La cronistoria degli ultimi due, terribili, mesi della Roma

Luca Fantoni – C’è mai fine al peggio? È la domanda che si stanno facendo tutti i tifosi romanisti e la cui risposta, da due mesi a questa parte, sembra essere solo no. 91esimo minuto di Genoa-Roma. Romero svetta in mezzo a Schick e Nzonzi e pareggia la partita, distruggendo le flebili ma residue speranze di qualificazione alla Champions League. Da quel momento, a cadenza quasi settimanale, i tifosi della Roma si trovano davanti a situazioni incredibilmente difficili da digerire. La prima è il rifiuto di Antonio Conte di venire ad allenare nella capitale. Il 7 maggio, con un’intervista uscita sulla prima pagina de ‘La Gazzetta dello Sport’, l’allenatore salentino specifica che in quel momento “non ci sono le condizioni” per un suo arrivo a Roma, ridimensionando le aspettative di una piazza e di una tifoseria che, con la voce di un possibile arrivo dell’ex Juventus, aveva cominciato a sognare. Ce ne sarà un altro di rifiuto ma questo è sicuramente il più rumoroso.

DE ROSSI – La seconda situazione surreale è l’addio di De Rossi. Il 14 maggio, con uno scarno tweet, la società annuncia che Roma-Parma sarebbe stata l’ultima partita del capitano con la sua storica maglia addosso. Il giorno dopo c’è la conferenza, che per quanto si mantienga su toni pacati, evidenzia il netto distacco tra la posizione di De Rossi che si sentiva ancora utile alla causa e quella della società, convinta di agire per il bene tecnico della Roma. Nella stessa esternazione con la stampa c’è stato il primo riferimento chiaro, da parte di un componente della società, a Franco Baldini con il ruolo ingombrante che occupa pur non essendo nell’organigramma giallorosso. Il giorno dopo, il 16, in tutti i telefoni di Roma arriva un audio di Daniele De Rossi dove accusa la società mentre a Trigoria scoppia la protesta dei tifosi con anche Ranieri che conferma di non rimanere a Roma e che è Franco Baldini, “Testagrigia“, a prendere le decisioni. Il 17 la protesta si sposta sotto la sede dell’Eur dove circa 500 tifosi esprimono la propria rabbia contro la decisione della società. Nelle successive due settimane a Roma non si parla d’altro e tutti i tifosi sembrano finalmente riuniti sotto un’unica bandiera, quella di Daniele De Rossi. Il 26 maggio non è la giornata delle polemiche ma è solo una giornata piena di amore per un capitano, una leggenda, una bandiera che se ne va. Da sottolineare anche il ringraziamento dell’Olimpico a Ranieri, da brividi.

GASPERINI, ROMA GATE E FONSECA – Il 26 maggio poteva essere il ground zero della Roma, il punto da cui ricostruire. Tre giorni dopo invece arriva il rinnovo di Gasperinicon l’Atalanta, seconda scelta dopo Antonio Conte. Anche il tecnico di Grugliascopreferisce altri lidi rispetto a Trigoria. Non passano neanche 24 ore e la mattina del 30 maggio il quotidiano ‘La Repubblica’ esce in edicola con una lunga inchiesta che racconta i rapporti intestini e fratricidi nello spogliatoio giallorosso. I senatori, tra cui De Rossi, vorrebbero la testa di Monchi, Di Francesco e Totti, e tutto è raccontato da una email che Ed Lippie invia a Pallotta a dicembre scorso. L’articolo distrugge anche gli ultimi equilibri rimasti ed alimenta la visione di Trigoria come un trono di spade, in cui tutti vogliono comandare, pieno di segreti e sotterfugi che ovviamente non possono che danneggiare chi la Roma la tifa. In giornata arriva la smentita della società e poi il giorno dopo quella di De Rossi ma ormai la frittata è fatta. Sempre il 31 Pallotta fa uscire una lunga lettera che riassume gli ultimi 12 mesi e forse è la sua migliore uscita pubblica da quando è presidente della Roma, cercando di ricostruire un minimo di empatia con i tifosi. Nel frattempo il tempo scorre, il 5 giugno Massara risolve consensualmente il contratto con la Roma e i giallorossi si trovano ufficialmente senza direttore sportivo. Questo è un altro aspetto che non si può posizionare su una linea del tempo ma che comunque rientra nelle situazioni surreali: trovarsi a pochi giorni dal ritiro senza avere un direttore sportivo ufficiale in grado di operare con la completa libertà. L’11 giugno arriva la prima decisione di questa nuova stagione: Paulo Fonseca diventa il nuovo allenatore. Può piacere o non piacere ma l’importante era comunque prendere una direzione e seguirla. Solo 6 giorni dopo però, l’ambiente nella capitale esplode.

TOTTI – Il 17 giugno Francesco Totti mette fine alla sua carriera da dirigente nella Roma con una conferenza stampa, da lui convocata, nel salone del CONI. La notizia gira già da qualche giorno ma questo intervento pubblico di Totti sancisce la definitiva rottura tra colui che, insieme a De Rossi, rappresenta la gran parte della tifoseria e la società. Qui torniamo al discorso iniziale. Dopo ciò che è successo tra ieri e oggi, la Roma si trova nel punto di massima difficoltà dell’era americana. Ma siamo sicuri che ora si possa ripartire? Ormai questi ultimi due mesi hanno insegnato che può succedere di tutto e il tifoso della Roma non sa più cosa può accadere da qui a 10 giorni. La speranza è che si possano rimettere insieme i pezzi di questo giocattolo che più volte si è rotto ma quello che è certo è che mai come oggi quel 10 aprile 2018, il giorno in cui la Roma scrive la storia rimontando il Barcellona, sembra un giorno lontano, molto lontano.

Luca Fantoni