Venezia-Roma, le PAGELLE: Abraham, gioia a metà.

MILAN, ITALY – OCTOBER 26: Marash Kumbulla (L) of AS Roma celebrates his goal with his team-mats during the Serie A match between AC Milan and AS Roma at Stadio Giuseppe Meazza on October 26, 2020 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

(R.Rodio) – I voti e le pagelle del match tra Venezia e Roma, vinto dai lagunari per 3-2 in rimonta:

-Venezia-

Romero 7; Mazzocchi 6.5 (Ebuhei 6), Caldara 7, Ceccaroni 5.5, Haps 6; Crnigoj 5.5 (Sigurdsson 6), Ampadu 6.5, Busio 7; Aramu 7, Okereke 7 (Henry 6), Kiyine 6.5. All: Zanetti 7.

-Roma-

RUI PATRICIO 6 – Il paradosso di una domenica orribile. Prende 3 gol dal Venezia (qualche responsabilità sul primo) ma tiene a galla una barcollante Roma con due prodezze nel finale.

MANCINI 4 – Le sue ambasce in marcatura sono ormai tipiche. Si divide le colpe del primo gol subito con Cristante, nella ripresa ci capisce poco o nulla e tiene in gioco Okereke nella ripartenza del 3-2. Più nevrotico che leader, più caotico che utile.

KUMBULLA 4 – Ogni volta che Okereke lo punta sono dolori. Sbaglia nella postura, nel concetto e nella determinazione. Sembra ancor più impaurito di quando è sbarcato a Roma. Un’involuzione definitiva e preoccupante. (66′ PEREZ 5 – Cerca sempre di colpire il pallone col mancino e perde tempi di gioco fondamentali. Una deviazione gli nega la rete del 3-3, in un’altra occasione ci mette del suo perdendo tempi biblici).

IBAÑEZ 5 – Cerca di strafare, ma crea più caos del dovuto. Quando deve impostare è da mani tra i capelli. Un suo mancato colpo di testa (con annessa spinta di Kiyine) dà lo spunto all’azione del rigore per i veneti.

KARSDORP 4,5 – Stringe i denti e fisicamente arranca. Ma ciò che manda ai matti è l’incapacità di mettere un pallone degno di questo nome in area di rigore. Ormai è accertato come non rientri nel suo bagaglio il cross dal fondo. La vera domanda è che cosa ci sia in quel bagaglio. (83′ ZALEWSKI S.V. – Ingresso inspiegabile in un momento caotico del match. Lo si ricorda solo per 2-3 cross in cui centra in pieno l’avversario diretto).

PELLEGRINI 5,5 – Con un ginocchio dolorante e senza allenamenti veri e propri in settimana, c’è poco da contestare al capitano. Generoso e sempre presente, ma oggi la qualità manca anche dalle sue parti: tanti errori anche banali che compromettono la sua prova.

CRISTANTE 4,5 – C’è il suo zampino nei primi due gol del Venezia. Marcatura saltata su palla inattiva (il primo) e rigore procurato (il secondo). Chiamato ad impostare, si limita al classico lancione lungo. In questo modo la Roma continua a non avere gioco ed idee.

VERETOUT 4,5 – Se non riesce a sganciarsi e creare pericolosità con i suoi inserimenti è quasi inutile. Il suo primo tempo è confortante, il secondo una pena continua, con numerosi palloni persi e contrasti inesistenti. Dagli exploit di Salerno ad oggi sembra passata un’era geologica.

EL SHAARAWY 5,5 – Si applica a tutta fascia e risulta tra i più propositivi del momento. Ma la coperta è corta, così il Faraone perde lucidità quando deve chiudere il compasso. Si divora il gol dell’1-3 prima della rimonta veneta. (77′ ZANIOLO 4,5 – Dovrebbe dare un apporto decisivo con la sua fisicità, invece sbatte totalmente contro Ebuehi e Tessmann. Inutile).

ABRAHAM 6 – Quanto meno la buona notizia del ritorno al gol. Una bella rete di potenza, mentre poco prima aveva messo lo zampino di sponda anche sull’1-1 di Shomurodov. Impreciso e sfortunato su almeno altre 2-3 conclusioni. Manca la continuità.

SHOMURODOV 5 – Nonostante il gol, la sua prova non può essere sufficiente. Prima dell’1-1 si divora un gol clamoroso, mentre nel secondo tempo sparisce senza dare una mano al centrocampo. L’intesa con Abraham solo a tratti. (83′ MAYORAL S.V. – Non ha tempo e spazio per farsi notare).

All. MOURINHO – Dopo questa sconfitta iniziano le domande, sia di natura tattica che tecnica. Che la rosa sia incompleta è palese dal 31 agosto ma per evitare di perdere 3-2 con il Venezia possono bastare anche i medi profili spediti oggi in campo. Il passaggio alla difesa a 3 non ha pagato, così come il tentativo di inserire più attaccanti nel finale. La strada maestra di inizio stagione è stata persa e gennaio è ancora lontano. Così diventa dura.