Un sogno che forse diventerà realtà

Margherita Bellecca – Crederci, sognare. Tutte belle parole, tutte espressioni di fantasia che devono trovare nella realtà la concretizzazione. Questo cercherà di fare la Roma questa sera contro il Barcellona, alle 20.45 nella gara di ritorno dei quarti di finale di Champions League, allo Stadio Olimpico di fronte a quasi 70mila spettatori.

Nessun calcolo, nessun turnover, dentro tutti i migliori come confermato anche da mister Di Francesco in conferenza stampa. E allora spazio a quella difesa che ha dato tante belle soddisfazioni all’abruzzese con Alisson in porta. Il brasiliano sembra leggermente in calo ma l’impresa passerà anche dalle sue possibili parate. Davanti al numero uno Florenzi a destra, Manolas e Fazio, in cerca di riscatto dopo l’opaca prova contro la Fiorentina, al centro, e Kolarov a sinistra, riposatosi per gran parte del match di sabato pomeriggio. A centrocampo fisico e quantità con De Rossi, voglioso di rivincita per rimediare all’incredibile autogol dell’andata, Strootman e Nainggolan, che non ha potuto partecipare alla partita di una settimana fa per infortunio. In attacco c’è un solo punto di riferimento e porta il nome di Edin Dzeko. Se non segna lui la Roma fa una fatica bestiale a buttarla dentro. Per aiutare il bomber ci saranno El Shaarawy ed uno tra Schick ed Under. Per il turco una corsa contro il tempo per essere nelle migliori condizioni. Out Perotti che rischia di saltare anche il derby.

Valverde può sorridere per il recupero di Busquets. L’avvicinamento di Messi e compagni a questa partita è stato dei migliori. Il numero 10 ha segnato una tripletta al Leganes e ha lasciato i problemi fisici alle spalle. A far compagnia alla Pulce ci sarà Suarez. A centrocampo le classiche geometrie di Iniesta e Rakitic col supporto atletico di Sergi Roberto. In difesa impossibile rinunciare a Pique, Umtiti e Jordi Alba con la fascia destra che sarà coperta ancora una volta da Semedo. In porta Ter Stegen.

Di rimonte memorabili in Champions League ce ne sono state, l’ultima proprio col Barcellona protagonista. Sconfitta in Francia contro il Paris Saint Germain per 4-0 e ribaltamento storico in Catalogna con la vittoria per 6-1. Anche la Roma ha piazzato un’importante zampata, non per il passaggio del turno ma durante il girone. Vittima la squadra catalana che cadde per 3-0 sotto i colpi di Tommasi, Emerson e Montella. Questi tre ora non ci sono più ma giocatori come Nainggolan, Strootman e Dzeko possono ripercorrere le orme degli scudettati in maglia giallorossa. Ai tifosi non importa chi segnerà o chi sarà protagonista, fondamentale sarà buttarla dentro, cosa che alla Roma, nell’ultimo periodo, non riesce bene.

 

Margherita Bellecca

LUISS, Baldissoni presente all’evento Champions Impact: “Sponsor? Siamo in dirittura di arrivo con alcune collaborazioni”

Simone Burioni- Questa mattina Mauro Baldissoni, direttore generale della Roma, ha partecipato all’evento Champions Impact presso la sede dell’Università LUISS Guido Carli di Roma. Insieme al dirigente giallorosso presente anche Francesco Calvo, Chief Revenue Officer del Barcellona. L’incontro, organizzato in collaborazione con Italia Camp, doveva avere come moderatore il COO della Roma Guido Fienga che non è potuto essere presente all’evento per un contrattempo. Il direttore generale ha parlato in conferenza stampa. Queste le sue parole:

La Roma è un patrimonio quotidiano della città. I numeri del bilancio servono a portare risultati tangibili, cioè trofei. La ragione principale dell’investimento americano è l’identificazione con la città. Lo studio partiva da una considerazione: Roma era una delle cinque città più conosciute del mondo. La Roma fin dalla sua nascita si è identificata con la città. In tutti i documenti che abbiamo dalla fondazione in poi, tutti parlano dei colori della Roma e dicono che abbia “i colori di Roma”. È per vocazione, sin dalla nascita, una società rappresentante della città. Noi ragioniamo sempre in termini di Partnership, parliamo di condivisione. Abbiamo creato una struttura produttiva di spessore, che fa prodotti live, che vincoliamo attraverso i vari social. Siamo in dirittura di arrivo con alcune collaborazioni. Quanto impatta la tecnologia sull’andamento dei giocatori e della squadra? È un tema ricorrente. Il nostro proprietario è un attivo investitore sullo sviluppo di intelligenza artificiale. È una materia condivisa dalla società. Abbiamo amplificato la raccolta dati, creato software chiamati “AS Roma system”. È un tema su cui crediamo e investiamo concretamente.La corrente amministrazione ha deciso di accompagnarci nel progetto stadio perfettamente consapevole delle ricadute economiche e sociali di un progetto di questa portata. Ma sono tante le iniziative con risvolti sociali che svolgiamo assieme al Comune, ad esempio abbiamo fornito defibrillatori alle scuole calcio assieme all’Assessorato, oppure facciamo formazione nelle scuole con “A scuola di tifo” insegnando la lotta al bullismo e al razzismo. La Roma si pone nella prospettiva della responsabilità. Dal momento che si comprende di rappresentare qualcosa di importante, perché siamo una comunità, ogni scelta ha il senso della responsabilità. Una delle prime considerazione è stata: cosa fare con i ragazzi giovani che giocano per noi? Ad esempio, gli abbiamo affiancato uno psicologo, perché vengono da altre città e vivono senza le loro famiglie. Sentono tutte le tensioni e le incertezze, perciò vogliamo seguirli e aiutarli. Meno del 3% dei giocatori che frequentano le giovanili diventano professionisti: le squadre di calcio sono complici di questo sogno, ma poi devono compiere delle scelte. Perciò abbiamo ritenuto necessario proporre un percorso alternativo a chi non diventa professionista, facendolo partecipare alle attività didattiche di una scuola di Ostia, un liceo scientifico a indirizzo sportivo. Inoltre abbiamo deciso di insegnarli anche una seconda lingua, perché può aprire molte opportunità: ad esempio quando facciamo il camp in Florida molti ragazzi vengono presi dai College americani, perciò diamo loro la possibilità di frequentare delle università economicamente poco accessibili”.

A lui si è aggiunto Calvo che ha detto:

“Alla base del Barcellona ci sono cinque valori. Umiltà, fatica, ambizione, rispetto e lavoro di squadra. Cerchiamo di formare individui e non solamente atleti, che sono una conseguenza. Nel Barcelona sono più importante le emozioni che trasmettiamo che la vittoria, questa è una conseguenza del bel gioco e dello spettacolo. L’impatto dei campioni nel campo e fuori? Noi abbiamo una grande fortuna, sono cresciuti tutti nel Barcellona: Pique, Messi, Iniesta e così via. Loro sono un esempio per i giovani, conoscono il peso e la storia del Club. Ci aiutano tanto a dare un esempio. Come si misura l’impatto di un campione? Anche qui siamo viziati: Messi ha fatto il Barcellona o il Barcellona ha fatto Messi? Nessuno può rispondere, è troppo difficile. I biglietti così costosi? Il Barcellona ha uno stadio di 90mila persone, per essere abbonato devi essere socio. 600 euro è il prezzo medio per i biglietti per tutte le gare di tutte le competizioni. Il prezzo per l’abbonamento è molto basso, se li mettessimo seguendo la media europea guadagneremmo, almeno, 50 milioni in più all’anno. Il prezzo alto è per il settore ospiti e sui posti rimanenti perché ci sono pochi biglietti e favoriamo chi è abbonato.

Simone Burioni

La fortuna aiuta gli audaci

Margherita Bellecca – Una Pasqua infinita ed una settimana terribile della Roma che, dopo aver pareggiato contro il Bologna e compromesso la Champions col 4-1 di Barcellona, perde in casa contro la Fiorentina per 2-0. Il terzo posto è salvato dal Torino, che ha battuto l’Inter, e pareggiato dalla Lazio, vincente ad Udine.

Un Di Francesco su di giri e arrabbiatissimo con se stesso e con la squadra per una prestazione che è stata buona, sotto il punto di vista delle occasioni create, ma nettamente sotto le aspettative per un punteggio che non premia la Roma. L’1-2 della Viola, nel primo tempo, è letale come sono state letali le dormite della difesa giallorossa, decisive per la disfatta finale.

Dopo un periodo di grande concretezza è tornata una Roma poco incisiva. Non bastano 21 tiri per scardinare la porta difesa da Sportiello. A questo si aggiungono un palo colpito da Dzeko in acrobazia e due traverse: la prima con Schick con un bellissimo colpo di testa da attaccante vero, e l’altra con Fazio pochi secondi dopo. Il tutto contornato dal raggiungimento delle sei sconfitte casalinghe in casa in campionato, sette in stagione contando anche la Coppa Italia.

Terminata una settimana da incubo ne parte un’altra niente male. Domani sera, allo Stadio Olimpico, arriva il Barcellona per il ritorno dei quarti di finale di Champions League e domenica sera ci sarà il derby che dirà molto sul futuro delle due squadre in campionato. Ci si gioca tutto in un mese e mezzo, l’ultimo di una stagione sulle montagne russe.

 

Margherita Bellecca

Perotti, guai al polpaccio: out contro Fiorentina e Barcellona

Simone Burioni – Brutte notizie per la Roma. L’infermeria di Trigoria continua a riempirsi: questa volta il nuovo entrato è Diego Perotti. L’esterno d’attacco, alle prese con una contrattura al polpaccio, come annunciato da Di Francesco in conferenza stampa, salterà la gara interna contro la Fiorentina. Il problema muscolare però è piuttosto serio: l’argentino resterà ai box anche nella gara contro il Barcellona, valida per il ritorno dei quarti di finale di Champions League. La speranza per i giallorossi è quella di vederlo nuovamente in campo nel Derby, in programma domenica 15 aprile. Ad oggi però, resta solamente una speranza.

In vista di Barcellona, Under, reduce da un infortunio rimediato qualche settimana fa, dovrebbe comunque accomodarsi in panchina: complice il mancato recupero di Perotti, il tridente sarà con ogni probabilità composto da Schick (provato nella formazione dei titolari), Dzeko ed El Shaarawy. Florenzi e Kolarov sulle fasce, a centrocampo il trio NainggolanDe RossiPellegrini, con Strootman che insidia quest’ultimo. Possibile variante: Florenzi nel tridente al posto di Schick e Bruno Peres terzino. Sul fronte blaugrana, Valverde confermerà il 4-4-2. L’unica differenza rispetto all’andata potrebbe essere Paulinho al posto di un Busquets non ancora al top della condizione. Le probabili formazioni:

Roma (4-3-3): Alisson; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Nainggolan, De Rossi, Pellegrini; Schick, Dzeko, El Shaaarawy. Allenatore: Di Francesco.

Barcellona (4-4-2): Ter Stegen; Semedo, Pique, Umtiti, Alba; Sergi Roberto, Paulinho, Rakitic, Iniesta; Messi, Suarez. Allenatore: Valverde.

Simone Burioni

La Roma riparte dalla Fiorentina

Margherita Bellecca – Dimenticare il Barcellona ma ripartire dalla prestazione offerta al Camp Nou. Questo è l’obiettivo della Roma che, sabato pomeriggio alle 18, ospiterà la Fiorentina allo Stadio Olimpico. Viola lanciatissimi ed in lotta per un posto in Europa League, 5 vittorie consecutive per la squadra di Pioli. I giallorossi, invece, dovranno ingranare un’altra marcia per conquistare la vittoria dopo il pareggio contro il Bologna.

Il dubbio per Di Francesco è il solito, quanti e quali uomini cambiare? Si parte dalla difesa con la conferma di Alisson in porta. Davanti al numero uno l’abruzzese dovrà fare i conti con le fatiche di Champions e allora via ai ballottaggi tra Florenzi e Peres per un posto sulla destra e tra Manolas-Fazio-Jesus, in lizza per giocare al centro del reparto. Kolarov come sempre blinda la fascia sinistra. Stesso discorso a centrocampo. Ancora in dubbio Nainggolan che potrebbe stringere i denti, i tre spazi, però, sono prenotati da Gonalons, pessima prova contro il Barcellona, Strootman e Pellegrini. Turno di riposo per De Rossi. L’attacco vive sulle prestazioni di Dzeko, quindi il bosniaco partirà di nuovo dal primo minuto. Con Under verso il forfait, sulle fasce potrebbero giocare El Shaarawy, in panchina per gran parte della partita in Champions, ed uno tra Schick e Gerson che ha bei ricordi della squadra Viola. Spera di entrare a match in corso Defrel che non ha ancora i 90 minuti sulle gambe.

Assenza pesantissima per la Fiorentina perché Pioli è costretto a rinunciare a Chiesa per squalifica dopo il giallo rimediato contro l’Udinese. Allora il giocatore da cui partire è il Cholito Simeone, andato in gol durante la partita d’andata con un grandissimo colpo di testa. In dubbio Thereau per un affaticamento muscolare, alle spalle dell’argentino giocheranno Gil Dias e Saponara con Cristoforo, Benassi e Veretout a proteggere la difesa composta da Milenkovic, Pezzella, Vitor Hugo e Biraghi. In porta Sportiello.

179 incontri disputati tra Roma e Fiorentina, una delle squadre di Serie A più sfidate dai giallorossi. Il bilancio è leggermente a favore dei capitolini, avanti per 61 a 54 con 64 pareggi. All’Olimpico, invece, la forbice si allarga e diventa imbarazzante, 44 vittorie a 18 per la Roma che ha vinto anche l’ultima partita al Franchi per 4-2. Il faccia a faccia tra Di Francesco e Pioli vede l’abruzzese avanti per 4-3. Non positivo, inoltre, il passato del tecnico Viola contro i giallorossi. In 17 match soltanto una volta sono arrivati i tre punti. A poco più di un mese dalla morte di Davide Astori all’Olimpico si giocherà una partita particolare che la Roma dovrà assolutamente portare a casa. Davanti agli occhi del Presidente Pallotta, nella Capitale per seguire anche il ritorno col Barcellona, i giallorossi saranno chiamati a confermare qual terzo posto che gli consentirà di partecipare alla prossima Champions e di poter vivere serate come quella di martedì prossimo.

 

Margherita Bellecca

L’agente di Johansson: “Roma? Saremmo felici di venirci. Monchi è davvero interessato”

Simone Burioni – Nelle ultime settimane è circolato il nome di Marko Johansson in orbita Roma. L’entourage del portiere, di proprietà del Malmoe, attualmente in prestito al Trelleborg, è stato contattato dal direttore sportivo Monchi, che ha mostrato interesse per il loro assistito. Intercettato dalla nostra Redazione, Milan Simeunovic, ha parlato della proposta della Roma e delle volontà del giovane portiere classe ’98. Queste le sue parole:

C’è stato un contatto tra voi e la Roma per il giocatore?
Ora non posso dire molto su questo. E’ presto per parlarne, lo sai come funziona. Il mio partner ha parlato con Monchi ed anche un altro ds. La Roma è interessata perché Marko è un bravo portiere ed è molto giovane. Credo che diventerà uno dei migliori, ha grandi prospettive: sarà uno dei primi cinque al mondo. Anche Monchi la pensa così, visto che anche lui è stato un portiere. Rispetto molto Monchi ed il club, ma non mi far parlare troppo.

Qual è il prezzo di Marko?
Non voglio parlare di prezzi, ma sarebbe il portiere giusto per la Roma (ride, ndr). E’ difficile dirlo ora, dipende da quanti club vorranno il giocatore quest’estate, davvero non lo so.

C’è anche il Lipsia sul calciatore? 
Ci sono tanti club, perché lui è molto forte. Dall’Italia ci sono due club: Roma ed un altro. Non posso dire qual è l’altro però.

Marko verrebbe a Roma per fare il secondo alle spalle di Alisson?
E’ molto giovane, ma non voglio che venga messo in panchina. I giocatori giovani devono giocare, per questo è importante che giochi.

Sarebbe felice di venire a Roma?
Tutti i giocatori sarebbero felici di venire a Roma, è un grande club, perché no? Vedremo. E’ molto giovane, voglio che vada in un club dove possa giocare e non stare in panchina. La Roma è un grande club, ma ora ha iniziato questa stagione in Svezia, vedremo.

Simone Burioni

L’ultimo posto per la Champions League

Margherita Bellecca – 56 giorni, tanti ne sono passati dal rientro dalla sosta invernale, al 18 marzo, momento dell’ultima pausa del campionato per le nazionali. Dalla partita contro l’Inter a quella di Crotone, molte cose sono cambiate. La Roma provava l’inseguimento a Napoli e Juventus per lottare ancora per lo scudetto, ora quel sogno è svanito. Rimane la battaglia per conquistare un posto, dei due rimanenti, per la prossima Champions League contro nerazzurri, Lazio e Milan.

I giallorossi hanno vissuto il periodo di maggior crisi proprio durante il trittico di fine gennaio. Il doppio match contro la Sampdoria e quello contro l’Inter hanno segnato in modo indelebile la stagione romanista. Due miseri punti conquistati con una piazza, già calda di suo, diventata bollente. Di Francesco non ha mollato e ci ha messo sempre la faccia con una parola d’ordine “lavorare”. Solo con il duro lavoro quotidiano si poteva superare il momento difficile e così è stato.

L’abruzzese ha sfoderato l’asso nella manica che porta il nome di Cengiz Under. Il turco nei piedi ha qualcosa di speciale, ogni pallone che tocca diventa oro. Il Re Mida della fascia destra è risultato decisivo in tutte le partite successive alla sconfitta casalinga contro i blucerchiati. A Verona ci ha messo 1 minuto per depositare la palla in fondo alla rete. All’Olimpico il battesimo di fuoco è stato compiuto contro il Benevento, doppietta ed assist fondamentale per Dzeko. Una giocata che ha dimostrato anche la sua abilità col piede destro. Ad Udine, poi, ha sbloccato il risultato con un bolide di sinistro dai 25 metri mentre al San Paolo ha ammutolito lo stadio con un pallonetto che ha beffato Reina con la complicità di Mario Rui. Un mese da sogno in cui è comparsa la parola Pallone d’oro, ma rimaniamo con i piedi per terra. Gengo, come lo chiamano a Trigoria, deve crescere e dimostrare ancora tanto.

Nel risorgimento romanista l’unica battuta d’arresto in campionato è arrivata in casa contro il Milan. Una prova scialba e senza mordente poi cancellata dal trionfo a Napoli e dal passaggio ai quarti di finale di Champions League, dove la Roma ora affronterà il Barcellona.  In netta ripresa Dzeko che a gennaio poteva lasciare la capitale per dirigersi al Chelsea. Il bosniaco ha vissuto un inverno di crisi, le voci di mercato e le brutte prove in campo hanno fatto scricchiolare la fiducia dei tifosi ma non quella di mister Di Francesco che è stato sempre dalla sua parte schierandolo titolare. Le risposte sono arrivate sul campo, il bomber ha ricominciato a segnare.

Chi trova meno la via della rete ma fa più assist è Nainggolan, punto cardine del gioco della Roma. Il belga è diventato un fine rifinitore oltre che ad essere pericoloso in zona gol. Un giocatore fondamentale da cui passa molto del destino della squadra. Due mesi in crescendo per i giallorossi che hanno conquistato 20 punti in 10 partite, addirittura 18 nelle ultime 7. I capitolini hanno avuto la forza di tornare in pista dopo essere finiti nella ghiaia nella curva più importante del campionato. Ora il pit stop per recuperare energie preziose per non sbagliare gli ultimi giri di una Serie A che ha ancora una storia da raccontare.

 

Margherita Bellecca

Come la siccità rovina il raccolto

Margherita Bellecca – La sosta ferma bruscamente la Roma facendo dimenticare tutto quello che i ragazzi di Eusebio Di Francesco avevano fatto di buono. Contro il Bologna finisce 1-1 e la pressione di Inter e Lazio, entrambe vincenti, si fa opprimente. L’inizio Giallorosso è di quelli promettenti, la voglia è quella dei giorni migliori ma a frenare tutto è l’infortunio di Nainggolan, uscito anzitempo per un fastidio muscolare ed tutt’altro che al cento per cento per Barcellona. Poco dopo la Roma subisce l’arrembaggio dei padroni di casa andando sotto nel risultato grazie alla staffilata di Pulgar dalla distanza. Nemmeno un supereroe come Alisson ci poteva fare qualcosa. La botta è viziata da un fallo di mano di Poli qualche secondo prima. Quello dell’uruguaiano sarà l’unico tiro in porta della squadra di Donadoni in tutta la partita.

Una Roma smarrita come il suo centravanti, Patrik Schick. L’attaccante prova ad incidere con alcuni movimenti in profondità ma ancora poco decisivi, Come è poca l’intesa con il resto dei compagni. Per sbloccare la situazione serve colui che ha portato i giallorossi ai quarti di finale di Champions League, Edin Dzeko. Il bosniaco è subito nel vivo del gioco svariando su tutto il fronte d’attacco. Il gol, 14esimo in campionato e 18esimo in stagione, arriva grazie ad una percussione di Perotti sulla sinistra che si beve la difesa rossoblu. Il cross è delizioso con Dzeko che spizza addirittura di collo cogliendo di sorpresa Santurro.

Menzione particolare per l’esordiente numero uno del Bologna. Prodezza di riflessi su un colpo di testa ravvicinato di De Rossi, uno dei peggiori in campo insieme a Strootman che, nel primo tempo, si è divorato il gol del pareggio sparando la palla sul palo a due passi dalla porta sguarnita. Si blocca la Roma e non sblocca il fattore feste. In questa stagione i capitolini non hanno mai fatto bottino pieno nella partita che ha preceduto un festività. È successo a Natale, a capodanno, all’Epifania, ed ora anche a Pasqua. L’uovo bolognese ha riservato una brutta sorpresa, ma per fortuna le feste sono finite.

Margherita Bellecca

 

Federico Fazio, il capitale per la Capitale

Gianluca Notari – E’ uno che parla poco, e quando lo fa non si sbilancia mai facilmente. Ma Fazio non lo fai mai. Equilibrato davanti ai microfoni e in campo, il leader silenzioso in due stagioni si è preso la leadership della retroguardia della Roma. Prima con Spalletti, ora con Di Francesco, l’argentino ha sempre dato prova di assoluta affidabilità attraverso la sua compostezza e la sua tranquillità. Da vero Comandante.

PEDIGREE – Prima di arrivare a Roma, Federico Fazio nasce a Buenos Aires, Argentina. Ma l’Italia ce l’ha nel sangue, nel vero senso del termine: il nonno paterno è di Erice, mentre quello materno è originario di Lentiscosa, in Campania. Inoltre, Fazio nasce il 17 marzo, giorno dell’unità d’Italia. Casualità. Ma è bello pensare che non sia così. Fa il suo esordio nel Club Ferro Carril Oeste, club di Serie B argentina, ma dopo neanche due stagioni di rodaggio su di lui si posano le mire di Monchi, ai tempi ds del Siviglia, che nel gennaio del 2007 lo porta nella cantera del club andaluso. Nel Sevilla Atlético ci starà fino a fine anno, collezionando 20 presenze e 2 reti. Il passaggio in prima squadra è automatico. Nel Siviglia il Comandante ci rimarrà per 7 anni, convincendo e soprattutto vincendo, tanto: una Copa del Rey, una Supercoppa di Spagna e un’Europa League, nella stagione 2013-2014. L’ultima. Perché quell’estate Fazio passa al Tottenham per una cifra vicina ai 10 milioni di euro. Ma l’Inghilterra non è la Spagna, né tantomeno l’Argentina. In un campionato e mezzo colleziona 20 presenze senza mai segnare, ma la sensazione è che quell’ambiente non gli sia congeniale. In terra d’Albione il calcio è frenetico, dinamico e soprattutto veloce, cosa che Fazio non è davvero. Nel gennaio del 2016 quindi fa ritorno in Andalusia per appena 6 mesi, giusto il tempo di alzare al cielo un’altra Europa League. Ma per colpa dei tanti infortuni la seconda esperienza con il club rojiblanco non è fortunata come la prima. Le presenze sono appena 6 tra coppe e campionato, così l’argentino fa nuovamente le valigie e torna a Londra. Ma stavolta sarà diversa.

CAPITALE – Arrivato dal Tottenham per 4,4 milioni di euro tra prestito e riscatto, Fazio comincia la su avventura in giallorosso con non poca fatica, ma dopo un mese e mezzo di rodaggio diventa il titolare nella difesa a 4 di Spalletti, al fianco dell’inossidabile Manolas. Le sue prestazioni salgono vertiginosamente in qualità, fino ad essere considerato uno dei migliori, se non il migliore, difensore del campionato per l’incredibile continuità che l’argentino riesce a dare alle sua stagione. Con Di Francesco, l’anno dopo, i dubbi iniziali sono tanti: in molti si chiedono se possa essere in grado di ripetere l’annata passata, e soprattutto se la difesa alta e ultra aggressiva che il tecnico abruzzese richiede sia adatta alle sue caratteristiche. La riposta è no. Ma Fazio, oltre a saper giocare al calcio in modo egregio, sa pensare. Dopo la disastrosa amichevole di Vigo contro il Celta, il Comandante si rende conto di dover giocare prima con la testa e poi con il corpo. Fa quindi del posizionamento la sua arma migliore: dove non arriva in velocità, arriva con il pensiero. E sempre prima dell’attaccante. Così, a campionato ancora in corso, si può già tranquillamente affermare che la seconda stagione di Fazio nella Capitale è l’ennesima grande stagione.
Che però, sfortunatamente per lui, si concluderà probabilmente senza alzare alcun trofeo. Per la Roma è ormai questa una triste abitudine, così come è abitudine vendere, proprio perché sono ormai 10 anni che non si vince nulla. E questa volta, il capitale da poter introitare potrebbe derivare proprio dalla cessione di Fazio. 31 anni, già due anni di ammortamento al bilancio, dopo un paio di stagioni ad altissimi livelli e con un Mondiale da giocare, che ne farà certamente lievitare il prezzo del cartellino. Non sarebbe facile farlo accettare ad una piazza che ormai si è affezionata al suo Comandante, ma diverse altre operazioni in uscita non hanno riscosso il favore degli affezionati. Quella di cedere Fazio sarebbe però un’operazione intelligente, che garantirebbe un’entrata di almeno 15-20 milioni di euro e che significherebbe, soprattutto, poter tenere alcuni tra i pezzi più pregiati. Vedi Alisson.

Gianluca Notari

Bentornata Serie A

Margherita Bellecca – La Serie A torna e non si fermerà fino al 20 maggio, giorno della fine del campionato. Il programma della 30esima giornata si apre con Bologna-Roma, nel sabato pre pasquale alle 12.30 allo Stadio Dall’Ara. I giallorossi per continuare a difendere il terzo posto dagli assalti di Lazio ed Inter, i rossoblù per blindare una salvezza quasi conquistata. In Emilia si va a caccia dei tre punti.

La sosta non ha aiutato Di Francesco che ha perso ben 15 giocatori ritrovandoli soltanto a pochi giorni dalla partita. Il tecnico abruzzese ha qualche dubbio in ogni reparto anche per via dell’imminente sfida al Barcellona nei quarti di finale di Champions League. Sicuro del posto Alisson, incensato anche dal Presidente Pallotta. In difesa l’unico ballottaggio riguarda Fazio e Jesus con l’argentino al momento favorito. Gli altri tre, a protezione del numero uno brasiliano, saranno Florenzi, Manolas e Kolarov. Il possibile turnover non riguarderà il centrocampo. De Rossi sarà in mediana mentre Gonalons si siederà in panchina. Ai lati del Capitano Strootman, positiva la sua partita in Nazionale, e Nainggolan, acclamato da tutto il pubblico belga durante il match contro l’Arabia Saudita. Da verificare le condizioni di Pellegrini, tornato acciaccato dal doppio impegno dell’Italia. In attacco Schick è in rampa di lancio nonostante il lungo viaggio in Cina mentre un posto se lo giocano Perotti ed El Shaarawy, tornato in gol contro il Crotone. Tutti a supporto di bomber Dzeko.

Donadoni dovrà rinunciare a Mirante, squalificato dopo un cartellino giallo rimediato contro la Lazio. In porta recupera in extremis Da Costa. Il 3-5-2 del tecnico lombardo avrà come punti di riferimento Palacio e Verdi, pericolo numero uno, che ha conquistato la Nazionale a suon di prestazioni. A supporto degli attaccanti un centrocampo di qualità con Federico Di Francesco e Masina esterni, Poli, Pulgar e Dzemaili al centro. Il terzetto difensivo vedrà agire Helander, Gonzalez e De Maio.

Sono 146 le partite giocate tra Bologna e Roma con il bilancio in sostanziale equilibrio. I giallorossi sono avanti per 52 a 49, 45 i pareggi. Al Dall’Ara la situazione si ribalta perché ad essere in vantaggio sono i felsinei per 31 a 20. L’andata ha visto trionfare la squadra di Eusebio Di Francesco per 1-0 grazie alla magica volée di El Shaarawy, mentre l’ultima vittoria bolognese risale al 16 settembre 2012. In parità la sfida tra i due tecnici, tre vittorie a testa anche se per Donadoni la Roma è una bestia nera: soltanto una volta è uscito dal campo col sorriso in 17 occasioni. Ci sarà della ruggine da grattare via dopo due settimane di stop, ma l’obiettivo è e rimane uno soltanto: vincere. Per i capitolini comincia un tour de force che li vedrà in campo per sette volte in tre settimane. Il ritmo è serrato e non si può sbagliare proprio ora.

Margherita Bellecca