Le PAGELLE di H. Verona-Roma: Spinazzola ad alta velocità. Pedro, prime perle. Diawara farraginoso

(R.Rodio) – Ricomincia il campionato e così anche le nostre pagelle: ecco i voti assegnati ai calciatori di Verona e Roma dopo il match del Bentegodi terminato 0-0:

-HELLAS VERONA-

Silvestri 6.5; Cetin 6, Gunter 6.5 (Ruegg s.v.), Empereur 6 (Lovato 6.5); Faraoni 6.5, Danzi 6, Veloso 6.5, Dimarco 6; Tameze 6 (Barak 6), Tupta 5 (Zaccagni 6); Di Carmine 5.5 (Ilic s.v.). All. Juric 6.

-ROMA-

Mirante 7 – Fonseca sceglie la sua esperienza per difendere la porta giallorossa. Ci mette il gambone e salva il gol fatto di Tameze. Dignitosissimo numero uno.

Mancini 6 – Tosto ma ancora troppo falloso. Ci mette sempre il fisico e ingaggia bei duelli con Di Carmine prima e Zaccagni poi.

Cristante 6 – Nel complesso positivo il suo apporto da difensore centrale. Rischia di compromettere la prova lasciando completamente solo Di Carmine nel finale, che però grazia la Roma. Encomiabile per impegno, ma la squadra ha bisogno di un centrale vero e proprio.

Ibañez 6 – La sua velocità è molto importante per il reparto ma deve capire fino a che punto spingersi con le giocate. A volte parte palla al piede alla carica dimenticandosi del ruolo che ricopre. Se disciplinato può togliere soddisfazioni.

Karsdorp 6,5 – Zittisce gli scettici con una prova positiva a tutto tondo. Tira fuori due chiusure difensive determinanti e tecnicamente dimostra di poter giocare a certi livelli. Bello il duello ingaggiato con Dimarco. Peccato che le sue fibre muscolari tendano, come oggi, troppo spesso a frenarlo sul più bello. (72′ Santon 6 – Onesto finale di gara, buoni anticipi difensivi e qualche cross fuori misura).

Diawara 5 – È il regista della squadra ma gioca come un terzino. Tocchi semplici e quasi spesso a due metri in orizzontale. Mai una fiammata, mai un’intuizione. Quel ruolo deve dare il quid alla squadra per elevarsi ma se la qualità non c’è diventa un bel problema. Analizzando la squadra forse la prima necessità è proprio lì in mezzo. Torreira cercasi. (88′ Villar s.v. – Pazzesco che il miglior romanista del precampionato venga gettato nella mischia solo per un paio di minuti).

Veretout 6 – Stasera meno qualità e più quantità. Gli tocca fare a sportellate contro la mediana del Verona. Pericoloso solo su un calcio di punizione che Silvestri neutralizza senza affanni.

Spinazzola 7,5 – Di gran lunga il migliore in campo. Si divora spesso e volentieri Faraoni, tiene da padrone la fascia e regala assist invitanti, che però Mhkitaryan e Pedro non sfruttano. La volée sulla traversa nel finale ricorda un Candela d’annata.

Pellegrini 6 – Lievi segnali di leadership. Gioca un buon primo tempo, trovando trame interessanti sullo stretto. Nella ripresa, prima di uscire stremato, sfiora il colpaccio con un destro a girare. (78′ Kluivert 6,5 – Entra bene e dimostra voglia di fare con un paio di sgroppate da manuale. Poteva servire anche prima).

Pedro 6,5 – La qualità è superiore e si vede nel debutto in Serie A dell’ex Chelsea. Nonostante non giocasse 90′ da tempo, dimostra di essere una spina nel fianco. Corre, dribbla e sfiora il gol, ma manca di lucidità. Quando sarà al top ne farà vedere delle belle.

Mkhitaryan 6 –  La sintesi tra un 5 per la precisione e un 7 per la vivacità. Da falso nueve dimostra di poter essere attivo e pericoloso, ma non sfrutta le occasioni capitate negli ultimi 16 metri. Sarà tutt’altra storia con un riferimento offensivo a dargli manforte.

all. Fonseca – La scelta di portare Dzeko in panchina con l’idea di non poterlo schierare già di per sè lascia perplessi. Buona la proposta di gioco con palla a terra e fraseggio stretto con i pesi leggeri davanti. Quando il ritmo si mantiene alto il Verona soffre la qualità tecnica espressa, purtroppo però manca un pizzico di precisione. Inspiegabile iniziare le sostituzioni al 72’ vista la possibilità di effettuarne 5 e con mezza squadra sulle gambe. Diawara, tra i peggiori in campo, lascia il campo troppo tardi a Villar, uno dei più brillanti in questa pre-season. Al di là della punta e dei rinforzi sul mercato c’è la sensazione che qualcosa debba migliorarla anche il mister. Quando il piano A non funziona, non esiste un piano B in corso d’opera. Non brillantissimo nelle letture durante il match e spesso troppo silenzioso.