Il Barcellona dell’ex Luis Enrique distrugge la Roma. Al Camp Nou finisce 6 a 1.

Roma umiliata al Camp Nou. La squadra di Garcia viene travolta 6-1 dal Barcellona nella quinta partita della fase a gironi della Champions League e incassa un’autentica lezione di calcio dalla squadra di Luis Enrique che domina in lungo e in largo la partita e asfalta i giallorossi grazie alle doppiette di Messi e Suarez e ai gol di Piqué e Adriano. Inutile nel finale la rete di Dzeko. E’ una disfatta totale per la Roma che esce con le ossa rotte e il morale a pezzi dal Camp Nou. E subisce un’altra umiliazione europea dopo i 7-1 contro Bayern Monaco e Manchester United. Un autentico naufragio quello dei giallorossi che si sono consegnati da subito al Barça, senza opporre la minima resistenza. Impauriti e impotenti. E i blaugrana si sono scatenati. Le speranze di qualificazione della squadra di Garcia, però, restano intatte: dopo il pareggio tra Bate Borisov e Bayer Leverkusen, alla Roma basterà battere i bielorussi all’Olimpico per accedere agli ottavi di finale da seconda in classifica. Il Barcellona, invece, può già festeggiare il primo posto del girone. La serata non sembra essere delle migliori quando Dzeko viene pescato nel cuore dell’area di rigore blaugrana da Nainggolan e di testa spedisce il pallone alto sopra la traversa. Certo, l’occasione divorata dal bosniaco non poteva far da preludio ad una serata del genere nei pensieri dei tifosi romanisti. Dopo tre minuti arriva il vantaggio di Suarez. In quel momento la squadra di Rudi Garcia esce dal campo, si spegne, perde completamente l’orientamento. Passano altri 180 secondi ed è Messi a raddoppiare per il Barca. L’Argentino e Suarez chiuderanno la serata con un doppietta, torneranno a pungere rispettivamente al sessantesimo minuto e prima della chiusura del primo tempo. Quattro gol potrebbero sembrare abbastanza ma ad infierire ci pensano Pique e Adriano. Il gol di Dzeko in chiusura è solo un’amara consolazione. La grande Roma dell’Olimpico, in grado di tener testa alle stelle del Barcellona sembra già un lontano ricordo. Sono passati appena due mesi e sembrano passate due stagioni. La sosta per le nazionali deve aver mandato fuori giri il motore.

Francesco Trinca

Juventus-Milan, decide Dybala. Super Donnarumma non basta al Milan.

La Juventus è inarrestabile. I campioni d’Italia in carica tornare a suonare la carica dopo la sosta con una vittoria cruciale. Allo Stadium di Torino i bianconeri battono il Milan di Sinisa Mihajlovic per 1-0 grazie a un gol nella ripresa di Paulo Dybala, rischiando poco o nulla con un Buffon inoperoso per 92′ e decisivo all’ultimo respiro nell’unico tiro in porta dei rossoneri. La Juventus resta, quindi, un tabù per il diavolo che non batte Buffon e compagni da cinque confronti. Si ferma a cinque, invece, l’imbattibilità milanista che non perdeva dalla sfida casalinga contro il Napoli. Clima inevitabilmente diverso dopo i fatti di Parigi: in uno Stadium commosso ha risuonato la Marsigliese in memoria delle vittime degli attentati. Se non era un dentro o fuori poco ci mancava, perchè se è vero che il Milan ora si ritrova dietro la Juventus di appena un punto, è anche vero che la sfida di Torino ha messo in mostra tutte le debolezze della squadra di Mihajlovic che quest’anno, Lazio a parte, ha perso tutti i confronti diretti con le big del campionato. Un dato fondamentale per comprendere il cammino fatto fin qui da Montolivo e compagni, che faticano e non poco ad affrontare le squadre più attrezzate tecnicamente. In pratica, il ko dello Stadium potrebbe essere un vero e proprio colpo al morale e alle certezze dei rossoneri, peraltro già abbondantemente fragili. Applausi per una Juve solida che, dopo le due vittorie consecutive prima della sosta, riprende a macinare punti e gioco, soprattutto nella ripresa dove il Milan ha fatto davvero fatica a creare azioni d’attacco. Juventus e Milan giocano un  primo tempo equilibrato, con stoccate da entrambe le parti. A rendersi più pericolosi sono i rossoneri, ma la mira davanti a Buffon non è delle migliori. Ha del clamoroso la palla gol che capita sulla testa di Cerci. L’ex Toro, tutto solo al limite dell’area piccola, anziché girare verso Buffon tenta una sponda sul secondo palo dove, però, non c’è nessuno. I bianconeri ci provano spesso da fuori, poi prima dello scadere del tempo chiamano alla grande parata Donnarumma. L’estremo difensore rossonero è bravissimo a deviare in angolo una punizione di Hernanes deviata verso il sette da Bonaventura. Nella ripresa deve volare nuovamente per mandare in corner una gran conclusione di Pogba da fuori. E’ il preludio al gol che arriva al 20′ quando Dybala, tutto solo in area, raccoglie un cross dalla sinistra di Sturaro e infila di potenza e precisione un incolpevole Donnarumma. Il diavolo accusa il colpo con i campioni d’Italia che cercano il gol che chiuderebbe definitivamente il match. La gara però resta in bilico fino all’ultimo e proprio al 93′ Cerci riscalda per la prima volta in partita i guanti di Buffon prima del triplice fischio del direttore di gara.

Francesco Trinca

Belgio-Italia nel segno della memoria.

L’Italia torna a giocare allo stadio Re Baldovino di Bruxelles contro il Belgio a distanza di 15 anni dall’ultima apparizione: era il 14 giugno 2000 quando, nella fase a gironi dell’Europeo organizzato da Belgio e Olanda, la Nazionale azzurra all’epoca allenata da Dino Zoff si impose 2-0 sui Diavoli Rossi grazie alle reti di Totti (6′) e Fiore (66′). Stavolta si tratta solo di un’amichevole, ma l’appuntamento non è certo meno importante.Il match, infatti, si gioca a distanza di trent’anni dalla tragedia dell’Heysel del 29 maggio 1985 a seguito della quale, prima della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool, morirono 39 persone per la maggior parte tifosi italiani. Tra le commemorazioni previste per ricordare quella triste giornata, si procederà al ritiro della maglia azzurra numero 39. Al 39′ del primo tempo le due squadre si fermeranno: sul maxi schermo dello stadio Re Baldovino scorreranno i nomi delle 39 persone che persero la vita nella curva Z. L’Italia affronta il Belgio per la 21esima volta nella sua storia con un bilancio decisamente favorevole: 13 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte, l’ultima delle quali a Lecce nel 1999 (1-3). La partita riveste un fascino particolare anche a seguito del prestigioso traguardo raggiunto dalla Nazionale allenata da Wilmots che, per la prima volta nella sua storia, occupa il primo posto del ranking Fifa precedendo anche la Germania campione del mondo in carica. Alla vigilia del match il ct azzurro Antonio Conte ha ancora una volta chiarito la volontà di convocare in Nazionale solo giocatori motivati per creare un gruppo forte in vista dell’Europeo. Il calcio d’inizio di Belgio-Italia è in programma alle 20.45. Arbitra l’incontro il polacco Szymon Marciniak.

Francesco Trinca

Derby capitolino, decidono le reti di Dzeko e Gervinho. Polemiche per il penalty concesso al bosniaco.

Esulta la Roma, in un atmosfera surreale. Il derby della capitale, senza le due curve a dare colore allo stadio Olimpico non è la stessa cosa. Dzeko su rigore nel primo tempo, Gervinho in contropiede nella ripresa: i giallorossi battono la Lazio 2-0 e restano a un punto dall’Inter capolista. Non c’è stracittadina senza polemiche: la squadra di Pioli contesta il penalty concesso da Tagliavento dopo nove minuti per il contatto tra l’attaccante bosniaco e Gentiletti. Casi di moviola a parte, è stata comunque una partita emozionante, soprattutto nel primo tempo. Ma più di quello che è accaduto in campo, il derby numero 179 resterà alla storia per il clima surreale nel quale si è giocato, con le curve senza tifosi. L’episodio che spezza la fase di studio iniziale arriva al 9′. Dzeko sulla trequarti si gira, alza la testa, punta la difesa della Lazio palla al piede e viene steso da Gentiletti proprio quando sembra avere toccato la riga. Tagliavento non ha dubbi e concede il rigore, ma i giocatori biancocelesti protestano convinti che il fallo sia stato commesso fuori area. Gentiletti tocca prima il piede del bosniaco fuori area, poi c’è un altro contatto con il ginocchio dei due giocatori. Sul dischetto va proprio l’attaccante bosniaco, che calcia centrale e batte Marchetti. La Lazio risponde subito e ha l’occasione per il pareggio con Candreva: lancio di Basta per l’ala laziale che entra in area e prova un destro potente che finisce alto. Ancora biancocelesti al 17′.  Lulic serve ancora Candreva nello spazio, ma è provvidenziale l’uscita di Szczesny molto fuori l’area di rigore. Si gioca su ritmi alti, non c’è un attimo di respiro.Tra le linee della Roma c’è troppo spazio e per i centrocampisti laziali è spesso facilissimo trovare gli attaccanti smarcati. È quello che succede al 26′, quando si accende Felipe Anderson. Il brasiliano riceve palla sulla trequarti e può scaricare in porta un destro di una potenza terrificante. Szczesny è battuto, ma la palla centra in pieno la traversa e torna in campo. La Roma risponde quattro minuti più tardi. Gervinho entra in area e calcia di destro, il suo tiro diventa un assist per Dzeko che anticipa Basta e tocca in spaccata a porta vuota: la palla incredibilmente finisce fuori. Ancora giallorossi pericolosi subito dopo con destro rasoterra dalla distanza di Nainggolan che centra il palo ed esce alla destra di Marchetti. La Roma è più prudente, fa giocare la Lazio e preferisce ripartire in contropiede sfruttando gli spazi che si aprono invitanti per Gervinho. Proprio grazie a questa chiave tattica arriva il gol del raddoppio degli uomini di Rudi Garcia.  La Lazio concede campo alle spalle della propria retroguardia  ed è proprio l’ivoriano ad approfittarne bruciando in accelerazione Basta e insaccando il pallone del 2 a 0 definitivo. Pioli prova la mossa della disperazione lanciando nella mischia Klose. La Lazio è viva e costruisce occasioni vanificate però dalla scarsa lucidità di Keita e del bomber tedesco.La Roma conquista tre punti grazie alla prova monumentale di Kostas Manolas che dirige la retroguardia con maestria e personalità. L’assenza della curva sud però condiziona gli umori. E’ un vero peccato che il cuore del tifo giallorosso non abbia potuto assistere ad un successo così netto.

Francesco Trinca