Dybala e non solo: le 10 cose che ci ha insegnato Roma-Shakhtar

Paulo Dybala (Ansa foto)

(Keivan Karimi) – Ormai ci siamo. La tanto attesa e paradossale stagione 2022-2023 di Serie A è alle porte. La Roma di José Mourinho ha concluso la preparazione estiva con una festa assoluta in amichevole: il 5-0 all’Olimpico contro lo Shakhtar Donetsk nel giorno della presentazione della squadra.

Un appuntamento simbolico, fatto apposta per il pubblico romano e romanista, pronto a riaccogliere i propri vecchi e nuovi beniamini. Su tutti Paulo Dybala e Gini Wijnaldum, i due colpacci del mercato estivo targato Tiago Pinto.

Ma cosa ci ha lasciato l’amichevole di domenica scorsa? Molto, sia a livello pratico che teorico, anticipazioni importanti in vista di un’annata che la Roma vuole (e deve) disputare da protagonista.

  1. MOURINHO NON SI NASCONDE E AZZARDA I FAB 4. Sarà stato un test match contro una squadra, suo malgrado, giovanissima e rinnovata. Ma Mourinho contro lo Shakhtar ha confermato di voler cadere in tentazione e schierare assieme i Fab 4: Pellegrini, Zaniolo, Abraham e pure Dybala. Tutti assieme in un 3-4-3 tutto sommato equilibrato. La rete del primo gol agli ucraini è il sintomo che la coesistenza può essere proficua.

2. MATIC UN ACQUISTO DA NON SOTTOVALUTARE. L’Olimpico ha scoperto le enormi qualità tecniche e fisiche di Nemanja Matic. Il mediano giunto a costo zero dal Manchester United è un fedelissimo di Mou. L’amichevole ha svelato i motivi: centrocampista totale, fisicamente integro, aggressivo al punto giusto. Se sta bene, può rubare il posto a Cristante senza troppi indugi.

3. SMALLING SEMPRE PIÙ INTOCCABILE. Non tanto per l’amichevole contro lo Shakhtar, ma Chris Smalling durante tutta la preparazione ha confermato di essere un perno difficilmente sostituibile. Soprattutto se c’è da battagliare e tirare fuori le unghie. Niente da togliere al giovane Kumbulla, ma ai livelli del gigante inglese al momento non c’è nessuno.

4. I PROGRESSI DI SPINAZZOLA. Sarà un altro acquisto ‘interno’ per la Roma 2022-23. Leonardo Spinazzola pian piano sta riacquistando lo stato di forma ideale per diventare nuovamente un elemento portante. Scatto, fiato, corsa, qualità nell’uno contro uno e nel cross. Mourinho lo sta gestendo e non intende fare a meno di lui oltre modo.

5. WIJNALDUM È L’UOMO CHE SERVIVA. Presto per dirlo, visto che prima del match dell’Olimpico aveva svolto solo un paio di allenamenti con la sua nuova squadra. Ma Gini Wijnaldum ha le caratteristiche che Mourinho ha richiesto espressamente per un rinforzo a centrocampo. Esperto, dinamico, pronto agli inserimenti, con un enorme senso del gol. Uno che sa vincere, insomma. Non appena entrerà negli schemi ci sarà da divertirsi.

6. IL RUOLO IDEALE DI DYBALA E ZANIOLO. Roma-Shakhtar ci ha mostrato come possono coesistere Paulo Dybala e Nicolò Zaniolo in campo: sacrificio di Pellegrini a centrocampo ed i due fantasisti a dividersi la trequarti alle spalle di Abraham. Entrambi in teoria ambirebbero a partire più larghi a destra, una posizione che soprattutto la Joya predilige. Mourinho lo ha piazzato proprio lì, mentre Zaniolo sta dimostrando maturità tattica ed anche partendo dal centro-sinistra si è saputo destreggiare con qualità e continuità.

7. PELLEGRINI TRA I MIGLIORI CENTROCAMPISTI D’ITALIA. Lo dicono i numeri, ma soprattutto le prestazioni. Con Mourinho ha fatto il regista, la mezzala, il trequartista classico, la seconda-punta e pure l’esterno. Ed il livello delle prove di Lorenzo Pellegrini è sempre rimasto altissimo. Oltre che tecnicamente enorme, il capitano della Roma è anche capace a fare tutto. Per l’appunto tuttocampista top in Serie A.

8. URGE MIGLIORARE LA PANCHINA (IN ATTACCO). La Roma finalmente ha una rosa lunga, completa, competitiva. Forse solo in attacco mancano le risorse azzeccate. Togliere Dybala e Abraham ed inserire Felix e Shomurodov significa un downgrade evidente per qualità, senso del gol e maturità. Non a caso un certo ‘gallo’ Belotti è sempre lì in attesa di sbarcare.

9. LA DIFESA A TRE NON SI TOCCA. In molti ad inizio estate avevano ipotizzato ad un ritorno di Mourinho al suo primo amore, ovvero la difesa a quattro ed un modulo più offensivo. Invece la sua Roma ha trovato la quadra con il 3-4-2-1, si difende con ordine e sa sfruttare la velocità degli esterni a tutto campo. Modulo che vince non si cambia.

10. EL SHAARAWY, IL DODICESIMO CHE TUTTI VORREBBERO. Probabilmente non è più l’attaccante esterno esplosivo di qualche anno fa. Forse non può essere considerato un titolarissimo. Ma Stephan El Shaarawy è di certo la riserva che chiunque vorrebbe in squadra. Professionale, talentuoso, duttile. Mourinho lo ha schierato domenica come esterno sinistro al posto di Spinazzola, il Faraone ha risposto con due assist vincenti ed un numero impressionante di scatti e sovrapposizioni. Altro tassello da non sottovalutare (né vendere).

Roma-Shakhtar Donetsk 5-0, le pagelle: Pellegrini forza tre, Dybala Joya per gli occhi. Abraham specchio, Zaniolo vecchio stampo

Roberto Gentili – Una serata di festa romanista, una goleada, amore ed attesa per salutare il calcio d’estate e gettarsi con anima, quella dei 63mila dell’Olimpico, e corpo al primo vero appuntamento. La Roma celebra il ritorno davanti alla sua gente come si deve. Lo Shakhtar Donetsk è stato avversario dignitoso, limitato dalla qualità poco presente nei suo interpreti, e nulla ha potuto davanti alla forza giallorossa.

Gli interpreti hanno fatto la differenza. Perché avere dalla propria Pellegrini, Dybala, Zaniolo ed Abraham cambia e come le carte in tavola. Sostenuta e letteralmente spinta da uno stadio pronto a cullare qualsiasi desiderio, la Roma agguanta la partita. Subito in avanti, come per tutti i novanta minuti, al 18′ i quattro tenori salgono in cattedra. Accenno di assolo di Pellegrini, che si appoggia al coro Zaniolo-Dybala-Abraham per firmare il vantaggio.

Rotti gli indugi, inizia il divertimento. Arrivano pali e azioni su cui recriminare – Zaniolo al 24′ e al 37′-, imprecisioni, Dybala col tiro al volo da fuori area su schema da angolo ma poi prima di andare negli spogliatoi ecco l’uno-due. Che poi sarebbe il 2-0 e 3-0. Il cross di Abraham passa tra le gambe di Zaniolo, intelligente a fare il velo per far recapitare la palla all’accorrente Mancini, bravo a trasformare un rigore in movimento e impreziosire nella giusta maniera una partita perfetta. Pochi secondi e lo Shakhtar deve posizionare di nuovo palla al centro, questa volta dopo averla goffamente fatta recapitare nella porta dell’eterno Trubin. Matic, senatore del centrocampo, nell’intento di servire Spinazzola propizia la maldestra deviazione di Konoplia.

La squadra del croato Joviceci, nell’arco di tempo intercorso tra il vantaggio ed il raddoppio, ci provano. A tenere alta la bandiera ucraina, sventolata fieramente dagli arancioneri e non solo, è il folletto Mudryk, pallino giallorosso ai tempi di Fonseca. Nessuna azione degna di nota però passa dalla porta prima difesa da Rui Patricio, poi da Svilar fino ad arrivare a Boer.

Fase di rilassamento nel primo quarto d’ora della ripresa, poi la Roma riprende ad aggiungere lineette alla tabella dei marcatori. Il poker lo marca Zaniolo, il sigillo, arrivato al tramonto di gara, Bove. Su entrambi c’è però lo zampino di El Shaarawy. Appena entrato, al posto di Spinazzola, il Faraone ha mandato in porta l’osannato Nicolò prima e servito signorilmente il giovane centrocampista.

Una vittoria in nome dei fantastici quattro. Pellegrini, Dybala, Zaniolo ed Abraham incontenibili. Il capitano è ovunque, gioca dalla trequarti sapientemente presidiata dall’attenta difesa, a quella avversaria. La Joya dà sprazzi di classe, introvabile negli ultimi anni, e che manda in estasi il trepidante pubblico. La forma non è dei vecchi tempi, ma la strada è quella giusta.

Ed è dei vecchi tempi, e sulla strada giusta, Zaniolo. Osannato ed acclamato sin dalla presentazione, Nicolò, fautore della gioia di Tirana, gioca una partita eccelsa. Sempre nel vivo, sbaglia poco o nulla. Delizia anche lui con tocchi di eleganza – l’apertura scucchiaiata per Dybala – e segna, dopo aver mancato l’appuntamento due volte, prima per un palo poi per poca freddezza davanti a Trubin. Chi ancora deve trovare un appuntamento è Abraham. L’arrivo del gol tarda ad arrivare, ma Tammy gioca da specchio. Di sponda spazia sul fronte offensivo e si inserisce in tre gol.

In difesa è attento Vina, schierato a sinistra nella linea dei tre formata dal fedelissimo Mancini e dall’attento Kumbulla prima e dal COF, chief of defense, Smalling. Il centrocampo non ha problemi: Matic, nel primo tempo, e Cristante nei successivi quarantacinque minuti garantiscono quantità e qualità, fatta intravedere a fine partite da Wijnaldum, altro capace di scatenare applausi a non finire. Celik sulla destra fa il suo: crea e rovina, ma alla fine la casa sulla corsia di destra non crolla.

LE PAGELLE 

Rui Patricio 6 – Non impensieriscono le conclusioni ucraine, potenti ma imprecise. Rischia di metterlo in difficoltà un passaggio di Mancini quando è sulla linea della porta: due avversari in pressione, fa uscire palla in maniera pulita. (Dal 46’ Svilar 6 – Coordina bene la difesa, ha poco da fare. Anche per lui primo giorno di scuola. Dal 79’ Boer sv – Partecipa alla festa).

Mancini 7 – Bada a Mudryk, sfuggito un paio di volte ma subito ripreso, e alla primissima impostazione con i frequenti e precisi cambi in direzione di Spinazzola. Rimasto in avanti su un angolo, trasforma un rigore in movimento e raddoppia. (Dall’80’ Bove 6 – Mette il sigillo alla fine delle amichevoli).

Kumbulla 6,5 – Chiamato a fare poco, risponde con estrema attenzione. Pulisce, senza dar nell’occhio, sbavature difensive di Celik. E non solo. (Dal 46’ Smalling 6 – Gioca con attenzione, quasi come fosse un allenamento. Anticipa e comanda).

Vina 6 – Altra titolarità come terzo di sinistra, possibile novità tattica in caso dovesse restare. Qualcosa soffre, ma non quanto col Nizza. Non commette gli errori visti con i francesi, perché poco sollecitato. Due cross che toccano il cielo, non trovando i compagni. (Dal 46′ Ibanez 6 – Non cade in grandi tranelli).

Celik 6,5 – Ha subito l’occasione di assaggiare il calore romanista, che lo spinge già dal fischio d’inizio in avanti e portando il primo angolo. Confuso sui compiti difensivi, come suo costume chiede scusa senza proferire parola. Il raddoppio nasce da un suo recupero che impedisce l’avanzata dello Shakhtar in contropiede. (Dal 46’ Karsdorp 6 – Quando spinge Pellegrini sfiora il 5-0 e Felix va al tiro, da posizione più che invitante. Lo fa  però poche volte, preferendo giocare una partita a risparmio).

Pellegrini 7,5 – Va in ogni dove. C’è in qualsiasi zona e fa tutto. Recupera innumerevoli palloni, anche in maniera decisa, e li trasforma in oro. Se non li sradica, si propone uscendo dalle marcature ucraine. Così accende la macchina dei gol: avvia la ragnatela con gli altri fantastici 3 e finalizza. Porta palla per gran parte della partita, ma anche pressione. Fa sbagliare Mudryk, che serve Abraham, a sua volta autore dell’assist del raddoppio. Altro dato: sulle punizioni è andato Dybala.

Matic 7 – L’atmosfera dell’Olimpico sembra non averlo toccato, o non lo ha lasciato trasparire. Freddo e composto, si muove come una pedina degli scacchi per mangiare palloni. Non li conserva tutti: propizia con un cross basso la deviazione di Konoplia, quindi il 3-0. (Dal 46’ Cristante 6,5 – Mudryk scivola pochissime  dai tentacoli controlla il centrocampi. Sulla scia della partita del compagno di reparto serbo, aggiunge

Spinazzola 6 – Zalewski è, per precauzione, ai box. La fascia sinistra continua a restare la vera forza della squadra. Il gioco romanista prevede l’immediata girata verso di lui, non sempre capace di ricambiare. Spunti imprecisi, migliorati col passare dei minuti. Che in tutto sono quasi sessanta, da mettere in magazzino. (Dal 60’ El Shaarawy 6,5 – Uomo del cambio: entra, serve l’assist a Zaniolo. Pellegrini fa lo stesso con lui, non riesce ad addomesticarlo. Appoggia per il 5-0 di Dove).

Dybala 7 – Si immerge nella chiesa romanista per il battesimo giallorosso. La affresca con giocate, regalate a sprazzi, di una classe ed un estro che da tempo mancavano. Inizialmente, però, i tentativi di non dar a vedere l’emozione non funzionano. Sbaglia, anche in maniera da lui inattesa, un angolo e qualche conclusione. Per liberarsi dall’immenso abbraccio dell’Olimpico straboccante d’amore, e bramante vittorie, impiega un quarto d’ora. Inizia poi lo show con geometrie precise, giocate di tacco spalle alla porta e movimenti preziosi. Porta palla quel pochissimo che basta per permettere a Pellegrini di avanzare e firmare il vantaggio. (Dall’80’ Felix sv).

Zaniolo 7,5 – Il Tottenham pressa, Mou lo respinge e i tifosi lo invocano. Standing ovation: prima, durante e dopo. Applausi a non finire alla presentazione, che guadagna poi in campo. Settato sulla modalità non aggiornata con gli infortuni, manda in porta prima Pellegrini, poi ci prova con Abraham e Dybala. L’intento lo concretizza lui prima di uscire: dopo un primo tentativo non andato a buon fine (24’), ed il palo (37′) in seguito ad un’azione delle sue, Trubin viene battuto in uscita. (Dal 65’ Wijnaldum 6 – Sorridente e meravigliato dall’accoglienza. Lo stadio lo chiama, Mourinho gli fa tastare il terreno di casa per circa una mezz’ora, alla fine della quale fa innalzare sospiri sbalorditi per una giocata in area di pregiata tecnica).

Abraham 7 – Neppure la prima all’Olimpico lo aiuta a sbloccarsi. Non lo farà, ma aiuta a confezionarli. Prima il vantaggio, nel quale spinge col contagiri il pallone davanti al piede di Pellegrini, poi mette l’assist del raddoppio e prolunga il poker di sponda, come fatto per tutta la partita. (Dall’80’ Shomurodov sv).

Mourinho 7,5 – All’ultimo test, schiera i nuovi alla prima all’Olimpico. Ed anche Vina a sinistra. La Roma gira bene, ora deve rimanere così anche sulla strada verso Salerno.

Wijnaldum, inserimento e duttilità alla corte di Mou. Ecco dove gioca Gini

(Federico Sereni) – La lunga trattativa per Wijnaldum è finalmente arrivata alle battute conclusive, come per Dybala l’accordo è stato trovato nella notte. I tifosi giallorossi tra qualche ora potranno dare il benvenuto al nuovo giocatore della Roma. “Gini” è il centrocampista perfetto, parola di Jurgen Kloop, infatti può ricoprire tutti i ruoli in mezzo al campo: fascia, trequarti o centrale. Ha intelligenza tattica ed è dotato di un gran tiro. In poche parole è il “tuttocampista” che vuole Mourinho. Lo Special One gli assegnerà subito un posto da titolare. Nel precampionato il modulo è rimasto lo stesso dello scorso anno: 3-4-2-1 con due centrocampisti davanti alla difesa. Wijnaldum occuperà quella posizione e garantirà fantasia e imprevedibilità in mediana. Matic e Cristante sono dei giocatori solidi e di qualità ma molto simili.

L’olandese può giocare alle spalle di Abraham, come fantasista ma solo in caso d’emergenza. In quel ruolo le alternative non mancano. Ha grandi capacità nel saltare l’uomo ed è perfetto anche in un centrocampo a 3 come mezz’ala. Il ruolo che gli aveva disegnato Kloop nel Liverpool che vinse la Champions League con Georginio titolare insieme a Fabinho e Henderson. Ad inizio carriera ha anche giocato come esterno d’attacco, la velocità e il dribbling non gli mancano e Wijnaldum può anche dare una mano su entrambe le fasce in caso di necessità. Difficile invece ipotizzare una formazione totalmente offensiva con l’ex PSG e Pellegrini a centrocampo con Zaniolo, Dybala ed Abraham in attacco.

Duttilità, forza fisica e fiuto del gol: ecco Wijnaldum

Wijnaldum fa della duttilità uno dei suoi punti di forza: “Giocare in diverse posizioni nel corso della mia carriera mi ha aiutato a osservare il gioco da diverse posizioni. In pratica riesci a pensare in molti modi diversi, riuscendo ad aiutare tanti compagni dal momento che sai cosa stanno pensando. Mi ha anche aiutato a giocare di più ma… ora sono un centrocampista. E questo mi piace!”. Oltre ad essere prezioso in mezzo al campo sa anche fare gol. L’olandese ha superato quota 100 gol in carriera tra club e nazionale e darà una mano alla Roma anche sull’aspetto realizzativo. Nella passata stagione oltre alle reti del reparto offensivo sono mancati anche i gol dei centrocampisti. Il migliore è stato Mkhitaryan (5 in Serie A) che ha lasciato la capitale all’inizio del mercato, oltre a Lorenzo Pellegrini (9 in campionato e 5 in Conference) che però gioca prevalentemente in avanti.

Tottenham di Conte abbattuto: buona la prima per Dybala

(Federico Sereni) – All’impegno sin qui più importante, la Roma risponde presente. I giallorossi, nell’amichevole dell’I-Tech Cup svoltasi a Haifa, in Israele, ritornano alla vittoria nella pre-season. La squadra di Mourinho supera il Tottenham di Conte senza strafare. Il corner perfetto calciato da Dybala alla mezz’ora ed il colpo di testa Ibanez decide la sfida. La gara ha vissuto di sprazzi, soprattutto a causa dell’alto tasso di umidità (77%) che ha costretto l’arbitro a chiamare due cooling break.

In controllo nella parte iniziale del primo tempo, la Roma è però passata in vantaggio nel momento in cui il pallino del gioco era di marca inglese. Merito di una ripartenza, realizzata dal duetto tra Zaniolo e Abraham, che ha portato all’angolo – quanti poi quelli sprecati – guidato dalla Joya sulla testa di Ibanez.

Pochi, se non nessuno, i pericoli concreti. Soprattutto sulla sinistra, dalla parte di Zalewski che non si è scomposto, mantenendo in asse la difesa. Il polacco, però, è stato costretto ad uscire a pochi minuti dall’inizio della ripresa per un contrasto. Le condizioni sono rassicuranti: dovrebbe trattarsi di un normale scontro di gioco.

E parlando di scontri, da menzionare la durezza di Romero, venuto faccia a faccia con Pellegrini. Il capitano, ammonito per aver reagito dopo il susseguirsi di scorrettezze dell’argentino in prestito dall’Atalanta, ha dovuto ugualmente abbandonare il campo contro la sua volontà. Insanguinato sull’arco sopracciliare dopo una gomitata ricevuta da Richarlison, il numero 7 è uscito ad una manciata di secondi alla fine.

In nottata la Roma rientrerà nella Capitale con un volo charter. Per domani Mourinho ha concesso una giornata di riposo. L’appuntamento è a lunedì. Domenica 7 (ore 20:45) l’amichevole con lo Shakhtar Donetsk, l’ultima prima del debutto – 14 agosto contro la Salernitana in campionato – in campionato.

Contro gli ucraini di De Zerbi ci sarà un’altra prima volta: quella di Dybala da giallorosso all’Olimpico. I tifosi sono proni ad abbracciare nuovamente l’argentino dopo la presentazione di martedì: attesi più di 41.000 spettatori.

Roma-Nizza 1-1, le pagelle: Spinazzola elettricità, Zalewski finezza. Viña secca

Roberto Gentili – Una x per timbrare l’ultimo impegno del Portogallo. La Roma finisce il ritiro lusitano con un pareggio: 1-1 contro il Nizza. Sotto a fine primo tempo con il gol di Brahim (44’), nella ripresa Karsdorp propizia l’autogol dell’ex juventino Lemina. In serata la squadra farà rientro a Roma, dove per la prima volta Dybala arriverà da giocatore romanista. Sabato l’amichevole in Israele contro il Tottenham, mercoledì il test con l’Ascoli. Più probabile il debutto della Joya contro la squadra di Conte. 

Partita dai ritmi lenti, normale con questo clima arido, e giocata sufficientemente dalla maggior parte della rosa. Non lo è Vina. L’alibi dell’esser stato impiegato in un ruolo non suo è lecita. I difetti nelle letture sono stati evidenti nell’azione del vantaggio. Brillano invece Spinazzola e Zalewski. Alternatisi sulla sinistra, hanno cavalcato la fascia con lo stesso motorino. Scuro sparso nella zona offensiva.

LE PAGELLE

Svilar 5 – Aveva aperto la tournée lusitana e oggi la chiude. Nel fare la valigia, la cerniera rimane aperta a sinistra, dove Brahim lo punisce. Pochi secondi prima un errore, sotto pressione, con i piedi, che si aggiunge ad parata a terra complicata da sé. (Dal 46’ Rui Patricio 6 – Poco da fare).

Karsdorp 6,5 – Si pensava dovesse andare dietro, invece rimane nella comfort zone. Rimane però comunque imboscato nella metà campo romanista e non dà spinta, permettendo così quelle francesi. La prima volta che si spinge in avanti, ad inizio ripresa, è subito proficua: segna, aiutato dalla testa di Lemina, il pareggio. (Dal 60’ Celik 6 – I cross da quasi zona di centrocampo li sa mettere: quello per Abraham è preciso ed illuminante. Già meglio dietro).

Smalling 6 – Riprende le redini difensive dall’inizio dopo la pausa con lo Sporting, ogni tanto fatica a mantenerle. Per poco manca la chiusura sul vantaggio: non riesce a murare il tiro.  Cresce nella ripresa, ottenendo una sufficienza sudata.

Kumbulla 6 – Altra da titolare, rende meglio in impostazione che in copertura. I due lanci precisi per Shomurodov sono annullati uno dal fuorigioco ed un altro dall’uscita di testa del portiere transalpino. (Dal 46’ Mancini 6 – Colpisce bene di testa e Boucla, posizionato proprio davanti a lui. Ringhia e si impone nei duelli).

Spinazzola 6,5 – La fascia di capitano dà la carica. Su e giù sulla sinistra, senza minimamente essere influenzato dalle temperature. Manca un po’ di precisione in qualche cross. Il vantaggio gli passa a lato, non riesce a fermarlo. (Dal 46’ Zalewski 6,5 – La palla del pareggio parte dal fatato sinistro. Cerca di costruire la stessa situazione all’ingresso di Celik. Il lato è coperto egregiamente. Ammonizione inventata, chissà sulla base di quale motivo).

Matic 6 – Un solo errore, la palla persa all’inizio, non influisce sulla partita dedita alla copertura. Si spinge in avanti senza fortuna. (Dal 46’ Bove 6 – Lancia El Shaarawy in porta. Non sbaglia nessuna scelta in palleggio così che in copertura).

Veretout 6 – La grinta apprezzata contro lo Sporting convince Mourinho a mandarlo in campo dall’inizio, anche per far rifiatare Cristante e, in vista di una possibile permanenza,  prendere confidenza con Matic. Recupera diversi palloni, non sempre ripuliti con il lavaggio completo. Resta però una partita viva e che dà fiducia. (Dal 60’ Cristante 6 – Riprende palla e la ridà in avanti, spesso senza un destinatario preciso. E allora calcia, negli ultimi minuti, mancando la porta di poco).

Vina 5,5  All’appello mancava solo lui. L’ultima del ritiro è l’occasione buona per giocare, addirittura dal primo minuto. Tenuto fermo per via della condizione fisica non ottimale, Mou lo mette nella linea dei tre. Regge circa una ventina di minuti, in cui difende – a fatica – e gira palloni. La ricerca d’anticipo lo condanna, prima con l’ammonizione e poi con la sconfitta nel duello con Brahim. (Dal 60’ Ibanez 6 – Sollecitato una sola volta al tramonto della partita, lascia andare l’avversario, fermato poi da Smallino).

Zaniolo 5,5 – Tolto martedì dopo le proteste che lo hanno condotto all’ammonizione. Non indovina le scelte di gioco e perde un paio di occasioni, soprattutto quella all’inizio con la palla rimbalzata in area perfettamente per un eventuale tiro di sinistro. (Dal 46’ El Shaarawy 6 – Di nuovo seconda punta, va faccia a faccia un paio di volte con Boucla. Non conquista il rigore, ma la fiducia di Mourinho sì.

Perez 5,5- Le frequenze di radio mercato raccontano di un accordo vicino con il Celta Vigo. Mourinho lo mette comunque in campo. Gironzola a destra per tappare buchi e cercare di crearli. Alla fine ci riesce: perde la palla che si tramuterà nell’1-0 francese. (Dal 46’ Pellegrini 6 – Negli ultimi venti minuti si affaccia e mette paura a Boucla. Gli ruba palla e lo impegna su punizione).

Shomurodov 5,5 – Comincia a cercare di rosicchiare la scala delle gerarchie. La sola chance vera è annullata dal fuorigioco. Cercato, non riesce a scartare l’invito. (Dal 46’ Abraham 5,5 – Trovato da Celik, difetta il controllo e perde il tempo. E la palla. Sfoglia la brochure della ripresa senza trovare il giusto verso per leggerla.

Mourinho 6 – La Roma supera l’ultimo gradino portoghese non col risultato atteso. Il gioco pende sulla sinistra, stesso lato in cui sperimenta Vina, chiave del gol del Nizza.

Prima sconfitta estiva per la Roma: lo Sporting si impone 3-2 dopo una battaglia di nervi

Sporting-Roma (ansa foto)

(Keivan Karimi) – Una partita a dir poco scoppiettante e nervosa quella disputata oggi a Faro, allo Estadio do Algarve. Una amichevole solo per definizione, visto che Sporting CP Roma se le sono date di santa ragione.

Nel terzo test match in terra portoghese, i giallorossi hanno perso per 3-2 al termine di un incontro teso, ricco di risse accennate, spintoni e interventi duri. L’arbitro Hugo Silva non è riuscito a tenere a bada gli animi, attendendosi un incontro ben più leggero.

La Roma è meno brillante delle altre uscite, anche grazie al pressing ed alla velocità dello Sporting. I vice-campioni di Portogallo passano con un dubbio rigore trasformato da Gonçalves, ma due minuti dopo la Roma pareggia su corner per l’autorete di Inacio.

Nella ripresa lo stesso difensore dello Sporting azzecca la porta giusta e si rifà, segnando il 2-1 sempre su calcio d’angolo. Bellissima l’azione del pari giallorosso con Pellegrini, imbeccato dalla giocata solitaria di Abraham. Nel finale però il neo entrato Tabata approfitta di una dormita di Cristante e trova il diagonale del 3-2 decisivo.

Il tabellino del match:

SPORTING CP (3-4-3): Israel (46′ Adan); Coates, Inacio, Neto; Porro, Ugarte, Matheus Nunes, Matheus Reis; Pedro Gonçalves, Rochinha (46′ Trincão), Edwards (72′ Tabata). All. Amorim.

ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio; (46′ Svilar) Mancini, Kumbulla (46′ Smalling), Ibañez; Çelik (46′ Karsdorp), Matic, Cristante, Spinazzola (46′ Zalewski); Zaniolo (80′ El Shaarawy), Pellegrini (72′ Carles Perez); Abraham (72′ Felix) All. Mourinho.

Marcatori: 29′ rig. Gonçalves, 31′ aut. Inacio, 53′ Inacio, 69′ Pellegrini, 86′ Tabata.

I promossi:

RUI PATRICIO: Battuto solo su calcio di rigore, si dimostra la solita sicurezza tra i pali. Nei primi minuti gran riflesso salva risultato sul sinistro in corsa di Gonçalves, che ha ricordato da vicino l’intervento in finale di Conference su Til.

PELLEGRINI – Una certezza vera e propria. Il capitano è l’unico a regalare strappi, ripartenze, giocate di qualità contro uno Sporting aggressivo e quasi mai sbilanciato. Il suo gol di destro al volo è la riprova della sua crescita, anche sotto porta.

ZALEWSKI – I duelli con Pedro Porro non sempre gli riescono vincenti, ma si esalta nell’uno contro uno ed è l’ultimo a suonare la carica con un destro insidioso respinto a malapena da Adan. Ad oggi con il competitor Spinazzola non c’è gara.

I rimandati:

MATIC – Ha l’ordine e la giustezza tra i piedi, ma un 33enne con la sua fisicità ha bisogno di tempo per raggiungere la forma ideale. In coppia con Cristante forse la mediana appare troppo statica.

ZANIOLO – Parte forte, con alcuni strappi degni della sua proverbiale irruenza. Ma col passare dei minuti tende ad innervosirsi, in particolare per le decisioni dubbie del signor Hugo Silva. Mourinho lo sostituisce per evitargli momenti di rabbia inutile.

ABRAHAM – Generoso, sempre in movimento ed autore della giocata che porta al gol del 2-2 di Pellegrini. Ma per il resto della sua partita appare troppo caotico, sciupando una ghiottissima occasione a fine primo tempo.

I bocciati:

IBANEZ – Siamo alle solite. La paura che possa compromettere le prestazioni della Roma torna senza grosse pretese alla terza amichevole estiva. Saltato costantemente, è l’autore del fallo da rigore che porta avanti lo Sporting. Inteventi fuori tempo, falli evitabili e solo qualche chiusura degna di questo nome. Il brasiliano va educato, ma di questo passo rischia di essere ancora una sciagura.

CRISTANTE – Niente da dire sul solito costante impegno, sia in fase di copertura che di costruzione. Ma stasera, contro uno Sporting cattivo e velocissimo, fa una fatica enorme. La Roma non riesce quasi mai ad uscire palla al piede anche a causa della sua serata insufficiente. Ciliegina amara sulla torta: il pallone perso a 5′ dalla fine che porta al 3-2 di Tabata.

KARSDORP – Per l’ennesima volta dimostra di difettare totalmente al momento del cross decisivo o dell’assistenza giusta. Già contro la Portimonense aveva cestinato una giocata di Pellegrini con un assist mal eseguito, oggi a Faro si ripete sprecando 2-3 situazioni ghiotte.

Una Joya per Mourinho: estro e fantasia al servizio della Roma

(Federico Sereni) – Un colpo da biliardo, uno di quelli che accende la folla. Paulo Dybala è ufficialmente un nuovo calciatore della Roma. Dopo tantissime indiscrizioni e una trattativa quasi lampo i giallorossi si aggiudicano il fantasista argentino, tra i più forti della Serie A. Il ragazzo ha firmato un contratto che lo lega ai colori giallorossi fino al 2025 a 6 milioni l’anno con i bonus. Presente anche una clausola rescissoria, intorno ai 20 milioni, che la Roma potrà annullare rimodulando l’ingaggio del calciatore.

Decisivo ancora una volta Josè Mourinho che ha provveduto con la telefonata della scorsa settimana a convincere il ragazzo del progetto in crescita della Roma. Ma anche del lavoro fatto dai Friedkin che sta portando il brand della squadra ad un livello superiore, tanto da convincere anche i prezzi più pregiati a scegliere la Capitale. Bisognerà attendere la fine del mercato per capire il valore della squadra, ma non c’è dubbio che Dybala aumenta il livello della squadra.

ESTRO E FANTASIA

Se dovessimo descrivere un dieci puro, ecco quello sarebbe Dybala. Paulo è  esploso nel grande calcio con la maglia del Palermo quando incantava già la platea con le sue giocate a soli 19 anni. In maglia rosanero la Joya agisce come seconda punta e fa notare sin da subito le qualità tecniche superiori alla media. Estro e imprevedibilità, capace di trasformare in oro qualsiasi pallone arrivi. Mancino di pura classe, delicato, abile tiratore di rigori e punizione. Quel giocatore capace di decidere una sfida con una delle sue giocate. Negli anni alla Juventus, dove riesce a conquistare 12 trofei, viene impiegato anche come ala destra o falso centravanti senza ovviamente mai perdere quella qualità che lo contraddistingue. Nonostante la sua statura non sia così possente, Dybala riesce bene nel proteggere il pallone per far salire la squadra, nel pressare il portatore di palla avversario e nell’eludere la pressione avversaria con un solo controllo.

Alla Roma un giocatore così non si vedeva dai tempi di Francesco Totti. Da un dieci ad un altro. Per ora però Paulo ha scelto la sua 21 perché quella maglia bisogna meritarsela.

Roma, 2-0 al Portimonense in amichevole: tabellino e voti

La Roma anti Portimonense (asroma.com)

(K.Karimi – A.Papi) – Seconda amichevole estiva in Portogallo per la Roma di José Mourinho. Il ritiro in Algarve ha previsto questa sera alle ore 20 un altro test match, stavolta contro un club di casa: il Portimonense.

I giallorossi hanno bissato il 2-0 di mercoledì scorso, vincendo con lo stesso punteggio contro i lusitani. Reti decisive del giovane Filippo Tripi nel primo tempo e di Nicolò Zaniolo nella ripresa. Ottimo secondo tempo giocato dall’uomo mercato, con tanto di fascia da capitano al braccio.

Zaniolo ha colpito anche una traversa clamorosa, mentre Abraham ha calciato alle stelle il rigore del possibile 3-0. Unica notizia negativa: infortunio al ginocchio per Darboe, possibile distorsione per il giovane gambiano.

Il tabellino del match:

ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio (46′ Svilar, 88′ Boer), Mancini (46′ Ibanez), Smalling (46′ Kumbulla), Tripi (46′ Bove); Karsdorp (46′ Celik), Cristante (46′ Matic), Veretout (46′ Darboe, 70′ Faticanti), Spinazzola (46′ Zalewski); Pellegrini (46′ Perez, 88′ Ivkovic); El Shaarawy (46′ Zaniolo), Felix (30′ Shomurodov, 46′ Abraham). All: Mourinho.

PORTIMONENSE (3-5-2): Nakamura (46′ Samuel); Relvas (64′ Costa), Willyan (46′ Vinicius), Pedrao (77′ Luqinha); Moufi (46′ Ouattara), Anderson (46′ Rui Gomes), Bruninho (46′ Jocu), Ewerton (46′ Klinsmhen), Seck (64′ Pedro Sa); Welinton (64′ Sapara), Yago (64′ Matos). All: Brito.

Marcatori: 27′ Tripi, 71′ Zaniolo

I promossi:

TRIPI – Gol in mischia a parte, si dimostra un jolly giovane e dal carattere forte. Come terzo centrale difensivo si disimpegna senza problemi.

PELLEGRINI – Già disegna calcio il capitano, gioca di prima, strappa sulla trequarti e sfiora il gol. Dal suo corner nasce l’1-0 giallorosso.

CELIK – La gamba c’è, l’attenzione difensiva anche. Per Karsdorp sarà un competitor niente male.

ZANIOLO – Rabbioso, ma allo stesso tempo elettrizzante. Il gol è tutta potenza e capacità, peccato per la traversa colpita ad inizio ripresa, già il secondo legno di questo ritiro.

I rimandati:

SPINAZZOLA – La mentalità è giusta e la posizione tattica anche. Manca ovviamente quella brillantezza nello scatto che lo ha reso uno degli esterni più forti d’Italia.

VERETOUT – Sta ritrovando pian piano la condizione giusta, e quindi anche la motivazione che gli era mancata nella scorsa stagione. Qualche errorino di troppo, ma può essere rigenerato.

KUMBULLA – Tosto, difficile da superare. Ma non mancano alcune sbavature totali in difesa che andranno evitate sul più bello.

I bocciati:

FELIX – Mourinho lo tiene in campo da prima punta per mezz’ora, tocca pochissimi palloni e fa più confusione che altro.

PEREZ – Schierato tra le linee, quasi da fantasista puro, si fa notare solo per un retropassaggio da dimenticare. In quel ruolo sarebbe stato meglio vedere il baby Volpato.

Il ritorno di Frattesi: qualità, forza e attaccamento. Perché è il profilo perfetto per questa Roma

(Federico Sereni) – Se è vero che “Certi amori non finiscono” come dice Venditti, bene questo è il caso di Davide Frattesi. Il centrocampista potrebbe tornare nella società dove è cresciuto e maturato, nella squadra di cui è tifoso. Eppure la Roma lo aveva lasciato andare in quel lontano 2017 quando i giallorossi lo inserirono come contropartita tecnica per abbassare le richieste economiche esorbitanti del Sassuolo per Gregoire Defrel e probabilmente in quel momento gli sarà anche crollato il mondo addosso perché essere ceduti dalla propria squadra del cuore senza avere nemmeno una chance ti lascia l’amaro in bocca.

Eppure il classe ’99 non si è mai arreso, prima con i prestiti ad Ascoli, Empoli e Monza e poi coi neroverdi in cui ha dimostrato di essere un giocatore da grande squadra. E gli è bastato un solo anno per imporsi come uno dei tanti profili interessanti del Sassuolo. Poi quando è la Roma a bussare alla porta, a rispondere c’è il cuore e la passione. Per questo sembra essere ai dettagli la trattativa che lo riporterà in giallorosso, con i capitolini a mettere sul piatto anche Volpato e Bove come contropartite per averlo. Il tutto ovviamente spinti dalla voglia del ragazzo di tornare alla base.

Una crescita esponenziale rispetto a 5 anni fa: il ragazzo non più acerbo, gracilino e di prospettiva ma un centrocampista a tutto tondo, pronto e con il fisico per poter reggere l’urto. Il cambiamento c’è stato anche per la Roma che, con la vittoria della Conference League, sta attuando una strategia decisamente diversa sul mercato rispetto agli scorsi anni. Il ritorno della promessa in casa vuol dire mettere le basi per un futuro roseo.

Dal punto di vista tattico, il futuro ex giocatore del Sassuolo può giocare in ogni tipo di modulo pensato dallo Special One durante il suo primo anno di mandato nella Capitale: che sia da mezzala in un centrocampo a tre o a cinque, o da mediano al fianco di un compagno, Frattesi garantirà sempre grande qualità di palleggio e inserimenti. La Roma potrebbe prendere (utilizziamo ancora il condizionale perché nel calciomercato non è mai detta l’ultima parola) un vero e proprio jolly in mezzo al campo. Ma la cosa che più appassiona la tifoseria è l’aspetto extracampo perché Davide è romano e romanista. Chi più di lui può capire cosa vuol dire vestire la maglia della Roma.

Serie A, ufficiale lo spareggio per lo scudetto

Roberto Gentili –  La Serie A ripartirà con una novità. O meglio, con il ripristino di una vecchia regola. A partire dal prossimo campionato, infatti, ci sarà lo spareggio sia per l’assegnazione dello scudetto che per la retrocessione. L’idea era stata proposta ad inizio mese ed è stata approvata dalla Figc.

Per cucire il tricolore sul petto o prendere l’ascensore verso la serie B, dunque, non saranno più presi in considerazione gli scontri diretti. Qualora due squadre in lotta per uno dei due obiettivi si trovassero con gli stessi punti alla fine del campionato, si procederà con una gara secca. E se le squadre in corsa forse tre, o di più, come si procederebbe? In tal caso, sarà valido il principio della classifica avulsa. Verranno così presi in esame diversi criteri: punti negli scontri diretti, differenza reti negli scontri diretti, differenza reti generali, gol segnati, sorteggio.

Discoro diverso, infine, per chi si contenderà l’accesso a Champions, Europa e Conference League. Rimarrà infatti valido il criterio degli scontri diretti. Lo stesso varrà per i premi legati alla classifica finale.

Di seguito la nota ufficiale della FIGC:

Il Consiglio Federale, tra le altre ha approvato le modifiche richieste per rendere definitiva la regola delle cinque sostituzioni (con la sesta aggiuntiva nelle gare che prevedono i tempi supplementari) e per introdurre la gara di spareggio per l’assegnazione dello scudetto (con i tiri di rigore, senza tempi supplementari, in caso di parità nei 90’) nel caso si verificasse la situazione di pari punti in classifica tra due squadre al termine del campionato di Serie A“.