Roma, 2-0 al Portimonense in amichevole: tabellino e voti

La Roma anti Portimonense (asroma.com)

(K.Karimi – A.Papi) – Seconda amichevole estiva in Portogallo per la Roma di José Mourinho. Il ritiro in Algarve ha previsto questa sera alle ore 20 un altro test match, stavolta contro un club di casa: il Portimonense.

I giallorossi hanno bissato il 2-0 di mercoledì scorso, vincendo con lo stesso punteggio contro i lusitani. Reti decisive del giovane Filippo Tripi nel primo tempo e di Nicolò Zaniolo nella ripresa. Ottimo secondo tempo giocato dall’uomo mercato, con tanto di fascia da capitano al braccio.

Zaniolo ha colpito anche una traversa clamorosa, mentre Abraham ha calciato alle stelle il rigore del possibile 3-0. Unica notizia negativa: infortunio al ginocchio per Darboe, possibile distorsione per il giovane gambiano.

Il tabellino del match:

ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio (46′ Svilar, 88′ Boer), Mancini (46′ Ibanez), Smalling (46′ Kumbulla), Tripi (46′ Bove); Karsdorp (46′ Celik), Cristante (46′ Matic), Veretout (46′ Darboe, 70′ Faticanti), Spinazzola (46′ Zalewski); Pellegrini (46′ Perez, 88′ Ivkovic); El Shaarawy (46′ Zaniolo), Felix (30′ Shomurodov, 46′ Abraham). All: Mourinho.

PORTIMONENSE (3-5-2): Nakamura (46′ Samuel); Relvas (64′ Costa), Willyan (46′ Vinicius), Pedrao (77′ Luqinha); Moufi (46′ Ouattara), Anderson (46′ Rui Gomes), Bruninho (46′ Jocu), Ewerton (46′ Klinsmhen), Seck (64′ Pedro Sa); Welinton (64′ Sapara), Yago (64′ Matos). All: Brito.

Marcatori: 27′ Tripi, 71′ Zaniolo

I promossi:

TRIPI – Gol in mischia a parte, si dimostra un jolly giovane e dal carattere forte. Come terzo centrale difensivo si disimpegna senza problemi.

PELLEGRINI – Già disegna calcio il capitano, gioca di prima, strappa sulla trequarti e sfiora il gol. Dal suo corner nasce l’1-0 giallorosso.

CELIK – La gamba c’è, l’attenzione difensiva anche. Per Karsdorp sarà un competitor niente male.

ZANIOLO – Rabbioso, ma allo stesso tempo elettrizzante. Il gol è tutta potenza e capacità, peccato per la traversa colpita ad inizio ripresa, già il secondo legno di questo ritiro.

I rimandati:

SPINAZZOLA – La mentalità è giusta e la posizione tattica anche. Manca ovviamente quella brillantezza nello scatto che lo ha reso uno degli esterni più forti d’Italia.

VERETOUT – Sta ritrovando pian piano la condizione giusta, e quindi anche la motivazione che gli era mancata nella scorsa stagione. Qualche errorino di troppo, ma può essere rigenerato.

KUMBULLA – Tosto, difficile da superare. Ma non mancano alcune sbavature totali in difesa che andranno evitate sul più bello.

I bocciati:

FELIX – Mourinho lo tiene in campo da prima punta per mezz’ora, tocca pochissimi palloni e fa più confusione che altro.

PEREZ – Schierato tra le linee, quasi da fantasista puro, si fa notare solo per un retropassaggio da dimenticare. In quel ruolo sarebbe stato meglio vedere il baby Volpato.

Il ritorno di Frattesi: qualità, forza e attaccamento. Perché è il profilo perfetto per questa Roma

(Federico Sereni) – Se è vero che “Certi amori non finiscono” come dice Venditti, bene questo è il caso di Davide Frattesi. Il centrocampista potrebbe tornare nella società dove è cresciuto e maturato, nella squadra di cui è tifoso. Eppure la Roma lo aveva lasciato andare in quel lontano 2017 quando i giallorossi lo inserirono come contropartita tecnica per abbassare le richieste economiche esorbitanti del Sassuolo per Gregoire Defrel e probabilmente in quel momento gli sarà anche crollato il mondo addosso perché essere ceduti dalla propria squadra del cuore senza avere nemmeno una chance ti lascia l’amaro in bocca.

Eppure il classe ’99 non si è mai arreso, prima con i prestiti ad Ascoli, Empoli e Monza e poi coi neroverdi in cui ha dimostrato di essere un giocatore da grande squadra. E gli è bastato un solo anno per imporsi come uno dei tanti profili interessanti del Sassuolo. Poi quando è la Roma a bussare alla porta, a rispondere c’è il cuore e la passione. Per questo sembra essere ai dettagli la trattativa che lo riporterà in giallorosso, con i capitolini a mettere sul piatto anche Volpato e Bove come contropartite per averlo. Il tutto ovviamente spinti dalla voglia del ragazzo di tornare alla base.

Una crescita esponenziale rispetto a 5 anni fa: il ragazzo non più acerbo, gracilino e di prospettiva ma un centrocampista a tutto tondo, pronto e con il fisico per poter reggere l’urto. Il cambiamento c’è stato anche per la Roma che, con la vittoria della Conference League, sta attuando una strategia decisamente diversa sul mercato rispetto agli scorsi anni. Il ritorno della promessa in casa vuol dire mettere le basi per un futuro roseo.

Dal punto di vista tattico, il futuro ex giocatore del Sassuolo può giocare in ogni tipo di modulo pensato dallo Special One durante il suo primo anno di mandato nella Capitale: che sia da mezzala in un centrocampo a tre o a cinque, o da mediano al fianco di un compagno, Frattesi garantirà sempre grande qualità di palleggio e inserimenti. La Roma potrebbe prendere (utilizziamo ancora il condizionale perché nel calciomercato non è mai detta l’ultima parola) un vero e proprio jolly in mezzo al campo. Ma la cosa che più appassiona la tifoseria è l’aspetto extracampo perché Davide è romano e romanista. Chi più di lui può capire cosa vuol dire vestire la maglia della Roma.

Serie A, ufficiale lo spareggio per lo scudetto

Roberto Gentili –  La Serie A ripartirà con una novità. O meglio, con il ripristino di una vecchia regola. A partire dal prossimo campionato, infatti, ci sarà lo spareggio sia per l’assegnazione dello scudetto che per la retrocessione. L’idea era stata proposta ad inizio mese ed è stata approvata dalla Figc.

Per cucire il tricolore sul petto o prendere l’ascensore verso la serie B, dunque, non saranno più presi in considerazione gli scontri diretti. Qualora due squadre in lotta per uno dei due obiettivi si trovassero con gli stessi punti alla fine del campionato, si procederà con una gara secca. E se le squadre in corsa forse tre, o di più, come si procederebbe? In tal caso, sarà valido il principio della classifica avulsa. Verranno così presi in esame diversi criteri: punti negli scontri diretti, differenza reti negli scontri diretti, differenza reti generali, gol segnati, sorteggio.

Discoro diverso, infine, per chi si contenderà l’accesso a Champions, Europa e Conference League. Rimarrà infatti valido il criterio degli scontri diretti. Lo stesso varrà per i premi legati alla classifica finale.

Di seguito la nota ufficiale della FIGC:

Il Consiglio Federale, tra le altre ha approvato le modifiche richieste per rendere definitiva la regola delle cinque sostituzioni (con la sesta aggiuntiva nelle gare che prevedono i tempi supplementari) e per introdurre la gara di spareggio per l’assegnazione dello scudetto (con i tiri di rigore, senza tempi supplementari, in caso di parità nei 90’) nel caso si verificasse la situazione di pari punti in classifica tra due squadre al termine del campionato di Serie A“.

Lorenzo il Magnifico, dall’investitura di Totti alla maturazione con Mourinho

(Federico Sereni) – 26 anni oggi, romano, romanista e una carriera da dedicare alla Roma. Il personaggio è Lorenzo Pellegrini. Il Capitano giallorosso, la C maiuscola è d’obbligo, è diventato grande e non si parla dell’età, ma del Pellegrini giocatore. Per molto tempo, quasi tutti gli anni nella Capitale, si sono avute voci perlopiù negative su di lui: “Non può essere l’erede di Totti e De Rossi“, “Non sarà mai un grande calciatore“, “Non mi rappresenta“, solo per dirne alcune tra le più gettonate. Quest’anno il ragazzo di Cinecittà ha frantumato ogni dubbio ed ora tutta la tifoseria, anche se qualcuno ancora non si arrende, viaggia sulla stessa barca.

IL FATTORE MOU

Senza nulla togliere a Di Francesco e Fonseca, il salto di Pellegrini c’è stato con un allenatore carismatico, vincente e che non lascia nulla al caso. Per Mourinho, Lorenzo, è stato sempre al centro del progetto: “Avessi tre Pellegrini li farei giocare tutti“, una delle frasi iconiche rivolte al numero 7 (chissà presto 10). E lui non si è fatto attendere ed ha subito preso per mano la Roma. Nel vero senso della parola. L’ha trascinata fuori dal pantano (si pensi alla gara contro il Cagliari), l’ha fatta splendere (contro la Lazio), l’ha fatta vincere (il percorso in Conference League). Mourinho ha trovato il suo generale in campo, uno Special One aggiunto dotato di stesso carisma e tenacia.

L’INVESTITURA DI TOTTI

Uno che è arrivato molto prima su Lorenzo Pellegrini, anche quando si facevano dei paragoni con Florenzi per la successione della fascia da Capitano, è stato sicuramente Francesco Totti. Da sempre suo pupillo: “Non ho sentito Florenzi, ho sentito invece Lorenzo. Non ci credeva al mio addio, ora ci crederà. A lui ho promesso tante cose e spero che queste possano avverarsi. È un ragazzo speciale, forte, sia in campo che fuori. È una persona pulita, può fare bene alla Roma, può dare tanto a questa società e a questa maglia. Lui la onorerà fino alla fine, perché è un tifoso della Roma“, disse quando fece quella conferenza fiume al CONI. Ed ora suo possibile erede: “Per me potrebbe anche essere il nuovo 10 della Roma, non credo però la prenderà conoscendolo. È un grande giocatore, l’ho già detto“. Orgoglio romano come lo sono stati Totti e De Rossi, tra i più recenti, e leader indiscusso di questa Roma che lo segue e che non lo lascia mai solo. Tanti auguri Lorenzo.

Zeki Celik, chi è il terzino del Lille in arrivo alla Roma

(Federico Sereni) – La Roma pare abbia trovato il suo nuovo terzino destro. Stando ai rumours ci sarebbe l’accordo della società con Zeki Celik, terzino destro classe 1997 del Lille con cui si è laureato campione lo scorso anno. Ma andiamo a scoprire chi è il nuovo difensore giallorosso.

Chi è Celik?

Terzino dotato di una buona tecnica di base, Zeki Celik è un esterno basso di difesa a cui piace molto la spinta offensiva. Il suo piede preferito è il destro, e grazie anche ad un’ottima struttura fisica con i suoi 180 cm di altezza, riesce ad abbinare corsa, sostanza, e qualità nella sua fascia di competenza. All’occorrenza, il calciatore attualmente in forza al Lille, può ricoprire il ruolo di esterno di centrocampo; tuttavia, la sua duttilità gli permette di poter essere schierato come terzino in una difesa a quattro o all’occorrenza come centrocampista di fascia in un 3-5-2 o 3-4-3.

Lille, numeri di Celik

Zeki Celik grazie alle sue caratteristiche di spinta è stato determinante per la vittoria della Ligue 1 del Lille la passata stagione. Quest’anno invece, la squadra transalpina non è stata capace di ripetersi, il turco però ha ugualmente disputato un’annata di tutto rispetto collezionando 32 presenze condite da 2 gol e 3 assist nel campionato francese; in Champions League invece è sceso in campo 7 volte senza mai contribuire direttamente ad alcun gol. Celik fu scovato dal Lille nel 2018, all’epoca giocava nell’Istanbul spor, club turco con il quale il calciatore si mise in mostra attirando su di se l’interesse della squadra francese. Nel campionato in corso ha ottenuto 13 presenze, 1 gol e 2 assist in Ligue 1 a cui si aggiungono 2 presenze e 1 gol in Europa League.

Matic, in dirittura di arrivo. Esperienza, intelligenza e ordine al servizio di Mou

(Federico Sereni) – La prossima settimana sarà quella dell’arrivo di Nemanja Matic a Roma. Tra la giornata di lunedì e quella di martedì il centrocampista serbo è atteso nella Capitale per sostenere le visite mediche.  Il 4 luglio inizierà poi l’avventura con la maglia giallorosso. Per quella data è previsto infatti l’inizio del raduno a Trigoria. Matic arriva a Roma dopo essersi svincolato dal Manchester United. L’accordo col club capitolino è stato trovato sulla base di un contratto annuale a 3,5 milioni più bonus, che fanno lievitare la cifra fino a 4,2 milioni. L’operazione è realizzata usufruendo del Decreto Crescita giacché negli ultimi due anni Matic ha lavorato all’estero.

Colpo importante l’ingaggio del serbo che vanta ben 6 trofei in bacheca: 3 Premier League, 1 FA Cup e 1 Carabao Cup con il Chelsea, e 1 Taca da Liga con il Benfica. Duttile centrocampista, con grande visione di gioco e capacità offensive tanto che nasce addirittura da numero 10. Oggi Matic è soprattutto un mediano e a ritagliarli questo ruolo fu nel 2011 l’allora tecnico del Benfica, Jorge Jesus, che portò alla svolta nella sua carriera. Il centrocampista classe 1988 porterà sicuramente ordine, intelligenza tattica e appunto l’esperienza che serve soprattutto dopo l’addio di Mkhitaryan a parametro zero.

Ad incidere sulla trattativa, come sempre, la presenza di Josè Mourinho. Il rapporto tra i due è sicuramente solido e profondo. Lo Special One ha allenato il calciatore sia al Chelsea che al Manchester United. Qualche anno fa, ai tempi dell’esperienza con i Blues, il portoghese disse: “È cresciuto come giocatore in Portogallo ed è diventato un fantastico centrocampista a tutto tondo. Mi piace molto per la sua stabilità“. Tutti si augurano possa sorprendere anche in giallorosso.

 

Roma-Feyenoord 1-0, le pagelle: Zaniolo divino, Smalling di marmo. Rui Patricio favoloso, anima Pellegrini

(Federico Sereni) – La Roma fa la storia. La prima edizione della Conference League è giallorossa. Gli uomini di Mourinho pongono fine alla sofferenza dei 14 anni senza successi riuscendo nell’impresa di cogliere un trofeo europeo. Il Feyenoord si inchina alla Roma. Gli olandesi vengono piegati dal gol di Zaniolo.

Partita eccezionale di ogni componente. Tutti, letteralmente, hanno contribuito a scrivere la storia. Su cui ci sono indubbiamente le mani di Rui Patricio. I due interventi nel secondo tempo hanno indirizzato la partita. Monumentale Smalling, pronto ogni volta a chiudere con esperienza e maestria. Perfetti Mancini ed Ibanez, sempre sul pezzo. L’italiano ha servito un assist delizioso per Zaniolo, il brasiliano preziosissimo in almeno tre interventi.

A centrocampo Cristante è, come al solito, onnipresente. Convince anche Oliveira al netto di una parte difensiva molle. Pellegrini ed Abraham si cercano, trovandosi poche volte. Lorenzo diventa comunque il primo capitano romano e romanista a portare la Roma su un tetto europeo.

LE PAGELLE

Rui Patricio 7,5; Mancini 7, Smalling 8, Ibanez 7; Karsdorp 6, Cristante 7, Mkhitaryan sv, Zalewski 7; Pellegrini 7; Zaniolo 7, Abraham 7.

Roma-Feyenoord 1-0, le pagelle: Zaniolo, la notte ti fa bello. Rui Patricio e Smalling invalicabili. Mourinho Skanderbeg

Roberto Gentili – Tirana dice Roma. E la storia anche. La squadra del condottiero Mourinho fa la storia. Rompe il digiuno di quattordici anni senza successi, centrando subito il bersaglio grosso: il titolo europeo. La prima edizione della Conference League è giallorossa. La Roma supera col minimo risultato il Feyenoord, condannato dalla rete di Zaniolo, bello di notte romanista. I lupi azzanno la preda, che cerca di divincolarsi con pressing organizzato ma sempre respinto.

Rui Patricio e Smalling monumentali. Impettiscono alle avanzate olandesi e si fanno grandi con interventi che tengono ben salde le mani della Roma sulla coppa. Li aiutano Mancini – che lancio per Zaniolo – ed un attentissimo Ibanez. Cristante fa doppio lavoro. Mkhitaryan esce dopo un quarto d’ora, Oliveira fa buchi. Pellegrini ed Abraham cercano lo squillo che non arriva. Poco danno: qui si è arrivati anche grazie a loro.

LE PAGELLE

Rui Patricio 9 –  Svirgola un rilancio e si complica da sé un tiro da lontano, non si fa ingannare dal tiro deviato da Smalling ed esce, cosa rara, sul velenoso cross di Sinistrerra. Due mandate alla porta per lasciar fuori il tiro di Sinistrerra e soprattutto di Til, terminato sulla traversa.

Mancini 8,5 – La foga che di solito adopera nei contrasti, la mette – inizialmente – nell’impostazione. I primi 3-4 lanci sono la bozza per l’assist da centrocampo al vantaggio di Zaniolo. Sinistrerra troverà sulla schiena i segni delle mani usate per contenerlo, come gli è ben riuscito anche in altre maniere. E non è arrivato neppure il giallo.

Smalling 9 – Ripresa l’energia con il riposo dell’ultima di campito col Torino, gioca la seconda finale europea, come Micki e Mourinho. La pressione lo fa girare al massimo: Dessers è oscurato, da centrocampo all’area.

Ibanez 8,5 – Le prestazioni dei compagni di reparto potrebbero far sapere la sua in sordina. Roger, però, è tutto fuorché in sardina. Intercetta le lance olandesi che cadono nel suo territorio, arrivando a difendere anche quello centrale.

Karsdorp 6,5 – Aveva assicurato che il passato non lo avrebbe influenzato. Il primo tempo ha detto il contrario. Imballato nella mente e nei gesti tecnici, crea vuoti con scelte errate ed appoggi al limite dell’autolesionismo, vedere quello che al 17’ manda Sinisterra al cross. Permette molta libertà al colombiano e più in generale alle ripartenze dei connazionali, ma a fine primo tempo il blocco sullo stesso esterno evita un pericolo non da poco. (Dall’89’ Vina 6 – Il titolo è di tutti).

Cristante 8 – Nella notte dell’esaltazione, colpisce la freddezza che adopera nelle due fasi. Continuo e sempre applicato, non si fa mai trovare fuori posto. Qualche marcatura non pesante è però influente, non lo fanno neppure le verticalizzazioni tentate. Non viene giustamente punito l’involontario tocco di mano, visionato comunque dal Var.

Mkhitaryan 6,5 – Le finali europee non gli sorridono. Di due disputate, una non è riuscito a giocarla per motivi pollici ; quella di oggi, invece, è durata esattamente un quarto d’ora. Nel piccolo ritaglio di partita, è stato utile con due intercetti. (Dal 15’ Oliveira 6 – Produce più idee che copertura. Manda nei canali giusti i palloni che gli capitano, fatica a sporcare i passaggi olandesi, pur arrivando ogni volta davanti agli avversari. Lento a leggere il gioco, la sufficienza arriva per l’importanza della serata).

Zalewski 7 – La spensieratezza della gioventù non gli fa sentire il peso della serata. Inserisce correttamente i gettoni offensivi con ottime intuizioni – geniale al 10’ a servire Zaniolo in profondità -, che però non attivano a pieno l’attacco. Infelici un paio di uscite alte, Geertruda sgasa solo così. (Dal 68’ Spinazzola 6,5 – L’infortunio gli ha impedito di disputare la finale dell’Europeo, un atto conclusivo continentale lo vive con la Roma. Ottimo il recupero a fine partita, poi il giallo per le scintille con Toornstra.

Pellegrini 8 – “Mi prendo tutta la responsabilità”. Parola di capitano. Lo fa andando sempre a sostengo di ogni compagno, spendendo un giallo e cucendo il più possibile le energie offuscate dai tremila pensieri. Non c’è nessun acuto degno di nota, ciononostante arriva quello storico: è il primo capitano romano, e romanista, a portare la Roma su un tetto continentale.

Zaniolo 10 – Bello di notte. Chiude la stagione dei tormenti e delle inutili polemiche apponendo la firma conclusiva della stagione, ma soprattutto sulla storia della Roma. La palla lanciata da Mancini gli cade addosso: di petto sistema tutte le critiche e le malelingue, con un tocco morbido batte sul tempo Bijlow, uscito a dir poco male, e fa gioire il popolo romanista. Si spende nei tackle durante il secondo tempo come un mediano consumato. (Dal 68’ Veretout 6,5 – Tocca il terreno ed entra con voglia di fare. Dà indicazioni ad Oliveira e da fare a Bijlow col tiro da fuori area).

Abraham 6,5 – Ha portato la Roma in finale, appuntamento che forse manca.  Scarna la quantità di palloni che arrivano, va a riceverne a centrocampo e viene atterrato. Ostico Senesi, una volta che gli sfugge non viene ravvisata la trattenuta dell’argentino al braccio. Una buona idea, poche quelle avute, gli viene fermata da Zaniolo, presente involontariamente sulla traiettoria. (Dall’89’ Shomurodov 6 – Prova a tenere su la squadra a fine partita e ci riesce, anche se l’intento era raddoppiare).

Mourinho 10 – Skanderbeg, condottiero nella resistenza contro i turchi-ottomani,  è l’eroe d’Albania. Lui lo è di Roma. “Niente viene dal nulla come nulla ritorna nel nulla”. Tornato in Italia, il Belpaese si ricolloca nuovamente sulla mappa europea. Alla prima stagione, al primo tentativo, riesce laddove pochi altri allenatori sono riusciti: vincere. Anzi, fa ancora di più perché porta nella bacheca romanista un trofeo europeo.

Roma-Feyenoord, le probabili formazioni e dove vederla: Mkhitaryan recuperato, Zaniolo titolare. Smalling c’è, Zalewski a sinistra

Roberto Gentili – Ad un passo dalla gloria. L’ultimo gradino da salire per sedersi sul trono ed accedere all’atteso empireo. Il diario della stagione è pressoché ultimato. C’è da scrivere la pagina conclusiva per consegnarlo agli archivi storici giallorossi. L’attesa è finita. Dopo quattordici anni la Roma torna a disputare una finale. Europea, per di più. Come non le accadeva da ben 31 giri terrestri.

Data e luogo si conoscono: Tirana, 25 maggio 2022. È il giorno che potrebbe segnare il Rinascimento romanista, guidato dall’illuminista venuto dal Portogallo. Il passaggio di José Mourinho nell’olimpo dei pochi eletti capaci di arricchire la bacheca di Trigoria passerà per l’esame d’olandese, proprio come l’ultima finale europea raggiunta. E vinta. Nell’Europa League 2016-17 era l’Ajax del polemico Bosz (“Mourinho è un narcisista”), domani a contendere la prima edizione di Conference League è il Feyenoord dell’incantato Slot (“Guardare il suo curriculum mette soggezione).

La rosa di Slot ha superato in semifinale il Marsiglia di Pau Lopez, Under e Gerson. È squadra coriacea e composta da elementi di valore. Senesi, Kokcu, Til, Sinisterra ed il capocannoniere della competizione Dessers su tutti.

Roma e Feyenoord sono unite da più di un elemento. Il primo è il precedente nei sedicesimi di finale dell’Europa League 2015-16, superati dai giallorossi (1-1 all’andata, 1-2 il ritorno), ma che viene ricordati più per i disordini degli ultrà olandesi. La città di Tirana sotto questo punto di vista si è preparata al meglio. Con la collaborazione dei corrispettivi italiani ed olandesi, la polizia albanese ha organizzato un piano di sicurezza che prevede tolleranza zero per chi creerà scompiglio.

A Tirana sia la squadra di Mourinho che gli uomini di Slot arrivano dopo essere partiti da lontano. Entrambe le formazioni hanno affrontato le peripezie dei playoff. Il Feyenoord ha cominciato il cammino addirittura dal secondo turno di qualificazione. Una marcia costante e che non si è arrestata quella dei biancorossi, incapaci di perdere fin qui.

La piccola Arena Kombetare sarà a prevalenza giallorosso, anche se non tutti i tifosi romanisti sono riusciti ad accaparrarsi i biglietti, finiti tra le mani degli albanesi, che sosteranno però la squadra di Mourinho. Uno stadio in cui vedere la finale, però, c’è comunque. La Roma ha deciso di aprire le porte dell’Olimpico. Nello stadio capitolino verrà trasmessa la partita su 6 maxischermi, siti davanti ogni settore. A popolare l’impianto più di 44mila tifosi.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI ROMA-FEYENOORD

La grande paura di Mourinho è svanita. Nei ranghi della rosa è rientrato Mkhitaryan. Costretto allo stop di un mese dopo la lesione dell’adduttore rimediata nella semifinale d’andata in casa del Leicester, l’armeno era l’unico e macro punto interrogativo dell’undici titolare. Nella rifinitura odierna svolta prima di partire per Tirana, Mkhitaryan ha però sciolto le riserve unendosi al gruppo. Micki dovrebbe quindi essere in campo dall’inizio.

Dove? Questo è l’altro arcano. Facendo affidamento su quanto scelto da Mou prima dello stop, dovrebbe andare a centrocampo ad affiancare Cristante e uno tra Oliveira e Veretout. Messe da parte le gerarchie in vigore sin qui, in caso venisse adottata questa soluzione, è probabile che vicino al numero 4 ci sia il francese, in crescendo nelle ultime partite.

In piedi c’è però anche l’altra ipotesi. Ossia la partenza sulla trequarti vicino a Pellegrini che ricollocherebbe Zaniolo alla panchina, pronto però per l’utilizzo in caso di supplementari, o comunque a gara in corso. La sensazione, però, è che Mourinho voglia evitare di protrarre la gara. All-in quindi dall’inizio, dunque Mkhitaryan sarà a centrocampo con Cristante. Dietro, in difesa, Smalling, riposatosi nell’ultima di campionato a Torino, formerà la retroguardia con Mancini ed Ibanez. Le fasce saranno prese in consegna da Karsdorp e Zalewski. Non una gara qualsiasi per il terzino olandese, cresciuto e sbocciato proprio nel settore giovanile del club del popolo.

Pellegrini ai comandi della trequarti, probabilmente da solo. Il capitano, ad ogni modo, è probabile parta da centrocampo in caso di 3-5-2. Zaniolo andrà ad affiancare Abraham. Tra le ipotesi da considerare, anche quella di un azzardo: Shomurodov vicino all’inglese, in modo tale da tenere Nicolò come asso nella manica.

Nicolò viene dalla prestazione a due volti col Torino. Fautore del secondo rigore, trasformato da Pellegrini, ha sprecato due occasioni nitide per iscriversi al registro dei marcatori. Tammy si è sbloccato proprio col Torino. Domani cercherà il gol, per regalare la coppa alla Roma e regalarsi il titolo di capocannoniere.

Al momento il bomber della Conference è Dessers, centravanti proprio del Feyenoord. L’olandese da 10 gol nel torneo sarà il terminale del 4-2-3-1 di Slot. L’allenatore biancorosso ha avuto il suo bel da fare per recuperare i diversi infortunati, riuscendo alla fine nell’intento. A Tirana è stata infatti convocata l’intera squadra.

A scendere in campo sarà praticamente il blocco titolare. Bijlow, il portiere titolare assente però da marzo, ha recuperato. Ha preso parte al ritiro della scorsa settimana a Lagos, in Algarve, e viene dato come possibile titolare.

Chi difenderà i pali olandesi sarà però Marciano. L’israeliano 32enne sarà coperto da Geertruita, Trauner – recuperato -, Senesi (accostato alla Roma) e l’altro rientrare Malacia. Aursnes e Kocku, pupillo di Totti,  i due che formeranno la cerniera di centro. Alle spalle di Dessers si posizionerà il reparto pesante: Nelson si è ripreso dal riacuttizarsi di una precedente ferita ed avrà in mano la corsia destra, mentre Sinisterra andrà dall’altra parte e al centro agirà Til. Toornstra, il capitano, dovrebbe partire dalla panchina.

DOVE VEDERE ROMA-FEYENOORD

Diverse soluzioni per assistere alla gara tra RomaFeyenoord. La finale di Conference League sarà trasmessa sia da Sky, Dazn che TV8. Ben quattro i canali a disposizione degli abbonati alla pay-tv: Sky Sport Uno (numero 201), Sky Sport Football (numero 203), Sky Sport (numero 251) e Sky Sport 4K (numero 213).

Chi non dispone di un abbonamento né a Sky né a Dazn non ha nulla da temere. La partitissima di Tirana verrà trasmessa anche in chiaro. Disponibile infatti la visione su TV8, canale numero 8 del digitale terrestre.

Per quanto concerne lo streaming, infine, gli abbonati Sky potranno usufruire dell’app SkyGo; chi invece ha sottoscritto un abbonamento con Dazn può guardare la partita su pc e dispositivi mobili.

Pierluigi Pardo e Simone Tiribocchi la coppia che si occuperà del commento su Dazn, mentre Fabio Caressa e Beppe Bergomi racconteranno la finale per i spettatori di Sky e TV8.

ROMA-FEYENOORD, ARBITRA KOVACS

Istvan Kovacs dirigerà la finale di Conference League tra Roma e Feyenoord. Il fischietto romeno sarà coadiuvato dai connazionali Vasile Florin Marinescu e Mihai-Ovidiu Artene. Lo svizzero Sandro Schärer officerà come quarto uomo. In sala Var il tedesco Marco Frizt, l’altro teutonico Christian Dingert Avar.

La Roma e Kovacs sono legati da due soli precedenti. In ambedue le occasioni i giallorossi hanno trovato la vittoria: 2-0 al Braga nei sedicesimi di finale della scorsa edizione di Europa League e il poker (4-0) rifilato allo Zorya nei gironi di Conference.

Debutto invece con il Feyenoord. Nessun precedente infatti tra Kovacs e la squadra olandese. Prima gara anche per Frizt con ambedue le squadre.

LE PROBABILI FORMAZIONI

AS ROMA (3-4-1-2): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Karsdorp, Cristante, Mkhitaryan, Zalewski; Pellegrini; Zaniolo, Abraham.
A disposizione: Fuzato, Boer, Maitland-Niles, Kumbulla, Spinazzola, Vina, Veretout, Oliveira, El Shaarawy, Perez, Shomurodov, Felix.
Allenatore: José Mourinho.
Indisponibili:-.
Diffidati:-.
Squalificati:-.

FEYENOORD ROTTERDAM (4-2-3-1): Marciano; Geertruida, Trauner, Senesi, Malacia; Aursnes, Kokcu; Nelson, Til, Sinisterra; Dessers.
A disposizione: Bijlow, Cojocaru, Pedersen, Hall, Sandler, Hendrix, Hartjes, Toornstra, Milano, Jahanbakshsh, Walemark, Linsenn.
Allenatore: Arne Slot.
Indisponibili:-.
Diffidati:-.
Squalificati:-.

Arbitro: Kovacs.
Assistenti: Marinescu-Artene.
IV Uomo: Schäfer.
Var: Frizt.
Avar: Dingert.

La Roma stacca il pass per l’Europa. Ora la finale

(Federico Sereni)Missione compiuta per la Roma. A Torino la squadra di Mourinho supera la prima due finali. Stavolta non c’era una coppa da alzare in cielo, ma una qualificazione da raggiungere: servivano tre punti e sono arrivati per staccare il pass diretto per la prossima Europa League. E non importa cosa faranno Fiorentina e Atalanta, destinate a contendersi il posto in Conference League, bisognerà solo capire in che posizione i giallorossi arriveranno in classifica in base al risultato della sfida dell’Olimpico tra Lazio e Verona.

Lo Special One aveva messo in guardia tutti: era questa la partita da vincere. E l’unica a cui pensare. La squadra giallorossa ha recepito il messaggio tanto che in campo si è vista una squadra vera. Trascinati dalla doppietta di Tammy Abraham (la quarta in Serie A) che raggiunge 17 centri stagionali superando Hitchens come calciatore inglese ad aver segnato di più in una singola stagione. Il rigore conquistato da Zaniolo e trasformato da Pellegrini nel finale sancisce la vittoria rotonda della compagine romanista.

Ed ora tutti a Tirana con l’unico dubbio per Mou: Mkhitaryan ci sarà? la Roma partirà martedì, ma solamente dopo la rifinitura a Trigoria. L’armeno lo convocherà, deciderà poi sull’utilizzo. Ma adesso c’è da vincere la finale che porterebbe il primo trofeo Uefa nel Palmares della Roma.