Italia-Spagna 2-0 siamo ai quarti! Chiellini e Pellè affondano la Roja.

Bestie nere, furie rosse, chiamatele come volete, tanto l’unico colore che conta, qui a Parigi, oggi è l’azzurro. Meravigliosa, coraggiosa Italia: 2-0 alla Spagna, l’avventura a Euro 2016 continua. I detentori del titolo lasciano l’Europeo agli ottavi e forse chiudono un ciclo. Problemi loro: noi andiamo a Bordeaux, con una prestazione maiuscola, un copione “tipo Belgio” e Chiellini-Pellè nel tabellino dei marcatori. Non battevamo gli spagnoli in una competizione ufficiale dal ’94, l’ultima volta, a Kiev, ne avevamo prese quattro. Ma stavolta è un’altra storia. In tornei come l’Europeo, la gestione della fatica è un fattore chiave. E il turnover azzurro contro l’Irlanda paga dividendi, perché i ragazzi di Conte corrono, corrono, corrono. Anche De Sciglio, preferito a Darmian nel 3-5-2, è attivo a sinistra: chiude su un tentativo di Fabregas e propone cross interessanti, sul migliore dei quali Parolo trova l’incornata. Niente da fare, per il giocatore più paragonato a Tardelli l’appuntamento col gol in Nazionale è ancora rimandato. A cavallo della mezz’ora, però, gli azzurri beneficiano di tre minuti di follia di Sergio Ramos, che prima rischia l’autogol e poi abbatte Pellè al limite dell’area. Dov’è Pirlo, quando servirebbe? Negli Stati Uniti… ma non c’è nemmeno il tempo di evocarne la grandezza, perché la punizione di Eder porta al gol. De Gea non trattiene il fendente dell’oriundo, Giaccherini si avventa sul pallone e Chiellini, al 33′, mette dentro sul rimpallo. Esplode il settore del tifo azzurro, l’Italia è in vantaggio e se lo stramerita. Anzi, se De Gea non volasse per negare il raddoppio a Giaccherini, andrebbe al riposo avanti di due gol.

Il cronometro corre, si entra nell’ultimo terzo di gara e la Spagna, finalmente, si scuote. Senza De Rossi, l’Italia agevola il risveglio delle furie rosse, anche in un lunedì in cui hanno ben poco di furioso. Aduriz, Sergio Ramos e Lucas Vazquez (in campo al posto di Morata, che ha steccato la prova di maturità) falliscono tre chance, sebbene l’ultima sia stoppata dal fuorigioco. Poi s’iscrivono al tiro a segno anche Iniesta e Piqué, ma in porta c’è Buffon, mica l’ultimo della pista. Dentro Pedro, Insigne e Darmian per lo sprint finale. Lorenzo accende subito la luce, ma trova i guanti di De Gea. Dall’altra parte siamo a Piqué centravanti. E la mossa per un pelo non si rivela vincente, perché al 90′ Buffon è ancora strepitoso nel dirgli di no. Aggrappati ai guanti del capitano, resistiamo alla marea rossa montante. E quando il pallone corre sul lato opposto, Insigne allarga il gioco per Darmian, l’esterno del Man Utd mette in mezzo e Pellè confeziona il raddoppio tutto “made in Premier”. Game, set and match. Conte corre e non si ferma più. Come la sua Italia. Prossimo ostacolo la Germania, il 2 luglio. Occhio a darci per spacciati.
Francesco Trinca