Roma, maledizione terzini – Disastro (quasi) totale nell’era americana

(R.Rodio) – Se c’è un fattore negativo che accomuna tutte le stagioni finora disputate dalla Roma sotto la gestione americana, con Di Benedetto prima e Pallotta poi come presidenti, è la scarsa fortuna con i terzini.

I laterali difensivi, sia destri che mancini, hanno spesso deluso le aspettative. Sono state effettuate scelte di mercato infruttuose e ogni anno i direttori sportivi hanno dovuto reinventare e rivoluzionare il ruolo. Ma andiamo a vedere, anno per anno, l’evolversi di questo reparto tanto criticato in casa giallorossa.

Stagione 2011-2012 

TERZINI IN ROSA: Rosi, Cassetti, Taddei, José Angel, Nego.

La prima Roma americana si affida al giovane Luis Enrique e punta su due ‘mission’ principali: dimenticare il passato dell’era Sensi e creare un gioco spettacolare e poco italiano.

Rosa dunque quasi epurata rispetto al 2010-2011, anche in difesa. Restano gli ultratrentenni Marco Cassetti e Rodrigo Taddei. Il primo chiuderà la carriera romanista provando a reinterpretarsi centrale, il brasiliano invece si adopererà da terzino su ambe le fasce, nonostante avesse già perso brillantezza e rapidità di passo.

Aleandro Rosi, precedentemente considerato un esterno alto, si adatta a terzino destro dimostrando ben presto di essere fuori contesto. Il colpaccio doveva essere lo spagnolo José Angel, stravoluto da mister Lucho. Dopo un inizio promettente, il mancino di Gijon cadde nei più banali errori, diventando zimbello della tifoseria. I più attenti ricorderanno il baby francese Loic Nego, scovato dal Nantes ma relegato in Primavera senza poter mai debuttare in Serie A.

Stagione 2012-2013

TERZINI IN ROSA: Piris, Taddei, Torosidis, Balzaretti, Dodò.

Si punta su Zdenek Zeman per riportare la Roma alla ribalta, scommettendo anche sull’effetto simpatia. Inutile dire che l’avventura del Boemo durò molto meno del previsto.

Altra mezza rivoluzione in difesa. Arriva dal Paraguay Ivan Piris, terzino destro a cui Zeman chiede di spingere come un ossesso, mentre il classe ’89 si dichiara più abile in fase di contenimento. Un ibrido che deluderà su tutti i fronti.

Il solito Taddei avrà qualche chance da laterale ad inizio stagione, per poi finire nel dimenticatoio anche con l’avvento del suo vecchio amico Aurelio Andreazzoli. Così come il brasiliano Dodò, una delle tante scommesse sudamericane di Walter Sabatini che lo presentò con frasi ad effetto: “Rispetta l’idea di calcio per cui credo, aggredisce il campo come pochi”. Parole al vento e un ginocchio ballerino che non gli ha mai permesso di esprimersi.

A sinistra il colpo Federico Balzaretti sembrava dare esperienza e affidabilità. Zeman si aspettava un terzino ‘stile Candela’, tutto classe e qualità. Ma il buon Balza, vittima dei suoi chiari di luna, risultò tra i peggiori per media-voto in quella stagione. A gennaio fa la sua comparsata a Trigoria l’onesto Vassilis Torosidis: greco affidabile, classico terzino da 6 in pagella, un po’ di respiro dopo i flop precedenti.

Stagione 2013-2014

TERZINI IN ROSA: Maicon, Torosidis, Balzaretti, Dodò, Bastos.

La terza Roma americana arriva ad una svolta. Rudi Garcia sembra l’allenatore giusto, sul mercato si punta sulla maturità e la leadership. Ecco infatti giungere Maicon, svincolato dal Manchester City, uno dei migliori terzini passati dalle parti della capitale nell’ultimo decennio.

A 32 anni il brasiliano si rilancia, con l’obiettivo di partecipare ai Mondiali casalinghi del 2014. Fisicità, gol, assist e tanta arroganza sportiva. Per una stagione la Roma blinda la fascia destra, con Torosidis come alternativa positiva.

Caos sulla sinistra: Balzaretti, perdonato dalla curva dopo la stagione precedente, parte fortissimo e si regala un gol storico al derby. Ma una scomoda e deleteria pubalgia lo fermerà per tutta la stagione. Il giovane Dodò proverà a prenderne le redini senza fortuna né continuità.

A gennaio Sabatini punta sull’usato sicuro: l’ex Lione Michel Bastos arriva in prestito per 6 mesi. Ma il brasiliano più che un terzino sembra un’ala che ha dimenticato come ci si comporta senza pallone tra i piedi. Tanto che mister Garcia spesso preferisce adattare sulla corsia mancina Torosidis o addirittura un giovanissimo Alessio Romagnoli.

Stagione 2014-2015

TERZINI IN ROSA: Maicon, Torosidis, Balzaretti, Cole, Holebas, Emanuelson.

La Roma di Garcia 2.0 doveva essere trionfale. Fu invece un mezzo flop, quella del 7-1 subito in casa dal Bayern Monaco in Champions e lo 0-3 dalla Fiorentina in Europa League.

Terzini tutt’altro che esenti da colpe: Maicon non è quello della stagione precedente, sofferente per le fatiche del Mondiale brasiliano. Torosidis prova a cavarsela, ma vederlo titolare nella Roma non è certo il massimo.

A sinistra, vista l’indisponibilità continua di Balzaretti (costretto al ritiro a fine stagione), si vira sull’esperienza di Ashley Cole. Storico laterale mancino del Chelsea, ma oggi viveur britannico interessato solo a vedere Roma da prospettive alcoliche e ludiche. La sua esperienza giallorossa è sintetizzata dalla frase postuma: “A Roma posso rilassarmi finalmente, bevo e fumo senza essere ripreso”.

Sabatini intuisce lo stato di forma imbarazzante di Cole ed a fine agosto ingaggia il greco José Holebas. Stagione non così deprecabile la sua, ma al pari di Torosidis fu considerato solo un ripiego momentaneo. Niente da dichiarare sul fronte Urby Emanuelson: 2 presenze ed un approdo a Roma solo per favorire l’arrivo di Manolas, grazie all’appoggio di Mino Raiola.

Stagione 2015-2016

TERZINI IN ROSA: Maicon, Florenzi, Torosidis, Digne, Emerson, Zukanovic.

Nell’estate 2015, nonostante l’inadatta conferma di Garcia in panchina, la Roma opera il suo miglior mercato dell’era americana. Basti pensare agli ingaggi di Dzeko, Salah, Rudiger e Szczesny.

Ottimi i due innesti sulla corsia sinistra di difesa. In prestito dal PSG arriva Lucas Digne. Ed è un peccato che non venga riscattato nell’estate successiva, perché si dimostra un difensore completo, grintoso e più che affidabile.

Come alternativa dal Palermo c’è Emerson Palmieri. Dopo sei mesi da separato in casa, l’italo-brasiliano viene rilanciato dall’approdo di Luciano Spalletti, che gli darà fiducia a più riprese.

Meno brillante la gestione della fascia destra: c’è Maicon, ma ormai a mezzo servizio. Torosidis nel girone di ritorno scompare dai radar. E’ l’anno della promozione fissa a terzino di Alessandro Florenzi, lanciato da Walter Sabatini come: “Diventerà un terzino migliore di Dani Alves” – ma per il numero 24 fu l’inizio del crollo, nonostante un gol spettacolare al Barcellona.

Stagione 2016-2017

TERZINI IN ROSA: Florenzi, Bruno Peres, Nura, Emerson, Mario Rui, Seck.

La squadra di Spalletti parte per vincere, o contendere alla Juventus il titolo fino all’ultimo. Ne scaturì un’ottima stagione, ma con qualche caduta a vuoto significativa.

Annata sfortunata per Florenzi, che ad ottobre rimedia la rottura del crociato anteriore del ginocchio, bissata poi anche a marzo. Lo si rivedrà solo nella stagione successiva.

Fortuna (sicuri?) che Sabatini si cautelò in tempo con Bruno Peres. L’esterno del Torino, divenuto famoso per il gol straordinario da maratoneta contro la Juve, dimostra a Roma tutti i suoi difetti: incapacità di difendere, scelte sbagliate in fase offensiva, clamorose amnesie ingiustificate. Eppure gioca titolare per più di metà stagione come unica scelta a destra.

A sinistra destino tragico pure per Mario Rui. Voluto da Spalletti per rimpiazzare Digne, il portoghese si frattura il ginocchio già in estate, per colpa di un intervento killer in allenamento di Moustapha Seck, altro terzino-flop della stagione.

Spazio dunque ad Emerson Palmieri, che gioca la sua unica stagione da titolare a Roma prima di spiccare il volo all’estero. Qualità, forza e tanta voglia di imparare. Un vero peccato averlo perso così presto.

Stagione 2017-2018

TERZINI IN ROSA: Florenzi, Bruno Peres, Karsdorp, Emerson, Kolarov, Pellegrini, Silva.

E’ la stagione di Eusebio Di Francesco e della clamorosa semifinale di Champions League conquistata dopo 33 anni. Ma è anche l’annata del secondo miglior colpo fra i terzini del decennio giallorosso.

Il d.s. Monchi azzecca il colpo Aleksandar Kolarov, ormai ai titoli di coda con il Manchester City. Il serbo è un’ira di dio, stabilisce un legame forte con i compagni e soprattutto con Edin Dzeko. Segna e fa segnare, senza di lui la Roma quasi non si presenta in campo.

Kolarov arriva perché Emerson Palmieri si è infortunato al ginocchio, ma soprattutto perché il classe ’94 lascerà i giallorossi a gennaio (direzione Chelsea). Al suo posto arriva per 6 mesi Jonathan Silva, laterale argentino dello Sporting Lisbona. Buon piede sinistro ma incapacità ossessiva di difendere la sua zona.

La Roma recupera Florenzi, acclamato dal pubblico ma certamente poco affine con il ruolo di terzino destro tipico. Bruno Peres è semi disastroso, eppure salva la squadra con un piedino magico negli ottavi di Champions contro lo Shakhtar. Non pervenuti invece il sempre infortunato Rick Karsdorp, terzino strapagato del Feyenoord, e il baby Luca Pellegrini, anche lui vittima della maledizione dei crociati rotti.

Stagione 2018-2019

TERZINI IN ROSA: Florenzi, Karsdorp, Santon, Kolarov, Pellegrini.

In una Roma, quella del Di Francesco-bis, che avrebbe dovuto fare il salto di qualità ma senza riuscirsi, il parco terzini non cambia quasi per nulla.

Arriva soltanto l’usato sicuro Davide Santon, inserito nella trattativa con l’Inter per Nainggolan assieme alla stellina Zaniolo. Duttile terzino, dimostra a Roma tutto ciò per cui è sempre stato criticato: la capacità di passare da momenti di grazia, in cui sembra la reincarnazione di Paolo Maldini, ad altri in cui pare non aver mai messo piede sul campo da calcio.

Insufficienti le prestazioni stagionali di Florenzi e Karsdorp, in particolare l’olandese bocciato sia da Di Francesco che da Ranieri e pure protagonista di atteggiamenti da vittima davvero fuori luogo.

Kolarov tira spesso il freno a mano e, non bastasse, nella notte del 7-1 subito in coppa dalla Fiorentina litiga con parte della tifoseria, chiudendo il rapporto con chi gli ha sempre dato del ‘laziale’ per i suoi precedenti in biancoceleste.

Luca Pellegrini finalmente debutta. Tante belle parole su di lui, ma anche tanta inesperienza che lo porterà a passare al Cagliari a metà stagione.

Stagione 2019-2020

TERZINI IN ROSA: Florenzi, Santon, Zappacosta, Kolarov, Spinazzola, Bruno Peres.

La Roma prova a rimettersi in pista affidandosi a Paulo Fonseca. Un allenatore che predilige intensità e tecnica nel suo gioco, ma anche terzini fisici e in grado di offendere e difendere.

Scelte che escludono dopo pochi mesi Alessandro Florenzi. A Fonseca il neo capitano non piace come laterale difensivo, lo lascia spesso in panchina e diventa persino negativo agli occhi dei tifosi. Inevitabile la partenza a gennaio in direzione Valencia.

Davide Zappacosta, arrivato dal Chelsea in prestito, sarebbe dovuto essere il titolare. Ma l’immancabile strage dei crociati colpisce anche l’ex Toro, che dichiara forfait già a settembre.

Santon viene promosso spesso a titolare, ma vive di fasi alterne come di consueto. Mentre a sinistra Kolarov sembra sempre più essere un’entità a sé, a metà tra il leader carismatico e la vittima reazionaria all’ambiente.

Leonardo Spinazzola, giunto dalla Juve nello scambio con Luca Pellegrini, è il jolly che serviva. Ma anche lui dimostra ben presto di avere un carattere troppo ondivago e preda dei chiari di luna. Non a caso a gennaio è stato ad un passo dalla cessione all’Inter.

A gennaio Bruno Peres, dopo un anno e mezzo a rifiatare in Brasile, è stato riaccolto nella rosa della Roma. Visto da tanti come possibile flop ridicolo, sinora ha dimostrato uno spirito di sacrificio e una brillantezza atletica mai vista prima. Sorpresa.