Fonseca e la Roma che verrà: si punta sul 4-2-fantasia

(K.Karimi) – Tutti gli indizi portano a Paulo Fonseca. A meno di colpi di scena dell’ultima ora sarà il portoghese classe ’73 il nuovo allenatore della Roma, che nel tortuoso casting per scegliere il dopo-Ranieri ha deciso di puntare tutto su questo tecnico che dalle nostre parti è conosciuto poco, se non per quell’incrocio contro i giallorossi nella Champions League 2017-18 alla guida del suo Shakhtar Donetsk.

In attesa di sviluppi ed ufficialità è interessante capire come Fonseca fa giocare le proprie squadre, prendendo in esame in particolare due esperienze da allenatore da considerarsi positive: quella alla guida del Braga nel 2015-2016 e le successive tre stagioni come mister dello Shakhtar, squadre regina d’Ucraina. In entrambi i casi, seppur con moduli leggermente diversi, Fonseca ha espresso un calcio propositivo, fantasioso e molto tecnico, scarseggiando però nell’equilibrio di squadra e nella compattezza difensiva.

A Braga il tecnico portoghese amava schierare i suoi con una sorta di 4-2-4 molto aggressivo: linea difensiva a quattro, una costante nella sua carriera, due mediani (Luiz Carlos e Vukcevic) poco dinamici ma complementari, due ali d’attacco vere e proprie come Santos e Rafa Silva oltre a due punte strutturate ma mobili ad agire in tandem, in questo caso la ‘bandiera’ bragense Wilson Eduardo e Rui Fonte (o l’egiziano Hassan).

A Donetsk invece Fonseca ha puntato su un 4-2-3-1 maggiormente ‘europeo’, sulla falsa riga della proposta tattica lasciata da Mircea Lucescu: confermata la difesa a quattro e i due mediani solidi Fred e Stepanenko. Poi una linea di trequartisti tutto estro e fantasia, di solito di origine brasiliana. I tifosi romanisti ricorderanno i patemi d’animo arrivati da Bernard, Marlos e Taison, schierati teoricamente come due esterni ed un centrale ma liberi di scambiarsi la posizione e non dare punti di riferimento. Infine un solo centravanti, forte fisicamente ma tutt’altro che statico (Ferreyra o Junior Moraes).

Roma è ipotizzabile vedere Fonseca riproporre questa sorta di 4-2-fantasia come impianto di base, in particolare per due motivi: 1) la rosa giallorossa è ricca di calciatori, da Zaniolo a Under passando per Pastore e Pellegrini, abili a giostrare sulla trequarti senza problemi. 2) Il 4-2-3-1 è il modulo che ha portato maggiore fortuna ad entrambi, a Fonseca per l’appunto durante i tre anni ucraini e alla Roma stessa che con questo modulo nella prima era Spalletti ha portato a casa gli ultimi trofei della sua storia.

Ma cosa servirà sul mercato per agevolare il lavoro di ‘Zorro’ Fonseca? Dando per scontato che in difesa (situazione di Manolas a parte) la struttura appare adeguata, a centrocampo servirà un calciatore più completo e di livello internazionale, più dinamico di Cristante e più abile a verticalizzare di Nzonzi. In pratica un ‘nuovo De Rossi’ non certo semplice da reperire (proprio il ‘suo’ Fredwhy not?) anche se l’abbassamento di Pellegrini sulla mediana è un’ipotesi più che fattibile. Poi una punta che sappia dialogare con i compagni ed essere letale quando lanciata in profondità: dati per scontati l’addio a Dzeko e l’inaffidabilità di Schick, la dirigenza della Roma dovrà essere brava a scovare il numero 9 ideale e moderno. Consigli? Rodrigo del Valencia e Kai Havertz del Bayer Leverkusen.