La Roma soffre ma vince: sbancato 3-1 il Bentegodi

(Keivan Karimi) – Sotto la pioggia battente, contro un’avversaria in salute ed in fiducia, la Roma trova la vittoria della maturità.

Un successo sul campo dell’Hellas Verona che pesa moltissimo, per il morale e per la classifica: i giallorossi salgono a 28 punti, allungando su Atalanta e Napoli e tenendo il ritmo della Lazio.

Prova più sofferente del solito per la squadra di mister Fonseca, costretta a fare i conti con un Verona che aggredisce e corre all’impazzata, tanto da ridurre minimamente il gap tecnico. La squadra di Juric parte bene, ma è la Roma a passare: al 17′ Pellegrini inventa per Kluivert che parte in contropiede senza fallire il destro dell’1-0.

Ma i veronesi sono duri a morire e pareggiano immediatamente: azione avvolgente che porta Zaccagni a trovare Faraoni liberissimo sul secondo palo, per il colpo di testa che riporta in parità il match.

La Roma traballa, perde Kluivert per infortunio e ringrazia il VAR che cancella il raddoppio veronese sempre di Faraoni, viziato da un fuorigioco giusto ma millimetrico di Lazovic ad inizio azione.

A fine primo tempo l’episodio che forse indirizza il match: ingenuo fallo di Gunter su Dzeko in area Hellas, rigore evidente che l’arbitro Guida non può non fischiare. Dal dischetto il redivivo Perotti è glaciale e riporta la Roma avanti.

Nella ripresa, sempre sotto una pioggia incessante, si assiste al forcing improduttivo dei veneti, che giocano con grinta ma non impegnano mai Pau Lopez seriamente. La Roma in contropiede chiude i conti: anche senza Dzeko (uscito nel finale) i giallorossi ripartono alla grande e il rientrante Mkhitaryan trova il tap-in vincente al 90′ Un 3-1 faticoso e meritato, che conferma il buon momento dei giallorossi e la seria candidatura della banda Fonseca nella corsa alla Champions League.

Il tabellino del match:

VERONA: Silvestri; Rrhamani, Gunter, Bocchetti; Faraoni, Amrabat, Pessina (71′ Veloso), Lazovic; Verre (66′ Salcedo), Zaccagni (81′ Pazzini); Di Carmine. All: Juric.

ROMA: Pau Lopez; Santon, Mancini, Smalling, Kolarov; Diawara, Veretout; Under (67′ Mkhitaryan), Pellegrini, Kluivert (37′ Perotti); Dzeko (86′ Fazio). All: Fonseca.

Arbitro: Guida di Torre Annunziata.

Marcatori: 17′ Kluivert, 21′ Faraoni, 46′ Perotti rig., 92′ Mkhitaryan.

Viaggiando nella Hall Of Fame: Rodolfo Volk, lo “Sciabbolone” che era ‘n mago pe’ segnà

Pagine Romaniste (F.Belli) – Il mito di Bolteni nasce alla Fiorentina, dove gioca per una stagione intera disputando anche la seconda gara non ufficiale del club. Nel 1928 poi si trasferisce alla Roma, divenendone nel giro di pochi anni un’assoluta leggenda. Mai sentito parlare? Normale, perché quello non è il suo vero nome. E’ uno pseudonimo che ha dovuto utilizzare durante il servizio militare. Il suo vero nome è Rodolfo Volk, che in sloveno significa lupo, forse un segno del destino. In continua evoluzione, visto che poi diventerà “Folchi” per la volontà fascista di italianizzare i nomi. È per questa confusione onomastica che i tifosi della Roma saranno costretti ad affibbiargli più soprannomi: il più famoso è “Sciabbolone”, per i tiri potenti di cui era capace e contrapposto al dispregiativo “Sciaboletta” assegnato a Re Vittorio Emanuele III. E poi “Sigghefrido”, come il leggendario eroe della mitologia nordica. E’ anche l’uomo delle prime volte: suo il primo gol in Serie A della Roma, suo il primo gol a Campo Testaccio, suo il primo gol al derby. “Volke” era un attaccante formidabile, veloce e dotato di un tiro potentissimo, e come diceva lui stesso: “Io non penso, tiro”. Caratteristiche che, messe insieme a un compagno di reparto straordinario come Fulvio Bernardini, hanno creato terrore e scompiglio nelle difese avversarie. Dirà di lui lo stesso “Fuffo”: “Una volta l’ho visto sollevare dal fango un pallone sprofondato per due terzi nella melma, reso pesante dall’acqua che lo aveva impregnato, e farlo volare fino all’incrocio da una distanza di trenta metri. E’ stato il gesto tecnico più straordinario cui abbia mai assistito”.

L’esodo giuliano dalmata e la morte in miseria

“Sciabbolone” era di Fiume, una città di confine che al termine della seconda guerra mondiale è stata annessa alla Jugoslavia. Con l’esodo giuliano-dalmata ha dovuto abbandonare tutto: la casa, il lavoro, i conti bancari. Scappando fu poi smistato in un campo profughi vicino ad Arezzo, salvo poi tornare nella Capitale come portiere nell’edificio Totocalcio a Ponte Milvio, probabilmente grazie all’aiuto dell’amico di sempre BernardiniGiorgio di Giuseppe, autore della sua biografia, ha detto: “Lo ammiro perché, nonostante tutto il mondo gli sia caduto addosso, ha salvato la famiglia con grande dignità”. Alla fine morì in miseria e solo in una casa di cura dei Castelli Romani, passando le giornate a ricordare uno dei gol segnati contro la Lazio o il boato di Campo Testaccio dopo ogni gol, crogiolandosi nella memoria dei bei tempi andati. Diceva la filosofa Simone Weil“Quanti esseri umani al giorno nostro muoiono, dimenticati, di miseria e di abbandono…Ma nessuno si chiede cosa sia accaduto nel loro spirito e nel loro cuore. Si preferisce non pensarci”. Per questo è importante conoscere la storia di Volk, per pensarci, per non dimenticare uno dei primi che hanno fatto grande la nostra Roma. E i tifosi della Roma lo ricordano ogni domenica allo stadio, quando cantando “Campo Testaccio” prima di ogni partita urlano “Vorche è ‘n mago pe’ segnà!”. Pagine Romaniste (F.Belli)

EURO 2020, sorteggiati i gironi: pericolo scampato per l’Italia

(Keivan Karimi) – Pericolo scampato per l’Italia. Sorteggio ‘soft’ per gli azzurri in vista della fase a gironi di EURO 2020, il torneo continentale itinerante che partirà il prossimo 12 giugno, esattamente dallo stadio Olimpico di Roma.

Le urne di Bucarest hanno consegnato all’Italia di Roberto Mancini un gruppo piuttosto alla portata, almeno sulla carta. Gli azzurri esordiranno contro la Turchia, poi se la vedranno con la Svizzera ed infine contro il Galles. Tutte e tre le gare verranno giocate in territorio italiano, un’arma in più per la nostra Nazionale.

Evitate le big del continente, vero e proprio spauracchio per Mancini e compagnia. Il sorteggio ha però regalato un girone davvero incredibile: il gruppo F accomunerà i campioni del mondo della Francia, i campioni d’Europa in carica del Portogallo e la Germania. Un tris di sfide davvero imperdibile.

Ecco i gironi composti dal sorteggio di ieri:

Gruppo AItalia, Svizzera, Turchia, Galles.

Gruppo B: Belgio, Russia, Danimarca, Finlandia.

Gruppo C: Ucraina, Olanda, Austria, Vincente spareggi Percorso A (solo se Romania) o D (Georgia/Macedonia del Nord/Kosovo/Bielorussia).

Gruppo D: Inghilterra, Croazia, Repubblica Ceca, Vincente spareggi Percorso C (Scozia/Norvegia/Serbia/Israele).

Gruppo E: Spagna, Polonia, Svezia, Vincente spareggi Percorso B (Bosnia /Slovacchia/Irlanda/Irlanda del Nord).

Gruppo F: Germania, Francia, Portogallo, Vincente spareggi Percorso A (Islanda/Bulgaria/Ungheria) o D (Georgia/Macedonia del Nord/Kosovo/Bielorussia).