Emanuele Papi – Tra le sorprese più inattese della Roma targata Gasperini c’è Zeki Celik, passato in pochi mesi da comprimario silenzioso a elemento fondamentale del reparto difensivo. Arrivato come esterno e spesso relegato a riserva nelle passate stagioni, il turco è stato reinventato da Gasperini come braccetto nella difesa a tre, un ruolo in cui sta dimostrando qualità che in pochi gli riconoscevano. La prestazione contro il Verona, impreziosita dall’assist per il gol di Dovbyk, ha certificato la sua trasformazione: sicuro dietro, utile in fase di costruzione e capace di incidere anche in avanti.
Il cambio di ruolo lo ha rigenerato: da terzino timido e discontinuo a difensore solido e determinato. Gasperini lo ha voluto responsabilizzare, facendolo diventare parte integrante di un sistema difensivo che si affida non solo ai centrali puri, ma anche a giocatori duttili come lui. Celik ha risposto con prestazioni in crescendo, conquistando la fiducia dell’allenatore e il rispetto dello spogliatoio.
La sua evoluzione è emblematica del lavoro di Gasperini: valorizzare chi sembrava ai margini e trasformarlo in un punto di forza. Oggi Celik è molto più di una semplice alternativa: è una colonna difensiva, un giocatore che garantisce affidabilità e spirito di sacrificio. Il suo percorso è appena iniziato, ma la Roma può sorridere: da gregario in ombra a titolare di riferimento, Celik è diventato un esempio di come un’idea tattica possa cambiare la carriera di un calciatore.
