L’Inter-Roma degli ex finisce 1-1. Il pareggio fa sorridere il Milan

Alice Dionisi – Un pareggio equo dopo una gara altrettanto equilibrata, che permette al Milan di mantenere il quarto posto in solitaria. Nella trentatreesima giornata di Serie A Inter e Roma si affrontano nello scontro diretto per un posto in Champions League, nel tentativo di sfruttare gli errori di Lazio e Milan, rispettivamente contro Chievo e Parma. I giallorossi affrontano l’ex tecnico Spalletti, che preferisce Lautaro Martinez ad Icardi, mentre Ranieri è costretto a fare a meno anche di Manolas (risentimento muscolare nel riscaldamento), dopo aver rinunciato anche a De Rossi, che segue il match dalla tribuna. Dentro Juan Jesus insieme a Fazio, panchina per l’altro grande ex del match, Nicolò Zaniolo, a cui il tecnico testaccino ha preferito Cengiz Under. Nei primi minuti di gioco ci provano Dzeko e Kolarov, ma Handanovic si fa trovare pronto, poi Mirante nega il gol a Lautaro Martinez su cross di Lautaro, salvando il risultato. Al 14’ i giallorossi passano in vantaggio grazie ad uno tiro a giro di El Shaarawy che sorprende il portiere nerazzurro. Il numero 92 giallorosso trova il gol grazie ad un’azione personale, da sinistra supera palla al piede D’Ambrosio e si accentra, inganna la difesa interista e da fuori area la spedisce di destro in rete. Nella ripresa dentro Zaniolo per Pellegrini, che serve Pellegrini la palla per il potenziale raddoppio, ma il numero 7 non trova la conclusione. Esce Nainggolan, spento contro la sua ex squadra, per fare posto ad Icardi. Al 61’ i nerazzurri trovano la rete del pareggio grazie ad un gol di Perisic, che batte di testa Mirante sul secondo palo. Un risultato giusto, figlio delle occasioni mancate da entrambe le squadre: brivido nel finale (90’) con il sinistro in diagonale di Kolarov, che però non riesce a trovare la porta. Nel post-partita Spalletti si dichiara soddisfatto del risultato: “Nel secondo tempo abbiamo fatto meglio, siamo stati più ordinati. Potevamo fare di più, ma per noi è un risultato prezioso visto come si era messa la partita.

Alice Dionisi

Inter-Roma, intervista a Riccardo Ferri

Gianluca Notari – Riccardo Ferri, ex difensore di Inter e Sampdoria e attuale opinionista di Premium Sport, è stato intervistato dai microfoni della nostra redazione. Naturalmente, argomento principe dell’intervista è stata la gara di San Siro tra Inter e Roma. Le sue parole:

La partita tra Inter e Roma di questa sera è stata dipinta da molti come uno spareggio per la Champions League. Sei d’accordo?
E’ una partita che probabilmente non rappresenta il bivio finale, ma è certo che conti molto, specialmente per queste due squadre che prima della sosta avevamo lasciato l’impressione di aver perso un po’ le proprie caratteristiche, chi per convinzione, per fisicità o per velocità di manovra. E’ chiaro che questa partita può riaccendere un po’ di consapevolezza in entrambe. Detto questo, Inter-Roma è sempre stata una partita molto combattuta, dove le due squadre vorranno imporsi. La Roma è una squadra aggressiva, che ti attacca molto alta e che vuole sempre fare la partita, mentre l’Inter è molto brava a rispondere con delle ripartenze in velocità. Ricordando la partita d’andata, immagino che la Roma vorrà rifarsi, dopo una gara che l’ha vista un po’ delegittimata: colpì tre pali e fu certamente molto più protagonista dell’Inter. C’è curiosità di capire in che modo sarà affrontata la partita, sia dal punto di vista tattico che nell’atteggiamento.

Hai una tua idea riguardo alla flessione che entrambe le squadre hanno avuto?
Credo sia abbastanza fisiologico, anche se in maniera differente. La Roma arrivava da una stagione da protagonista, dove ha chiuso il campionato al secondo posto e, anche se eliminata ai preliminari in Champions League, ha portato al termine una stagione importante nonostante le diverse problematiche: il caso Totti, ad esempio, o altri piccoli problemi che dovevano essere gestiti all’interno dello spogliatoio. Dall’altra parte c’è un Inter neonata, con un progetto nuovo nato quest’estate. E’ cambiato l’allenatore, sono cambiati diversi giocatori, mentre quelli che c’erano lo scorso anno non avevano reso come invece stanno rendendo oggi: questo è senza dubbio merito di Spalletti. Inoltre, la partenza è stata davvero inaspettata da tutti: nessuno pensava che l’Inter potesse avere un tale approccio. Poi c’è stato un calo fisiologico probabilmente dettato dal fatto che la rosa è molto corta. Gli interpreti dall’inizio dell’anno sono quasi sempre gli stessi, specialmente sulle fasce che sono quelle che forniscono i palloni per Icardi, che se non fornito bene rimane isolato.

Credo che non ci siano dubbi sul fatto che il filo conduttore di questa partita è rappresentato da Luciano Spalletti…
Assolutamente. L’impressione che ho avuto su di lui fino ad oggi è estremamente positiva, ma lo era già lo scorso anno quando allenava la Roma. Lì vedevo un allenatore lasciato alla deriva, e che combatteva contro tutto e tutti portando avanti le proprie convinzioni. Partendo dall’inizio, quando Dzeko era spesso individuato come un problema, Spalletti lo ha sempre difeso fino all’ultimo, e Dzeko ha risposto con la cattiveria e la personalità che l’allenatore gli chiedeva. E poi il caso Totti, non facile da gestire. Per questo ho apprezzato molto Spalletti, perché nonostante le difficoltà è riuscito a non perdere di vista l’obiettivo finale che era quello della squadra, e non dei singoli. Non era facile, anche perché ho spesso avuto l’impressione che fosse lasciato solo dalla società che non aveva naturalmente intenzione di schierarsi contro Totti. La piazza per questo lo vedeva spesso come un nemico, ma lui ha portato a casa la stagione centrando l’obiettivo del secondo posto. Quest’anno  arrivato all’Inter, e come ho detto prima è stato determinante nel riportare alcuni giocatori su dei livelli altissimi: Perisic, Candreva, Handanovic, Icardi, Miranda. E poi gli acquisti, scelti in comune accordo con la società: Skriniar, Borja Valero, Vecino, tutti giocatori importanti. Questo mi sembra la dica lunga sulla qualità di questo allenatore.

Corsa scudetto: è ormai una questione tra Juventus e Napoli o pensi che Inter e Roma possano ambire al titolo fino all’ultimo?
Credo che il nostro sia un campionato 11 contro 9: 11 squadre che lottano per il titolo e per i posti per l’Europa e le altre 9 che lottano per non retrocedere. Al di là di questo, penso che fino alla fine Juve, Napoli, Inter, Roma e Lazio lotteranno per i primi 4 posti. Certo, al momento mi viene da pensare che Juventus e Napoli lotteranno per il titolo con le altre tre a scontrarsi per il terzo ed il quarto posto, a meno di clamorose sorprese. Mi auguro che a calare non siano Roma ed Inter: in quel caso la Lazio, vincendo il recupero, potrebbe lottare in maniera importante per un posto Champions.

Classifica finale per le prime quattro posizioni?
Vedo Napoli, Juventus, Inter e Roma. Ma la Lazio mi spaventa molto, specialmente dal punto di vista fisico, quindi vedo una Lazio equivalente a Roma e Inter: saranno queste tre a giocarsi gli ultimi due posti valevoli per la Champions fino a fine campionato. Fondamentali, in questo senso, saranno gli scontri diretti, come sono sempre stati. Già la partita di oggi potrebbe dire tanto: se l’Inter vincesse andrebbe a 45 punti, e toglierebbe inoltre un po’ di convinzione a questa Roma che è squadra davvero molto forte.

Gianluca Notari

A San Siro va in scena “La morte del Cigno”

Gianluca Notari – Un ultimo ballo. Dopodiché, il volo del Cigno di Sarajevo, in Italia, si interromperà per sempre. Anche se lui, le ali, le spalancherà nuovamente, per fare ritorno nella terra che lo ha visto affermarsi come uno dei più grandi attaccanti in circolazione, l’Inghilterra. Di Edin Dzeko a Roma si è sempre parlato: tanto, quando ha fatto bene, troppo, quando ha fatto male. A volte è stata colpa sua: sono stati molti, infatti, i gol sciupati da parte sua che magari avrebbero portato punti preziosi, o magari solamente entusiasmo e numeri più elevati. Il più clamoroso di tutti fu in quel Roma-Palermo 5-0, dove Dzeko riuscì con il sinistro a mandare fuori un pallone già in porta. Eppure, tante volte, il bosniaco è stato in grado di zittire tutti, collezionando gol sensazionali e giocate da applausi. Proprio in quell’occasione, infatti, siglò una doppietta fantastica, dimostrando che Edin Dzeko è un giocatore umorale e spesso dal rendimento alterno, questo sì, ma che è pure molto bravo nel giocare al gioco del calcio.

I detrattori non sono mai mancati: “fa gol solo con le piccole“, si diceva; “non è mai decisivo“, ancora; “nei momenti importanti sparisce“, confermavano altri. Anche quando, facendosi beffe delle critiche, sotto la sapiente guida di Luciano Spalletti, nella stagione 2016-2017 mette a segno 39 gol stagionali: capocannoniere della Serie A e capocannoniere dell’Euopa League, nonostante la Roma fosse poi uscita in modo scellerato agli ottavi di finale, dopo il doppio confronto con il Lione. Corsi e ricorsi storici: sarà probabilmente ancora lui, Luciano Spalletti, a rappresentare per Dzeko un altro spartiacque nella sua vita professionistica. Perché, se con il tecnico toscano il 9 giallorosso ha giocato la migliore stagione in carriera, questa volta Spalletti sarà probabilmente l’ultimo mister che incontrerà Dzeko nel suo cammino in Italia.

L’accelerata del Chelsea per assicurarsi il bosniaco è arrivata pochi giorni fa, subito dopo l’affondo per Emerson Palmieri, altro partente in direzione Londra. Il possibile blocco del mercato dei Blues – per tesseramento irregolare di giocatori minorenni – ha fatto scattare l’allarme a Cobham: Conte è rimasto notoriamente insoddisfatto dal mercato estivo e, con la probabile impossibilità di fare acquisti nella prossima finestra, gli investimenti in questa sessione dovranno essere molti e di sicuro affidamento. Ecco dunque spiegato il perché puntare su Edin: nonostante ormai gli anni siano quasi 32, Dzeko ha davanti a sé ancora un paio d’anni di calcio a ottimi livelli. Inoltre, l’alternanza con Morata gli garantirà il lusso di poter rifiatare spesso, senza esser costretto agli straordinari così come lo era a Roma. E poi Dzeko conosce già molto bene il campionato, dato che ha vestito la maglia del Manchester City per due stagioni e mezzo.

Insomma, chi trova Dzeko trova un tesoro, su questo non ci piove. Pioverà invece a Londra, dove piove sempre, dove il Cigno è diretto e dove ha avuto il suo ultimo vero acuto: due gol siglati a Stamford Bridge, di cui uno bellissimo, una meraviglia degna di un’opera di Čajkovskij.”La morte del Cigno“, ad esempio. Un ultimo ballo, per poi volare via.

Gianluca Notari

Inter-Roma, San Siro si riempie. Sosta toccasana, torna Defrel

Simone Burioni – Cinquecentottantasei. Son i chilometri che separano lo Stadio Olimpico dal Meazza di Milano. Un tragitto durante il quale i calciatori della Roma dovranno ritrovare la concentrazione e riportare la testa al campo dopo le vacanze trascorse durante questo periodo di sosta.

SAN SIRO FA 50.000 – Al momento lo stadio San Siro conterà cinquantamila interisti a sostegno della squadra di Luciano Spalletti che nella conferenza stampa post Fiorentina aveva dichiarato che “Il gap con la Roma è stato colmato”. L’allenatore di Certaldo cercherà di rendere il tifo nerazzurro un fattore a proprio vantaggio dopo averlo definito come “Un tifo che ti fa tornare indietro nel tempo”. Dall’altra parte il settore ospite, tinto di giallorosso per l’occasione, conta attualmente 1800 unità che tenderanno ad aumentare nei prossimi giorni.

SOSTA BENEDETTA – Sia la Roma sia l’Inter stanno attraversando un momento di intensa difficoltà e lo stop dei match di campionato non può che aver ossigenato le due squadre, chiamate a reagire nell’immediato. I giallorossi nelle ultime cinque partite hanno ottenuto una sola vittoria (Cagliari), due pareggi e altrettante sconfitte, mentre analizzando lo stesso numero di gare i nerazzurri registrano un percorso di zero vittorie, tre pareggi e due sconfitte (Udinese e Sassuolo).

NESSUN RINFORZO, MA C’È DEFREL – Il mercato di gennaio, con molte probabilità, si chiuderà senza nuovi innesti per la Roma. Come già preannunciato dallo stesso Monchi “I migliori acquisti si chiameranno Defrel, Under, Schick…”. Il talentuoso ceco sta faticando a trovare la confidenza con il gol, mentre l’ex Sassuolo si è allenato a Trigoria per velocizzare il proprio rientro. Defrel infatti sembra essere sulla via del recupero per la sfida con l’Inter e potrebbe portare positività alla rosa di Di Francesco che appare preoccupato (ma non scoraggiato) dalle recenti prestazioni della squadra. Che sia il francese la soluzione? Per adesso “Marchons!”.

Simone Burioni

Roma, “Ricominciamo!”. Adesso c’è l’Inter… con uno Dzeko in più

Simone Burioni – “Ancora non siamo da scudetto”. Queste le parole di Eusebio Di Francesco rilasciate a Firenze durante l’evento “Ferrante-Pitti Uomo”. Verità o strategia? Il conto alla rovescia per la sfida di Milano contro l’Inter, in programma per domenica 21 gennaio, è iniziato. Serve una reazione. Tra tante difficoltà qualche guizzo da cui ripartire…

EDIN SBLOCCATO – La sconfitta con l’Atalanta, per quanto dolorosa, non è stata totalmente grigia. Qualche aspetto positivo è comunque riuscito ad emergere. Su tutti il ritorno al gol di Edin Dzeko che si è sbloccato dopo un digiuno che durava dal 1 dicembre (match contro la SPAL). Per trovare un’altra rete del bosniaco bisogna scorrere il calendario fino al 1 ottobre. L’avversario era il Milan e il numero 9 giallorosso riuscì a caricarsi la squadra sulle spalle portandola alla vittoria. San Siro potrebbe essere il posto giusto da cui far ripartire la striscia positiva di gol iniziata nella prima parte di stagione.

MODULO CONFERMATO – Schick fa il Defrel, ma il ceco pecca di lucidità negli ultimi metri se costretto a ripiegare costantemente sulla linea di centrocampo. Inoltre non è la posizione che predilige anche se al suo arrivo dichiarò: “Posso giocare ovunque in attacco”. Il mister è chiaro, il collettivo conta più dell’individuo: “Avanti con il 4-3-3”.

DIFRA VS SPALLETTI – All’andata, con un pizzico di fortuna e con un VAR acerbo, l’Inter dell’ex Spalletti era riuscita a spuntarla su una Roma ancora in rodaggio e che non aveva convinto pienamente nel pre-stagione. A quella sconfitta sono seguite le 5 vittorie consecutive in campionato, arrestate solo all’ottava giornata dal Napoli. Le statistiche più recenti pendono dalla parte di Di Francesco: i giallorossi nelle ultime 5 partite a San Siro in Serie A contro i nerazzurri sono riusciti ad ottenere tre vittorie. Roma, ascolta la Sud: “Ricominciamo!”.

Simone Burioni