Mourinho, la Roma e le pareti sottili. Chi se non lui ha il diritto di inca**arsi?

Jose Mourinho (Lapresse)

(K.Karimi) – Il rumore dei nemici. Quello che eccitava mister José Mourinho ai tempi della sua Inter. Splendida, invincibile, costruita da gente competente su gente gloriosa e di carattere. Oggi il vero rumore è all’interno del suo spogliatoio, che rimbomba di lamentele ampiamente giustificabili.

La sua Roma è di nuovo in un tunnel. Tra vizi arbitrali indecenti e prestazioni opache, i giallorossi rischiano di gettare nell’umido due obiettivi stagionali già a febbraio: la lotta al piazzamento Champions (difficilissimo) e la Coppa Italia, già sfuggita definitivamente dopo lo 0-2 di San Siro.

Proprio quest’ultima prestazione ha fatto infuriare Mourinho. Quei primi 90 secondi di gioco, con tanto di gol di Dzeko su dormita generale della difesa, sono la sintesi di una squadra che non riesce a giocare con facilità e naturalezza. Compassata, ingiustificatamente in modalità relax, quando invece ci sarebbe da combattere col coltello tra i denti per recuperare ciò che è stato perduto per strada.

Lo sfogo di Mou è uscito sui giornali. Talpe? Cimici? O addirittura micro-chip elettronici sotto le panche degli spogliatoi? Nessuno lo sa, ma non è questo il punto. Le pareti sottili a Roma sono una costante, mentre un allenatore che realmente ha il diritto di sfogarsi e puntare il dito contro i suoi uomini non lo si vedeva da anni.

Chi se non José da Setubal ha il diritto (ed il dovere) di incazzarsi dopo una prestazione così passiva? Non tanto per il suo palmarès clamoroso, bensì per i suoi straordinari precedenti da motivatore. Un uomo che ha convinto nel 2010 due fuoriclasse tutta qualità ed estro come Eto’o e Pandev a fare i terzini. Un personaggio che ha costretto gente del calibro di Massimo Moratti, Florentino Perez e Roman Abramovich a comprargli i migliori in circolazione.

Mourinho deve arrabbiarsi, deve a tutti i costi far comprendere ai suoi di dare qualcosa in più. Gente abituata ai quinti e sesti posti in classifica, non a competere per il titolo o per giocare i match che contano. Il carattere si infonde anche così, con tanto bastone e poca carota. Ma c’è chi non farà mai il salto di qualità ed è spacciato verso l’anonimato. Qui spunta l’esigenza di una società forte, capace di investire e di dirigenti che conoscano il calcio ed il valore degli interpreti. Dando la certezza che Roma in estate diventerà una piazza più ambiziosa, tramite i giusti innesti. Ma Mou deve resistere, tapparsi gli occhi ed aprire la bocca. E’ il momento di seguirlo; chi non ci riesce faccia le valigie senza alcun rancore.

Gli ex: l’incubo della Roma

(Federico Sereni) – La Roma non ha una grande fortuna con gli ex giocatori. Molto spesso la squadra giallorossa è stata smontata e ricostruita dopo la fine della stagione. Tanti di questi sono riusciti a vendicarsi con la squadra capitolina segnando, a volte, anche più di una rete contro la loro ex squadra. La soluzione non è stata neanche vendere all’estero. Da ricordare, infatti, la doppietta di Salah con il Liverpool in semifinale di Champions League nel 2018. Domani, nel match contro il Genoa alle ore 15:00, la Roma incontrerà un altro suo ex giocatore: Riccardo Calafiori. Il difensore è stato ceduto, durante l’ultima sessione di calciomercato in prestito secco, in attesa di ritrovare spazio nella Capitale. Un altro ex giallorosso presente nella squadra ligure è Mattia Destro, arrivato a Genova dopo la cessione del Bologna nel 2020.

Durante questa stagione

Due sono i gol più brucianti di questa stagione. Il primo è quello di Pedro, passato durante l’estate alla Lazio. Nel 3-2 del derby di andata, al 19′ è lui il ad aprire le marcature stagiornali degli ex. Il secondo è nell’incontro casalingo contro l’Inter. Tra i marcatori nerazzurri c’è anche il nome di Edin Dzeko, che tra l’altro è stato anche capitano della Roma, fino alla sconfitta per 3-0 a tavolino contro lo Spezia agli ottavi di Coppa Italia 2020-21. Restando in tema di Coppa, c’è da ricordare anche la rete di Calabresi, agli ottavi, contro il Lecce. Il difensore della squadra salentina, non ha mai giocato in prima squadra ma è cresciuto nelle giovanili.

Negli anni precedenti

Nelle stagioni precedenti possiamo ricordare Verde, fatto esordire da Rudi Garcia nella stagione 2014-15, ceduto al Frosinone a fine stagione. E’ suo il gol dell’ex nel disastro dell’ottavo di finale di Coppa Italia contro lo Spezia, finito poi 3-0 a tavolino per i liguri. Tra gli altri ci sono Marco Boriello, che nella stagione 2015-16 ha segnato ben tre reti alla sua ex squadra (tra Carpi e Atalanta). Poi Mattia Destro con due gol, con la maglia del Milan nella stagione 2014-15, e con quella del Bologna la stagione successiva. Durante l’annata 2013-14 Mirko Vucinic e Pablo Daniel Osvaldo hanno segnato rispettivamente all’andata e al ritorno nel match contro la Juventus. La rete al 94′ dell’attaccante argentino consegnò i bianconeri alla storia con il raggiungimento dei 100 punti in Serie A. Nella stagione 2015-16 anche Panagiotis Tachtsidis con la maglia del Genoa.

Il settore giovanile

Tra gli ex del settore giovanile c’è anche Matteo Politano, attualmente attaccante del Napoli, in Roma-Sassuolo; Marco D’Alessandro, invece, nel 2016, con la maglia dell’Atalanta, nello stesso incontro in cui Borriello segnò una doppietta, dopo aver esordito nella squadra giallorossa nel 2009. Infine Simone Pepe, in Chievo-Roma della stagione 2015-16.

Nella storia

In questa lista dolorosa ci sono anche giocatori che hanno fatto la storia della Roma.  Bandiere, o calciatori che erano presenti nelle vittorie giallorosse. Pruzzo nel 1984 con la maglia della Fiorentina e Di Bartolomei con il Milan nel 1989. Rizzitelli quando ha militato nel Torino nella stagione 1994-95, Eusebio di Francesco nel 2002 con il Piacenza. Nel 2006 Emerson con la Juventus, e Marco Delvecchio con l’Ascoli. Poi, nel Cagliari, Roberto Muzzi nel 1999 e Daniele Conti nel 2010.

MERCATO DI GENNAIO | Come cambiano le formazioni di Serie A dopo i colpi invernali

Vlahovic e S. Oliveira

(Keivan Karimi) – Come al solito la sessione di calciomercato invernale è durata lo spazio di un mese. Intensa e piuttosto sorprendente, soprattutto grazie a certi botti finali che l’hanno resa inevitabilmente scoppiettante.

Merito di Juventus e Inter, rinforzatesi con investimenti immediati e costosi. Il colpaccio Vlahovic e l’utilissimo Zakaria per i bianconeri, il macigno Gosens e la punta di riserva Caicedo per la capolista nerazzurra.

Anche la Roma e la Fiorentina sono state protagoniste di livello, con acquisti utili ed intelligenti, ma anche cessioni inevitabili. Meno attive Milan e Lazio, mentre in bassa classifica fanno rumore i tanti colpi della nuova Salernitana guidata da Walter Sabatini e dal Genoa del progetto made in USA.


Ecco come cambiano le formazioni titolari della 20 squadre di Serie A dopo le operazioni del mercato di gennaio 2022:

ATALANTA (3-4-2-1): Musso; Toloi, Demiral, Palomino; Hateboer, Freuler, De Roon, Maehele; Pasalic, BOGA; Zapata. All. Gasperini.

BOLOGNA (3-4-1-2): Skorupski; Soumaoro, Medel, Theate; KASIUS, Svanberg, AEBISCHER, Hickey; Soriano; Arnautovic, Barrow. All: Mihajlovic.

CAGLIARI (3-5-2): Cragno; LOVATO, GOLDANIGA, Carboni; Zappa, Nandez, Marin, BASELLI, Dalbert; Joao Pedro, Pavoletti. All: Mazzarri.

EMPOLI (4-3-1-2): Vicario; Stojanovic, Tonelli, Romagnoli, CACACE; BENASSI, Henderson, VERRE; Bajrami; Pinamonti, Cutrone. All: Andreazzoli.

FIORENTINA (4-3-3): Dragowski; Odriozola, Milenkovic, M. Quarta, Biraghi; Bonaventura, Torreira, Castrovilli; Gonzalez, CABRAL, IKONE. All: Italiano.

GENOA (4-3-3): Sirigu; HEFTI, OSTIGARD, Bani, CALAFIORI; AMIRI, Badelj, Sturaro; GUDMUNDSSON, PICCOLI, YEBOAH. All: Blessin.

INTER (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, GOSENS; Lautaro, Dzeko. All: Inzaghi.

JUVENTUS (4-2-3-1): Szczesny; Danilo, De Ligt, Bonucci, Alex Sandro; ZAKARIA, Locatelli; Cuadrado, Dybala, Bernardeschi; VLAHOVIC. All: Allegri.

LAZIO (4-3-3): Reina; Lazzari, Luiz Felipe, Acerbi, Hysaj; Milinkovic-Savic, Cataldi, Luis Alberto; Pedro, Immobile, CABRAL. All: Sarri.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Tomori, Romagnoli, T. Hernandez; Tonali, Kessie; Saelemaekers, Diaz, Leao; Ibrahimovic. All: Pioli.

NAPOLI (4-3-3): Ospina; Di Lorenzo, TUANZEBE, Koulibaly, Mario Rui; Anguissa, F. Ruiz, Zielinski; Lozano, Osimhen, Insigne. All: Spalletti.

ROMA (3-5-2): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Karsdorp, S. OLIVEIRA, Cristante, Pellegrini, MAITLAND-NILES; Zaniolo, Abraham. All: Mourinho.

SALERNITANA (3-4-3): SEPE; DRAGUSIN, FAZIO, Gagliolo; MAZZOCCHI, Di Tacchio, EDERSON, Ranieri; VERDI, MOUSSET, PEROTTI. All: Colantuono.

SAMPDORIA (4-3-1-2): Audero; CONTI, Colley, MAGNANI, Augello; SENSI, RINCON, Thorsby; Candreva; Caputo, SUPRYAGA. All: Giampaolo.

SASSUOLO (4-2-3-1): Consigli; Toljan, Chiriches, Ferrari, Rogerio; M. Lopez, Frattesi; Berardi, Raspadori, CEIDE; Scamacca. All: Dionisi.

SPEZIA (3-5-2): Provedel; Amian, Erlic, Nikolau; Gyasi, Kovalenko, Kiwior, Maggiore, Bastoni; Verde, Manaj. All: Thiago Motta.

TORINO (3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Djidji, Bremer, Rodriguez; Singo, RICCI, Pobega, FARES; Praet, Brekalo; PELLEGI. All: Juric.

UDINESE (3-5-2): Silvestri; Becao, Nuytinck, PABLO MARÌ; Molina, Pereyra, Walace, Arslan, Udogie; Deulofeu, Beto. All: Cioffi.

VENEZIA (4-3-3): Romero; Ebuehi, Caldara, Ceccaroni, ULLMANN; CUISANCE, Vacca, Busio; Aramu, NSAME, NANI. All: Zanetti.

VERONA (3-4-2-1): Montipò; Casale, Gunter, RETSOS; Faraoni, Veloso, Ilic, Lazovic; Barak, Caprari; Simeone. All: Tudor.

Empoli-Roma, per Andreazzoli è la sfida del cuore

Francesca Palmeri – Per la 23° giornata di campionato la Roma dovrà affrontare l’Empoli, appuntamento oggi pomeriggio alle ore 18.00 al Castellani. Entrambe le squadre sono reduci dagli appuntamenti di Coppa Italia: l’Empoli sconfitto per 3-2 dall’Inter e la Roma vittoriosa contro il Lecce per 3-1. La squadra di Andreazzoli è una delle più grandi sorprese di questa Serie A. Ha già conquistato 29 punti nelle 22 giornate disputate fino ad ora, raggiungendo l’11esimo posto in classifica. Al momento c’è un rallentamento da parte degli azzurri, che nelle ultime 5 gare hanno totalizzato solo 3 punti. La Roma nell’ultimo turno di campionato ha trovato una vittoria importante contro il Cagliari. Sergio Oliviera si è presentato nel migliore dei modi ai tifosi giallorossi, segnando dagli undici metri la rete che ha permesso ai suoi di conquistare i primi tre punti del nuovo anno. L’obiettivo dei giallorossi è quello di trovare continuità nei risultati.

Aurelio Andreazzoli: 12 anni a Roma

Rimasto per anni nell’ombra, Andreazzoli arriva alla Roma accompagnando Luciano Spalletti come collaboratore tecnico durante la prima delle due esperienze giallorosse dell’allenatore di Certaldo. Sempre a disposizione, rimase legato al club anche quando i rapporti tra la società e  Spalletti terminarono. Dopo l’esonero sulla panchina della Roma del boemo Zdenek Zeman nel 2013, la società decise di puntare tutto proprio su Andreazzoli. Si deve a lui il motto “Siamo la Roma”, urlato come reminder ai suoi calciatori e che ancora oggi è una delle catchphrase usate nei pre partita all’Olimpico. Il suo bilancio sulla panchina giallorossa: 8 vittorie e 4 pareggi in 15 partite disputate. Esiste purtroppo una data infelice nel mondo giallorosso ed è il 26 maggio 2013. La Roma perse la finale di Coppa Italia contro la Lazio 1-0 con il gol di Lulic a venti minuti dal termine. A comando della squadra giallorossa c’era proprio Aurelio Andreazzoli. La Roma venne travolta dal putiferio nei giorni seguenti. L’allenatore fu incolpato da molti di aver sbagliato formazione escludendo dall’undici titolare Miralem Pjanic e Pablo Daniel Osvaldo. Il tecnico di Massa restò in giallorosso fino al 2017, avendo anche l’occasione di rincontrare Luciano Spalletti.

Empoli-Roma: i precedenti 

Sarà l’incontro numero 32 tra Empoli e Roma. Lo score è a favore dei giallorossi: 21 le vittorie, 4 successi per i toscani e 7 i pareggi. L’ultima vittoria dei padroni di casa risale alla stagione 2006/07. Per i due allenatori questo è il secondo scontro, il primo risale al match di andata del campionato 2021-22, Roma-Empoli 2-0 vinta con i gol di Pellegrini e Mkhitaryan. Per Stephan El Shaarawy, al rientro in panchina, la prima delle sue quattro doppiette con la maglia giallorossa è arrivata proprio contro l’Empoli, al Castellani nel febbraio 2016. Gli occhi per questo match saranno puntati su Sergio Oliveira che potrebbe diventate il terzo giocatore a segnare in entrambe le prime due partite con la maglia della Roma in Serie A. In casa Empoli sia Andrea Pinamonti che Patrick Cutrone hanno segnato due gol contro la Roma, con nessun’altra avversaria sono mai riusciti a fare meglio in campionato.

Le scuse pericolose dell’Aia al Milan: la Roma aspetta ancora…

(Federico Sereni) – Quello andato in scena ieri sera dopo Milan-Spezia è un episodio che rischia di essere pericoloso per il resto del campionato, e anche per quello passato. Le scuse dell’Aia rivolte al Milan dopo il grossolano errore dell’arbitro Serra segnano letteralmente una spaccatura tra chi riceve dei trattamenti e chi ne riceve altri. Ci sta che lo stesso fischietto si scusi in campo per non aver visto/dato il vantaggio, ma deve finire lì. Un’associazione deve rimanere ferma sul proprio lavoro dicendo, al massimo, “l’arbitro ha sbagliato e daremo uno stop“. Le scuse, invece, sono decisamente troppo.

LA ROMA ASPETTA

Quello che è successo ci porta indietro al 17 ottobre del 2021 quando alla Roma, contro la Juventus, non venne dato un vantaggio a porta vuota con Abraham che aveva insaccato il gol del pareggio. Ci fu un rigore (sbagliato da Veretout) e le spiegazioni assurde del signor Orsato che dimostrò di non conoscere, o almeno questo è trapelato, il regolamento: “Il portiere esce, rigore, fuorigioco, e se non fischio? Sui rigori non si dà vantaggio. E poi date la colpa a me perché ha sbagliato il rigore?“, le parole a Bryan Cristante nel tunnel degli spogliatoi. In quel caso non arrivarono scuse da parte dell’Associazioni Italiana Arbitri ma soltanto una piccola frase “errore-non errore” che non vuol dire letteralmente nulla. O è errore o non lo è. Così come per i restanti torti arbitrali avuti, di cui non stiamo qui a fare un elenco, c’è stato soltanto un grande silenzio. La Roma aspetta ancora, così come aspetta anche l’indignazione dei media che, invece, in queste ore sta spopolando.

Roma-Cagliari, sfida ricca di goal. João Pedro la bestia nera

Francesca Palmeri – Dopo la partita di domenica contro la Juventus, una ferita ancora aperta in casa Roma, c’è bisogno di un riscatto. La 22° giornata di campionato vedrà i giallorossi contro il Cagliari di Mazzarri. Appuntamento oggi pomeriggio allo Stadio Olimpico di Roma ore 18.00. Dal canto suo Mourinho, dopo i giorni di sofferenza per la mancanza di molti dei suoi giocatori, avrà a disposizione i due nuovi acquisti del mercato di gennaio: Oliveira e Maitland-Niles. Entrambi già schierati nelle probabili formazioni. Necessario vincere per invertire il trend non positivo in Serie A. La Roma non vince da tre partite. Un digiuno di successi mai raggiunto prima in questa stagione, limitandosi fino ad ora ad un massimo di due partite di fila.

Mourinho contro Mazzari

Vecchi ricordi per José. Il primo incontro tra i due tecnici risale al 30 agosto 2008, quando Mazzarri guidava la Sampdoria e Mourinho l’Inter. Gara d’esordio per lo Special One: il match terminò 1-1 al Luigi Ferraris. I due ebbero l’occasione di incontrarsi anche in Premier League. Il più recente incontro ovviamente risale al 2021, un Cagliari-Roma che vide i giallorossi vittoriosi per 1-2. Complessivamente, si contano 8 partite: 4 vittorie per Mourinho, 2 pareggi e 2 successi di Mazzarri. Sono molti di più gli scontri avvenuti tra Mazzarri e la Roma, in totale se ne contano 26. Anche in questo caso l’ago della bilancia pende dalla parte dei giallorossi: 14 vittorie, 7 quelle del tecnico e 5 pareggi. Il toscano è stato avversario della Roma con diverse squadre: Reggina, Sampdoria, Napoli, Inter, Torino e per l’appunto Cagliari. Walter Mazzarri oltre che da avversario è stato spesso accostato alla società giallorossa. La prima occasione è sfumata perché la presidente Rosella Sensi in extremis lo bocciò, chiamando a Trigoria Claudio Ranieri per il post Luciano Spalletti, era settembre 2009. Il 6 ottobre successivo Walter venne ingaggiato dal Napoli al posto di Roberto Donadoni. La seconda occasione non si realizzò per sua scelta. Nel 2013 la Roma cercava un tecnico e le occasioni erano due: Allegri, sotto contratto col Milan, e Mazzarri, a fine relazione con il Napoli. Scelse l’Inter e alla Roma giunse Rudi Garcia. Si può quindi dire che quella tra il tecnico dei rossoblù e la Roma è una storia in realtà mai nata.

Pellegrini, una partita che vale 100

L’esordio del capitano giallorosso arriva nel 2015 a Cesena. Al momento sono 172 le partite disputate ed oggi potrebbe arrivare la vittoria numero 100 per il giovane capitano. Nella storia della Roma, i giocatori ad aver vinto almeno 100 partite sono 37. Francesco Totti è il primo in questa classifica con 396 affermazioni. Il match di andata finì 1-2 per la Roma, a segnare il goal della vittoria fu proprio il capitano Lorenzo Pellegrini. Una delle sue punizioni all’incrocio dei pali portò la Roma al momentaneo quarto posto in classifica.

Precedenti  

L’unica vittoria del Cagliari contro la Roma nelle ultime 15 gare di campionato risale al 3-2 della scorsa stagione, per il resto i giallorossi hanno conquistato 10 vittorie e ci sono stati 4 pareggi. Quella tra Roma e Cagliari è da sempre una sfida ricca di reti, negli ultimi quattro incontri tra le due squadre sono stati segnati complessivamente 20 gol, cinque di media a gara. Andando ad analizzare la scia attuale delle due squadre, il Cagliari ha vinto le ultime due gare di campionato, entrambe in rimonta e per 2-1. La Roma ha ottenuto solo due successi nelle ultime sette gare in Serie A perdendo inoltre le due partite. I sardi riescono ad essere decisivi negli ultimi 20 minuti, quattro degli ultimi sei gol del Cagliari in Serie A sono arrivati proprio dal 70′ in poi. Puntati gli occhi anche su João Pedro che ha segnato sei gol contro la Roma in Serie A, tutti nelle cinque sfide più recenti contro i giallorossi.

Geometrie, grinta e personalità: Sergio Oliveira, un gladiatore per Mourinho

(Federico Sereni) – José Mourinho può finalmente gioire. Ha finalmente il centrocampista che chiedeva ormai da mesi. Dal mercato estivo che, con le vicende Spinazzola e Dzeko, ha cambiato fisionomia durante il suo percorso. Questi mesi sono stati di pura sofferenza per la Roma: due titolarissimi (Cristante e Veretout), pochi cambi a disposizione usati col contagocce e quando chiamati all’appello non sempre hanno risposto presente. Diawara, Villar (soprattutto), Bove e Darboe non hanno mai impensierito il duo degli intoccabili e non hanno mai scalfito il pensiero di Mourinho: voglio un centrocampista.

ECCO IL CENTROCAMPISTA

Appena iniziato gennaio il tecnico portoghese è stato subito accontentato. Prima le voci su Zakaria, poi Grillitsch, poi Kamara ed infine lo scacco matto: Sergio Oliveira. L’ex Porto era nella lista dei desiderabili già ad agosto, ma per tempistiche e folla nel reparto, non è arrivato. In questa stagione ha giocato poco, ma è rimasto comunque un faro per tutti i ragazzi che militano nei Dragoes. Conceicao e i tifosi, poi, non sono stati felici di questa decisione da parte della società che aveva fatto una promessa ad Oliveira: qualora fosse arrivata un’offerta da una società importante lo avrebbero lasciato andare. Così è stato.

CLASSE E GRINTA

L’arrivo di Sergio Oliveira cambia fisionomia al centrocampo della Roma. E’ un giocatore elegante, che sa sempre cosa fare e dalle ottime geometrie (tira magistralmente anche punizioni e rigori). Descritto così sembra soltanto un regista puro, ma a tutto questo aggiunge altre qualità. Grinta, personalità, contrasti. In questo giocatore c’è tutto ciò che alla Roma serve soprattutto sotto la voce personalità. In molte partite, soprattutto le ultime due contro Milan e Juventus, ai giocatori giallorossi è mancato quel guizzo nel tenere testa ad una squadra importante. Il processo di crescita continua e va fatto anche con l’inserimento di questo tipo di calciatori. Ecco Sergio Oliveira: un gladiatore per Mourinho.

Spezia-Roma, le PAGELLE: Kumbulla stordito, Cristante da brividi. Mkhitaryan ultimo baluardo

MILAN, ITALY – OCTOBER 26: Marash Kumbulla (L) of AS Roma celebrates his goal with his team-mats during the Serie A match between AC Milan and AS Roma at Stadio Giuseppe Meazza on October 26, 2020 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

(R.Rodio) – I voti e le pagelle al termine di Spezia-Roma, ultimo match della stagione 2020-2021:

-SPEZIA-

Rafael 6.5; Vignato 6, Terzi 6, Capradossi 7, Bastoni 6.5 (Ramos 6); Estevez 6 (Erlic s.v.), Agoumé 7 (Maggiore 6), Pobega 6.5 (Ricci 6); Verde 7 (Agudelo 5.5), Nzola 6, Gyasi 6. All: Italiano 6.5

-ROMA-

Fuzato 7 – Nella confusione generale è una delle poche note liete. Almeno 2-3 interventi decisivi, che denotano i suoi ottimi riflessi. Incolpevole sui due gol concessi da una difesa assente.

Karsdorp 6 – Ineccepibile per impegno e chiusure difensive in extremis, è anche uno dei più brillanti in fase offensiva come appoggio sulla destra. Resiste anche ad un problema muscolare nel finale.

Mancini 5,5 – Non si risparmia, nel bene e nel male. Non manca qualche errore, compensato discretamente con la cattiveria che non guasta mai. E’ arrivato al finale di stagione con la lingua di fuori.

Kumbulla 4 – Dopo il buon derby di sabato scorso torna a soffrire letalmente, ogni volta che il pallone transita dalle sue parti. Inizia male, sbagliando appoggi e facendosi sfuggire il veloce Nzola, ma non migliora col tempo.

Santon 4,5 – Sembra quasi un’ala più che un terzino, dietro a sé lascia una voragine nella quale Verde fa ciò che vuole. Nullo in fase di contenimento, Fonseca lo sostituisce all’intervallo per disperazione. (46′ Reynolds 4 – Dopo averlo visto questa sera diventa un problema di chi lo manda in campo. Non è in grado nè tatticamente nè tecnicamente di competere a questi livelli e probabilmente dovrà andare in prestito per dimostrare di meritarsi un posto nella Roma. Perde tutti i duelli e non azzecca un tempo di gioco nemmeno a pagarlo oro. Per ora bocciato).

Darboe 4,5 – Fisiologico che dopo i tanti elogi e le prove positive arrivasse la prima bocciatura. Mai in partita, sbaglia sia nel giro-palla sia nel posizionamento in campo. Tenta la pressione alta senza logica. Fuori giri. (61′ Villar 5 – La sintesi del calo verticale, da titolare fisso a rincalzo non così ineccepibile. Non regala velocità alla manovra, giocando troppo in orizzontale).

Cristante 4 – Semplicemente tutto sbagliato. La sua ultima serata stagionale è condita da orrori in mezzo al campo, ripartenze regalate allo Spezia e un gol divorato sull’1-2. Vederlo con la fascia al braccio fa venire i brividi.

Pedro 5 – Forse uno dei pochi a muoversi con costanza nel primo tempo orrorifico della Roma. L’impressione è che abbia sottovalutato l’impegno, sbagliando sempre l’ultima scelta. (71′ Pastore 5,5 – La forma atletica è ormai un miraggio, ma le qualità tecniche ancora una volta si confermano. Serve a Cristante un cioccolatino poi sprecato, peccato che le gambe non tengano più di un quarto d’ora).

Mkhitaryan 6,5 – Assente ingiustificato nel primo tempo, dove appare rallentato e senza mordente. Si trasforma dopo l’intervallo, lasciando l’apatia e la noncuranza negli spogliatoi e tirando fuori le marce alte che servono a sconquassare la difesa spezzina. Alla fine arriva il gol che vale la Conference League, suo tredicesimo stagionale (più 10 assist). Sicuramente una delle note più liete della stagione.

El Shaarawy 6 – Nella sua prova caotica gli va dato atto di aver buttato il pallone dentro quando serviva, con un suo classico inserimento e destro angolato. La condizione e la lucidità sono ancora lontane da quelle dei bei tempi. Ma per il futuro la Roma proverà a ritrovarlo.

Borja Mayoral 4,5 – Considerazioni da fare sul suo futuro, se contro uno Spezia già salvo non riesce mai a farsi notare. Pochissimi palloni toccati ed uno straccio bagnato calciato da buona posizione. Impalpabile. (61′ Dzeko 6 – Fatica ad entrare nel match, ma la sua sponda ‘sporca’ consente alla Roma di pareggiare).

All. Fonseca 4 – Non è ammissibile preparare una partita del genere, in cui solo la Roma doveva avere motivazione, in una maniera del genere. Quattro punte, inserimenti contemporanei dei terzini e di un mediano (Cristante) per 45’ privi di senno. Il primo tempo è impari il duello tattico con Italiano. Il primo cambio dopo l’intervallo è Reynolds, a testimoniare la totale confusione. Viene salvato da una giocata di Dzeko e Mkhitaryan per strappare con moltissima difficoltà un settimo posto davvero poco decoroso. Quando si parla di signori nel calcio magari bisognerebbe vedere anche la professionalità con cui si fanno le cose, oltre al modo in cui si va davanti alle telecamere.

Calciomercato Roma: ultimi dettagli da limare per Oliveira. Ufficialità tra domani e mercoledì

(R.RODIO) La trattiva per regalare a Josè Mourinho il tanto atteso centrocampista è ormai ben avviata: la Roma sembra ormai convinta di potersi accaparrare le prestazioni di Sergio Oliveira del Porto, ma stando a quanto emerge la chiusura non sarebbe proprio imminente. L’emittente satellitare riporta di alcuni ultimi dettagli da limare tra i club: per lo sbarco di Oliveira nella Capitale, dunque, ci sarebbe ancora da aspettare un paio di giorni.

Folle, fragile e senza leadership: la Roma cade sotto i colpi della Juventus

(Federico Sereni) – Durissima da digerire, difficile da spiegare. Quanto accaduto ieri all’Olimpico ha lasciato un senso di stupore misto ad incredulità. Perché cose di questo tipo solo la Roma riesce a farle accadere in un pomeriggio da manicomio con i tifosi giallorossi che lasciano lo stadio sbattendo la testa al muro letteralmente impazziti.

E stavolta non c’entrano allenatori, la piazza o quant’altro. Qua probabilmente c’è bisogno di uno sciamano. Contro la Juventus la Roma domina in lungo e in largo per un’ora, portandosi addirittura sul 3-1 che poteva quasi dare sicurezza. Poi in sette minuti incassa tre gol. Sembrava di averle viste tutte e invece sul 3-4  Pellegrini fallisce anche un rigore. Gli  ultimi minuti finali con un uomo in più sono vani, nonostante i segnali positivi dopo la partita di San Siro tre giorni prima contro il Milan.

Vantaggio di Abraham, raddoppio di Mkhitaryan con deviazione fortunata, prima della perla su punizione di Pellegrini. Poi Locatelli, Kulusevski e De Sciglio, in soli sette minuti, ribaltano il punteggio e il risultato spedendo Mourinho nel profondo rosso. Proprio lo Special One ha rimarcato la mancanza di leadership perché un blackout così è inspiegabile ripescando una Juventus nell’abisso in cui l’aveva cacciata. La classifica si complica ulteriormente.