Da Fazio a Pastore: quanto pesano gli esuberi della Roma

(R.Rodio) – L’ennesima sconfitta stagionale contro una big di Serie A ha riaperto il dibattito riguardo le ambizioni della Roma, ancora incapace di fare il salto di qualità.

Secondo molti opinionisti uno dei motivi della scarsa attitudine vincente negli scontri diretti riguarda la qualità della rosa a disposizione di Paulo Fonseca, che a differenza di Inter, Juventus o Milan non vanta una panchina lunga e di qualità.

Colpa forse dei tanti, troppi esuberi che la Roma attuale conta nella rosa 2020-2021. Diversi calciatori infatti sono da tempo ai margini, ma nonostante ciò restano come pesi morti, sia tecnicamente che economicamente, a riempire numerose caselle.

A risentirne dunque, oltre che la sfera tecnico-tattica, sono soprattutto le casse di Trigoria. La presenza dei suddetti esuberi infatti costa molti soldi alla Roma, aumentando di fatto il tetto-ingaggi. Vediamo di chi si tratta.

Partiamo dalla difesa: Federico Fazio è un centrale d’esperienza che da tempo è fuori dagli schemi di mister Fonseca. Ha rifiutato il trasferimento prima al Cagliari e poi al Parma. Il suo attuale stipendio netto è di 2,5 milioni all’anno fino al 2022.

Juan Jesus, in scadenza di contratto, ha detto no invece al Genoa. Il brasiliano percepisce 2,2 milioni. Anche Davide Santon, vero e proprio ‘desaparecido’ della rosa, ha rifiutato alcune soluzioni esterne e guadagna 1,5 milioni a stagione.

A centrocampo spiccano Amadou Diawara e Javier Pastore. L’ex Napoli da tempo sembra con la valigia in mano, ma per ora resta a Roma e pretende il suo stipendio da 2,5 milioni netti. L’argentino, ormai un tutt’uno con l’infermeria giallorossa, ne guadagna ben 4,5. Un vero e proprio macigno per le casse societarie.

A questi rincalzi vanno aggiunte le situazioni di elementi che la Roma vorrebbe piazzare in futuro sul mercato in uscita. Come Pau Lopez, portiere che non ha mai convinto il club e che guadagna tanto (3 milioni netti all’anno). O come Carles Perez, altro acquisto finora deludente, il quale ha firmato un anno fa un contratto da 2 milioni netti.

Forse il meno “esubero” e più meritevole di riguardo è Bruno Peres, giocatore non certo di prim’ordine ma molto considerato da Fonseca. Il contratto del brasiliano scadrà al 30 giugno prossimo, così come gli 1,8 milioni percepiti dal classe ’90.

Tiago Pinto ha già ammesso, al termine del mercato di riparazione di gennaio, di essere deluso con sé stesso per non aver piazzato altrove almeno 2-3 di questi elementi. Ma ci riproverà certamente a partire da giugno 2021. L’eventuale partenza degli otto esuberi individuati darebbe pieno respiro alle casse romaniste, sia per alleggerire il monte-ingaggi sia per poter reinvestire tali risparmi su nuovi innesti e rinnovi contrattuali.

La Roma in soldoni andrebbe a risparmiare 20 milioni di euro netti in stipendi, circa 40 milioni lordi. E se a questi si aggiungono i 7,5 milioni percepiti da Edin Dzeko, anche lui probabile partente, il club giallorosso avrebbe in tasca già un ‘tesoretto’ interno da immettere su almeno 3-4 acquisti di livello ed i prolungamenti di contratto di Pellegrini, Zaniolo e altri titolari.

 

Roma, benvenuto 2021: il mercato che verrà

Guido Fienga e Paulo Fonseca

(R.Rodio) – Un duro, durissimo anno è ormai alle spalle. Da oggi il calcio italiano ed internazionale guarda al 2021 con ottimismo, nella speranza che a breve si superi la pandemia da Covid-19 per ritornare ai vecchi tempi.

La Roma è proiettata con ottimismo nel nuovo anno. Una proprietà, quella della famiglia Friedkin, che ha ambizioni importanti, restando però con i piedi per terra. Una squadra che viaggia a buoni ritmi e punta al ritorno nell’élite del calcio europeo. Infine un nuovo direttore generale, quel Tiago Pinto di cui dal Portogallo parlano come di un maestro del mercato.

E proprio il calciomercato nel 2021 sarà uno dei punti di maggior interesse per la Roma di Paulo Fonseca, che vanta una rosa competitiva ma assolutamente migliorabile. Vediamo dunque quelli che saranno probabilmente i movimenti, tra la sessione imminente di gennaio e quella estiva.

I calciatori in partenza 
 Prima di pensare agli acquisti la Roma dovrà forzatamente valutare i calciatori sacrificabili sul mercato in uscita.

Partiamo dai portieri: se Antonio Mirante rinnoverà per un’altra stagione, restando come secondo d’esperienza, lo spagnolo Pau Lopez è indicato da tutti come un sicuro partente. Il classe ’94 ha estimatori in Spagna ed Inghilterra, ma appare difficile che possa fare le valigie già a gennaio. Probabile una cessione in prestito (anche biennale) con obbligo di riscatto.

In difesa diranno addio certamente Federico Fazio e Juan Jesus. L’argentino sa di non essere più nei piani del club, mentre il brasiliano è in scadenza di contratto e appare impossibile un rinnovo. Anche Bruno Peres, a meno di una seconda parte di stagione sfavillante, lascerà la capitale il 30 giugno prossimo. In uscita pure Davide Santondesaparecido della fascia destra. In caso di offerte significative la Roma valuterà anche la posizione di Roger Ibañez (valutazione sui 35 milioni di euro).

A centrocampo sono due i nomi in uscita: Amadou Diawara e Javier Pastore. Il guineano è sceso nelle gerarchie di mister Fonseca e già a gennaio potrebbe ricevere proposte allettanti (piace in Premier). Il ‘Flaco’ invece è una sorta di mistero, visti i ripetuti infortuni. Il valore tecnico del calciatore ex Palermo non si discute, ma i 4,5 milioni di stipendio lo rendono un elemento esoso e persino nocivo: la Roma farà di tutto per cercare di piazzarlo altrove.

Da valutare invece la posizione dei due spagnoli d’attacco, ovvero Carles Perez e Borja Mayoral. Per il primo si parla di un possibile prestito altrove, magari proprio in Liga, per ritrovare smalto e continuità. Il secondo invece è chiamato a dimostrare di poter essere un vice-Dzeko: senza gol e prove convincenti la Roma potrebbe anche pensare di rispedirlo a fine stagione a Madrid.

Gli obiettivi in entrata Diversi i ruoli che la Roma in questo nuovo anno intende rinforzare con innesti mirati e per lo più giovani.

Viste le prove poco apprezzabili di Pau Lopez, arriverà molto probabilmente un nuovo portiere titolare. Tre le soluzioni che i giallorossi valuteranno: la prima riguarderà un numero 1 giovane e di prospettiva, che possa crescere al fianco di Mirante, come ad esempio il turco Cakir (offerto negli scorsi giorni) o il rumeno Radu in uscita dall’Inter. La seconda opzione vedrebbe la Roma virare su un portiere esperto e affidabile, ma non in proiezione futura: Sirigu del Torino e Silvestri del Verona i papabili. Infine c’è la terza soluzione che porta il nome di Rui Silva, classe ’94 del Granada che si prende a costo zero in estate. Ma c’è da superare la concorrenza di Inter, Lazio, Siviglia e Betis.

Si parla di due possibili innesti in difesa: nella linea a tre centrali di Fonseca potrebbe aggiungersi una nuova risorsa, che possa allinearsi agli attuali titolari. Come Izzo, in uscita dal Torino, oppure il talentuoso Lovato dell’Hellas Verona. In arrivo certamente un terzino destro, capace di alternarsi a Karsdorp: piace molto lo statunitense Reynolds, che però è tentato anche dalla Juventus. Non mancano le alternative in tale ruolo, che vanno dai giovani Soppy (Rennes), Frimpong (Celtic) e Montiel (River Plate) fino al più esperto Hysaj, pronto a svincolarsi dal Napoli.

Roma a caccia anche di un nuovo centrocampista. L’idea iniziale era quella di ingaggiare un regista vero e proprio, ma l’esplosione di Villar potrebbe far virare i giallorossi verso un altro tipo di mediano. Nel mirino un vice-Veretout, un calciatore di quantità, corsa e polmoni. Nandez del Cagliari è il profilo ideale, ma di recente sono stati accostati anche Weigl, tedesco del Benfica, ed il giovane brasiliano Ramon Cesar.

Già a gennaio dovrebbe arrivare un rinforzo sulla trequarti, ovvero una mezza punta che possa dare ricambio alla fase offensiva della Roma. La scelta preferita resta sempre il ritorno di El Shaarawy, ma il suo club cinese (Shanghai Shenhua) non intende regalarlo in prestito. I giallorossi si guardano dunque attorno: visionati pure Zaccagni del Verona, Bernard dell’Everton, Otavio del Porto e Berghuis del Feyenoord.

Resta l’enigma del centravanti. Tutta da decifrare la posizione di Dzeko e Borja Mayoral, entrambi non sicuri di restare a lungo per ragioni diverse. A prescindere da tutto servirà un innesto anche in avanti. Milik a costo zero è una tentazione enorme, mentre a Fonseca non dispiacerebbe riavere con sé Facundo Ferreyra. Ed un ritorno di Scamacca, classe ’99 attualmente al Genoa, rappresenterebbe un interessante colpo di prospettiva per l’attacco.

La situazione dei calciatori in prestitoIl mercato giallorosso del 2021 dipenderà molto anche dalla gestione futura dei calciatori, di proprietà Roma, attualmente in prestito altrove. Tutti elementi che andranno in qualche modo ‘sistemati’.

Il portiere Robin Olsen è passato a titolo temporaneo all’Everton. Le ultime notizie sembrano avvicinare il riscatto definitivo dello svedese, valutato almeno 4 milioni di euro.

A gennaio rientrerà alla base Daniel Fuzato. Il talentuoso estremo difensore brasiliano non ha mai trovato spazio nel Gil Vicente. Per lui previsto un’altra cessione in prestito, probabilmente sempre all’estero.

Alessandro Florenzi sta convincendo nella sua esperienza al PSG. Continuando così appare probabile che i francesi investano i 9,5 milioni di clausola per il riscatto a titolo definitivo.

La Roma tiferà Leicester in chiave Cengiz Under: dai risultati del club inglese e dalle prestazioni del turco dipenderà l’obbligo di riscatto. In tal caso i giallorossi andrebbero ad incassare circa 26,5 milioni di euro.

Più complicate le situazioni di Steve Nzonzi e Justin Kluivert. Il Rennes ed il Lipsia, le due rispettive società a cui la Roma ha ceduto in prestito i giocatori, valuteranno solo a fine stagione l’eventuale riscatto di entrambi. Per il francese c’è l’enorme ostacolo ingaggio (3,2 milioni netti), l’olandese invece potrebbe anche rientrare a Roma prima del previsto. E ciò non dispiacerebbe a Fonseca.

Di minor importanza i rientri dei vari Bianda, Coric, Antonucci e Riccardi, facilmente piazzabili in prestito nel mercato estivo 2021.

A San Siro va in scena “La morte del Cigno”

Gianluca Notari – Un ultimo ballo. Dopodiché, il volo del Cigno di Sarajevo, in Italia, si interromperà per sempre. Anche se lui, le ali, le spalancherà nuovamente, per fare ritorno nella terra che lo ha visto affermarsi come uno dei più grandi attaccanti in circolazione, l’Inghilterra. Di Edin Dzeko a Roma si è sempre parlato: tanto, quando ha fatto bene, troppo, quando ha fatto male. A volte è stata colpa sua: sono stati molti, infatti, i gol sciupati da parte sua che magari avrebbero portato punti preziosi, o magari solamente entusiasmo e numeri più elevati. Il più clamoroso di tutti fu in quel Roma-Palermo 5-0, dove Dzeko riuscì con il sinistro a mandare fuori un pallone già in porta. Eppure, tante volte, il bosniaco è stato in grado di zittire tutti, collezionando gol sensazionali e giocate da applausi. Proprio in quell’occasione, infatti, siglò una doppietta fantastica, dimostrando che Edin Dzeko è un giocatore umorale e spesso dal rendimento alterno, questo sì, ma che è pure molto bravo nel giocare al gioco del calcio.

I detrattori non sono mai mancati: “fa gol solo con le piccole“, si diceva; “non è mai decisivo“, ancora; “nei momenti importanti sparisce“, confermavano altri. Anche quando, facendosi beffe delle critiche, sotto la sapiente guida di Luciano Spalletti, nella stagione 2016-2017 mette a segno 39 gol stagionali: capocannoniere della Serie A e capocannoniere dell’Euopa League, nonostante la Roma fosse poi uscita in modo scellerato agli ottavi di finale, dopo il doppio confronto con il Lione. Corsi e ricorsi storici: sarà probabilmente ancora lui, Luciano Spalletti, a rappresentare per Dzeko un altro spartiacque nella sua vita professionistica. Perché, se con il tecnico toscano il 9 giallorosso ha giocato la migliore stagione in carriera, questa volta Spalletti sarà probabilmente l’ultimo mister che incontrerà Dzeko nel suo cammino in Italia.

L’accelerata del Chelsea per assicurarsi il bosniaco è arrivata pochi giorni fa, subito dopo l’affondo per Emerson Palmieri, altro partente in direzione Londra. Il possibile blocco del mercato dei Blues – per tesseramento irregolare di giocatori minorenni – ha fatto scattare l’allarme a Cobham: Conte è rimasto notoriamente insoddisfatto dal mercato estivo e, con la probabile impossibilità di fare acquisti nella prossima finestra, gli investimenti in questa sessione dovranno essere molti e di sicuro affidamento. Ecco dunque spiegato il perché puntare su Edin: nonostante ormai gli anni siano quasi 32, Dzeko ha davanti a sé ancora un paio d’anni di calcio a ottimi livelli. Inoltre, l’alternanza con Morata gli garantirà il lusso di poter rifiatare spesso, senza esser costretto agli straordinari così come lo era a Roma. E poi Dzeko conosce già molto bene il campionato, dato che ha vestito la maglia del Manchester City per due stagioni e mezzo.

Insomma, chi trova Dzeko trova un tesoro, su questo non ci piove. Pioverà invece a Londra, dove piove sempre, dove il Cigno è diretto e dove ha avuto il suo ultimo vero acuto: due gol siglati a Stamford Bridge, di cui uno bellissimo, una meraviglia degna di un’opera di Čajkovskij.”La morte del Cigno“, ad esempio. Un ultimo ballo, per poi volare via.

Gianluca Notari