Le scuse pericolose dell’Aia al Milan: la Roma aspetta ancora…

(Federico Sereni) – Quello andato in scena ieri sera dopo Milan-Spezia è un episodio che rischia di essere pericoloso per il resto del campionato, e anche per quello passato. Le scuse dell’Aia rivolte al Milan dopo il grossolano errore dell’arbitro Serra segnano letteralmente una spaccatura tra chi riceve dei trattamenti e chi ne riceve altri. Ci sta che lo stesso fischietto si scusi in campo per non aver visto/dato il vantaggio, ma deve finire lì. Un’associazione deve rimanere ferma sul proprio lavoro dicendo, al massimo, “l’arbitro ha sbagliato e daremo uno stop“. Le scuse, invece, sono decisamente troppo.

LA ROMA ASPETTA

Quello che è successo ci porta indietro al 17 ottobre del 2021 quando alla Roma, contro la Juventus, non venne dato un vantaggio a porta vuota con Abraham che aveva insaccato il gol del pareggio. Ci fu un rigore (sbagliato da Veretout) e le spiegazioni assurde del signor Orsato che dimostrò di non conoscere, o almeno questo è trapelato, il regolamento: “Il portiere esce, rigore, fuorigioco, e se non fischio? Sui rigori non si dà vantaggio. E poi date la colpa a me perché ha sbagliato il rigore?“, le parole a Bryan Cristante nel tunnel degli spogliatoi. In quel caso non arrivarono scuse da parte dell’Associazioni Italiana Arbitri ma soltanto una piccola frase “errore-non errore” che non vuol dire letteralmente nulla. O è errore o non lo è. Così come per i restanti torti arbitrali avuti, di cui non stiamo qui a fare un elenco, c’è stato soltanto un grande silenzio. La Roma aspetta ancora, così come aspetta anche l’indignazione dei media che, invece, in queste ore sta spopolando.

Roma-Cagliari, sfida ricca di goal. João Pedro la bestia nera

Francesca Palmeri – Dopo la partita di domenica contro la Juventus, una ferita ancora aperta in casa Roma, c’è bisogno di un riscatto. La 22° giornata di campionato vedrà i giallorossi contro il Cagliari di Mazzarri. Appuntamento oggi pomeriggio allo Stadio Olimpico di Roma ore 18.00. Dal canto suo Mourinho, dopo i giorni di sofferenza per la mancanza di molti dei suoi giocatori, avrà a disposizione i due nuovi acquisti del mercato di gennaio: Oliveira e Maitland-Niles. Entrambi già schierati nelle probabili formazioni. Necessario vincere per invertire il trend non positivo in Serie A. La Roma non vince da tre partite. Un digiuno di successi mai raggiunto prima in questa stagione, limitandosi fino ad ora ad un massimo di due partite di fila.

Mourinho contro Mazzari

Vecchi ricordi per José. Il primo incontro tra i due tecnici risale al 30 agosto 2008, quando Mazzarri guidava la Sampdoria e Mourinho l’Inter. Gara d’esordio per lo Special One: il match terminò 1-1 al Luigi Ferraris. I due ebbero l’occasione di incontrarsi anche in Premier League. Il più recente incontro ovviamente risale al 2021, un Cagliari-Roma che vide i giallorossi vittoriosi per 1-2. Complessivamente, si contano 8 partite: 4 vittorie per Mourinho, 2 pareggi e 2 successi di Mazzarri. Sono molti di più gli scontri avvenuti tra Mazzarri e la Roma, in totale se ne contano 26. Anche in questo caso l’ago della bilancia pende dalla parte dei giallorossi: 14 vittorie, 7 quelle del tecnico e 5 pareggi. Il toscano è stato avversario della Roma con diverse squadre: Reggina, Sampdoria, Napoli, Inter, Torino e per l’appunto Cagliari. Walter Mazzarri oltre che da avversario è stato spesso accostato alla società giallorossa. La prima occasione è sfumata perché la presidente Rosella Sensi in extremis lo bocciò, chiamando a Trigoria Claudio Ranieri per il post Luciano Spalletti, era settembre 2009. Il 6 ottobre successivo Walter venne ingaggiato dal Napoli al posto di Roberto Donadoni. La seconda occasione non si realizzò per sua scelta. Nel 2013 la Roma cercava un tecnico e le occasioni erano due: Allegri, sotto contratto col Milan, e Mazzarri, a fine relazione con il Napoli. Scelse l’Inter e alla Roma giunse Rudi Garcia. Si può quindi dire che quella tra il tecnico dei rossoblù e la Roma è una storia in realtà mai nata.

Pellegrini, una partita che vale 100

L’esordio del capitano giallorosso arriva nel 2015 a Cesena. Al momento sono 172 le partite disputate ed oggi potrebbe arrivare la vittoria numero 100 per il giovane capitano. Nella storia della Roma, i giocatori ad aver vinto almeno 100 partite sono 37. Francesco Totti è il primo in questa classifica con 396 affermazioni. Il match di andata finì 1-2 per la Roma, a segnare il goal della vittoria fu proprio il capitano Lorenzo Pellegrini. Una delle sue punizioni all’incrocio dei pali portò la Roma al momentaneo quarto posto in classifica.

Precedenti  

L’unica vittoria del Cagliari contro la Roma nelle ultime 15 gare di campionato risale al 3-2 della scorsa stagione, per il resto i giallorossi hanno conquistato 10 vittorie e ci sono stati 4 pareggi. Quella tra Roma e Cagliari è da sempre una sfida ricca di reti, negli ultimi quattro incontri tra le due squadre sono stati segnati complessivamente 20 gol, cinque di media a gara. Andando ad analizzare la scia attuale delle due squadre, il Cagliari ha vinto le ultime due gare di campionato, entrambe in rimonta e per 2-1. La Roma ha ottenuto solo due successi nelle ultime sette gare in Serie A perdendo inoltre le due partite. I sardi riescono ad essere decisivi negli ultimi 20 minuti, quattro degli ultimi sei gol del Cagliari in Serie A sono arrivati proprio dal 70′ in poi. Puntati gli occhi anche su João Pedro che ha segnato sei gol contro la Roma in Serie A, tutti nelle cinque sfide più recenti contro i giallorossi.

Geometrie, grinta e personalità: Sergio Oliveira, un gladiatore per Mourinho

(Federico Sereni) – José Mourinho può finalmente gioire. Ha finalmente il centrocampista che chiedeva ormai da mesi. Dal mercato estivo che, con le vicende Spinazzola e Dzeko, ha cambiato fisionomia durante il suo percorso. Questi mesi sono stati di pura sofferenza per la Roma: due titolarissimi (Cristante e Veretout), pochi cambi a disposizione usati col contagocce e quando chiamati all’appello non sempre hanno risposto presente. Diawara, Villar (soprattutto), Bove e Darboe non hanno mai impensierito il duo degli intoccabili e non hanno mai scalfito il pensiero di Mourinho: voglio un centrocampista.

ECCO IL CENTROCAMPISTA

Appena iniziato gennaio il tecnico portoghese è stato subito accontentato. Prima le voci su Zakaria, poi Grillitsch, poi Kamara ed infine lo scacco matto: Sergio Oliveira. L’ex Porto era nella lista dei desiderabili già ad agosto, ma per tempistiche e folla nel reparto, non è arrivato. In questa stagione ha giocato poco, ma è rimasto comunque un faro per tutti i ragazzi che militano nei Dragoes. Conceicao e i tifosi, poi, non sono stati felici di questa decisione da parte della società che aveva fatto una promessa ad Oliveira: qualora fosse arrivata un’offerta da una società importante lo avrebbero lasciato andare. Così è stato.

CLASSE E GRINTA

L’arrivo di Sergio Oliveira cambia fisionomia al centrocampo della Roma. E’ un giocatore elegante, che sa sempre cosa fare e dalle ottime geometrie (tira magistralmente anche punizioni e rigori). Descritto così sembra soltanto un regista puro, ma a tutto questo aggiunge altre qualità. Grinta, personalità, contrasti. In questo giocatore c’è tutto ciò che alla Roma serve soprattutto sotto la voce personalità. In molte partite, soprattutto le ultime due contro Milan e Juventus, ai giocatori giallorossi è mancato quel guizzo nel tenere testa ad una squadra importante. Il processo di crescita continua e va fatto anche con l’inserimento di questo tipo di calciatori. Ecco Sergio Oliveira: un gladiatore per Mourinho.

Spezia-Roma, le PAGELLE: Kumbulla stordito, Cristante da brividi. Mkhitaryan ultimo baluardo

MILAN, ITALY – OCTOBER 26: Marash Kumbulla (L) of AS Roma celebrates his goal with his team-mats during the Serie A match between AC Milan and AS Roma at Stadio Giuseppe Meazza on October 26, 2020 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

(R.Rodio) – I voti e le pagelle al termine di Spezia-Roma, ultimo match della stagione 2020-2021:

-SPEZIA-

Rafael 6.5; Vignato 6, Terzi 6, Capradossi 7, Bastoni 6.5 (Ramos 6); Estevez 6 (Erlic s.v.), Agoumé 7 (Maggiore 6), Pobega 6.5 (Ricci 6); Verde 7 (Agudelo 5.5), Nzola 6, Gyasi 6. All: Italiano 6.5

-ROMA-

Fuzato 7 – Nella confusione generale è una delle poche note liete. Almeno 2-3 interventi decisivi, che denotano i suoi ottimi riflessi. Incolpevole sui due gol concessi da una difesa assente.

Karsdorp 6 – Ineccepibile per impegno e chiusure difensive in extremis, è anche uno dei più brillanti in fase offensiva come appoggio sulla destra. Resiste anche ad un problema muscolare nel finale.

Mancini 5,5 – Non si risparmia, nel bene e nel male. Non manca qualche errore, compensato discretamente con la cattiveria che non guasta mai. E’ arrivato al finale di stagione con la lingua di fuori.

Kumbulla 4 – Dopo il buon derby di sabato scorso torna a soffrire letalmente, ogni volta che il pallone transita dalle sue parti. Inizia male, sbagliando appoggi e facendosi sfuggire il veloce Nzola, ma non migliora col tempo.

Santon 4,5 – Sembra quasi un’ala più che un terzino, dietro a sé lascia una voragine nella quale Verde fa ciò che vuole. Nullo in fase di contenimento, Fonseca lo sostituisce all’intervallo per disperazione. (46′ Reynolds 4 – Dopo averlo visto questa sera diventa un problema di chi lo manda in campo. Non è in grado nè tatticamente nè tecnicamente di competere a questi livelli e probabilmente dovrà andare in prestito per dimostrare di meritarsi un posto nella Roma. Perde tutti i duelli e non azzecca un tempo di gioco nemmeno a pagarlo oro. Per ora bocciato).

Darboe 4,5 – Fisiologico che dopo i tanti elogi e le prove positive arrivasse la prima bocciatura. Mai in partita, sbaglia sia nel giro-palla sia nel posizionamento in campo. Tenta la pressione alta senza logica. Fuori giri. (61′ Villar 5 – La sintesi del calo verticale, da titolare fisso a rincalzo non così ineccepibile. Non regala velocità alla manovra, giocando troppo in orizzontale).

Cristante 4 – Semplicemente tutto sbagliato. La sua ultima serata stagionale è condita da orrori in mezzo al campo, ripartenze regalate allo Spezia e un gol divorato sull’1-2. Vederlo con la fascia al braccio fa venire i brividi.

Pedro 5 – Forse uno dei pochi a muoversi con costanza nel primo tempo orrorifico della Roma. L’impressione è che abbia sottovalutato l’impegno, sbagliando sempre l’ultima scelta. (71′ Pastore 5,5 – La forma atletica è ormai un miraggio, ma le qualità tecniche ancora una volta si confermano. Serve a Cristante un cioccolatino poi sprecato, peccato che le gambe non tengano più di un quarto d’ora).

Mkhitaryan 6,5 – Assente ingiustificato nel primo tempo, dove appare rallentato e senza mordente. Si trasforma dopo l’intervallo, lasciando l’apatia e la noncuranza negli spogliatoi e tirando fuori le marce alte che servono a sconquassare la difesa spezzina. Alla fine arriva il gol che vale la Conference League, suo tredicesimo stagionale (più 10 assist). Sicuramente una delle note più liete della stagione.

El Shaarawy 6 – Nella sua prova caotica gli va dato atto di aver buttato il pallone dentro quando serviva, con un suo classico inserimento e destro angolato. La condizione e la lucidità sono ancora lontane da quelle dei bei tempi. Ma per il futuro la Roma proverà a ritrovarlo.

Borja Mayoral 4,5 – Considerazioni da fare sul suo futuro, se contro uno Spezia già salvo non riesce mai a farsi notare. Pochissimi palloni toccati ed uno straccio bagnato calciato da buona posizione. Impalpabile. (61′ Dzeko 6 – Fatica ad entrare nel match, ma la sua sponda ‘sporca’ consente alla Roma di pareggiare).

All. Fonseca 4 – Non è ammissibile preparare una partita del genere, in cui solo la Roma doveva avere motivazione, in una maniera del genere. Quattro punte, inserimenti contemporanei dei terzini e di un mediano (Cristante) per 45’ privi di senno. Il primo tempo è impari il duello tattico con Italiano. Il primo cambio dopo l’intervallo è Reynolds, a testimoniare la totale confusione. Viene salvato da una giocata di Dzeko e Mkhitaryan per strappare con moltissima difficoltà un settimo posto davvero poco decoroso. Quando si parla di signori nel calcio magari bisognerebbe vedere anche la professionalità con cui si fanno le cose, oltre al modo in cui si va davanti alle telecamere.

Calciomercato Roma: ultimi dettagli da limare per Oliveira. Ufficialità tra domani e mercoledì

(R.RODIO) La trattiva per regalare a Josè Mourinho il tanto atteso centrocampista è ormai ben avviata: la Roma sembra ormai convinta di potersi accaparrare le prestazioni di Sergio Oliveira del Porto, ma stando a quanto emerge la chiusura non sarebbe proprio imminente. L’emittente satellitare riporta di alcuni ultimi dettagli da limare tra i club: per lo sbarco di Oliveira nella Capitale, dunque, ci sarebbe ancora da aspettare un paio di giorni.

Folle, fragile e senza leadership: la Roma cade sotto i colpi della Juventus

(Federico Sereni) – Durissima da digerire, difficile da spiegare. Quanto accaduto ieri all’Olimpico ha lasciato un senso di stupore misto ad incredulità. Perché cose di questo tipo solo la Roma riesce a farle accadere in un pomeriggio da manicomio con i tifosi giallorossi che lasciano lo stadio sbattendo la testa al muro letteralmente impazziti.

E stavolta non c’entrano allenatori, la piazza o quant’altro. Qua probabilmente c’è bisogno di uno sciamano. Contro la Juventus la Roma domina in lungo e in largo per un’ora, portandosi addirittura sul 3-1 che poteva quasi dare sicurezza. Poi in sette minuti incassa tre gol. Sembrava di averle viste tutte e invece sul 3-4  Pellegrini fallisce anche un rigore. Gli  ultimi minuti finali con un uomo in più sono vani, nonostante i segnali positivi dopo la partita di San Siro tre giorni prima contro il Milan.

Vantaggio di Abraham, raddoppio di Mkhitaryan con deviazione fortunata, prima della perla su punizione di Pellegrini. Poi Locatelli, Kulusevski e De Sciglio, in soli sette minuti, ribaltano il punteggio e il risultato spedendo Mourinho nel profondo rosso. Proprio lo Special One ha rimarcato la mancanza di leadership perché un blackout così è inspiegabile ripescando una Juventus nell’abisso in cui l’aveva cacciata. La classifica si complica ulteriormente.

Roma-Juve: la dura lotta per la Champions

Francesca Palmeri – Dopo la sconfitta di giovedì contro il Milan, la Roma si prepara ad affrontare un altro big match, quello contro la Juventus. La partita si giocherà allo stadio Olimpico: da una parte c’è Mourinho, che dopo l’ultimo il k.o ha bisogno di ripartire nel modo giusto, dall’altra Allegri che continua ad inseguire la zona Champions. Uno scontro diretto tra due squadre, guidate da due allenatori vincenti. Non sarà però presente questa volta in panchina il bianconero, squalificato per una giornata dopo aver avuto un battibecco con l’arbitro sul finire della partita contro il Napoli. In casa Roma oltre alle assenze causa covid, lo Special One dovrà fare a meno di Rick Karsdorp e Gianluca Mancini. I due difensori giallorossi sono stati espulsi, entrambi per doppia ammonizione, nel match contro il Milan.

José e la vecchia signora

Domenica sarà ancora una volta Mourinho contro i bianconeri. La squadra piemontese è bersaglio principale delle ire e delle battute del tecnico portoghese fin dai tempi del triplete con l’Inter. La sfida dello Special One inizia nel 2009 con diverse dichiarazioni a sfavore della Juventus: “Non si è parlato della Juve che ha conquistato tanti punti con errori arbitrali. Contro di loro conviene schierare la formazione Primavera, perché sta arrivando il giorno dello scandalo”. Insieme alla storica frase: “Zeru tituli”, riferita anche alla Roma. L’allenatore giallorosso quando si trova ad affrontare la Juventus, è sempre vittima di  fischi da parte dei tifosi bianconeri. All’andata, persa dai giallorossi, ha ritirato fuori le tre dita mostrandole al tifo juventino, certamente non per segnalare il recupero. E poi c’è l’ultima uscita su Cristante: “Lui non è Bonucci”. A proposito di sanzioni arbitrali. Numerosi sono gli episodi che vedono il fuoco di Mourinho in questa continua sfida. Del resto, anche con Allegri i rapporti non sono mai stati sereni e distesi.

I momenti indimenticabili all’Olimpico

Roma-Juventus è una sfida che ha generato momenti indimenticabili, regalando immagini che viste oggi, a distanza di tempo variabile, riescono a contenere significati che vanno oltre il singolo incontro. La sfida tra le due squadre è un duello che ha origine dal lontano 1927, quando giallorossi e bianconeri si affrontarono per la prima volta in assoluto. Nelle 81 partite disputate all’Olimpico nei campionati di serie A la Roma è in vantaggio con 30 successi a 25. La prima vittoria della Roma in casa contro la Juventus, arrivò il 15 marzo 1931 e fu un sonoro 5-0. Una delle sfide più memorabili è quella del 1983. La Roma avviata verso lo scudetto si fa cogliere impreparata da una Juventus che trova la vittoria per 2-1. Nel 2002, la partita all’Olimpico termina 0-0: Francesco Totti, protagonista di innumerevoli Roma-Juventus, viene contrastato con efficacia dalla coppia composta da Ciro Ferrara e Paolo Montero. La signora strapperà lo scudetto dal petto dei giallorossi vincendo nell’ultima giornata. L’8 febbraio 2004, quando Totti e compagni rifilarono alla Juventus un secco 4-0 rimasto nella storia anche per il gesto del capitano a Igor Tudor: “4-0 e a casa. Anche nella stagione 2016/17 la Roma di Luciano Spalletti riuscì a superare all’Olimpico la Juventus per 3-1.

I precedenti 

Le statistiche sono tutte a favore della Juve. I bianconeri sono al momento imbattuti in sette delle ultime nove partite di Serie A contro la Roma. Nessuna squadra è mai riuscita a sconfiggere i giallorossi più della Vecchia Signora con 84 vittorie. La squadra capitolina però nelle ultime sei sfide casalinghe ha ottenuto tre successi, due pareggi e una sconfitta. Roma-Juve è anche la sfida tra i due allenatori, Allegri detiene il record dei successi contro Mourinho in Serie A, nessuno è riuscito a fare meglio. C’è da sottolineare che la Roma può ben sperare vista l’attuale scarsa potenza offensiva dei bianconeri: 28 goal in venti giornate pur andando al tiro ben 300 volte. Entrambe le squadre vengono da una partenza di campionato difficile, nelle ultime partite però la squadra bianconera è tornata in scia positiva. Sei sono state le vittorie, due i pareggi e solamente una sconfitta. Attualmente la Juventus è salita di diverse posizioni in classifica, raggiungendo a quota 35 punti il quinto posto. Le squadre sono in lotta per la zona Champions. Non si giocherà solo per la vittoria in un big match, ma per tre punti che valgono tantissimo per la classifica finale.

Milan-Roma 3-1, le pagelle: Abraham intruso, Smalling muraglia inglese ma crolla nel finale. Ibanez, ombre a San Siro

Roberto Gentili –  Nella calza per la Befana la Roma trova la sconfitta. Il debutto nel nuovo anno è amaro. La squadra di Mourinho – tornato a San Siro dopo dodici anni – viene sconfitta 2-1 dal Milan. L’avvio è in salita, di quelle quasi insuperabili. Dopo un quarto d’ora, lo svantaggio è doppio. Per un tocco di mano di Abraham sul tiro di Hernandez, il Var chiama Chiffi al Var. Viene dunque decretato il rigore, trasformato da Giroud (6’). Dopo dieci minuti Messias raddoppia (16’).

La Roma si affaccia per la prima volta dalle parti di Maignan – salvatore rossonero – alla mezz’ora. Zaniolo, però, calcia contro il portiere francese. A cinque minuti dal termine del primo tempo Abraham – questa volta intruso dalla parte giallorossa – devia il tiro di Pellegrini ed accorcia le distanze. Le distanze vacillano più volte nel secondo tempo. Il Milan colpisce due traverse: una con Diaz dalla distanza, l’altra su punizione dell’ex Florenzi. A sancire il risultato è il gol del 3-1 di Leao (82’).

LE PAGELLE

Rui Patricio 6 – Stringe i denti e non fa caso al dolore alla schiena. Puntuale e reattivo sul tiro da fuori di Hernandez. La conclusione, però, è deviata dal braccio di Abraham. Dal conseguente rigore è spiazzato da Giroud. Esce poi sul francese nel raddoppio, portandolo sul palo, che scaturisce la ribattuta vincente di Messias. Nel finale para il rigore ad Ibrahimovic.

Mancini 4,5 – Sorveglia il centro-destra e le sbavature sono ridotte al minimo. Accresce la propositività offensiva. Rovina tutto al rientro dagli spogliatoi. Nel secondo tempo, in una situazione d’uscita, si annebbia la ragione e sbaglia un semplice passaggio in area. Si offusca ulteriormente e verrà espulso dopo aver causato il rigore per il 3-1. Guarderà la sfida con la Juve da casa.

Smalling 5,5 – Muraglia inglese. Scappa a protezione della porta dopo il palo di Giroud, non riesce ad intercettare il preciso tiro del raddoppio di Messias. Vi riesce chiudendo ed allontanando ogni tentativo rossonero di sfondare. Crolla nel finale e lascia lo spazio per il terzo gol.

Ibanez 3,5 – Ombre a San Siro. Parte male perdendo un paio di due aerei, fa la frittata sbagliando un retro passaggio, effettuato a metà. Gli errori in fase di appoggio saranno una costante per tutta la gara. Non riesce inoltre a fermare le discese rossonere.

Karsdorp 4,5 – Parte a mille portandosi negli unici accenni – fino alla mezz’ora – giallorossi. Troppo basso un cross, ci manda poi Mkhitaryan. Rimane nel vivo delle azioni romaniste. Al 15’ perde una palla, la recupera orgogliosamente dopo un duello con Hernandez. Con l’esterno rossonero, poi, ingaggia un diverbio dopo che il transalpino aveva fatto finta di portare fuori la palla per permettere i soccorsi ad un compagno a terra in area, salvo però poi approfittarne per tentare un discesa. L’olandese non gradisce e glielo dice come più chiaramente non si può. Viene ammonito, poi espulso a poco più di un quarto d’ora dalla fine per un fallo proprio su Hernandez.

Mkhitaryan 5 – Inizia mettendosi al centro insieme a Karsdorp. Sembra il preambolo per accendersi, ma la fiammata non arriva. Il fuoco dell’iniziativa rimane piuttosto basso.

Veretout 5 – Dedito più all’interdizione nella parte iniziale dei primi 45’, è impreciso quando chiamato ad impostare. In ripartenza, Abraham è vicino a lui, ma non riesce ad appoggiare. Riceve una ditata nell’occhio da Diaz, ne paga le conseguenze con un paio di lanci alla cieca. Riprende la vista e la ragione fino al momento della sostituzione. Fa quel che può. (Dal 72’ Cristante 5 – Entra insieme ad El Shaarawy, altro ex in casa Roma. Stessa gara del Faraone, cui aggiunge solo più grinta, non utile).

Pellegrini 5,5 – Riprende il comando della Roma. Per trovare le giuste combinazioni non ci mette tanto. Pulisce con la solita – e rimpianta – eleganza tanti palloni. Davanti l’area, però, è impreciso nel toccare indietro per Mkhitaryan. Si ripete quando sventaglia – per la terza volta – Zaniolo: la sponda di Abraham è probabilmente troppo a destra per essere invitante. Lo è di certo il tiro deviato dall’inglese per accorciare le distanze. (Dal 72’ Felix 5 – Inaugura il nuovo anno con la solita foga. La stessa che lo porta a contrastare a tutta birra Maignan).

Vina 5,5 – Poco presente – non per demeriti suoi – nella manovra del gioco, scivola a vuoto contro Diaz che lo salta. Non fa lo stesso Messias, fermato da terra. Continua facendo il suo. (Dal 72’ El Shaarawy 5 – Disponibile dell’ultimo minuto, non porta qualcosa di utile per acciuffare il pareggio).

Zaniolo 5,5 – Dopo un paio di tentativi di ripartenze non andate a buon fine ed altrettanti vele, la prima vera chance capita sui suoi piedi. Mandato a tu per tu davanti a Maignan, viene però portato all’esterno: non può fare altro che tirare quasi addosso al portiere francese. Vezzoso, lento quando lanciato da Pellegrini. La rapidità di pensiero ed esecuzione mancata prima: tiro dalla distanza, deviato da Tammy. Riprende in mano il velo per ingannare Gabbia ed andare in area: qui cade a terra dopo il contatto con Tonali, in maniera regolare secondo Chiffi. Nella ripresa si prende la scena inserendosi oggi qualvolta la Roma super il centrocampo.

Abraham 5,5 – Intruso, in mezzo come mercoledì. Da una parte e dall’altra. Ingenuamente e/o in maniera sbadata, allunga il braccio sul tiro di Hernandez. Decretato il rigore, viene ammonito. Lesto nel girarsi dopo l’errore di Kalulu e lanciare Zaniolo a tu per tu con Maignan. Devìa poi il tiro da fuori area del compagno di reparto. C’è anche sul tiro di Pellegrini, girato a rete per accorciare il risultato. Esce scontento. E fa bene ad esserlo. (Dal 76’ Shomurodov SV).

Milan-Roma, l’incubo Zlatan Ibrahimovic

Francesca Palmeri – Concluso il 2021 con tre risultati consecutivi utili in Seria A (2V, 1N), la Roma domani alle ore 18.30 si troverà a San Siro per affrontare una delle avversarie più difficili di questo campionato: il Milan. La squadra rossonera dopo la partita persa contro il Napoli, ha ricominciato a correre verso la vetta della classifica grazie ad una convincente vittoria sull’Empoli.

Una sfida importante quella di giovedì per José Mourinho che torna al Meazza, suo luogo del cuore ai tempi del triplete con l’Inter. Dopo aver affrontato la squadra del diavolo diverse volte nella sua carriera, in questo campionato lo Special One si trova di fronte un Milan che lotta per lo scudetto, mentre la sua Roma è ancora lontana dalla zona Champions.

La Roma è riuscita a recuperare il suo capitano Lorenzo Pellegrini, ma deve comunque fare i conti con tre giocatori risultati positivi al Covid-19: Borja Mayoral, Fuzato e un giocatore rimasto nell’anonimato. La speranza è quella di non inciampare in nuovi spiacevoli inconvenienti a poche ore dalla sfida. Esclusi anche Diawara e Darboe volati in patria per la Coppa d’Africa. In casa Milan Kessiè, Bennacer e Ballo Tourè impegnati anche loro nello stesso torneo dei due giallorossi, mentre hanno recuperato Ibrahimovic, Leao e Rebic.

Ibrahimovic l’avversario più temuto 

Ovviamente il protagonista più temuto è sempre lui Zlatan, contro la Roma ha segnato 11 goal in Serie A, contro nessun’altra squadra è riuscito a fare meglio. Quella giallorossa è inoltre la compagine contro cui l’attaccante del Milan ha realizzato più marcature multiple nel massimo campionato. L’attaccante è a quota 154 reti in Serie A, in caso di goal salirà a 155 raggiungendo il 24° posto dei migliori marcatori di sempre nella storia del torneo.

La squadra capitolina però potrebbe trovare il suo jolly in Nicolò Zaniolo. Il Milan insieme alla Fiorentina è la squadra contro cui il classe ’99 conta più di una rete in Serie A. Inoltre c’è da tenere in considerazione l’intesa sempre più vincente con Tammy Abraham.

Roma e Milan una sfida continua 

Il Milan ha vinto le ultime due partite contro la Roma, i tre successi consecutivi però mancano dal 1996, quando sulla panchina rossonera c’era Fabio Capello e su quella giallorossa Carlo Mazzone. Da ricordare poi un’altra partita del campionato di Serie A che le due squadre hanno affrontato sempre durante il giorno dell’Epifania. Era il 6 gennaio 2004 e la vittoria andò al Milan per 2-1, due le reti di Shevchenko e una di Antonio Cassano. 

Grande rivalità da sempre: la Roma è la squadra contro cui il Milan ha ottenuto più successi in serie A77 le vittorie per i rossoneri, 51 i pareggi e solo 45 i successi della squadra capitolina. 

Con la possibile vittoria di giovedì il Milan salirebbe a quota 45 punti, avvicinandosi alla vetta della classifica dove in questo momento ci sono i cugini dell’InterIl 2021 è stato per la squadra di Pioli il secondo miglior anno per numero di vittorie in Serie A: nello scorso i rossoneri hanno ottenuto 27 successi, risultato inferiore solamente ai 28 del 1950.

Dal canto suo la squadra di José Mourinho ha vinto l’ultima trasferta di campionato e non ottiene due successi di fila fuori casa addirittura da agosto 2020: nel 2021 infatti i giallorossi hanno perso 12 gare esterne in Serie A e hanno fatto peggio solo nel 1949 e nel 1950 (16).

Il primo Abraham è promosso: gol, corsa e tanta qualità

(Federico Sereni) – È stato l’acquisto dell’estate, il più esoso almeno in termini di investimento. In ordine di tempo è però arrivato dopo Rui Patricio, Shomurodov e Viña e ha fatto inevitabilmente molto più clamore. Il 15 agosto è sbarcato a Roma Tammy Abraham, l’attaccante del Chelsea campione d’Europa in carica, pronto a prendersi il 9 lasciato libero dall’altro centravanti che tanto bene ha fatto nella Capitale, Edin Dzeko. Mourinho dirà poi che il mercato è stato di “risposta”, ma le aspettative sul centravanti inglese sono tante perchè l’investimento da 40 milioni di euro e un contratto fino al 2026 significa tanto, troppo.

Certo, difficile prendere il trono di un centravanti come Dzeko che ha fatto innamorare i tifosi giallorossi con i suoi 119 gol in 260 presenze, con giocate da fuoriclasse e colpi da campione, diventando anche il terzo miglior marcatore e il miglior marcatore straniero della storia della Roma. Dunque tante aspettative, l’ombra del bosniaco alle spalle, l’investimento fatto: tanti gli ingredienti per poter fallire in una piazza calda e pazza come quella romana. Qualcuno avrebbe potuto pensare anche alla poca esperienza del centravanti inglese, che magari avrebbe fatto fatica ad adattarsi ad un calcio diverso.

Ma la risposta di Abraham in questa prima parte della stagione è stata esaltante. Ma partiamo dall’inizio. L’attaccante inglese, arrivato da pochi giorni a Roma, viene schierato a sorpresa dal 1′ contro la Fiorentina in un Olimpico “pieno”. Il match finisce 3-1 e a segnare sono Mkhitaryan e Veretout, ma la scena la ruba quel ragazzo arrivato da Londra da qualche giorno. Abraham chiude il match con due assist, una traversa e riesce provocare l’espulsione di Dragowski. Mette in campo poi un repertorio di dribbling, passaggi e sponde che entusiasma i tifosi dell’Olimpico. Poi il primo gol contro la Salernitana (un destro micidiale a baciare il palo) e quello contro l’Udinese (di tacco e a porta sguarnita). Poi una piccola flessione dopo la sconfitta contro la Lazio, ma l’ambientamento al calcio italiano non è mai semplice e Mourinho lo sa bene tanto che lo difende quando cominciano a venire fuori alcune critiche: “Viene da una squadra, il Chelsea, che è abituata a dominare e in cui le punte che devono pensare solo segnare. Da noi deve anche lavorare per la squadra. Deve crescere anche a livello fisico e di fatica“.

La svolta però arriva con il Venezia quando Mou decide di cambiare modulo, di passare al 3-5-2 e dare un sostegno accanto ad Abraham, un altro centravanti a supporto. Da quel momento Tammy trova continuità e rendimento costante che lo portano a segnare in quella partita in Laguna (persa poi 3-2), contro il Torino e nella fantastica vittoria per 4-1 contro l’Atalanta. In Conference è attualmente il capocannoniere con 6 gol. Il bottino tra Serie A e Conference League recita 12 gol e 3 assist: uno score da invidiare anche se solo paragonato a quello del suo predecessore al primo anno in Italia. E pensare che senza la sfortuna e problemi di mira sarebbe già a 20 gol: il centravanti in questo scorcio di stagione ha già colpito 8 legni.

A proposito dei numeri di Dzeko: il centravanti bosniaco aveva deluso al suo arrivo dal Manchester City con appena dieci gol in tutta la stagione tra campionato e Champions. Abraham lo ha già superato a metà della stagione: se questo è l’inizio c’è da divertirsi.