un centrale giovane che possa non far rimpiangere Manolas, magari anche un centrocampista (Barella?) già pronto per il grande salto. E applaudire capitan Florenzi e compagni che cominceranno a lavorare tra solo un mese per cercare di dimenticare l’inutile caos dell’ultima stagione.

GGR

Il no di Gasperini alla Roma fa più male di quello di Conte

(Jacopo Venturi) – Gian Piero Gasperini dice di no alla Roma, rimane all’Atalanta. Il rifiuto del tecnico dei bergamaschi arriva un paio di settimane dopo quello di Conte, ma paradossalmente, nonostante la differenza di curriculum, fa più male del primo. A Trigoria c’era la consapevolezza di quanto fossero importanti le richieste e le aspirazioni di Conte e quindi, nonostante una certa fiducia, era stato messo in preventivo sin dall’inizio che il pugliese potesse scegliere altro in questa fase della sua carriera. Per Gasperini il discorso è diverso. L’allenatore piemontese ha fatto una carriera senza grossi picchi (escludendo la brevissima e sfortunata esperienza all’Inter) ma si è costruito le sue più importanti soddisfazioni proprio a Bergamo. L’aspetto più “doloroso” per la Roma è dunque come Gasperini in questo momento veda più futuro nel progetto Atalanta che in quello giallorosso. È un fatto che in questo momento i nerazzurri siano una squadra più competitiva, ma a Trigoria contavano sull’appeal di una piazza storica, che però sembra essersi eroso negli ultimi mesi, nonostante la semifinale di Champions League di poco più di un anno fa. Adesso dunque la Roma dovrà virare con qualcun altro e spera che tra qualche mese potrà dimostrare a Gasperini di aver fatto la scelta sbagliata.

(Jacopo Venturi)