Incontro in Campidoglio tra la Raggi e Pallotta: “E’ andata alla grande. Loro sanno che è un progetto importante. Tutto è andato meravigliosamente col Governo italiano” – La sindaca: “E’ andato bene bene, ce ne saranno altri” – Baldissoni: “Tutto è andato bene”

(E.Bandini) – Altra giornata di incontri istituzionali per James Pallotta che, dopo aver incontrato Zingaretti nella giornata di ieri, è pronto a dialogare con la sindaca Virginia Raggi che con sé avrà il vicesindaco Daniele Frongia e l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini.

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Ore 12.20 – Da quanto filtra dallo staff della Raggi l’incontro con Pallotta è durato 30 minuti. Presenti erano l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, il vicesindaco Daniele Frongia e anche l’assessore ai trasporti Linda Meleo. L’incontro è stato conoscitivo con la Roma che ha presentato le iniziative non legate al calcio. La sindaca ha voluto soffermarsi sul tema sportivo e calcistico con Pallotta che ha spiegato come rivitalizzare le strutture sportive. Il tema dello stadio non è stato affrontato, l’appuntamento è stato più di natura tecnica.

Ore 12.18 – Dal Campidoglio esce anche la sindaca Virigina Raggi. Queste le sue parole: “L’incontro è andato bene bene, è stato un incontro conoscitivo. Direi che è andato bene. Riduzione delle cubature? Non abbiamo parlato di dettagli tecnici, ne parleremo nei prossimi incontri“.

Ore 12.10 – Pallotta, prima di andare via, lancia 10 euro ad un disturbatore televisivo che con un cartello gli chiedeva dei soldi.

Ore 11.50 – E’ terminato l’incontro tra la sindaca Raggi e il Presidente Pallotta. Queste le dichiarazioni del numero uno della Roma: “È stato un buon incontro, molto positivo. È andata bene. Abbiamo mostrato alcune cose e siamo andati più nel dettaglio. Abbiamo raccontato quello che abbiamo fatto negli ultimi 3-4 anni. Alla grande. Loro sanno che è un progetto importante, noi sappiamo che è importante. Sono molto aperti su quello che stiamo facendo, è stata una buona riunione. Ottimista? Io sono sempre stato ottimista, costruiremo lo stadio, non c’è alcun motivo razionale per cui non venga costruito, dobbiamo andare avanti nell’iter nella maniera corretta. c’è una procedura che stiamo seguendo da tre anni e mezzo. Sia ieri (incontro in Regione, ndr) che oggi è andata alla grande, tremendamente bene, sono ottimista. Tutto va alla grande. La prima pietra sarà posata nel tardo inverno di quest’anno. Non ci sono problemi con il cambio del Sindaco, non vedo perché debba essere un problema, abbiamo superato lo scoglio comunale nell’iter. Non ci sono mai stati problemi dall’inizio di questo percorso sullo Stadio della Roma, la gente scrive cose e crea problemi, ma da quando è iniziato tutto è andato meravigliosamente sia con la città di Roma che con il Governo Italiano. Non ci sono problemi, se ci fossero problemi sarebbe solo colpa nostra e al massimo ritarderemmo di un paio di mesi. Ma per come stanno le cose adesso il Comune è stato perfetto“. Baldissoni: “Siamo molto soddisfatti, l’incontro è andato bene“.

Ore 11.09 – La sindaca di Roma Raggi e il presidente giallorosso Pallotta si affacciano dal balconcino che affaccia sui Fori Imperiali e salutano i giornalisti. Lo stesso fanno anche gli altri presenti all’incontro per lo stadio della Roma.

Ore 11.00 – Il Presidente James Pallotta è arrivato in Campidoglio scherzando coi cronisti presenti mimando il gesto della conta per vedere quanti fossero ad aspettarlo. Col numero uno giallorosso sono presenti Simone Contasta di Parsitalia, Umberto Gandini, ad della Roma, Mauro Baldissoni, dg della Roma e David Ginsberg.

Ore 10.55 – Sono arrivati in Campidoglio anche il vicesindaco di Roma Frongia e l’assessore all’Urbanistica Berdini.

Ore 10.37 – La sindaca di Roma Raggi è in Comune in attesa dell’arrivo di James Pallotta in Campidoglio.

Roma, Szczesny resta per volere di Spalletti. Caceres è sempre più vicino.

La Roma si raduna giovedì e sabato parte per il ritiro di Pinzolo. Spalletti è pronto, motivatissimo ma aspetta segnali dalla società. Segnali che fanno rima con calciatori. Al momento infatti la Roma deve ancora annunciare il primo rinforzo per la prossima stagione (Gerson, che sbarca oggi, è stato ufficializzato nella seconda semestrale del 2015) e ha perso nello scacchiere titolare Digne e Pjanic, non dimenticando Keita che da Lucio era considerato più che un sesto uomo nel basket (a dimostrazione le 13 gare su 19 disputate nel girone di ritorno). All’elenco non va aggiunto Szczesny che in settimana definirà il proprio futuro nella capitale: il polacco resterà alla Roma. La formula sarà quella del prestito oneroso con diritto di riscatto fissato a 18 milioni. Da soddisfare anche le richieste del portiere che ha posto come conditio sine qua non per rimanere che venga confermato il preparatore Nanni. Spalletti è d’accordo, Sabatini e Massara un po’ meno (contattato il preparatore della nazionale di Conte, Filippi).

GLI ARRIVI Entro mercoledì, verranno poi ufficializzati gli acquisti di Mario Rui e Alisson(da definire poi il suo futuro: non va esclusa l’ipotesi prestito). Attesa per Caceres: trattativa in dirittura d’arrivo. Negli ultimi giorni da registrare le classiche schermaglie tra le parti, con Sabatini che ha provato ad abbassare l’ingaggio (2 milioni) del triennale proposto al difensore (inserendo dei bonus) e l’agente Fonseca che invece è fermo sulle sue richieste. L’intesa, a meno di sorprese, sembra però imminente. Capitolo a parte merita invece Zabaleta. Dopo l’ottimismo delle scorse settimane, da registrare ieri un po’ d’inquietudine: il problema legato alle commissioni non è una formalità come in un primo momento poteva sembrare. L’Inter, sollecitata da Mancini, rimane sullo sfondo. L’alternativa all’argentino anche: Zappacosta (che tra l’altro essendo italiano aiuterebbe in vista della regola Figc 4+4) è uno dei profili più apprezzati da Spalletti.

Una volta sistemate le fasce, toccherà al centrale. Da tempo la Roma punta su Vermaelen. Anche in Spagna ieri confermavano l’interesse giallorosso asserendo che la differenza tra domanda (10) e offerta (8) si aggira sui 2 milioni. A Trigoria in realtà preferirebbero diluire l’operazione con la classica formula del prestito con diritto di riscatto ma quello che va limato è soprattutto l’oneroso ingaggio del belga (4 milioni). In lizza resta anche Juan Jesus: il cartellino dall’Inter è stato in gran parte ammortizzato e il costo è sceso a 6-7 milioni. Intanto rischia di diventare un caso Diawara. L’avvocato che lo assiste (Piraino) è uscito allo scoperto dichiarando che il calciatore «vuole andare via». Il centrocampista è atteso a Bologna tra mercoledì e giovedì e parlerà con la dirigenza.

Francesco Trinca

14-06-1986 Desideri e Cerezo regalano alla Roma il trionfo in Coppa Italia.

Il 14 giugno 1986 arriva all’Olimpico la Sampdoria per la gara di ritorno della Finale di Coppa Italia. L’andata è finita 2-1 per i blucerchiati e il gol di Tovalieri a Marassi è davvero un bottino importante nell’ottica del doppio scontro. La Roma, priva di molti titolari per gli impegni con le rispettive nazionali (in quei giorni in Messico si stava giocando il mondiale, poi vinto dall’Argentina di Maradona) si presenta con una formazione “riempita” di giovani. Mancano infatti Tancredi, Conti, Ancelotti, Nela e Boniek. Siamo all’indomani della splendida cavalcata in campionato finita tragicamente (in senso sportivo) contro il Lecce. Tengono banco il caso Bonetti e il caso Dundee. Nonostante tutto l’Olimpico è una polveriera e risponde presente alla chiamata alle “armi” per sostenere e spingere la Roma all’impresa.

In questa atmosfera si gioca la Finale di Coppa Italia. Prima della partita la rabbia verso le istituzioni del calcio si trasforma in striscioni di protesta: “F.I.G.C. trema, Roma non ti ama”“I soldi di Viola fanno parlare, quelli degli altri fanno tacere”“L’Italia calcistica rimpiange Artemio Franchi”,“F.I.G.C. le vostre manovre sono sempre più sporche”. Poi ancora “Sordillo disonesto, hai ottenuto ciò che volevi”, “Sordillo, raccontaci Italia-Camerun” e “Uomo del sud, mafioso del Nord” quelli rivolti al Presidente Federale.

Finalmente le squadre entrano in campo. La Roma, costretta a vincere, si getta a capofitto nella metà campo avversaria alla ricerca disperata del gol del vantaggio. I blucerchiati, invece, cercano di addormentare il gioco. Dopo quaranta minuti di schermaglie inconcludenti, l’occasione per cambiare volto al match arriva: Giannini ruba un pallone sulla trequarti, senza pensarci due volte serve Tovalieri che entra in area e viene atterrato da Mannini. L’arbitro Lanese decreta la massima punizione che Desideri realizza con una “gran botta”.  Nella ripresa la Sampdoria cerca di accelerare e i giallorossi giocano in contropiede. C’è il tempo di vedere l’espulsione di Graziani per reazione e un paio di interventi notevoli del giovane portiere giallorosso Gregori.

La Roma soffre. Subire un gol significherebbe perdere la coppa. Subire un gol significherebbe perdere ancora. Due volte in una stagione no, non si può.  All’86’ Eriksson decide di far entrare Cerezo, forse solo per la passerella finale. Lui, che solo perché non al meglio della condizione non è in Messico. Ad un minuto dal termine succede quello che non ti aspetti. Allo scadere dei novanta minuti il calcio decide di diventare poesia: Toninho è al centro dell’area, non proprio la sua posizione, ma evidentemente ha un appuntamento con il pallone che Impallomeni mette al centro. Un cross di rara precisione in favore di Toninho il quale lo raccoglie di testa in elevazione e lo deposita in rete.

L’Olimpico è una bolgia, la paura è spazzata via. Si può finalmente gioire. E può gioire Cerezo, per l’ultima volta con la maglia giallorossa sulla sua pelle. Toninho esulta ormai a torso nudo verso la Sud che incita a gran voce il suo nome facendolo scoppiare in lacrime, un saluto sentimentalmente forte.  Pruzzo in virtù del due a zero maturato all’Olimpico può alzare al cielo la sesta Coppa Italia della storia giallorossa.

Francesco Trinca

 

Rincorsa al secondo posto, la Roma spera grazie ai gol dell’inesauribile Francesco Totti.

Lo aveva annunciato in Conferenza Stampa e ha mantenuto la parola: Luciano Spalletti schiera Kevin Strootman titolare nella delicata partita contro il Genoa, per mantenere vive le speranze di secondo posto. Il centrocampista giallorosso lotta come un leone per tutto il match: bentornato Kevin.
La Roma parte subito forte e al sesto minuto trova il gol con Salah, dopo una splendido scambio con Perotti ed El Shaarawy; i giallorossi regalano calcio spettacolo e sfiorano il raddoppio con una girata al volo di Nainggolan. Il Genoa però trova il gol del pareggio al 13° con l’ex Tachtsidis. La partita non cambia con la Roma che continua ad attaccare sfiorando il vantaggio due volte con El Shaarawy. Al minuto 25 i giallorossi si vedono negati un rigore per una manata di Izzo proprio ad El Shaarawy, il migliore in campo nel primo tempo.
Nella ripresa la Roma cala e non riesce ad impensierire il Genoa che si difende bene. Dopo un quarto d’ora arriva il primo cambio di Spalletti che inserisce Totti al posto di Perotti; i giallorossi però subiscono la rete di Pavoletti che porta i grifoni in vantaggio. Spalletti si gioca il tutto per tutto ed inserisce anche Dzeko al posto di Maicon, la Roma ricomincia a macinare gioco e a rendersi pericolosa, ma ci pensa il solito Totti a suonare la carica e ad agguantare il pareggio con una punizione fulminate. Pochi minuti dopo il Capitano giallorosso ci riprova, ma questa volta Lamanna riesce a respingere il tiro. La Roma ci crede e continua a spingere, all’87’ su assist perfetto di Dzeko, El Shaarawy riesce finalmente a battere Lamanna e a regalare la vittoria alla Roma che mantiene ancora viva la corsa al secondo posto.

Francesco Trinca

Il tiro di Nainggolan allo scadere riapre la corsa al secondo posto. Roma a -2 dai partenopei.

Questa volta non è stato lui a segnare, ma la scossa quando entra è sempre forte e trascinatrice: l’azione del gol di Nainggolan prende il via proprio da un geniale lancio di prima di Capitan Totti. Partita delicata all’Olimpico che comincia con una Roma aggressiva, è dei giallorossi la prima occcasione, con Salah che calcia al volo su un rinvio errato di Albiol, ma la palla finisce di poco lontana dall’incrocio dei pali. Rudiger e Manolas riescono a tenere bene a bada Higuain, ma proprio il greco, a causa di una manata del pipita, deve uscire anzitempo per un problema all’occhio. Al 26′ viene annullata una rete a Callejon per fuorigioco. Il Napoli sfiora ancora il pari con Higuain che si libera in area di Rudiger e del subentrato Zukanovic e solo un miracolo di Szczesny evita il gol del vantaggio dei partenopei. Dall’altra parte la squadra di Spalletti, che pur gestisce bene la palla, non riesce a creare evidenti pericoli alla porta di Reina anche per la grande prestazione di Koulibaly. Il primo tempo termina a porte inviolate, ma la Roma è ancora sfortunata perchè perde anche Florenzi per un problema muscolare, al suo posto entra Maicon. Il Napoli spinge, ma i giallorossi riescono a controllare bene le offensive, senza però riuscire a colpire con le ripartenze di El Shaarawy, Perotti e Salah sostenute anche da Maicon. La partita si infiamma al minuto 81 con l’ingresso di Totti, ma dopo due minuti la Roma rischia di prendere gol con Hamsik che a botta sicura, dopo un’altra prodigiosa parata di Szczesny su Higuain, si vede anticipare da un tempestivo Rudiger. E’ dai piedi di Totti, però, che all’89’ prende il via l’azione del vantaggio giallorosso, dopo un lancio di prima dei suoi in area di rigore la palla gestita da Panic Maicon e Salah, arriva a al limite dell’area per l’accorrente Nainggolan che con un destro chirurgico batte Reina e regala 3 importantissimi punti alla Roma. Ora il Napoli è distante solo 2 punti e, con la Roma in vantaggio negli scontri diretti, la squadra di Sarri dovrà stare molto attenta a non fare altri passi falsi.

Francesco Trinca

Niente olimpiadi per Alisson. L’estremo difensore brasiliano si unirà alla Roma a luglio.

Alisson a disposizione di Spalletti a luglio e non più a fine agosto. Dunga, infatti, avrebbe rinunciato al futuro portiere giallorosso per le Olimpiadi di Rio preferendo inserire tra i convocati Willian. Una buona notizia, anche se non ancora ufficiale, che arriva dalla tv brasiliana Tv Globo. Quello che sarebbe potuto diventare uno dei maggiori grattacapi per Walter Sabatini (o il prossimo direttore sportivo), secondo questa indiscrezione, sembrerebbe in via di risoluzione. La Roma molto probabilmente dovrà fare i conti con il ritorno all’Arsenal di Szczesny e riaccogliere a Trigoria Lukasz Skorupski. Il portiere polacco classe ’91, nonostante l’esperienza ad Empoli, non offre grandissime garanzie. Alisson dunque, si candida per l’immediata titolarità, nonostante l’inesistente esperienza con un calcio molto differente da quello sudamericano. Le 12 apparizioni in Libertadores però, sono un punto in suo favore. 15 gol subiti in nove partite, per tre volte uscito imbattuto dalla contesa. Con l’indiscrezione lanciata da Tv Globo, sembra voler prendere il via un altro, infinito, tormentone di mercato, che terrà tutti con il fiato sospeso.

Francesco Trinca

Serie A, Perisic porta in vantaggio l’Inter. Nainggolan risponde. All’Olimpico termina 1 a 1.

All’Inter non riesce l’impresa di riaprire completamente i giochi per il 3° posto. Impedisce alla Roma di allungare la striscia di vittorie ma recrimina per non essere riuscita a conservare il prezioso vantaggio conquistato in avvio di ripresa con Perisic. Il pareggio nel finale di Nainggolan fa felice soprattutto gli uomini di Spalletti che tirano, così, un sospiro di sollievo e tengono a debita distanza una rivale. Un pari giusto, alla fine, per quanto fatto vedere sul campo da due squadre che si sono confermate in grande forma e tatticamente in crescita. L’Inter ha brillato per oltre un’ora mostrando personalità, dedizione e chiarezza di idee. La Roma ha impressionato per il carattere tirato fuori nel finale in cui è venuta fuori di forza, sopperendo così alle diffcoltà incontrare nel mettere in crisi i nerazzurri sul piano del gioco. E il gol di Nainggolan ne è il perfetto emblema.Dopo aver subito (4′) rischiato su un destro al limite di Perotti, l’Inter ha deciso di limitare la velocità delle incursioni degli avanti giallorossi puntando sui bassi ritmi e la gestione del pallone. Una tattica che per oltre mezz’ora ha prodotto l’effetto di disinnescare la pericolosità offensiva degli avversari e anche qualche mezza opportunità, non sfruttata nel migliore dei modi da Ljajic, Perisic e Brozovic. La Roma ha capito di dover cambiare passo e nel finale di tempo (40′) è tornata a rendersi pericolosa con una mezza girata volante di El Shaarawy che ha impegnato a terra Handanovic.  Nella ripresa Spalletti ha provato a cambiare qualcosa mettendosi a specchio ma l’Inter alla prima ripartenza, dopo aver rubato palla sulla trequarti, è stata brava a passare (53′): Brozovic ha lanciato in area Perisic che con un preciso sinistro in diagonale ha infilato Szczesny. Spalletti si è giocato la carta Dzeko e il bosniaco, pur non brillando, ha avuto il merito di far arretrare il baricentro dei nerazzurri. Il centravanti giallorosso ha subito impegnato di testa Handanovic in un’azione in cui c’è stato un galeotto pugno aereo (da rigore) di Miranda, non notato da nessuno per la verità in campo, e poi ha incredibilmente mandato alle stelle da favorevole posizione un assist al bacio di Salah. La Roma ha alzato i ritmi e, dopo altre due conclusioni insidiose di El Shaarawy e Salah e un salvataggio sulla linea di Nagatomo in mischia su azione d’angolo, ha meritamente pareggiato (84′), anche se con un pizzico di fortuna: un destro strozzato di Dzeko è diventato un involontario assist per Nainggolan che con una puntata da giocatore di calcio a 5 ha tolto il tempo ad Handanovic e ha infilato il pallone nell’angolo. La squadra di Spalletti ha creduto di poter arrivare alla nona vittoria di fila ma a negarle l’ultima possibilità è stato proprio Dzeko che al 91′ si è trovato sciaguratamente sulla traiettoria di un sinistro da favorevole posizione di Salah. Giusto così. Per questa Inter, dopotutto, sarebbe stata una punizione immeritata.

Francesco Trinca

Roma-Palermo: i precedenti.

Domenica sera a Roma arriva il Palermo, per continuare la rincorsa ai primi posti della squadra giallorossa: i rosanero sono reduci dall’ennesimo cambio in panchina, che ha visto il ritorno di Beppe Iachini in Sicilia per provare a rilanciare la squadra nella lotta salvezza visti ormai i soli 4 punti rimasti di vantaggio sulla zona rossa. Zamparini continua ad onorare la sua nomea che ormai sembra addirittura precederlo.

Sono 26 i precedenti giocati all’Olimpico fra Roma e Palermo: 17 vittorie romaniste, 4 pareggi e 5 vittorie dei siciliani, a sottolineare un bilancio nettamente positivo per i padroni di casa. L’anno scorso, all’ultima giornata di campionato in una gara insignificante per entrambi, si impose il Palermo per 2-1 con le reti di Vazquez e Belotti (in mezzo il pareggio di Totti).

A dirigere la sfida sarà Piero Giacomelli, della sezione di Trieste: con lui 4 gare per la Roma, 2 vittorie e altrettanti pareggi. L’ultima direzione è anche l’unica di questa stagione, 3-1 all’Empoli con le reti di Pjanic, De Rossi, Salah e Buchel. Con il Palermo invece 5 arbitraggi: nessuna vittoria, un pareggio e ben 4 sconfitte.

Francesco Trinca

All’Inter basta un tiro dalla distanza di Medel per mettere la freccia. La Roma saluta il primato.

Dura 450 minuti la striscia positiva della Roma, che si interrompe bruscamente al cospetto dell’Inter di Mancini. A San Siro decide un gol di Gary Medel, che firma il sesto 1-0 dei nerazzurri in campionato. L’Inter si riprende di prepotenza ma soprattutto d’astuzia la vetta della classifica aspettando i risultati di Napoli (impegnato in casa del Genoa) e Fiorentina (al Franchi con il Frosinone). Una gara che conferma la solidità difensiva dei nerazzurri, ma anche la difficoltà sotto rete di Dzeko, l’acquisto più importante dei giallorossi.  Il primo tempo è bello, perché entrambe le squadre corrono, pressano, ma esprimono anche un buon gioco. Il primo tentativo è un coraggioso tiro di Guarin da 60 metri: Szczesny è attento. E’ la Roma, però, ad andare per prima vicina al gol: Handanovic è superlativo sul colpo di testa di Dzeko bravo ad arrivare per primo sul cross di Digne. L’Inter reagisce subito: Brozovic può calciare ma crossa, Szczesny smanaccia, l’azione poi sfuma. Occasioni da una parte e dall’altra dopo il primo quarto d’ora di gioco. E’ il 23′, invece, quando l’Inter si salva da un gol già fatto: Handanovic respinge il tiro di Maicon, sulla ribattuta arriva Dzeko che viene anticipato da D’Ambrosio in spaccata. Un salvataggio miracoloso, ma contemporaneamente un gol mangiato dall’attaccante bosniaco, poco reattivo. Salah e Jovetic ci provano con soluzioni dalla distanza poco precise. Arriva dal protagonista che non ti aspetti il gol del vantaggio dell’Inter. E’ il pitbull Gary Medel a centrare la soluzione vincente. Anche lui ci prova dalla distanza, però a differenza dell’attaccante montenegrino, coglie impreparato Szczesny sul palo lungo. Si va al riposo con i padroni di casa in vantaggio. Il forcing giallorosso si intensifica nella ripresa. Dzeko ha un paio di occasioni buone, ma è troppo lento nel momento della conclusione. Di fronte, poi, la Roma si trova un Handanovic stratosferico. Il portiere nerazzurro, al 61′, riesce nell’impossibile, quando salva sul destro a giro di Florenzi, poi sul tap in di Salah, sul probabile autogol di Murillo e ancora sul colpo di testa dell’egiziano. Il tutto in pochissimi secondi: è la sintesi di una Roma che sbatte contro il muro sloveno.

Francesco Trinca