Roma-Juve: la dura lotta per la Champions

Francesca Palmeri – Dopo la sconfitta di giovedì contro il Milan, la Roma si prepara ad affrontare un altro big match, quello contro la Juventus. La partita si giocherà allo stadio Olimpico: da una parte c’è Mourinho, che dopo l’ultimo il k.o ha bisogno di ripartire nel modo giusto, dall’altra Allegri che continua ad inseguire la zona Champions. Uno scontro diretto tra due squadre, guidate da due allenatori vincenti. Non sarà però presente questa volta in panchina il bianconero, squalificato per una giornata dopo aver avuto un battibecco con l’arbitro sul finire della partita contro il Napoli. In casa Roma oltre alle assenze causa covid, lo Special One dovrà fare a meno di Rick Karsdorp e Gianluca Mancini. I due difensori giallorossi sono stati espulsi, entrambi per doppia ammonizione, nel match contro il Milan.

José e la vecchia signora

Domenica sarà ancora una volta Mourinho contro i bianconeri. La squadra piemontese è bersaglio principale delle ire e delle battute del tecnico portoghese fin dai tempi del triplete con l’Inter. La sfida dello Special One inizia nel 2009 con diverse dichiarazioni a sfavore della Juventus: “Non si è parlato della Juve che ha conquistato tanti punti con errori arbitrali. Contro di loro conviene schierare la formazione Primavera, perché sta arrivando il giorno dello scandalo”. Insieme alla storica frase: “Zeru tituli”, riferita anche alla Roma. L’allenatore giallorosso quando si trova ad affrontare la Juventus, è sempre vittima di  fischi da parte dei tifosi bianconeri. All’andata, persa dai giallorossi, ha ritirato fuori le tre dita mostrandole al tifo juventino, certamente non per segnalare il recupero. E poi c’è l’ultima uscita su Cristante: “Lui non è Bonucci”. A proposito di sanzioni arbitrali. Numerosi sono gli episodi che vedono il fuoco di Mourinho in questa continua sfida. Del resto, anche con Allegri i rapporti non sono mai stati sereni e distesi.

I momenti indimenticabili all’Olimpico

Roma-Juventus è una sfida che ha generato momenti indimenticabili, regalando immagini che viste oggi, a distanza di tempo variabile, riescono a contenere significati che vanno oltre il singolo incontro. La sfida tra le due squadre è un duello che ha origine dal lontano 1927, quando giallorossi e bianconeri si affrontarono per la prima volta in assoluto. Nelle 81 partite disputate all’Olimpico nei campionati di serie A la Roma è in vantaggio con 30 successi a 25. La prima vittoria della Roma in casa contro la Juventus, arrivò il 15 marzo 1931 e fu un sonoro 5-0. Una delle sfide più memorabili è quella del 1983. La Roma avviata verso lo scudetto si fa cogliere impreparata da una Juventus che trova la vittoria per 2-1. Nel 2002, la partita all’Olimpico termina 0-0: Francesco Totti, protagonista di innumerevoli Roma-Juventus, viene contrastato con efficacia dalla coppia composta da Ciro Ferrara e Paolo Montero. La signora strapperà lo scudetto dal petto dei giallorossi vincendo nell’ultima giornata. L’8 febbraio 2004, quando Totti e compagni rifilarono alla Juventus un secco 4-0 rimasto nella storia anche per il gesto del capitano a Igor Tudor: “4-0 e a casa. Anche nella stagione 2016/17 la Roma di Luciano Spalletti riuscì a superare all’Olimpico la Juventus per 3-1.

I precedenti 

Le statistiche sono tutte a favore della Juve. I bianconeri sono al momento imbattuti in sette delle ultime nove partite di Serie A contro la Roma. Nessuna squadra è mai riuscita a sconfiggere i giallorossi più della Vecchia Signora con 84 vittorie. La squadra capitolina però nelle ultime sei sfide casalinghe ha ottenuto tre successi, due pareggi e una sconfitta. Roma-Juve è anche la sfida tra i due allenatori, Allegri detiene il record dei successi contro Mourinho in Serie A, nessuno è riuscito a fare meglio. C’è da sottolineare che la Roma può ben sperare vista l’attuale scarsa potenza offensiva dei bianconeri: 28 goal in venti giornate pur andando al tiro ben 300 volte. Entrambe le squadre vengono da una partenza di campionato difficile, nelle ultime partite però la squadra bianconera è tornata in scia positiva. Sei sono state le vittorie, due i pareggi e solamente una sconfitta. Attualmente la Juventus è salita di diverse posizioni in classifica, raggiungendo a quota 35 punti il quinto posto. Le squadre sono in lotta per la zona Champions. Non si giocherà solo per la vittoria in un big match, ma per tre punti che valgono tantissimo per la classifica finale.

Milan-Roma 3-1, le pagelle: Abraham intruso, Smalling muraglia inglese ma crolla nel finale. Ibanez, ombre a San Siro

Roberto Gentili –  Nella calza per la Befana la Roma trova la sconfitta. Il debutto nel nuovo anno è amaro. La squadra di Mourinho – tornato a San Siro dopo dodici anni – viene sconfitta 2-1 dal Milan. L’avvio è in salita, di quelle quasi insuperabili. Dopo un quarto d’ora, lo svantaggio è doppio. Per un tocco di mano di Abraham sul tiro di Hernandez, il Var chiama Chiffi al Var. Viene dunque decretato il rigore, trasformato da Giroud (6’). Dopo dieci minuti Messias raddoppia (16’).

La Roma si affaccia per la prima volta dalle parti di Maignan – salvatore rossonero – alla mezz’ora. Zaniolo, però, calcia contro il portiere francese. A cinque minuti dal termine del primo tempo Abraham – questa volta intruso dalla parte giallorossa – devia il tiro di Pellegrini ed accorcia le distanze. Le distanze vacillano più volte nel secondo tempo. Il Milan colpisce due traverse: una con Diaz dalla distanza, l’altra su punizione dell’ex Florenzi. A sancire il risultato è il gol del 3-1 di Leao (82’).

LE PAGELLE

Rui Patricio 6 – Stringe i denti e non fa caso al dolore alla schiena. Puntuale e reattivo sul tiro da fuori di Hernandez. La conclusione, però, è deviata dal braccio di Abraham. Dal conseguente rigore è spiazzato da Giroud. Esce poi sul francese nel raddoppio, portandolo sul palo, che scaturisce la ribattuta vincente di Messias. Nel finale para il rigore ad Ibrahimovic.

Mancini 4,5 – Sorveglia il centro-destra e le sbavature sono ridotte al minimo. Accresce la propositività offensiva. Rovina tutto al rientro dagli spogliatoi. Nel secondo tempo, in una situazione d’uscita, si annebbia la ragione e sbaglia un semplice passaggio in area. Si offusca ulteriormente e verrà espulso dopo aver causato il rigore per il 3-1. Guarderà la sfida con la Juve da casa.

Smalling 5,5 – Muraglia inglese. Scappa a protezione della porta dopo il palo di Giroud, non riesce ad intercettare il preciso tiro del raddoppio di Messias. Vi riesce chiudendo ed allontanando ogni tentativo rossonero di sfondare. Crolla nel finale e lascia lo spazio per il terzo gol.

Ibanez 3,5 – Ombre a San Siro. Parte male perdendo un paio di due aerei, fa la frittata sbagliando un retro passaggio, effettuato a metà. Gli errori in fase di appoggio saranno una costante per tutta la gara. Non riesce inoltre a fermare le discese rossonere.

Karsdorp 4,5 – Parte a mille portandosi negli unici accenni – fino alla mezz’ora – giallorossi. Troppo basso un cross, ci manda poi Mkhitaryan. Rimane nel vivo delle azioni romaniste. Al 15’ perde una palla, la recupera orgogliosamente dopo un duello con Hernandez. Con l’esterno rossonero, poi, ingaggia un diverbio dopo che il transalpino aveva fatto finta di portare fuori la palla per permettere i soccorsi ad un compagno a terra in area, salvo però poi approfittarne per tentare un discesa. L’olandese non gradisce e glielo dice come più chiaramente non si può. Viene ammonito, poi espulso a poco più di un quarto d’ora dalla fine per un fallo proprio su Hernandez.

Mkhitaryan 5 – Inizia mettendosi al centro insieme a Karsdorp. Sembra il preambolo per accendersi, ma la fiammata non arriva. Il fuoco dell’iniziativa rimane piuttosto basso.

Veretout 5 – Dedito più all’interdizione nella parte iniziale dei primi 45’, è impreciso quando chiamato ad impostare. In ripartenza, Abraham è vicino a lui, ma non riesce ad appoggiare. Riceve una ditata nell’occhio da Diaz, ne paga le conseguenze con un paio di lanci alla cieca. Riprende la vista e la ragione fino al momento della sostituzione. Fa quel che può. (Dal 72’ Cristante 5 – Entra insieme ad El Shaarawy, altro ex in casa Roma. Stessa gara del Faraone, cui aggiunge solo più grinta, non utile).

Pellegrini 5,5 – Riprende il comando della Roma. Per trovare le giuste combinazioni non ci mette tanto. Pulisce con la solita – e rimpianta – eleganza tanti palloni. Davanti l’area, però, è impreciso nel toccare indietro per Mkhitaryan. Si ripete quando sventaglia – per la terza volta – Zaniolo: la sponda di Abraham è probabilmente troppo a destra per essere invitante. Lo è di certo il tiro deviato dall’inglese per accorciare le distanze. (Dal 72’ Felix 5 – Inaugura il nuovo anno con la solita foga. La stessa che lo porta a contrastare a tutta birra Maignan).

Vina 5,5 – Poco presente – non per demeriti suoi – nella manovra del gioco, scivola a vuoto contro Diaz che lo salta. Non fa lo stesso Messias, fermato da terra. Continua facendo il suo. (Dal 72’ El Shaarawy 5 – Disponibile dell’ultimo minuto, non porta qualcosa di utile per acciuffare il pareggio).

Zaniolo 5,5 – Dopo un paio di tentativi di ripartenze non andate a buon fine ed altrettanti vele, la prima vera chance capita sui suoi piedi. Mandato a tu per tu davanti a Maignan, viene però portato all’esterno: non può fare altro che tirare quasi addosso al portiere francese. Vezzoso, lento quando lanciato da Pellegrini. La rapidità di pensiero ed esecuzione mancata prima: tiro dalla distanza, deviato da Tammy. Riprende in mano il velo per ingannare Gabbia ed andare in area: qui cade a terra dopo il contatto con Tonali, in maniera regolare secondo Chiffi. Nella ripresa si prende la scena inserendosi oggi qualvolta la Roma super il centrocampo.

Abraham 5,5 – Intruso, in mezzo come mercoledì. Da una parte e dall’altra. Ingenuamente e/o in maniera sbadata, allunga il braccio sul tiro di Hernandez. Decretato il rigore, viene ammonito. Lesto nel girarsi dopo l’errore di Kalulu e lanciare Zaniolo a tu per tu con Maignan. Devìa poi il tiro da fuori area del compagno di reparto. C’è anche sul tiro di Pellegrini, girato a rete per accorciare il risultato. Esce scontento. E fa bene ad esserlo. (Dal 76’ Shomurodov SV).

Milan-Roma, l’incubo Zlatan Ibrahimovic

Francesca Palmeri – Concluso il 2021 con tre risultati consecutivi utili in Seria A (2V, 1N), la Roma domani alle ore 18.30 si troverà a San Siro per affrontare una delle avversarie più difficili di questo campionato: il Milan. La squadra rossonera dopo la partita persa contro il Napoli, ha ricominciato a correre verso la vetta della classifica grazie ad una convincente vittoria sull’Empoli.

Una sfida importante quella di giovedì per José Mourinho che torna al Meazza, suo luogo del cuore ai tempi del triplete con l’Inter. Dopo aver affrontato la squadra del diavolo diverse volte nella sua carriera, in questo campionato lo Special One si trova di fronte un Milan che lotta per lo scudetto, mentre la sua Roma è ancora lontana dalla zona Champions.

La Roma è riuscita a recuperare il suo capitano Lorenzo Pellegrini, ma deve comunque fare i conti con tre giocatori risultati positivi al Covid-19: Borja Mayoral, Fuzato e un giocatore rimasto nell’anonimato. La speranza è quella di non inciampare in nuovi spiacevoli inconvenienti a poche ore dalla sfida. Esclusi anche Diawara e Darboe volati in patria per la Coppa d’Africa. In casa Milan Kessiè, Bennacer e Ballo Tourè impegnati anche loro nello stesso torneo dei due giallorossi, mentre hanno recuperato Ibrahimovic, Leao e Rebic.

Ibrahimovic l’avversario più temuto 

Ovviamente il protagonista più temuto è sempre lui Zlatan, contro la Roma ha segnato 11 goal in Serie A, contro nessun’altra squadra è riuscito a fare meglio. Quella giallorossa è inoltre la compagine contro cui l’attaccante del Milan ha realizzato più marcature multiple nel massimo campionato. L’attaccante è a quota 154 reti in Serie A, in caso di goal salirà a 155 raggiungendo il 24° posto dei migliori marcatori di sempre nella storia del torneo.

La squadra capitolina però potrebbe trovare il suo jolly in Nicolò Zaniolo. Il Milan insieme alla Fiorentina è la squadra contro cui il classe ’99 conta più di una rete in Serie A. Inoltre c’è da tenere in considerazione l’intesa sempre più vincente con Tammy Abraham.

Roma e Milan una sfida continua 

Il Milan ha vinto le ultime due partite contro la Roma, i tre successi consecutivi però mancano dal 1996, quando sulla panchina rossonera c’era Fabio Capello e su quella giallorossa Carlo Mazzone. Da ricordare poi un’altra partita del campionato di Serie A che le due squadre hanno affrontato sempre durante il giorno dell’Epifania. Era il 6 gennaio 2004 e la vittoria andò al Milan per 2-1, due le reti di Shevchenko e una di Antonio Cassano. 

Grande rivalità da sempre: la Roma è la squadra contro cui il Milan ha ottenuto più successi in serie A77 le vittorie per i rossoneri, 51 i pareggi e solo 45 i successi della squadra capitolina. 

Con la possibile vittoria di giovedì il Milan salirebbe a quota 45 punti, avvicinandosi alla vetta della classifica dove in questo momento ci sono i cugini dell’InterIl 2021 è stato per la squadra di Pioli il secondo miglior anno per numero di vittorie in Serie A: nello scorso i rossoneri hanno ottenuto 27 successi, risultato inferiore solamente ai 28 del 1950.

Dal canto suo la squadra di José Mourinho ha vinto l’ultima trasferta di campionato e non ottiene due successi di fila fuori casa addirittura da agosto 2020: nel 2021 infatti i giallorossi hanno perso 12 gare esterne in Serie A e hanno fatto peggio solo nel 1949 e nel 1950 (16).

Il primo Abraham è promosso: gol, corsa e tanta qualità

(Federico Sereni) – È stato l’acquisto dell’estate, il più esoso almeno in termini di investimento. In ordine di tempo è però arrivato dopo Rui Patricio, Shomurodov e Viña e ha fatto inevitabilmente molto più clamore. Il 15 agosto è sbarcato a Roma Tammy Abraham, l’attaccante del Chelsea campione d’Europa in carica, pronto a prendersi il 9 lasciato libero dall’altro centravanti che tanto bene ha fatto nella Capitale, Edin Dzeko. Mourinho dirà poi che il mercato è stato di “risposta”, ma le aspettative sul centravanti inglese sono tante perchè l’investimento da 40 milioni di euro e un contratto fino al 2026 significa tanto, troppo.

Certo, difficile prendere il trono di un centravanti come Dzeko che ha fatto innamorare i tifosi giallorossi con i suoi 119 gol in 260 presenze, con giocate da fuoriclasse e colpi da campione, diventando anche il terzo miglior marcatore e il miglior marcatore straniero della storia della Roma. Dunque tante aspettative, l’ombra del bosniaco alle spalle, l’investimento fatto: tanti gli ingredienti per poter fallire in una piazza calda e pazza come quella romana. Qualcuno avrebbe potuto pensare anche alla poca esperienza del centravanti inglese, che magari avrebbe fatto fatica ad adattarsi ad un calcio diverso.

Ma la risposta di Abraham in questa prima parte della stagione è stata esaltante. Ma partiamo dall’inizio. L’attaccante inglese, arrivato da pochi giorni a Roma, viene schierato a sorpresa dal 1′ contro la Fiorentina in un Olimpico “pieno”. Il match finisce 3-1 e a segnare sono Mkhitaryan e Veretout, ma la scena la ruba quel ragazzo arrivato da Londra da qualche giorno. Abraham chiude il match con due assist, una traversa e riesce provocare l’espulsione di Dragowski. Mette in campo poi un repertorio di dribbling, passaggi e sponde che entusiasma i tifosi dell’Olimpico. Poi il primo gol contro la Salernitana (un destro micidiale a baciare il palo) e quello contro l’Udinese (di tacco e a porta sguarnita). Poi una piccola flessione dopo la sconfitta contro la Lazio, ma l’ambientamento al calcio italiano non è mai semplice e Mourinho lo sa bene tanto che lo difende quando cominciano a venire fuori alcune critiche: “Viene da una squadra, il Chelsea, che è abituata a dominare e in cui le punte che devono pensare solo segnare. Da noi deve anche lavorare per la squadra. Deve crescere anche a livello fisico e di fatica“.

La svolta però arriva con il Venezia quando Mou decide di cambiare modulo, di passare al 3-5-2 e dare un sostegno accanto ad Abraham, un altro centravanti a supporto. Da quel momento Tammy trova continuità e rendimento costante che lo portano a segnare in quella partita in Laguna (persa poi 3-2), contro il Torino e nella fantastica vittoria per 4-1 contro l’Atalanta. In Conference è attualmente il capocannoniere con 6 gol. Il bottino tra Serie A e Conference League recita 12 gol e 3 assist: uno score da invidiare anche se solo paragonato a quello del suo predecessore al primo anno in Italia. E pensare che senza la sfortuna e problemi di mira sarebbe già a 20 gol: il centravanti in questo scorcio di stagione ha già colpito 8 legni.

A proposito dei numeri di Dzeko: il centravanti bosniaco aveva deluso al suo arrivo dal Manchester City con appena dieci gol in tutta la stagione tra campionato e Champions. Abraham lo ha già superato a metà della stagione: se questo è l’inizio c’è da divertirsi.

Roma, caccia al centrocampista | Da Kamara a Tolisso, tutte le piste da monitorare

La Roma alla caccia di un mediano di spessore nel mercato di gennaio. Ecco i profili adatti e perché.

Kamara (LaPresse)

(R.Rodio) – Obiettivo centrocampo per la Roma di José Mourinho. Il portoghese già dalla scorsa estate continua a non nascondere il bisogno di un regista, ovvero un calciatore che sappia dare qualità e geometrie alla manovra.

In estate, sfumata la pista Granit Xhaka dell’Arsenal, la Roma è rimasta col cerino in mano. Zero innesti nel reparto mediano ed una insoddisfazione palese del tecnico, il quale già in preparazione aveva bocciato gente come Diawara, Villar e Darboe, indicandoli come esuberi dalle caratteristiche vane.

Gennaio sarà il mese del rinforzo obbligato. Ma i tifosi si scordino da subito innesti di valore e spessore. La Roma, in particolare il d.g. Tiago Pinto, coglierà le occasioni convenienti. Vale a dire: occhio a coloro che sono in scadenza di contratto o chi è in uscita dal proprio club.

Kamara in pole, piace anche Grillitsch

Grillitsch (Lapresse)

In queste ore la Roma starebbe accelerando per Boubacar Kamara. Si tratta di un classe 1999, francese di origini senegalesi. Titolare del Marsiglia, ha già fatto sapere di non voler rinnovare il proprio contratto. Kamara lascerà la Francia già a gennaio, visto che non mancano le pretendenti estere.

I giallorossi, che vantano ottimi rapporti con la dirigenza dell’OM, sono in corsa. Kamara piace a Mourinho perché giovane e abile sia in costruzione che in interdizione, un vero ‘tuttocampista’ per presente e futuro. Il problema è la concorrenza di Juve, Milan, Manchester United e Newcastle.

L’alternativa è Florian Grillitsch. Austriaco, titolarissimo della sua nazionale e dell’Hoffenheim. Qualità simili a quella di Kamara per il 26enne, che vanta forse maggiore abilità in zona offensiva (sa fare anche la mezzala) e più esperienza internazionale. Le sue ottime prove ad EURO 2020 lo hanno reso un mediano apprezzatissimo.

Le altre occasioni del mercato invernale

Kamara o Grillitsch. Ma non solo. In orbita Roma è finito lo spagnolo Marc Roca, in uscita dal Bayern Monaco. Può arrivare in prestito, piace per le qualità da regista ma convince di meno per la futura difficoltà nell’ingaggiarlo eventualmente.

Sempre da Monaco occhio a Corentin Tolisso. Il campione del mondo con la Francia nel 2018 non viene considerato utile dal tecnico Nagelsmann e lascerà il Bayern a giugno. Non è escluso che possa diventare un obiettivo per Mourinho, ma spaventano i circa 7 milioni netti di ingaggio.

Due elementi in osservazione dalla Premier League: l’egiziano Mohamed Elneny (Arsenal) e l’inglese Harry Winks (Tottenham). Stimati da Mou, possono anche lasciare i rispettivi club. Ma per la Roma diventerebbero affari tecnicamente impossibili se arrivasse Maitland-Niles e si chiudessero così gli slot per i calciatori extra UE.

In scadenza di contratto anche i vari Xeka (Lille), Axel Witsel (B. Dortmund) e Hector Herrera (Atl. Madrid). Tutte possibili occasioni per donare qualità al centrocampo giallorosso. Ma il vero obiettivo della Roma che verrà si chiama Douglas Luiz: mediano tuttofare dell’Aston Villa, brasiliano che fa impazzire sia Mourinho che Pinto. Scadenza 2023, costo sui 30-35 milioni: un affare da valutare più per giugno che per gennaio.

Maitland-Niles, chi è l’esterno che è molto vicino alla Roma

(Federico Sereni) – In queste ore la Roma sembra aver trovato il nuovo esterno che può dare, al contrario di Bryan Reynolds, un po’ di respiro a Rick Karsdorp. Si tratta di Ainsley Maitland-Niles dell’Arsenal e cresciuto praticamente nei Gunners sin da bambino. Nato il 29 agosto del 1997 l’inglese può ricoprire diversi ruoli. Quello più gettonato l’esterno tutta fascia, proprio quello che fa l’olandese nel nuovo 3-5-2 di José Mourinho. All’occorrenza può esprimersi anche come terzino destro classico o anche come centrocampista centrale: ruolo che ha ricoperto in qualche occasione anche in questa stagione con Arteta.

LA CARRIERA

Di gran fisico e molto piazzato sembrava avere una carriera da predestinato. Il suo esordio con la maglia dei grandi dell’Arsenal arriva nella stagione 2014/2015 a soltanto 17 anni: una presenza in Premier League ed un’altra in Champions League. Da lì il prestito all’Ipswich Town in Championship dove colleziona ben 30 gettoni. È tutto pronto per il grande salto che arriva, però, soltanto due anni dopo. Dall’annata 2017/2018 spicca il volo. Entra in pianta stabile nella prima squadra dell’Arsenal e non ne esce più fino al prestito dello scorso anno, per metà stagione, al WBA sempre in Premier. In totale 132 apparizioni con gli inglesi. Inoltre vanta 5 presenze con la Nazionale maggiore dell’Inghilterra.

CHI È

Giocatore molto duttile che nasce come terzino destro. Principalmente, però, è un esterno tutta fascia che fa avanti e indietro senza problemi. Di piede destro è il perfetto sostituto/cambio di Karsdorp. Dotato di ottima corsa può giocare anche come centrocampista centrale aiutato dal fisico. In questa stagione Arteta, nelle 8 partite giocate, lo ha utilizzato prettamente in questo ruolo. Può essere un ottimo jolly, ma alla Roma, che comprerà anche un mediano (Grillitsch è il favorito), verrà per coprire quel ruolo che Reynolds lascerà libero.

FIFA 22, la review di Spinazzola “Winter Wildcards”: 87 di valutazione

(Federico Sereni) – Il periodo natalizio sorride alla Roma su FIFA 22. La EA Sports va avanti con i suoi eventi regalando ai giallorossi una nuova carta molto molto forte. Si tratta di Leonardo Spinazzola versione “Winter Wildcards dalla valutazione di 87. Ruolo esterno tutta fascia che col modificatore possiamo tranquillamente mettere come terzino sinistro. In game si presenta bello piazzato ed è uno dei migliori terzini presente su FIFA 22, sicuramente il top in Serie A alla pari di Theo Hernandez. Perfetto per attaccare anche se il tiro, come vedremo in seguito, non è un granchè, ma si possono sfruttare i cross bassi che quest’anno vanno per la maggiore.

LA CARTA

L’upgrade con il suo oro base è notevole. +4 di overall, ma soprattutto un innalzamento generale dei valori. Non cambia il piede debole, sempre 4, mentre si evolvono le mosse abilità: Spinazzola ha 5, il valore massimo. Questo ci permetterà di fare dei notevoli trick per sfuggire al nostro avversario e sulla fascia hanno sempre una valenza doppia. Il resto dei numeri è di grido. Se la velocità era già molto alta, i valori che sottolineamo sono quelli di difesa che arriva ad 82 e fisico che da 70 passa a 78. Quindi avremo un giocatore più solido e attento in fase difensiva.

Per avere una formazione esotica lo possiamo anche mettere esterno tutta fascia, un po’ come faceva con la Roma di Fonseca. Lo stile intesa da utilizzare è “spina dorsale” visto che non ha bisogno di aumentare la velocità. Se proprio lo volete fare allora mettete “ancora“. Il prezzo è accessibile a tutti. Costa 130mila crediti anche perchè con tante carte sul mercato quest’anno i costi dei giocatori sono al ribasso.

Atalanta-Roma, le pagelle: Abraham e Zaniolo show, Smalling comanda. Veretout ad alta qualità

(Federico Sereni) – Razzia giallorossa a Bergamo. La Roma annienta l’Atalanta, vincendo il primo big match stagionale e continua a vedere il quarto posto. Gli uomini di Mourinho annientano la squadra giallorossa con un netto 4-1. Neanche un minuto ed Abraham avvia le danze, dopo un prezioso dialogo con Zaniolo. Il numero 22, poi, raddoppia, avviando da sé l’azione: verticalizzazione di Mkhitaryan, tocco di tacco per Veretout e via a trafiggere Musso sul primo palo.

A fine primo tempo l’Atalanta si affaccia con il tiro di Muriel, arrivato dentro la rete di Rui Patricio grazie alla decisiva deviazione di Cristante, cui infatti sarà poi accreditata la rete. La Roma regge il constante forcing atalantino, punendo la squadra di Gasperini non appena si crea l’occasione. Veretout indossa nuovamente le vesti da assistman e dipinge una precisa punizione per il piede di Smalling che vale il tris. Dopo dieci minuti arriva anche il poker, firmato nuovamente da Abraham.

Gara superlativa di ogni singolo elemento. Rui Patricio porta serenità mostrandosi sempre sicuro, non riuscendo per poco ad allontanare la deviazione di Cristante. Mancini ed Ibanez sono fedeli e perfetti scudieri di Smalling. Sia l’italiano che il brasiliano fanno registrare una gara super, allontanando tutti i pericoli bergamaschi. A coordinare le operazione è l’inglese, sempre più fondamentale nell’economia giallorosso. Non pago della marcatura perfetta cucita su Zapata, trova – per la seconda volta – il gol.

Si sapeva che il centrocampo sarebbe stato zona nevralgica del gioco e Cristante e Veretout non si sono fatti trovare impreparati. Anzi. Presenti su ogni pallone, lavato e pulito con estrema cura. Si contiene ma è comunque prezioso Karsdorp, Vina limita Hateboer mostrando anche progressi difensivi. Illuminano il Gewiss Stadium Abraham e Zaniolo, sempre più dentro i meccanismi di una coppia d’attacco che potrebbe essere il punto di forza della compagine romanista. Importante anche l’apporto di Shomurodov, entrato verso fine gara e presente nell’azione del poker.

LE PAGELLE

Rui Patricio 7; Mancini 7,5, Smalling 8, Ibanez 7,5; Karsdorp 7, Veretout 7,5, Cristante 6,5, Mkhitaryan 7, Vina 7; Zaniolo 8, Abraham 8. Subentrati: Shomurodov 6,5, Calafiori sv, Bove sv, Kumbulla sv. Allenatore: Mourinho 8.

Atalanta-Roma, le pagelle: Abraham “Black King”.

(R.Rodio) – La Roma sbanca Bergamo e rifila 4 gol all’Atalanta. La squadra di Mourinho è stata tatticamente perfetta nel colpire in contropiede, tenendo un possesso palla bassissimo e andando subito in verticale. Splendide le prestazioni di Abraham e Zaniolo davanti e Smalling dietro, ancora una volta in gol. Rui Patricio una garanzia. Di seguito i voti e i giudizi di tutti i giocatori giallorossi scesi in campo.

RUI PATRICIO 7 – Sicuro e brillante, soprattutto nel disinnescare le bombe dalla distanza di Djimsiti e Malinovsky. Beffato solo dalla deviazione di Cristante, per il resto è glaciale.

MANCINI 7 – Il capitano di giornata gioca due partite parallele: quella contro l’attacco dell’Atalanta, disinnescato con brillantezza. E quella contro il suo classico nervosismo, finalmente tenuto a bada. Consueta ammonizione a parte, è l’emblema della sicurezza.

SMALLING 8 – Oggi è giunta la conferma di quanto detto già nei giorni scorsi. Le assenze forzate per infortunio dell’inglese hanno tolto punti e certezze a questa Roma. Leader totale, imprescindibile sia sulle palle alte che nei duelli con lo scomodo Zapata. E se si mette a segnare con continuità…Novello the wall.

IBANEZ 7,5 – Mandato in campo non al 100%, il brasiliano conferma di vivere un momento esaltante. Non perde un duello, è concentrato come non mai e costringe Ilicic ad una partita marginale. Memore del flop dello scorso anno a Bergamo, l’ex di turno si esalta.

KARSDORP 7,5 – Sacrificio e polmoni. Nel primo tempo è costretto a difendere più che ad offendere, ma si comporta sempre con ordine. Quando l’Atalanta gli lascia spazio, sa anche pungere in ripartenza. La perla della sua prova è la maturità con cui gestisce ogni pallone scomodo.

CRISTANTE 6,5 – Al netto delle difficoltà nella gestione del pallone, palesi e ampiamente previste, il suo vantaggio è stato condurre una gara in costante verticale. Senza tanti fronzoli prova la continua imbucata per gli scatti degli attaccanti, ribaltando il fronte di gioco. Interpreta bene la richiesta di Mourinho e cancella la sfortuna dell’autogol. Era riuscito nella clamorosa impresa di realizzare una doppietta nella proprio porta, ma il fuorigioco di Palomino cancella tutto.

VERETOUT 7,5 – Ancor meglio dell’assist per il raddoppio di Zaniolo è il modo in cui riesce a “salvarsi” il ginocchio. Sembrava il classico crociato e invece nella ripresa corre ancora di più fugando ogni dubbio. Quando le gambe lo assistono è imprescindibile per peso specifico e capacità di accompagnare l’azione offensiva. Due fasi svolte con la medesima intensità e duello con Freuler stravinto.

MKHITARYAN 7 – I giorni migliori, in cui partiva palla al piede con strappi micidiali sono lontani, ma l’intelligenza del giocatore superiore si vede eccome. Spesso lucido in situazioni delicate e con un’ottima predisposizione al sacrificio. Bravo anche a cucire tra le linee, facendo saltare il pressing avversario.

VINA 7 – Torna in forma e torna finalmente il terzino attento e generoso ammirato al Palmeiras. Tiene la posizione e non consente ad Hateboer le sue consuete sgroppate. Ordem e Progreso.

ZANIOLO 8 – Dopo 2 anni cupi e pieni di difficoltà è finalmente tornato al top in un big match. In realtà dal punto di vista fisico ha ancora tanta strada da fare, ma tecnicamente oggi è un piacere per gli occhi. Il suo gol, primo in campionato, è roba di altissima scuola, tra colpo di tacco di prima e strappo decisivo in area. Ci mette tutta la verve necessaria e anche qualcosa di più. Esce stremato tra gli applausi dei compagni.

ABRAHAM 9 – Oggi, forse per la prima volta in stagione, si è visto il vero Tammy Abraham. Prestazione monumentale e non solo per la doppietta. Caparbio nell’azione del primo gol, resistendo anche a un colpo dietro la testa, freddissimo in occasione del raddoppio, da vero bomber. Ma la sua gara è fatta anche di tanti gesti pregevoli e di un lavoro spalle alla porta di altissima qualità. Se inizia a sciogliersi anche dal punto di vista realizzativo siamo a cavallo.

dal 68′ SHOMURODOV 6 – Sufficiente per la partecipazione all’azione del 4-1 finale. Ma sui contrasti resta sempre un passo indietro.

dal 87′ CALAFIORI S.V. – Rigettato nella mischia per difendere sull’out mancino.

dal 90′ KUMBULLA e BOVE S.V. – Ingressi nel recupero giusto per spezzare il ritmo.

MOURINHO – Una sfida preparata alla perfezione nel minimo dettaglio. Una vittoria tattica su Gasperini degna di Inter-Barcellona del 2010. Bassissimo possesso palla e perfetta interpretazione del contropiede, con verticalizzazioni micidiali. Dopo due anni la Roma torna a vincere un “vero” big match, forse contro la squadra più in forma della Serie A insieme all’Inter. Un’iniezione di fiducia che deve spingere la società a fare qualcosa di più sul mercato. Con gli uomini giusti ci si potrà divertire sul serio.

Tony Basha (talent scout di Volpato): “È capace di risolvere la partita con una giocata. Ha un ottimo rapporto con Mourinho, è molto premuroso. È prettamente un 10”

Roberto Gentili –  Nella nefasta serata di sabato, c’è chi ha trovato comunque un sorriso. Negli ultimi minuti della gara tra Roma ed Inter, con il risultato oramai compromesso, José Mourinho ha deciso di regalare le battute finali a Cristian Volpato, talento italo-australiano che nella Primavera di Alberto De Rossi ora  – e nelle formazioni minori giallorosse prima –  ha incantato a suon di giocate di pregiata fattura e gol (4 gol e 3 assist sin qui).

La storia di questo giovane ragazzone (187 cm) parte da lontano, molto lontano. Nato in Australia 18 anni fa – a Camperdown, sobborgo a ovest di Sydney – per vedere riconosciuto il suo talento ha dovuto fare il viaggio inverso dei suoi genitori, entrambi italiani (la madre è australiana, ma di origine italiana).

Scartato da diverse squadre australiane perché considerato non adatto alla A-League, la serie A locale, è stata la Roma a credere in lui. E non solo. A gestirlo è infatti Francesco Totti – presente proprio sabato all’Olimpico dopo due anni di assenza – attraverso la Ct 10 Management guidata dall’agente Fifa Giovanni Demontis.

Per scoprire il suo percorso, abbiamo contattato Tony Basha, proprietario e direttore tecnico dell’Australasian Soccer Academy, la scuola calcio di Sydney da cui è partita l’avventura di Volpato.

Sabato Volpato ha debuttato in Serie A. Quali sono le sue sensazioni?

Piangevo mentre lo vedevo. Ha lavorato duramente per arrivare dov’è. Ha reso me e tutta l’accademia fieri, soprattutto i suoi ex compagni.

Cosa ha detto Volpato sull’esordio? 

Era nervoso e contento per il debutto davanti ad un pubblico magnifico. Era però triste per il risultato.

Com’è il rapporto con José Mourinho? 

Ha un ottimo rapporto con lui. Gli piace molto José, è un allenatore molto premuroso.

Volpato è stato rifiutato da diverse squadre australiane. Cosa è successo?

In Australia agli allenatori non piacciono i giocatori talentuosi, preferiscono i robot. L’Australia inoltre non ha un sistema di scouting. Io però sapevo delle sue qualità, per questo l’ho proposto alla Roma.

Come è arrivato alla Roma?

Parlai con il mio grande amico Fabrizio Piccareta (ex allenatore della formazione U17 giallorossa, ndr) e gli proposi Cristian. Mi disse di mandarlo a Roma.

Oltre alla Roma, altri club italiani erano interessati?

No, abbiamo parlato solo con la Roma. È un grande club.

La miglior posizione per lui è come trequartista?

Cristian è un giocatore forte, capace di risolvere la partita con una giocata. Mi piace come trequartista, anche come ala. È però un ottimo 10.

Secondo lei, Volpato sceglierà l’Italia o l’Australia? 

Mi piacerebbe giocasse per l’Italia. Giocherebbe competizioni migliori e continuerebbe a confrontarsi con standard alti. L’Australia ci proverà ad averlo. Lo hanno già chiamato per l’Under 23, ma ha rifiutato.

Altri giocatori arriveranno alla Roma dall’Australasian Soccer Academy?

Sì, ovviamente non vediamo l’ora di mandare altri giocatori alla Roma, un grande club e tra i migliori al mondo. Abbiamo diversi ragazzi con passaporto italiano molto bravi all’accademia. Non c’è stato però nessun tipo di approccio con il club. Abbiamo inoltre un’ottima collaborazione con la Spal. Dobbiamo mandare i migliori giocatori, come Cristian. Li stiamo preparando.