Roma e Kappa: tribunali e sentenze per l’addio anticipato

Simone Burioni – Lo scontro legale tra l’AS Roma e La Basic Italia, società che per varie stagioni ha fornito l’abbigliamento sportivo della squadra capitolina tramite il brand Kappa, non è ancora terminato. I giallorossi, precisamente il 23 novembre 2012, hanno comunicato alla società torinese la risoluzione unilaterale del contratto di sponsorizzazione tecnica, che sarebbe dovuto terminare il 30 giugno 2017, per presunti inadempimenti e vizi del materiale fornito. La BasicItalia, in risposta, ha avviato un procedimento ordinario, chiedendo il risarcimento dei danni subiti. Da qui ha inizio l’epopea giudiziaria che ancora deve terminare.

PRIMO FRONTE – Il 26 maggio 2017 si è tenuta l’udienza per la disamina della Consulenza Tecnica d’Ufficio. In tale sede, BasicItalia ha sottolineato come non ci siano prove di materiali fallati forniti da Basic, insistendo quindi per l’illegittimità della risoluzione da parte della società capitolina e chiedendo di procedere alla quantificazione dei danni subiti. La AS  Roma, contestando la lettura data dalla società torinese, ha insistito per l’esperimento della prova testimoniale sui giocatori della squadra. Il giudice ha rigettato allo stato le istanze istruttorie delle parti, rimettendo la causa a decisione e rimandando il tutto all’udienza per la precisazione delle conclusioni, fissata al 15 settembre 2017. In tale sede verrà concesso alle parti un termine per il deposito di memorie conclusionali. Solo dopo verranno tirate le somme e, quindi, presa una decisione definitiva.

SECONDO FRONTE – Inoltre BasicItalia ha avviato un procedimento anche nei confronti di Soccer S.a.s (società titolare del marchio giallorosso e deputata al merchandising), per ottenere il pagamente di fatture per le forniture di materiale tecnico nel 2013per un importo pari a 1,6 milioni di euro. Il 22 gennaio 2013 è stato emesso dunque un decreto ingiuntivo nei confronti della società Soccer S.a.s, che però si è opposta. Il giudice ha fissato l’udienza per la disamina della questione al 15 dicembre 2017.

Simone Burioni

Occhio al calendario

Margherita Bellecca – Il calendario è molto fitto e lascia poco respiro. Si torna subito in campo e la Roma lo farà all’Olimpico, sabato sera alle ore 20.45, contro il Verona di Pecchia. Gli scaligeri non hanno iniziato alla grande questo campionato raccogliendo appena un punto, contro il Crotone, e zero contro Napoli e Fiorentina. A rilento anche i giallorossi, fermi a quota 3 dopo il rinvio del match contro la Sampdoria.

Il tour de force impone a Di Francesco un po’ di turnover, visto che in una settimana si giocheranno tre partite. Contro il Verona potrebbero esordire dal primo minuto Florenzi, Gonalons, Pellegrini ed El Shaarawy che daranno respiro a Peres, De Rossi, Nainggolan, uscito con un affaticamento muscolare in Champions, e Defrel. Intoccabili Dzeko e Perotti che devono trovare ancora la giusta alchimia per scardinare le difese avversarie, almeno fino al rientro a pieno regime di Schick. Il ceco, che ha smaltito l’infortunio, sta scalpitando e potrebbe trovare spazio a partita in corso. Ha retto l’urto dell’Atletico la retroguardia giallorossa grazie alle super prestazioni di Alisson e Manolas, e di un attento Juan Jesus che si sta ritagliando un ruolo molto importante. Di Francesco si affiderà ancora a loro.

Dall’altra parte Pecchia non sta vivendo un periodo felicissimo. Il tecnico è stato ad un passo dall’esonero dopo la clamorosa sconfitta casalinga contro la Fiorentina per 5-0. Il Verona fa fatica a produrre gioco anche con Pazzini in campo. Il bomber potrebbe strappare una maglia da titolare per la seconda volta consecutiva grazie anche al forfait di Cerci. Con l’ex blucerchiato ci sarà uno che la Roma la conosce molto bene, Daniele Verde, cresciuto e lanciato dalla cantera giallorossa. Il resto della formazione è quello visto in questo inizio di campionato con Bessa trequartista, Buchel a centrocampo, Caceres, Heurteux, Ferrari e Romulo in difesa.

Sarà la prima partita tra Pecchia e Di Francesco mentre Roma e Verona si incontreranno per la 59^ volta. Il bilancio parla chiaro con 29 vittorie a favore dei giallorossi e soltanto 9 per la squadra ospite anche se i gialloblù non perdono contro i padroni di casa da tre partite. L’ultima vittoria dei capitolini è datata 27 settembre 2014.

Tra critiche e domande, quelle che la piazza romana si sta ponendo, Di Francesco e la sua squadra sono chiamati a prendere tre punti in un periodo che si prospetta delicato e molto caldo.

Margherita Bellecca

Il debutto della Roma in Champions League

Margherita Bellecca -Contro ogni pronostico, la Roma debutta in Champions League, con un pareggio, contro l’Atletico Madrid, uno degli avversari più difficili per la Roma di Di Francesco, da affrontare nel girone C, grazie anche ad uno strepitoso Alisson, che fa portare a casa il primo punto, molto importante per la qualificazione.

L’allenatore, al termine della sfida, ha rilasciato alcune dichiariazioni:”Dopo aver disputato anche oggi un ottimo primo tempo, nella ripresa siamo calati, sono stato costretto a cambiare un pò il sistema, poi abbiamo ritrovato un po di equilibrio.”

Il tecnico, dopo aver visto stanchezza e affaticamento tra i suoi, ha dovuto far dei cambi, schierando Fazio al posto di Defrel, passando così dal 4-3-3 al 5-3-2. Entrano anche Pellegrini ed El Shaarawy. Il centrocampista in sostituzione di Nainggolan, che al 32′ ha fatto sua la prima occasione per i giallorossi, parata per miracolo da Oblak e l’attaccante al posto di Dzeko, che avvertendo molto la pressione degli avversari, non è riuscito a dare il massimo di se. Continua Di Francesco : “Alisson è stato determinante, le grandi squadre hanno anche grandi portieri, quindi ce lo teniamo stretto.” Chi ha permesso ai giallorossi di rimanere a galla, è stato proprio il brasiliano, che con la sua prestazione incredibile, non ha permesso a l’Atletico Madrid di avere la meglio in questa prima giornata.

Margherita Bellecca

 

Youth League, Roma-Atletico Madrid 1-2. Giallorossi ko all’esordio, non porta frutti il forcing finale

(Dal Tre Fontane E.Bandini) – Questa sera la Romainizia il cammino europeo in Champions League contro l’Atletico Madrid, ma alle 15:00 anche la Primavera scende in campo sempre contro gli spagnoli nella Youth League. Gli uomini di Alberto De Rossi, dopo la bella vittoria in campionato per 2-1 contro l’Hellas Verona, vogliono aprire una striscia vincente. In difesa spazio nuovamente al duo Ciavattini-Cragnelutti. Confermato il centrocampo a tre con Valeau, Marcucci e Meadows. Mentre in attacco inamovibile Zan Celar, autore del primo gol stagionale dei giallorossi.

IL TABELLINO

LE FORMAZIONI UFFICIALI

AS ROMA (4-3-3): Romagnoli; Bouah, Ciavattini (C), Cargnelutti, Semeraro (69′ Riccardi); Meadows (53′ Masangu), Marcucci, Valeau; Antonucci, Celar, Cappa (53′ Besuijen).
A disposizione
: Pagliarini, Kastrati, Truşescu, Ganea.
Allenatore: Alberto De Rossi.
Indisponibili: Luca Pellegrini, Keba Coly.

CLUB ATLÉTICO DE MADRID (4-2-3-1): Dos Santos; Isaac, Aliaga, Aitor Puñal, Montero; Carro (C), Moya; Agüero (61′ Salido), Clemente, Ferni; Giovanni Navarro (73′ Garcia).
A disposizione: Sanz Paredes, Viaña Campuzano, Muñoz, Andy, Riquelme.
Allenatore: Manuel Cano Martin.

Arbitro: Rade Obrenovic dalla Slovenia.

Ammoniti: 20′ e 72′ Montero (AM), 24′ Marcucci (R), 38′ Meadows (R), 80′ Valeau (R), 82′ Moya (AM).
Espulsi: 72′ Montero (AM).
Marcatori: 62′ Salido (AM), 68′ Navarro (AM), 76′ Masangu (R).
Recupero: 1′ nel primo tempo, 4′ nel secondo tempo.

LIVE

SECONDO TEMPO

95′ – Termina qui il primo match di Youth League. La Roma esce sconfitta per 2-1 contro l’Atletico Madrid. Nell’altra sfida del girone rotondo successo per 5-0 del Chelsea sul Qarabag.

91′ – Clamoroso salvataggio di Marcucci, che da solo contro due uomini manda in angolo dall’interno dell’area piccola del portiere.

90′ – Il quarto uomo segnala quattro minuti di recupero. Continua il forcing offensivo della Roma.

87′ – Dos Santos salva l’Atletico! Prima risponde a Besuijen, bravo ad impattare sul cross a pochi passi dal portiere, poi replica a Marcucci, autore di un tiro dal limite dell’area.

85′ – Assalto finale della Roma a caccia del pareggio. Non portano frutti i tre calci d’angolo consecutivi.

82′ – Partita nervosa nel finale, Obrenovic mantiene la calma estraendo diversi cartellini gialli, stavolta è il turno di Moya.

80′ – Ammonizione per Valeau, troppo irruento in un contrasto aereo.

78′ – Riccardi si accentra da sinistra verso destra e poi scarica un destro in diagonale. Giallorossi ad un passo dal pari.

76′ – GOL DELLA ROMA!!! Marcucci scodella in mezzo sulla punizione battuta nei pressi della bandierina dell’angolo, Masangu è bravo a liberarsi della marcatura e ad impattare di testa, mandando la sfera sul secondo palo.

73′ – Altra sostituzione per l’Atletico Madrid: Navarro si siede in panchina, Garcia viene mandato in campo.

72′ – Secondo giallo per Montero e l’arbitro lo manda sotto la doccia. Il terzino spagnolo è in netto ritardo su Besuijen ed inevitabilmente scatta il cartellino rosso.

69′ – Riccardi rileva l’infortunato Semeraro. Terminano i cambi a disposizione di De Rossi.

68′ – Gol dell’Atletico Madrid! Gli spagnoli puniscono la Roma sugli sviluppi del corner scaturito dal calcio da fermo precedente. Alla fine è Navarro a mettere in rete dopo un lungo batti e ribatti.

67′ – Romagnoli mette in angolo con i pugni sulla punizione calciata da Moya dai 25 metri.

62′ – Gol dell’Atletico Madrid! Sbavatura di Semeraro, che sbaglia lo stop e permette a Salido di approfittarne per sfilargli il possesso. Il neo-entrato calcia dal limite e trova la via del gol.

61′ – Primo cambio per l’Atletico: fuori Aguero, dentro Salido.

59′ – Besuijen mette in rete dopo il tocco di Celar, il guardalinee segnala la posizione di fuorigioco e viene annullato il gol.

53′ – Doppio cambio per Alberto De Rossi: Cappa viene sostituito da Besuijen, Meadows lascia spazio a Masangu.

52′ – Replica immediatamente la Roma con Antonucci. Il numero 10 dribbla un paio di uomini ed ha l’opportunità di siglare il vantaggio, trovando la risposta di piede di Dos Santos, bravo a chiudere il primo palo.

51′ – Grande occasione per gli ospiti: Moya calcia di prima dal limite dell’area di rigore, risponde presente Romagnoli. Ottima la parata dell’estremo difensore.

47′ – Punizione tagliata di Marcucci dalla trequarti, Dos Santos esce e smanaccia in angolo. Libera la difesa dell’Atleti sulla battuta.

45′ – Calcio d’inizio del secondo tempo. Battono i Colchoneros. Nessun cambio per Cano Martin e De Rossi.

PRIMO TEMPO

46′ – Fischio finale della prima frazione di gioco. Squadre sul risultato di zero a zero.

45′ – Scende il ritmo negli ultimi spezzoni di primo tempo. Assegnato un minuto di recupero.

38′ – Meadows commette un brutto fallo su Aguero. E’ cartellino giallo.

37′ – Palo dell’Atletico Madrid! I madrileni colpiscono il legno direttamente dalla bandierina con Moya, Clemente in girata poi non riesce a ribadire in rete.

33′ – Diagonale di Isaac dalla fascia destra, Romagnoli si stende e blocca in due tempi.

26′ – Bella giocata di Clemente che dal vertice destro dell’area si libera di due difensori giallorossi e lascia partire un potente destro che termina alto di poco.

24′ – Il secondo ammonito della gara è Marcucci.

23′ – L’Atletico Madrid sfiora il gollonzo. Bouah è in difficoltà su un crossa dalla sinistra e sbaglia il rilancio, colpendo Navarro. La palla, rimbalzata sull’attaccante spagnolo, finisce fortunatamente fuori dallo specchio.

22′ – Partita vivace al Tre Fontane: Navarro sbaglia l’esecuzione a pochi metri da Romagnoli, regalando la palla al portiere.

21′ – Botta incredibile di Cargnelutti dai 35 metri: il missile del difensore centrale sfiora il palo alla destra di Dos Santos.

20′ – Montero stende Meadows ed è il primo giocatore a finire sul taccuino dell’arbitro.

16′ – Tentativo velleitario di Moya, blocca facilmente Romagnoli.

15′ – Azione prolungata della squadra di De Rossi, poi Celar non riesce a girarsi interno all’area di rigore e sfuma la chance.

11′ – Punizione dal lato corto dell’area per gli spagnoli: Celar di testa si rifugia in angolo. Nulla di fatto sul corner, alto l’impatto di Punal.

7′ – Il primo calcio d’angolo del match è a favore dei capitolini. Nessun pericolo per Dos Santos..

6′ – Primo pericolo per i giallorossi dopo un rilancio sbagliato, Navarro colpisce di esterno, non trovando lo specchio della porta.

o’ – Inizia la sfida tra Roma e Atletico Madrid. I giallorossi danno il calcio d’inizio.

PRE-PARTITA

Ore 14.55 – Tutta la dirigenza della Roma è sugli spalti del Tre Fontane. Presente anche Francesco Totti.

Ore 14.50 – Roma e Atletico Madrid rientrano negli spogliatoi dopo aver terminato il riscaldamento.

Ore 14.30 – La Roma è in campo per il riscaldamento.

Arriva la Champions, c’è l’Atletico

Lavinia Colasanto – Carica e riposata. Così si presenterà la Roma all’esordio in Champions League contro l’Atletico Madrid, dopo non aver giocato la terza giornata di campionato per maltempo.

Simeone e Di Francesco dovranno decidere con cura l’11 da schierare per partire col piede giusto anche se è il tecnico giallorosso ad avere più difficoltà. La Roma sta cercando ancora il perfetto equilibrio dopo molti cambiamenti estivi e la condizione fisica dei giocatori non aiuta. Contro gli spagnoli non ci sarà Schick, per un edema al retto femorale sinistro, mentre è aperto un ballottaggio tra Florenzi e Bruno Peres per la fascia destra, con Karsdorp a fare da spettatore interessato. Stessa battaglia per chi affiancherà Manolas al centro della difesa. Il posto se lo giocano Fazio, Moreno e Juan Jesus con quest’ultimo favorito. Non ha problemi Kolarov essendo l’unico terzino sinistro a disposizione. I tre califfi del centrocampo saranno De Rossi, Nainggolan e Strootman che sta scalpitando. La sua ultima apparizione nei gironi di Champions è datata 25 novembre 2014 contro il CSKA Mosca dove, da un suo errore, scaturì il gol dei russi che mise la Roma con un piede e mezzo fuori dagli ottavi. In attacco il conto è presto fatto. Perotti, Defrel e Dzeko garantiscono copertura, qualità e quantità e starà a loro cercare di fare male alla difesa dell’Atletico. Il bosniaco è diventato da poco papà per la seconda volta e questo potrebbe dargli nuova forza, come quando nacque la sua prima figlia. I due esterni dovranno fare entrambe le fasi e cercare di mettere in difficoltà le corsie della squadra spagnola, forti delle presenze di Filipe Luis e Juanfran, due baluardi di Simeone.

Il Cholo può sorridere perché, a differenza del campionato, potrà contare su Griezmann, vero spauracchio della difesa romanista. Lo zoccolo duro dell’Atletico è sempre lo stesso: Oblak in porta, Godin e Gimenez, che piace molto a Monchi, in difesa, Koke e Saul a centrocampo e Ferreira Carrasco, ad un passo dalla Roma qualche anno fa, in attacco. Molti di questi giocatori hanno fatto la fortuna dei Colchoneros che negli ultimi anni ha conquistato una Liga, due finali di Champions League, due Europa League e due supercoppe europee.

I precedenti tra le due squadre non sorridono alla Roma che è sotto due a zero. L’ultimo incontro è datato 3 marzo del 1999, nei quarti di ritorno di Coppa UEFA. L’arbitro della sfida era l’olandese van der Ende, ricordato con poco affetto dal popolo giallorosso per aver mostrato un cartellino rosso a Wome ed aver annullato un gol a Delvecchio. Il direttore di gara questa volta sarà un serbo, Milorad Mazic che in passato ha già arbitrato la Roma nella sfida decisiva, poi persa, contro il Manchester City.

Sotto gli occhi del Presidente Pallotta, e di un pubblico molto caldo, anche se al momento si contano soltanto 30 mila presenze, Di Francesco farà il suo esordio assoluto in Champions League e chissà che non cominci una favola come la sua storia con la Roma.

Lavinia Colasanto

Da Spalletti a Di Francesco, così è cambiata la Roma

Gianluca Notari – Non sono bastati 87 punti e la qualificazione certa in Champions League per convincere Luciano Spalletti a rimanere sulla panchina della Roma. L’ormai conclamato litigio con Francesco Totti e le pressioni dell’ambiente derivate dall’alterco hanno fatto sì che le strade della Roma e del tecnico di Certaldo si dividessero nuovamente. Il toscano è ormai l’allenatore dell’Inter, mentre Pallotta e i suoi hanno scelto di puntare su Eusebio Di Francesco.

Allenatori per certi versi simili – poiché entrambi propongono un gioco rapido che cura spasmodicamente la fase offensiva – ma anche molto diversi, a cominciare dal modulo: Spalletti ha reso noto in tutto il mondo il suo personalissimo 4-2-3-1 già nella sua prima avventura romana, vincendo e convincendo in tutta Europa. Oggi il modulo è rimasto lo stesso, anche se i dettami tattici si sono evoluti rispetto a 8 anni fa: il gioco in verticale non è più ricercato in maniera ossessiva come un tempo, e nell’ultimo anno e mezzo nella Capitale è stato plasmato sulle caratteristiche dei giocatori. I gol di Dzeko, le accelerazioni di Salah, Emerson Palmieri e Florenzi, i dribbling di Perotti ed El Shaarawy, la dinamicità di Nainggolan e l’intelligenza tattica di De Rossi hanno rappresentato armi letali nel suo arsenale, riuscendo nella costruzione di una squadra che ha fatto registrare il suo record storico di punti in campionato.

Eusebio Di Francesco è invece un allenatore più dogmatico, che ama un certo tipo di calcio e adatta spesso i suoi calciatori alle proprie intuizioni, forte di un pensiero sistemico e calcolato al millimetro. Di Francesco si è fatto notare al grande pubblico per lo spumeggiante 4-3-3 sfoggiato a Sassuolo, con il quale è arrivato addirittura a giocarsi i gironi di Europa League. I punti forti del calcio dell’ex Lecce sono le mezzali e gli esterni d’attacco: questi ultimi si accentrano lasciando spazio ai lati dove si infilano i centrocampisti e il terzino che duettando possono arrivare al cross o a servire una delle ali al limite dell’area. Nelle prime uscite stagionali abbiamo visto fare molto bene questo lavoro a Nainggolan, mentre Strootman sembra avere un po’ di problemi in questa nuova veste. Dzeko, rispetto allo scorso anno, è meno libero di infilarsi alle spalle della linea difensiva, mentre è spesso chiamato in causa per fraseggiare e fare sponda con i compagni, lasciando spazio libero alle sue spalle che gli esterni possono sfruttare per arrivare in porta. Ma se sulla sinistra il ruolo è coperto da El Shaarawy, sulla destra la situazione non  ancora così chiara: per il momento dovranno essere Perotti e Defrel a giocarsi il posto ogni domenica, in attesa del rientro di Patrik Schick, vero fiore all’occhiello della sessione estiva di mercato.

Gianluca Notari

Dalla Lazio all’Atletico, Il Cholo sfida la Roma

Serena Randazzo – Diego Simeone torna a Roma per sfidare i giallorossi. L’allenatore dell’Atletico Madrid sarà di nuovo all’Olimpico, ma senza scendere sul terreno di gioco. L’ex calciatore della Lazio si dovrà accontentare di guidare i suoi uomini dalla panchina, la stessa da cui esultò in quel famoso derby del 2001, pareggiato in extremis dai biancocelesti, quando l’argentino si lasciò andare in un’esultanza colorita che i tifosi romanisti ricordano amaramente molto bene. È l’uomo in più dei colchoneros, date anche le sue ottime doti di motivatore e trascinatore. Per affrontare questa sfida, il tecnico sudamericano si è concesso un po’ di turnover: non sono scesi in campo in Liga contro il Valencia Gabi e Godin, oltre Griezmann squalificato. Tutti convocati invece per martedì, unico assente sarà Augusto Fernandez.

Se ci si affida alle statistiche il piatto piange perchè il Cholo ha battuto la Roma 7 volte su 13. Di male in peggio, se si guarda il cammino in Champions League del club spagnolo, che nelle ultime quattro edizioni è stato due volte finalista, una volta semifinalista e una volta eliminato ai quarti di finale. I giocatori di Pallotta partono più che sfavoriti. Starà a Di Francesco scegliere la formazione nel migliore dei modi A guidare il gruppo non potrà mancare capitan De Rossi, che conosce bene la competizione. Alla sua esperienza si affiancheranno Nainggolan e Strootman, che dovranno aiutare il più possibile il tridente offensivo Dzeko, Defrel e Perotti. In difesa avranno spazio Kolarov, Manolas e Juan Jesus. Unico dubbio per il mister sarà la scelta tra Florenzi, disponibile e con una gran voglia di tornare in una gara ufficiale, e Bruno Peres, che ha recuperato dal problema muscolare riscontrato nella partita contro l’Atalanta. È un incontro molto importante e lo sanno bene entrambe le squadre. Non resta quindi che aspettare il calcio d’inizio, dato che i presupposti, tempo permettendo, anticipano un grande spettacolo.

Serena Randazzo

Il ritorno di Florenzi

ST LOUIS, MO – AUGUST 01: Alessandro Florenzi #24 of AS Roma passes against Liverpool FC during a friendly match at Busch Stadium on August 1, 2016 in St Louis, Missouri. AC Roma won 2-1. (Photo by Jeff Curry/Getty Images) *** Local Caption *** Alessandro Florenzi

Gabriele Conflitti – All’Olimpico tornano le stelle della Champions League. Dopo l’eliminazione nei preliminari dello scorso anno, questa volta la Roma parte dalla fase a gironi. Qarabag, Chelsea e Atletico Madrid sono le tre concorrenti dei giallorossi nel gruppo C. Proprio gli spagnoli saranno i primi avversari della squadra di Eusebio Di Francesco.

Tutt’altro che belli ma letali e spietati, i Colchoneros vengono da sei anni al vertice del calcio europeo. I dirimpettai in camisa blanca del Real Madrid sono stati gli unici a separarli, per ben due volte, dalla conquista del trofeo continentale per club più ambito. Simeone però non vuole darsi per vinto e ha intenzione di provarci ancora. Prima esperienza invece per il nuovo allenatore della Roma dopo la gavetta in Europa League, tra l’altro primo dei cinque trofei conquistati dai biancorossi sotto la guida del tecnico argentino.

Il Cholo torna nella capitale da allenatore avversario, dopo averlo fatto con le maglie di Inter e Lazio. Celebre il suo diverbio con Zago, terminato in maniera non certo elegante, nell’ultimo derby del secondo millennio. A Simeone non è mai mancata la grinta e ha saputo trasmettere la garra anche alle sue squadre. L’Atletico ha infatti prediletto il pragmatismo all’estetica. Di Francesco conosce il collega da anni ma non ne condivide il credo tattico. Umiltà, divertimento e idea di gioco suo il diktat.

C’è solo un precedente tra le due squadre ed è a favore dei madrileni, che nel 1999 estromisero dai quarti di Coppa Uefa i capitolini allora allenati da Zeman. Per pareggiare i conti, i padroni di casa avranno a disposizione il ritrovato Alessandro Florenzi. Il tuttofare giallorosso ha segnato soltanto una rete in Champions League, proprio tra le mura amiche e proprio ad una spagnola: il Barcellona. Il numero 24 spera di ripetersi con un gol che possa regalare alla Roma una vittoria in Champions League, risultato che manca dalle parti di Trigoria dal novembre 2015. Magari questa volta non servirà nemmeno finire sul podio del premio Puskas…

Ci eravamo lasciati così

Margherita Bellecca – In questi tre mesi la Roma ha cambiato molto, dalla guida tecnica, Eusebio Di Francesco, fino ad arrivare a giocatori in ruoli importanti come Alisson, promosso titolare in porta, Karsdorp e Kolarov sulle fasce, Pellegrini a centrocampo, e Schick, il vero colpo del mercato giallorosso dopo la partenza di Momo Salah.

Un pre-campionato fatto da alti e bassi con Di Francesco che ha cercato di trovare la quadratura ottimale prima del via della stagione. La strada sembra ancora lunga perché la Roma, nelle prime due partite, ha raccolto tre punti frutto della vittoria contro l’Atalanta e la sconfitta casalinga contro l’Inter. In entrambi i match si è vista una difesa ballerina che deve ancora assimilare i movimenti del nuovo tecnico. Il più in difficoltà sembra essere quello che in questi anni si è dimostrato il più forte, Manolas, apparso fuori forma e poco concentrato.ambiamenti anche a centrocampo con Nainggolan tornato nel ruolo di mezzala con Strootman a fargli da supporto. De Rossi, invece, è rimasto il regista della squadra, come quando c’era Spalletti. Tornando al belga la differenza col tecnico di Certaldo si nota poco. Il centrocampista viaggia sempre a ritmi molto alti con Di Francesco che gli chiede dei sacrifici facendogli supportare sia l’attacco sia la difesa. Le tante occasioni avute tra i piedi, come il palo clamoroso e la doppia chance durante il secondo tempo contro l’Inter, fanno capire come Nainggolan si sia adattato al meglio a quello che chiede Di Francesco.

Comincia a macinare gioco l’attacco, guidato sempre da Edin Dzeko. Il capocannoniere della scorsa stagione si è sbloccato contro i nerazzurri e non vuole fermarsi. Stessa cosa vuole fare Perotti, al centro del progetto di Di Francesco. L’argentino è quasi un regista aggiunto, smista palloni in mezzo al campo e si rende pericoloso sotto porta, anche se dovrà aggiustare la mira se vorrà risultare decisivo. Menzione speciale per Defrel che si sacrifica molto per aiutare il terzino destro, pagando poi quando è il momento di affondare il colpo. Per l’esterno ora c’è un avversario in più, quel Patrik Schick tanto voluto dalla Roma e che potrebbe esordire contro la Sampdoria, prossimo impegno in campionato. Starà a Di Francesco trovare la giusta chimica per far girare al meglio la squadra, magari sacrificando anche quel 4-3-3 che il tecnico ritiene sacro.

Margherita Bellecca

Focus tattico. Come e perché Schick può giocare esterno

Gianluca Notari – “Essere o non essere, questo è il problema” recitava l’Amleto di Shakespeare. Che il drammaturgo avesse previsto l’arrivo di Schick alla Roma? Sembra decisamente pretenzioso. Eppure, da giorni, non si fa altro che ragionare su questo annoso problema: ma Schick può essere l’esterno giusto per Di Francesco? E la risposta sembra essere piuttosto semplice se lo si è visto giocare per più di qualche volta. Se non ci si lascia spaventare dal fisico imponente del ceco (1.88 cm d’altezza) si può facilmente leggere quale sarà la sua collocazione tattica in questa stagione. Quella che si vede qui sotto è la mappa cromatica dei palloni giocati dall’attaccante: dove i riquadri sono più scuri, maggiore è stata la presenza del giocatore palla al piede.

Stesso schema – Gli scenari più probabili sono almeno due, ed in entrambi i casi la posizione iniziale di Schick sarebbe quella di esterno destro nel 433 che mister Di Francesco sembra decisamente restìo ad abbandonare anche in casi di estrema necessità (si pensi ad esempio alla partita contro l’Inter di sabato, quando la difesa a tre sembrava la scelta più consona). Nel primo caso – esplicato anche piuttosto chiaramente da Adani di Sky Sport nel post gara contro i nerazzurri – all’ex Sampdoria il mister chiederà un movimento a mezzaluna partendo dall’esterno: ricevendo palla per poi scaricarla sul compagno accorrente (presumibilmente il terzino destro, la mezzala o il regista), Schick può andare a posizionarsi poco sotto a Dzeko. A questo punto, se il marcatore avversario lo ha seguito, si crea lo spazio per offendere sul fronte destro d’attacco: lì dovranno essere bravi il terzino destro e la mezzala destra della Roma ad inserirsi per arrivare al cross. Se invece il terzino sinistro avversario non seguisse Schick la linea difensiva rimarrebbe intatta, ma si creerebbe un mismatch al centro, dove il ceco ed il bosniaco potrebbero far valere la loro strapotenza fisica e mettere in difficoltà la retroguardia avversaria. Il secondo caso, invece, ruota intorno alla figura di Dzeko: il nove giallorosso ha, in passato, sempre giocato in coppia con un altro attaccante (Grafite al Wolfsburg, Aguero al Manchester City), il che lo ha reso il magnifico giocatore che tutti conosciamo. Condividere con Schick il fronte d’attacco potrebbe quindi rappresentare un valore aggiunto per lui: in una Roma che pecca un po’ in qualità, dove l’unico giocatore di fantasia è Perotti, Dzeko potrebbe scivolare qualche metro più in basso aiutando il centrocampo nella manovra e, soprattutto, attirando su di sé uno se non due difensori avversari, lasciando quindi molto spazio alle sue spalle in cui sia Schick sia Perotti potrebbero creare scompiglio. Chiariamoci: Dzeko non sarà certo il trequartista dell’undici di Di Francesco, il solo pensiero di allontanarlo dall’area di rigore è delittuoso. Il bosniaco però viene spesso incontro alla squadra per creare gioco, ed è sempre lui a ricevere palla spalle alla porta dalle retrovie. Per questa sua caratteristica, Dzeko è il compagno perfetto per Schick, il quale può sfruttare lo spazio che il compagno può creare con il suo movimento.

Pro e contro – Ovviamente Schick non è un’ala pura come la si pensa nell’immaginario comune. Difficilmente punterà il fondo per andare al cross, mentre molto spesso si troverà ad accentrarsi per ripiegare sul piede preferito e cercare il dialogo con i compagni. L’aspetto su cui maggiormente si concentrerà il mister sarà la fase difensiva: il lavoro svolto fino ad oggi da Defrel è stato molto prezioso, anche se passato sotto traccia. Non è da dimenticare che la Roma, sia contro l’Atalanta che contro l’Inter ha vissuto le maggiori difficoltà proprio nel momento in cui il francese è stato sostituito. Perciò anche Schick dovrà sacrificarsi in fase difensiva, ma naturalmente nessuno gli chiederà di fare il tornante.

La squadra – La particolarità nel creare una coppia di attaccanti così offensiva come quella della Roma sta il centrocampo: evidentemente mister Di Francesco si fida molto della sua linea mediana, ed è certo che non appena tutti e tre entreranno nel top della forma saranno in grado di sorreggere il tridentissimo Perotti-Dzeko-Schick senza troppi sforzi. Bisognerà solamente oliare qualche meccanismo e dare tempo a Strootman e Nainggolan di metabolizzare i propri doveri in mezzo al campo. In più non vanno dimenticati i terzini, elemento imprescindibile nello scacchiere del tecnico abbruzzese: la probabile coppia titolare Kolarov-Karsdorp, in attesa del rientro di Emerson Palmieri, garantisce corsa e qualità in entrambe le fasi, utili per dare sfogo alla manovra su entrambe le corsie esterne nei casi in cui sia Perotti che Schick convergano verso il centro del campo. Le idee per esaltare il ceco di certo non mancano a mister Di Francesco, e le qualità della squadra non potranno far altro che esaltarne gli interpreti migliori. Con buona pace dei detrattori, che si convinceranno di come Schick sia un ottimo esterno d’attacco.

Gianluca Notari