All’Inter basta un tiro dalla distanza di Medel per mettere la freccia. La Roma saluta il primato.

Dura 450 minuti la striscia positiva della Roma, che si interrompe bruscamente al cospetto dell’Inter di Mancini. A San Siro decide un gol di Gary Medel, che firma il sesto 1-0 dei nerazzurri in campionato. L’Inter si riprende di prepotenza ma soprattutto d’astuzia la vetta della classifica aspettando i risultati di Napoli (impegnato in casa del Genoa) e Fiorentina (al Franchi con il Frosinone). Una gara che conferma la solidità difensiva dei nerazzurri, ma anche la difficoltà sotto rete di Dzeko, l’acquisto più importante dei giallorossi.  Il primo tempo è bello, perché entrambe le squadre corrono, pressano, ma esprimono anche un buon gioco. Il primo tentativo è un coraggioso tiro di Guarin da 60 metri: Szczesny è attento. E’ la Roma, però, ad andare per prima vicina al gol: Handanovic è superlativo sul colpo di testa di Dzeko bravo ad arrivare per primo sul cross di Digne. L’Inter reagisce subito: Brozovic può calciare ma crossa, Szczesny smanaccia, l’azione poi sfuma. Occasioni da una parte e dall’altra dopo il primo quarto d’ora di gioco. E’ il 23′, invece, quando l’Inter si salva da un gol già fatto: Handanovic respinge il tiro di Maicon, sulla ribattuta arriva Dzeko che viene anticipato da D’Ambrosio in spaccata. Un salvataggio miracoloso, ma contemporaneamente un gol mangiato dall’attaccante bosniaco, poco reattivo. Salah e Jovetic ci provano con soluzioni dalla distanza poco precise. Arriva dal protagonista che non ti aspetti il gol del vantaggio dell’Inter. E’ il pitbull Gary Medel a centrare la soluzione vincente. Anche lui ci prova dalla distanza, però a differenza dell’attaccante montenegrino, coglie impreparato Szczesny sul palo lungo. Si va al riposo con i padroni di casa in vantaggio. Il forcing giallorosso si intensifica nella ripresa. Dzeko ha un paio di occasioni buone, ma è troppo lento nel momento della conclusione. Di fronte, poi, la Roma si trova un Handanovic stratosferico. Il portiere nerazzurro, al 61′, riesce nell’impossibile, quando salva sul destro a giro di Florenzi, poi sul tap in di Salah, sul probabile autogol di Murillo e ancora sul colpo di testa dell’egiziano. Il tutto in pochissimi secondi: è la sintesi di una Roma che sbatte contro il muro sloveno.

Francesco Trinca

La Roma passa al Franchi e si porta in vetta alla classifica. Decisivi Salah e Gervinho.

C’è una sola prima della classe (per ora): la Roma. La classe di Salah e la velocità di Gervinho al Franchi prendono la Roma per mano e la portano in vetta alla classifica. Fiorentina-Roma finisce 1-2 per i giallorossi, inesorabili davanti e ben chiusi dietro, meritevoli del risultato finale. In recupero il gol di Babacar. A Garcia poco importa dei fischi fiorentini contro Salah e lancia l’egiziano davanti con Gervinho e il ritrovato Dzeko, di nuovo titolare dopo l’infortunio. E al settimo minuto arriva il premio alle scelte del tecnico: Salah e Pjanic scambiano lungo il lato lungo dell’area di rigore dalla destra e l’egiziano spara a giro sul palo lungo. Gran gol! L’esultanza è a impatto zero, quasi nulla, perché il romanista preferisce alzar le mani quasi per scusarsi verso il popolo fiorentino. Conta poco, è 1 a 0 per la Roma. La Fiorentina si tira su le maniche e comincia a macinare gioco, con la sua consueta manovra ragionata, avvolgente, ma che punge poco una Roma molto ordinata dietro. Almeno fino a quando Kalinic non si presenta da solo dalle parti di Szczesny, ma in precario equilibrio, riesce solo a metterla di poco alta. Ma al 34′ da corner viola parte la 4×100 romanista, comandata da Gervinho, appaiato da Salah. I velocisti romanisti prendono tutti in contropiede e proprio l’ivoriano rimane freddo e insacca all’angolo di destra della porta di Tatarusanu: 2-0 per la Roma, in un Franchi gelato. Nell’azione rimane stirato De Rossi, che ha avviato l’azione di ripartenza. Cambio con Vainqueur e proteste per il capitano della Roma, che salterà il turno infrasettimanale. L’ultimo sussulto del primo tempo è di Vecino, ma Szczesny allunga in corner. Nessun cambio per il secondo tempo, che chiaramente si svolge sui temi di gioco più logici visto il risultato, con la Fiorentina che tiene il comando del gioco e la Roma a ripartire. E al 55′ Pjanic, in un contropiede firmato Dzeko-Gervinho, arriva a battere a porta spalancata, colpendo Bernardeschi sulla linea di porta. Paulo Sousa prova con Mati Fernandez e Giuseppe Rossi per Badelj e Blaszczykowski, poi con Babacar per Gonzalo Rodriguez. Al 68′ si svegliano i viola e arrivano alla prima occasione vera della ripresa, con Bernardeschi che di sinistro prende però in pieno Szczesny.   Dopo la bordata di fischi riservata a Salah al momento del suo cambio al minuto 94′  arriva il gol di Babacar, che spara di destro su assist in profondità di Borja Valero: 1-2. Subito dopo il fischio finale, che saluta la Roma, nuova capolista della Serie A.

Francesco Trinca

Italia-Norvegia: in palio c’è la testa del girone H.

L’ultimo sforzo. Dopo la sbornia per la qualificazione diretta ad Euro 2016, ottenuta con il convincente 3-1 in Azerbaigian, l’Italia ospita la Norvegia allo Stadio Olimpico di Roma per chiudere in bellezza il Girone H: la sfida vale il primo posto, visto che gli scandinavi hanno solo due punti in meno degli azzurri, ma serve anche per alimentare la speranza di essere teste di serie nei sorteggi per i gironi della fase finale. La squadra di Conte deve infatti battere la Norvegia e prestare orecchio al risultato del Belgio, concorrente diretto per l’ultimo posto tra le sei teste di serie. Qualora la Nazionale di Wilmots non battesse Israele, gli azzurri entrerebbero di diritto tra le teste di serie. Difficile che accada, ma la speranza è l’ultima a morire. E poi il nostro girone è ancora aperto: la Croazia, impegnata a Malta, spera in un sorpasso all’ultimo tornante proprio sulla Norvegia. Sono ben sedici i precedenti dell’Italia con la Norvegia, con un bilancio di 9 vittorie azzurre, 4 pareggi e 3 successi scandinavi. Indimenticabile l’1-0 della Nazionale di Arrigo Sacchi ai Mondiali americani del 1994: al Giants Stadium gli azzurri, in dieci dal 21′ per l’espulsione di Pagliuca, sconfissero la squadra di Olsen grazie alla perentoria inzuccata di Dino Baggio su punizione di Signori. Fu la partita della celeberrima sostituzione di Roberto Baggio con il portiere Marchegiani, entrato al posto di Pagliuca. Il ‘Divin Codino’, al momento del cambio, si domandò in diretta mondiale se Sacchi fosse pazzo… meno nobile ma comunque positivo il precedente del 9 settembre 2014, quando a Oslo l’Italia di Conte si impose 2-0 sulla Norvegia spianandosi la strada verso al qualificazione appena raggiunta in Azerbaigian: le reti azzurre furono firmate da Leonardo Bonucci e Simone Zaza, che a distanza di un anno si ritrovano compagni di squadra anche nella Juventus.

Francesco Trinca

La Roma passa al Barbera. Decisivo uno straripante Gervinho. Guai in vista per Iachini.

La Roma capitalizza al meglio le occasioni che le capitano in appena 27 minuti, piazzando 3 lampi che squarciano il Barbera e spaccano la partita, che finisce poi 4 a 2 per i giallorossi. Segnano Pjanic, Florenzi e Gervinho doppietta, Gilardino e Gonzalez salvano la bandiera rosanero, tra il sospiro di sollievo di Garcia e quello inquieto e trafelato di Iachini, che dovrà vedersela con Maurizio Zamparini, non il miglior profilo qualora si volesse chiacchierare di lavoro. Garcia sceglie l’equlibrio, che è stato il primo assente nel match di Champions a Borisov, più di Dzeko e Totti. Il francese blinda le fasce con le coppie Torosidis-Florenzi a destra, Digne-Falque a sinistra, portando Nainggolan a far la guardia a Pjanic, centrocampista puro per l’occasione. Un 4-2-3-1 che sa stringersi a 4-4-2 tipico in fase di non possesso, mentre Gervinho e Salah sono liberi di pensare le loro giocate. Iachini, difeso pubblicamente dalla tifoseria, con striscioni che lo vogliono in panchina a prescindere dai risultati, sceglie Trajkovski con Vazquez davanti e Hiljemark trequartista, con Gilardino solo in panchina. Ma la Roma zittisce subito il Barbera, con Florenzi e Pjanic che triangolano a velocità supersonica al 2′, col bosniaco che fa centro col tocco  sotto del bosniaco sull’uscita di Sorrentino.  Il Palermo prova a reagire, prima con Vazquez che sfrutta una folle uscita di Szczesny, che spiazza il retropassaggio di Manolas, ma la palla dell’italoargentino finisce di poco a lato. Al 13′ arriva sulla faccia dei rosanero un altro schiaffone, piazzato da Florenzi, che di destro chiude dal limite, tutto solo, un’azione passata da Salah per Pjanic, con assist fortuito per il nazionale di Conte: 0-2. Il colpo stordisce i padroni di casa e al minuto 27 arriva il ko, il terzo: stavolta è Gervinho, centravanti per l’occasione, che danza leggero parallelamente al lato lungo dell’area palermitana, per poi sparare sotto al sette di destro, al primo spiraglio tra le gambe dei difensori. Gran gol davvero dell’ivoriano, che pare sempre di più vicino alla sua versione chic 2013/14, piuttosto che a quella horror dello scorso anno.

Francesco Trinca