La Germania passeggia sull’Italia di Antonio Conte. Poker tedesco.

L’Italia incassa a Monaco di Baviera la peggior sconfitta della gestione Conte (1-4) e regala alla Germania la soddisfazione di tornare a battere gli azzurri, seppur in amichevole, dopo 21 anni. Il ct si aspettava risposte definitive per poter completare la lista da portare agli Europei ma non le ha avute. La squadra è apparsa solo l’ombra di quella sbarazzina ammirata con la Spagna pochi giorni fa ad Udine e, inevitabilmente, tutti gli uomini sotto esame non ne hanno giovato. A partire dal trio d’attacco Bernardeschi-Zaza-Insigne, capace di rendersi per la prima volta pericoloso solo al 68′, per passare a Montolivo, che in mezzo al campo si è spesso pestato i piedi con Thiago Motta senza riuscire a impostare gioco, e ad Acerbi, messo in difficoltà dai movimenti imprevedibili di Muller e Gotze, per finire con Florenzi e Giaccherini, bloccati sugli esterni dall’intelligente prova di Rudy e Hector. Insomma, non avendo altre amichevoli fino al 29 maggio, Conte dovrà aspettare che sia il campionato ad aiutarlo a sciogliere gli ultimi dubbi. L’unica nota lieta è arrivata da El Shaarawy che, oltre al gol della bandiera, con il suo ingresso ha portato un pizzico di vivacità in mezzo al torpore generale, confermando l’ottimo momento di forma. L’Italia è partita controllando benino gli avversari ma al primo vero tiro in porta è capitolata (24′): Bonucci ha respinto corto un cross di Muller fornendo un involontario assist al bacio per l’accorrente Kroos che con un preciso destro a giro dai 22 mt ha infilato Buffon. L’Italia si è disunita e ha faticato a reagire. Ha alzato il baricentro senza trovare, però, forza e idee per creare pericoli agli avversari. E, dopo aver rischiato su altre due conclusioni da fuori di Muller e Draxler, ha finito per capitolare ancora (45′): tutto merito di Muller che, ricevuta palla al limite, spalle alla porta, l’ha tramutata in un cross col goniometro per la testa dell’accorrente Gotze bravo a infilarsi tra Florenzi e Darmian e a battere di nuovo Buffon. La Germania ha ringraziato e al 59′ ha triplicato con una splendida azione ideata e rifinita da Draxler con la collaborazione di Gotze e la finalizzazione di Hector. Il ct ha provato a cambiare qualcosa inserendo De Silvestri, Okaka, Parolo ed El Shaarawy al posto di Florenzi, Insigne, Motta e Giaccherini con l’arretramento a sinistra a centrocampo di Bernardeschi ma l’Italia, dopo aver concluso per la prima volta nello specchio della porta (68′) con Zaza, ha finito per incassare anche il 4-0 di rimessa (75′): Bernardeschi si è perso l’inserimento in area di Rudy che si è procurato un rigore saltando in dribbling Buffon. Sul dischetto è andato Ozil che ha trasformato con freddezza. Il gol nel finale di El Shaarawy serve solo a salvare la faccia. La Germania ci ha concesso una vera e propria lezione di calcio.

Francesco Trinca

Serie A, Perisic porta in vantaggio l’Inter. Nainggolan risponde. All’Olimpico termina 1 a 1.

All’Inter non riesce l’impresa di riaprire completamente i giochi per il 3° posto. Impedisce alla Roma di allungare la striscia di vittorie ma recrimina per non essere riuscita a conservare il prezioso vantaggio conquistato in avvio di ripresa con Perisic. Il pareggio nel finale di Nainggolan fa felice soprattutto gli uomini di Spalletti che tirano, così, un sospiro di sollievo e tengono a debita distanza una rivale. Un pari giusto, alla fine, per quanto fatto vedere sul campo da due squadre che si sono confermate in grande forma e tatticamente in crescita. L’Inter ha brillato per oltre un’ora mostrando personalità, dedizione e chiarezza di idee. La Roma ha impressionato per il carattere tirato fuori nel finale in cui è venuta fuori di forza, sopperendo così alle diffcoltà incontrare nel mettere in crisi i nerazzurri sul piano del gioco. E il gol di Nainggolan ne è il perfetto emblema.Dopo aver subito (4′) rischiato su un destro al limite di Perotti, l’Inter ha deciso di limitare la velocità delle incursioni degli avanti giallorossi puntando sui bassi ritmi e la gestione del pallone. Una tattica che per oltre mezz’ora ha prodotto l’effetto di disinnescare la pericolosità offensiva degli avversari e anche qualche mezza opportunità, non sfruttata nel migliore dei modi da Ljajic, Perisic e Brozovic. La Roma ha capito di dover cambiare passo e nel finale di tempo (40′) è tornata a rendersi pericolosa con una mezza girata volante di El Shaarawy che ha impegnato a terra Handanovic.  Nella ripresa Spalletti ha provato a cambiare qualcosa mettendosi a specchio ma l’Inter alla prima ripartenza, dopo aver rubato palla sulla trequarti, è stata brava a passare (53′): Brozovic ha lanciato in area Perisic che con un preciso sinistro in diagonale ha infilato Szczesny. Spalletti si è giocato la carta Dzeko e il bosniaco, pur non brillando, ha avuto il merito di far arretrare il baricentro dei nerazzurri. Il centravanti giallorosso ha subito impegnato di testa Handanovic in un’azione in cui c’è stato un galeotto pugno aereo (da rigore) di Miranda, non notato da nessuno per la verità in campo, e poi ha incredibilmente mandato alle stelle da favorevole posizione un assist al bacio di Salah. La Roma ha alzato i ritmi e, dopo altre due conclusioni insidiose di El Shaarawy e Salah e un salvataggio sulla linea di Nagatomo in mischia su azione d’angolo, ha meritamente pareggiato (84′), anche se con un pizzico di fortuna: un destro strozzato di Dzeko è diventato un involontario assist per Nainggolan che con una puntata da giocatore di calcio a 5 ha tolto il tempo ad Handanovic e ha infilato il pallone nell’angolo. La squadra di Spalletti ha creduto di poter arrivare alla nona vittoria di fila ma a negarle l’ultima possibilità è stato proprio Dzeko che al 91′ si è trovato sciaguratamente sulla traiettoria di un sinistro da favorevole posizione di Salah. Giusto così. Per questa Inter, dopotutto, sarebbe stata una punizione immeritata.

Francesco Trinca

Udinese-Roma 1-2. Spalletti centra l’ottava vittoria consecutiva.

Con un gol per tempo la Roma sbanca Udine e centra l’8/a vittoria di fila. Un successo pesante perché tiene a distanza di 5 punti l’Inter, in attesa dello scontro diretto di sabato prossimo, e consente alla truppa di Spalletti di allungare ulteriormente il passo sulla Fiorentina, bloccata a sorpresa dal Verona. Il ko, invece, lascia impelagata in piena zona retrocessione l’Udinese che può solo consolarsi con la sconfitta all’ultimo minuto del Frosinone che, se non altro, la lascia a +4 dal terzultimo posto. Ma l’aria in casa bianconera resta pesante, come testimonia la contestazione a fine partita dai tifosi. Il rischio di essere esonerato per Colantuono, insomma, appare sempre più alto. Non è stata una Roma bella come quella ammirata con la Fiorentina o spigliata come a Madrid. E’ stata una Roma pragmatica che ha vinto con il minimo sforzo cercando, in parte, di recuperare le tante energie nervose consumate in settimana. La nota più positiva per Spalletti arriva da Dzeko che, oltre al gol, ha lottato su ogni pallone vincendo nettamente il duello a distanza con Danilo. Segno che il bosniaco si sta ritrovando psicologicamente. Tornerà sicuramente utile in questo rush finale di stagione in cui i giallorossi non possono permettersi alcun passo falso per entrare in Champions. L’Udinese ha poco da rimproverarsi. Subito in svantaggio, ha avuto una buona reazione a cavallo tra i due tempi, anche grazie al cambio di modulo e di uomini ordinato da Colantuono. Ma le speranze di raddrizzare una gara nata male si sono definitivamente spente sul palo colpito da Zapata in avvio di ripresa. Il gol di Fernandes nel finale è stato tardivo ma dimostra che la squadra è viva. E con questo impegno potrà giocarsi fino in fondo le sue buone chance di salvezza.

Francesco Trinca

Serie A, la Roma demolisce la Fiorentina all’Olimpico. Giallorossi di nuovo in corsa per il titolo.

Settimo sigillo per Spalletti, che rilancia la Roma nella corsa scudetto. Asfaltata la Fiorentina, giallorossi terzi in classifica, al momento a due punti dal Napoli e a cinque dalla Juventus

Con una prestazione convincente i giallorossi confermano il loro momento di grazia. Brillano gli occhi del presidente James Pallotta che può consolarsi per la curva ancora semivuota con lo spettacolo messo in mostra da una squadra che, archiviato Garcia, diverte e si diverte. Per i toscani invece un duro ritorno alla realtà in una serata in cui tutto gira storto. Al 4′ occasione per Kalinic, ma è fuorigioco. Al 15′ passaggio di G.Rodriguez, Ilicic tira alto di poco. Al 22′ passaggiodi Pjanic per Salahche fa l’assist El Shaarawy, appostato in area piccola: 1-0. Al 25′ il raddoppio: botta da fuori area di Salah, deviata da Astori: 2-0. Fiorentinanel panico, due gol in tre minuti e al quarto palo di Perotti. I viola si riprendono e si guadagnano un rigore al 47′ con Tello: Ilicic segna il 3-1. Secondo tempo. Al 57′  Perotti smarcati da Pjanic dal limite dell’area calcia male. Ma un minuto più tardi ancora assist di Pjanic per Salah, smarcatissimo, che entra in area e fa tunnel a Tatarusanu: 4-1. Palo di Totti su punizione al 46′.

Francesco Trinca