Allo Stadium l’Italia di Conte si fa raggiungere dall’Inghilterra. L’amichevole di lusso finisce 1 a 1.

Nel match dello Juventus Stadium, Italia e Inghilterra pareggiano 1-1. A Torino il gol di Graziano Pellè illude Conte al minuto 29. Gli azzurri chiudono la prima frazione di gioco in vantaggio. Giusto il tempo di scaldare i muscoli nella ripresa e Towsend, appena entrato sul terreno gioco batte Buffon con un tiro imparabile persino per il numero uno della Juventus. Da quel momento in campo c’è una sola squadra, quella ospite.

E’ un’Italia sperimentale, come giusto che sia, quella che manda in campo Conte allo Juventus Stadium. E i nuovi rispondono presente, con una prova tutta cuore e corsa. Valdifiori mette ordine, Darmian è la bella copia di quello visto a Sofia, ma è soprattutto la coppia d’attacco inedita, quella formata da Eder Pellè, a funzionare.  Non sorprende, quindi, che il centravanti di Lecce sblocchi la gara al 29′ con una spizzata di testa che non lascia scampo a Hart. Gli inglesi, primi a punteggio pieno nel loro gruppo di qualificazione a Euro 2016, non creano troppi grattacapi nel primo tempo a Buffon: solo un destro di controbalzo da Rooney, deviato da Soriano, fa venire i brividi al capitano azzurro e si stampa sulla traversa. Per il resto poca roba (con un rigore reclamato per un braccio di Bonucci), con il terzetto Ranocchia-Bonucci-Chiellini che respinge i timidi assalti britannici. Si va al riposo sull’1-0, risultato meritato.

Nella ripresa sono ancora gli azzurri a partire meglio e solo un grande intervento di Hart nega la gioia del gol (il secondo di fila) a Eder. Sul prosieguo Pellè calcia fuori malamente. Poi, trascinati da un grande Rooney, i sudditi di sua Maestà si fanno più intraprendenti, guadagnano campo e mettono alle corde Chiellini e compagni. Rooney comincia la sua sfida contro Buffon, ma è sempre il nostro portierone a uscirne vincitore. Il capitano, però, non può nulla quando il neo-entrato Townsend la mette nell’angolino. Nel finale Antonelli fa urlare al gol, ma il suo diagonale si spegne a lato di pochissimo. Sarebbe stato troppo, perché i Leoni inglesi sono stati messi in gabbia solo per un’oretta. Poi, una volta venuti fuori, hanno rischiato di sbranare gli azzurri.

Francesco Trinca

 

Roma-Juve 1 a 1. Distacco invariato, giallorossi ancora a -9 dalla vetta.

Il campionato non si riapre. La Roma pareggia con il cuore in inferiorità numerica dopo aver giocato una brutta partita per un tempo e mezzo. Un punto però non serve ai giallorossi che restano a -9 dalla capolista, con gli scontri diretti a sfavore. La Juve può rammaricarsi per non aver chiuso definitivamente i giochi: i bianconeri erano sopra di un gol e in superiorità numerica e avevano la partita in mano. La Roma sembrava una squadra morta, rivitalizzata poi dai cambi di Garcia che ha tolto Ljajic, Totti e De Rossi per inserire Florenzi, Iturbe e Nainggolan. Garcia si affida agli stessi uomini che hanno vinto a Rotterdam, contro il Feyenoord in Europa League. L’unico cambio è De Sanctis, che si riprende il posto tra i pali. Nainggolan ancora escluso, al suo posto Keita con Pjanic e De Rossi. In attacco Totti, Ljajic e Gervinho. Allegri lascia a riposo Pogba e visto che deve rinunciare anche a Pirlo, torna al vecchio 3-5-2: a centrocampo Vidal è tra i titolari, con Marchisio, Pereyra, e sulle fasce Evra e Lichtsteiner. L’attacco è formato dalla coppia Tevez-Morata. La Juve ha la superiorità a centrocampo, aspetta la Roma ed è pericolosa nelle ripartenze. I giallorossi mostrano di non aver superato ancora i problemi nel loro gioco. Soprattutto è evidente la lentezza nel far girare la palla che favorisce i bianconeri. Nel primo tempo la squadra di Garcia non riesce mai a tirare in porta, mentre la Juve si rende pericolosa in più di un’occasione. Al 7′ Vidal ci prova dal limite e il suo diagonale si perde al lato. Poi al 22′ Manolas rischia un clamoroso autogol per anticipare Morata in area servito da Pereyra in contropiede. I bianconeri, come era prevedibile, aspettano la Roma, anche perché possono giocare per due risultati su tre. Al 42′ un altro contropiede fa venire i brividi ai giallorossi, con Tevez che si invola verso la porta, ma non trova lo specchio, anche grazie a Manolas che è bravo a chiudergli lo spazio. Alla fine del primo tempo c’è un diverbio acceso tra De Sanctis e Manolas, sintomo del nervosismo dei giallorossi.

Nella ripresa non ci sono cambi. La Roma non alza il ritmo e continua a subire i contropiedi della Juve. Al 50′ Vidal è ancora una volta pericoloso con un diagonale che esce di pochissimo. La squadra di Garcia non ha mai un guizzo, dopo più di un’ora non ha fatto neanche un tiro in porta. La partita si complica maledettamente per i giallorossi al 63′ quando Torosidis atterra Vidal al limite e si prende il secondo giallo. Su punizione Tevez non sbaglia quello che sembra proprio il gol del match point. Garcia però non si arrende e prova a raddrizzare la partita inserendo Florenzi al posto di Ljajic. Al 71′ il tecnico francese toglie anche Totti per Iturbe. La prima occasione per la Roma la crea Manolas, che stacca di testa su punizione e impegna Buffon al 72′. Un minuto dopo Garcia si gioca l’ultima carta, inserendo Nainggolan al posto di De Rossi. I cambi danno un po’ di vitalità alla manovra giallorossa. Iturbe sembra in ottima forma, anche se rientra da un infortunio, e crea qualche apprensione alla difesa della Juve con le sue accelerazioni. Da una di queste nasce il pareggio della Roma. Chiellini stende l’argentino vicino l’area di rigore: sul cross di Florenzi, Keita stacca di testa e batte Buffon, aiutato da una deviazione di Marchisio. La Roma in inferiorità numerica è rivitalizzata dai cambi e dal pareggio, e sembra un’altra squadra. La Juve invece è stanca e soffre. I giallorossi ci provano fino alla fine, ma non riescono a fare il colpaccio e vedono allontanarsi le residue speranze di lottare per lo scudetto. È l’ennesimo pareggio per la squadra di Garcia, che ora deve pensare a difendere il secondo posto, con il Napoli a -4. La Roma ha giocato bene gli ultimi venti minuti, è troppo poco per puntare allo scudetto. I problemi sono ancora evidenti.

Francesco Trinca