Viaggiando nella Hall of Fame: Paulo Roberto Falcao, il “gaucho” che ha illuminato Roma

Pagine Romaniste (F.Belli) – E’ il giorno di San Lorenzo di un estate di inizio anni 80′, un estate speciale per ogni tifoso romanista. E’ l’estate dell’arrivo di Paulo Roberto Falcao, colui che da lì a poco sarebbe diventato l’ottavo re di Roma. Un campione mai dimenticato, diventato leggenda prima ancora del diffondersi del mito, come accade solo a pochi privilegiati. Il divino, perché il suo modo di giocare non era qualcosa di umano, ma piuttosto di trascendentale. Qualcosa che, almeno a Roma, non si era mai visto. Disse in tempi recenti il figlio Giuseppe: “C’è una Roma prima di Falcao e una Roma dopo Falcao”. La rivoluzione importata nella Capitale da un brasiliano che “meno brasiliano non c’è”. In altri termini Gaucho, soprannome dato a tutti coloro che sono nati nel sud del Brasile, la contraddittoria terra dove la dittatura militare e la Democrazia corinthiana di Socrates riescono a convivere nello stesso periodo. Ma queste sono altre storie. Lui, quel ragazzo cresciuto ad Abelardo Luz, circondario di Xanxere, non viene però dal Timão. Viene da una squadra più anonima, diventata grande proprio nei suoi sei anni di militanza: l’Internacional di Porto Alegre. Tre campionati conquistati dal 1973 al 1979 per una squadra che prima di lui non ne aveva mai vinti. Non basta: la piazza vuole Zico, il campione conosciuto “in questo mondo e quell’altro”, anche perché nella Capitale, di quel ricciolino, si sa veramente poco.

L’arrivo a Roma

Di Falcao ci sono solo poche registrazioni, per lo più in bianco e nero e con immagini sfuocate. I tifosi restano attoniti ma alla fine si fidano di Liedholm che lo presentò così di fronte ai giornalisti: “Gran iocatore, intelijiente. Lui piedi come mani“. E fanno bene a fidarsi, perché il giocatore con la maglia numero 5 è destinato a cambiare la storia. E la storia cambia. Non immediatamente, passeranno alcuni anni anche se qualche trofeo arriva subito come la Coppa Italia nel 1981, nella stessa stagione del celebre “non gol” di Turone. Più precisamente passeranno 3 anni, era il 1983 quando la Roma si laureò per la seconda volta nella sua storia (a distanza di 41 anni) campione d’Italia. E c’è molto di Falcao in quel trionfo. Un esempio su tutti: la trasferta insidiosa con il Pisa che arriva a pochi giorni dalla sconfitta contro la Juventus che sembra preannunciare l’ennesimo, rovinoso, crollo giallorosso. E invece no, ci pensa il gaucho a segnare il gol dell’1-0 che sblocca il match e risveglia i capitolini, che da quel momento non sbagliano più un colpo. Ma è forse un altro il momento impresso nella mente di tutti: l’assist di tacco a Pruzzo. Non è importante l’avversario, la Fiorentina, o la stagione, 1981-1982, ma il gesto tecnico. Un tacco volante che ancora oggi mette in imbarazzo le più belle prodezze di Messi e co. Quel tacco è Paulo Roberto Falcao, il re gaucho che ha illuminato Roma. La storia però, quella di Falcao a Roma, non è come nelle favole, citando il buon Vasco. Culmina senza lieto fine, col brasiliano che si infortuna al ginocchio e che, senza il barone in panchina, non riesce a ritrovarsi. Ma non importa, perché le storie belle non hanno un lieto fine. Semplicemente non finiscono, e quella dell’ottavo re di Roma non finirà mai, finché ci sarà qualcuno disposto a ricordarla. Pagine Romaniste (F.Belli) –

La Roma pareggia col Siviglia. E Smalling è tornato

Pagine Romaniste (F. Belli) – Nel secondo impegno portoghese la Roma non va oltre il pareggio con il Siviglia. All’Estadio Municipal Algarve di Faro i giallorossi disputano un ottimo match, concedendo anche diverse occasioni, ma rimanendo sempre concentrati sulla partita. Nel primo tempo Mourinho schiera una formazione giovanissima e i primi minuti la Roma li passa a cercare di prendere le misure alla squadra di Lopetegui. Alla mezz’ora crescono i giallorossi (brilla ancora Bove) che vanno vicini al gol in contropiede dopo una buon’azione di Mkhitaryan, non sfruttata da El Shaarawy. Al duplice fischio è zero a zero e nella ripresa lo Special One schiera l’artiglieria pesante con Mancini, Smalling, Dzeko, Zaniolo e Pellegrini.  Al 66′ l’espulsione di Gudelj poteva sbloccare l’incontro, ma la squadra non è riuscita a fruttare la superiorità numerica. Rimane dunque il neo del reparto offensivo che non riesce a colpire come vorrebbe. Da segnalare però un ritorno importante per la difesa della Roma. Chris Smalling infatti sta tornando… Chris Smalling. Uno dei difensori centrali più forti, affidabili e concreti d’Europa. Il nuovo avvio di stagione è stato incoraggiante. Anzi, più che incoraggiante. Perché nelle prime amichevoli della Roma ha brillato come perno e scudo della retroguardia disegnata da Mourinho. Anche contro il Porto e il Siviglia si è distinto con interventi decisivi lì dietro. C’è da cancellare la scorsa stagione, contraddistinta da molti infortuni e problemi di natura fisica. Non tanto per le prestazioni, bensì per la continuità che non ha mai avuto. Infortuni più o meno pesanti, alla coscia e al ginocchio, hanno limato il suo minutaggio. Smalling, del resto, ha raccolto solamente 21 presenze. Quando lui è uscito dai radar dei convocati, la Roma è crollata. Guardando nel dettaglio, l’inglese ha giocato appena 4 partite di campionato nell’intervallo tra febbraio e maggio: praticamente ha saltato il rush finale. E ha chiuso la stagione da indisponibile. Insieme, al Manchester United, hanno vinto trofei. Hanno vissuto un’avventura profonda, intensa e ricca di soddisfazioni. Smalling ha giocato più di 100 partite nello United targato Mourinho. Smalling, di recente, ha usato parole che non si possono fraintendere: “Avere un allenatore che ti conosce è un bene, un tecnico tra l’altro di successo e determinato nel vincere trofei a tutti i costi. So quanto sarebbe importante portare un trofeo in questo club, la storia di José dice che la Roma ha scelto l’uomo perfetto per farlo“.

Francesco Belli

Disfatta giallorossa a Bergamo, la Roma si scorda di tornare in campo dopo l’intervallo

Alice Dionisi – La Roma conferma il trend negativo, incapace di vincere contro le squadre che occupano le posizioni d’alta classifica, incassando un sonoro 4-1 in casa dell’Atalanta. Così come successo nella sconfitta a Napoli, i giallorossi perdono i punti e la faccia, incassando altri quattro gol. Prima il gol del momentaneo vantaggio, poi nella ripresa il crollo mentale e fisico. La Roma segna la rete dello 0-1, illudendosi di poter conquistare lo scontro diretto con i bergamaschi, con un gol di Edin Dzeko dopo 3 minuti di gioco. Il bosniaco sfrutta l’assist di Mkhitaryan e batte Gollini davanti alla porta, eguagliando il record di Montella come quarto miglior realizzatore con la maglia della Roma in Serie A, ma non basta contro un’Atalanta che domina nella ripresa. Gasperini fa dimenticare ai tifosi la questione Gomez (l’argentino non è neanche stato convocato) e travolge Fonseca. Nel secondo tempo i nerazzurri pareggiano grazie ad una rete di Zapata al 59’, poi si portano in vantaggio al 70’ con Robin Gosens. Completamente assenti i giallorossi, non reagiscono e soccombono all’Atalanta che segna altri due gol: al 72’ Muriel, appena entrato in campo, all’85’ Ilicic (in campo dal secondo tempo), che firma il 4-1 per i padroni di casa. Gasperini azzecca i cambi, male invece quelli operati da Fonseca, con la Roma non riesce a stare al passo della sua avversaria. Insufficiente la prestazione di Mirante e torna in auge l’argomento portiere per la finestra di mercato invernale. L’Atalanta conferma le statistiche: i giallorossi sono la vittima preferita in Serie A, la squadra contro cui hanno segnato più gol in campionato (136). Nessun alibi per Fonseca: Una squadra che fa un primo tempo da guerrieri con grande intensità poi non può giocare una ripresa da bambini. È una questione di atteggiamento, abbiamo giocato soltanto 45 minuti e non 90, non puoi farlo contro l’Atalanta”.

Alice Dionisi

Roma, attacco al terzo posto. Torino profondo rosso

Alice Dionisi – La Roma vince 3-1 contro il Torino e si porta al terzo posto in classifica insieme alla Juventus, mentre i granata restano ultimi, insieme al Crotone, con appena sei punti conquistati in dodici giornate. Al 14’ del primo tempo gli uomini di Giampaolo rimangono in inferiorità numerica a seguito dell’espulsione per doppia ammonizione di Singo. Contestata la gestione arbitrale da parte di Abisso: giusta la prima sanzione, fantasiosa quella che porta al cartellino rosso.

La Roma si porta in vantaggio al 27’ grazie ad una rete di Mkhitaryan, nata da un contatto tra Mancini (già ammonito) e Belotti. L’armeno non sbaglia dalla distanza e sigla il gol del vantaggio. Al 41’ Abisso concede il rigore ai giallorossi per fallo di Bremer ai danni di Dzeko: Veretout non sbaglia dal dischetto e al 43’ raddoppia. Nella ripresa Fonseca decide di sostituire i due ammoniti, Bruno Peres e Mancini, al loro posto entrano Karsdorp e Kumbulla, poi dentro Borja Mayoral al posto di Edin Dzeko, poco incisivo. Nonostante un calo d’attenzione nel secondo tempo, al 68’ Pellegrini trova la rete del 3-0 (su assist dello spagnolo ex-Madrid) e chiude definitivamente il match. Inutile il gol di Belotti al 73’: i granata escono sconfitti dallo stadio Olimpico ed è sempre più crisi in casa Torino, che rimane all’ultimo posto della classifica.

Il direttore sportivo del Torino, Davide Vignati, ha preso parola dopo la sconfitta contro la Roma: “Siamo stati penalizzati, è un dato oggettivo. Un’espulsione al tredicesimo minuto lascia senza parole. È un errore, mi dispiace che nonostante ci sia un regolamento si debba rivedere. Siamo penalizzati clamorosamente. Non è la prima volta. Senza contare il gol sul fallo di Belotti…”. Adesso Abisso rischia lo stop o la “retrocessione” in Serie B, ma non per il prossimo turno. Le designazioni arbitrali per la tredicesima giornata erano già state stabilite e qualora Rizzoli ritenesse giusto bocciare la direzione della gara da parte di Abisso, potrebbe optare per qualche designazione “punitiva” in Serie B, come accaduto a Giacomelli dopo l’errata gestione arbitrale di Milan-Roma.

Alice Dionisi

Europa League, Fonseca ai sedicesimi ritrova il Braga

Alice Dionisi – Un tuffo nel passato per Paulo Fonseca, che ai sedicesimi di finale di Europa League ritrova i portoghesi dello Sporting Braga. Il tecnico giallorosso pesca la squadra che ha allenato nella stagione 2015/2016, prima di attirare l’attenzione dello Shakhtar Donetsk e trasferirsi in Ucraina. Il Braga al momento è quarto in campionato e si è qualificato in seconda fascia nella competizione europea dopo essere arrivato a pari punti (13) con il Leicester, ma con gli scontri diretti a sfavore.Sarà difficile. So di che cosa parlo: sono una squadra giovane ma giocano bene. È un club ambizioso e in crescita, non dobbiamo commettere l’errore di pensare che sarà una qualificazione semplice. Per me sarà una partita speciale” ha dichiarato l’allenatore giallorosso.

Sarà il primo incontro ufficiale tra i due club quello in programma per i sedicesimi, con l’andata in Portogallo il 18 febbraio (18.55) e il ritorno la settimana successiva, il 25, allo Stadio Olimpico alle ore 21. Sulla panchina del Braga, Fonseca riuscì ad arrivare ai quarti di Europa League e a vincere la Coppa di Portogallo, in finale contro il Porto, ai calci di rigore. Nel 2011 la formazione portoghese disputò la finale di Europa League a Dublino, dove però venne eliminata dai connazionali del Porto. Occhio alla difesa della squadra allenata da Carlos Carvalhal, che rappresenta il punto debole della rosa: ha concesso 7 reti al Leicester nella fase a gironi.

Il CEO della Roma Guido Fienga si aspetta che i giallorossi possano riscattarsi dopo l’eliminazione per mano del Siviglia lo scorso anno:Il Braga è un avversario da rispettare, è arrivato al secondo turno come noi e quindi va rispettato esattamente come tutti gli altri. Questa è una competizione a cui teniamo particolarmente, specie dopo l’uscita col Siviglia che ci ha lasciato con l’amaro in bocca. È una competizione dove vogliamo assolutamente far bene”. 

Gli altri accoppiamenti a Nyon hanno decretato che il Milan affronterà lo Stella Rossa, mentre il Napoli se la vedrà con gli spagnoli del Granada. Big match tra Benfica e Arsenal, mentre il Tottenham affronterà gli austriaci del Wolfsberger. Di seguito i restanti sorteggi: Dinamo Kiev-Brugge, Real Sociedad-Manchester United, Anversa-Rangers, Slavia Praga-Leicester, Salisburgo-Villareal, Krasnodar-Dinamo Zagabria, Young Boys-Bayer Leverkusen, Molde-Hoffenheim, Maccabi Tel Aviv-Shakhtar Donetsk, Lille-Ajax e Olympiacos-PSV.

Alice Dionisi

Travolto il Bologna, è Roma-show

Alice Dionisi – Alla Roma basta un tempo per imporsi sul Bologna al Dall’Ara. Dopo quindici minuti, i giallorossi si trovano già sul 3-0, ma prima della fine dei 45 minuti il tabellone segna l’1-5 e la ripresa è una formalità. Fonseca deve rinunciare a Pedro, squalificato, avanzando Pellegrini insieme a Mkhitaryan alle spalle di Dzeko e il numero 7 giallorosso non fa rimpiangere lo spagnolo. Al 5’ l’autogol di Poli sblocca la partita a favore della formazione ospite, con il giovane portiere Ravaglia -schierato al posto dell’infortunato Skorupski- che nel suo esordio in Serie A vive l’incubo di una Roma spietata. Al 10’ raddoppia Dzeko, che trova il gol numero 111 in maglia giallorossa, salendo sul podio a pari merito con Amedeo Amadei. Il bosniaco spreca altre occasioni per trovare la doppietta personale, ma ci pensano i compagni di squadra a stregare i rossoblù. Al 15’ Pellegrini non sbaglia davanti al portiere e porta il risultato sul 3-0. Appena 3 minuti dopo la Roma trova di nuovo la porta, ma l’arbitro Calvarese annulla il gol a Spinazzola. Al 24’ l’autogol di Cristante che potrebbe riaprire la gara, ma il Bologna non è mai in partita e l’errore del calciatore giallorosso passa inosservato nello spettacolo che va in scena al Dall’Ara. Al 35’ Veretout sfrutta l’assist di Mkhitaryan e firma il 4-1, 9 minuti dopo è lo stesso armeno a trovare la rete personale su assist di un ottimo Rick Karsdorp. Alla fine del primo tempo la Roma è avanti 5-1 e nella ripresa sfiora il gol con Borja Mayoral, subentrato al posto di Edin Dzeko. Era dal 1931, contro il Livorno, che i giallorossi non segnavano almeno cinque gol nel primo tempo. Asfaltato il Bologna, Mihajlovic furioso al termine della gara: “Primo tempo disastroso, da scapoli ammogliati. Da domani fino a Natale andremo in ritiro per schiarirci un po’ le idee”.

Alice Dionisi

Roma-Sassuolo 0-0, le pagelle

Alice Dionisi – Risultato a reti bianche nello scontro diretto tra Roma e Sassuolo nelle zone di alta classifica. I giallorossi restano in 10 al 40’ del primo tempo a seguito dell’espulsione di Pedro (doppia ammonizione per lo spagnolo, primo cartellino da rivedere), i neroverdi non riescono ad approfittare della superiorità numerica. Discutibile la direzione arbitrale da parte di Maresca, ammonito Mirante per aver chiesto delucidazioni al guardalinee, mancata espulsione di Obiang per un intervento killer ai danni di Pellegrini. Il VAR non interviene sul tocco di mani in area di Ayhan su cross di Spinazzola. Espulso anche il tecnico Fonseca, annullati due gol di Mkhitaryan e Haraslin.

MIRANTE 6.5

Dopo un buon intervento su Djuricic che salva il risultato nel primo tempo, nella ripresa è poco impegnato.

IBANEZ 5

Spalanca la porta a Djuricic e costringe Mirante a salvare il risultato. In ritardo anche su Raspadori, soffre Berardi e rischia il rigore.

CRISTANTE 6

Adattato come centrale difensivo, risponde presente nel momento del bisogno. Riesce a guidare bene la difesa giallorossa e ad impostare con intelligenza dal basso.

KUMBULLA 5.5

Di rientro dopo la sosta obbligata dal Covid-19, disputa una buona partita ma macchia la sua prestazione col disimpegno che porta all’espulsione di Pedro.

KARSDORP 6.5

Qualche difficoltà all’inizio su Rogerio, ma riesce a contenere il Sassuolo e rimanere in partita per 90’. Non produce molto in fase offensiva, ma è attento in difesa.

PELLEGRINI 5.5

Dopo un paio di errori nel primo tempo, si riscatta nella ripresa, prima dell’uscita obbligata per l’intervento killer di Obiang. Avrebbe potuto fare di più sul gol annullato a Mkhitaryan.

VILLAR 6.5

Lo spagnolo si guadagna il posto da titolare e nonostante la giovane età si assume le sue responsabilità quando la squadra resta in dieci. Ottimo il cross no-look per Borja Mayoral sul finale.

SPINAZZOLA 7

Migliore in campo per la Roma, crea occasioni sotto il diluvio incessante dell’Olimpico che però i compagni di squadra non riescono a sfruttare. Costringe Berardi al raddoppio sulla sua fascia.

PEDRO 4.5

Peggiore in campo. Ingenuo il primo fallo commesso, obbligato il secondo, che gli è costata l’espulsione. Nei 40’ in cui rimane in campo non riesce ad essere incisivo.

MKHITARYAN 6

L’armeno ha abituato la Roma a prestazioni migliori. Trova il gol del vantaggio, poi annullato da Maresca, ma oltre la rete sono pochi gli spunti.

DZEKO 6

Si sacrifica per la squadra in inferiorità numerica, ma il bosniaco è impreciso sotto porta e non riesce a sfruttare le occasioni a disposizione. Il VAR lo punisce per il fallo da cui nasce la rete (annullata) di Mkhitaryan.

FONSECA 5.5

Si fa cacciare da Maresca a fine primo tempo per proteste, lasciando la squadra da sola nella ripresa.

 

Alice Dionisi

Tiago Pinto, identikit del nuovo general manager della Roma

Alice Dionisi – Comincia a delinearsi la nuova Roma dei Friedkin. Gli americani hanno annunciato il nuovo direttore generale del club, che entrerà a far parte della società dal 1° gennaio 2021, non appena il suo contratto con il Benfica terminerà. Tiago Pinto avrà il compito di supervisionare tutte le componenti sportive della Roma, rapportandosi direttamente con il presidente Dan Friedkin e il figlio Ryan e sarà lui a condurre le operazioni di mercato a partire dalla sessione invernale di riparazione. Giovane, appena 36 anni, ma nella sua carriera da dirigente conta oltre 50 trofei, nazionali e internazionali, ottenuti grazie alla direzione multisportiva del Benfica. Laureato in Pedagogia, con un Master in Economia e Risorse Umane, il portoghese si è fatto subito notare dal Benfica, quando in occasione di un’Assemblea Generale del club aveva presentato, in qualità di socio, delle idee per il potenziamento delle attività della società. Da qui la chiamata e l’opportunità di guidare la divisione multisportiva: basket, futsal, pallavolo, pallamano e hockey a rotelle. A partire dalla stagione 2017/2018 assume il ruolo di direttore generale nel club portoghese, lavorando braccio a braccio con il direttore sportivo Rui Costa. Sotto la sua direzione la squadra conquista due Supercoppe nazionali e la Superliga portoghese nel 2018/2019. “Tiago è un talento di livello mondiale -ha dichiarato il presidente Dan Friedkin-. Nelle nostre numerose conversazioni è stato chiaro che la sua passione per il suo lavoro, la sua mentalità lungimirante e, soprattutto, orientata al successo sono coerenti con la nuova etica della Roma. Siamo convinti che la sua notevole energia, i suoi solidi princìpi e la sua capacità di individuare, sviluppare e ottimizzare il profilo dei talenti sosterranno la nostra ambizione di rendere la Roma competitiva per i più importanti trofei italiani ed europei”. Nel corso della sua gestione, il Benfica ha incassato quasi 530 milioni di euro dalle cessioni, in primis quella di Joao Felix all’Atletico Madrid per 127.2 milioni. Oltre alla cessione del giovane attaccante portoghese, spiccano anche quelle di Ruben Dias ed Ederson al Manchester City per, rispettivamente, 68 e 40 milioni di euro, Jimenez al Wolverhampton (ceduto per 41 milioni) e Semedo al Barcellona (35.7 milioni). Il nuovo dg è pronto per mettersi in gioco nella Capitale: “Sono lieto e onorato di entrare a far parte della Roma in un momento così entusiasmante per lo sviluppo del Club. Lasciare il Benfica è stata una decisione molto difficile, ma entrare a far parte di una Roma in fase di rilancio grazie al dinamismo della nuova proprietà è un’opportunità professionale che non potevo rifiutare”.

Alice Dionisi

Roma, focolaio Covid-19 a Trigoria

Alice Dionisi – Marash Kumbulla è risultato positivo al Coronavirus. Lo ha annunciato il calciatore tramite un post sul proprio profilo Instagram: “Sono risultato positivo al Covid-19, ma per fortuna sto bene e non ho sintomi. Nessuno può dirsi totalmente al riparo da questo virus, vorrei quindi sensibilizzare tutti voi ad evitare comportamenti che potrebbero mettere in pericolo la vostra salute e quella degli altri”. Quella del difensore giallorosso è la sesta positività in casa Roma in appena cinque giorni, che si va ad aggiungere a quelle di Dzeko, Pellegrini, Fazio e Santon (oltre al portiere della Primavera, Pietro Boer); tanti casi quanti erano stati quelli totali da inizio pandemia (Mirante, Bruno Peres, Carles Perez e Kluivert in estate, più recentemente Diawara e Calafiori). Fonseca recupera invece Diawara e Calafiori, risultati negativi agli ultimi tamponi effettuati -come il resto della squadra- e di nuovo a disposizione del tecnico. A scopo precauzionale i calciatori si alleneranno in maniera individuale, tornando al protocollo post-lockdown: tamponi quotidiani, niente pranzo di gruppo (verranno consegnati loro i cestini pasto al termine dell’allenamento) o spazi comuni, e stanze singole nella foresteria di Trigoria al posto dello spogliatoio. Il focolaio di Trigoria ha fatto scattare il divieto da parte della ASL competente di raggiungere le rispettive Nazionali per i ritiri, le amichevoli e le sfide di Nations League. Preoccupa il rischio contagi, ma Fonseca avrà tutto il tempo a disposizione per preparare la sfida contro il Parma, in programma il 22 novembre dopo la sosta per le Nazionali.

Alice Dionisi

L’armeno che va come un treno

Alice Dionisi – Un super Mkhitaryan decide la sfida contro il Genoa al Marassi e trascina la Roma al terzo posto in classifica, sorpassando la Juventus e portandosi a -3 dalla vetta. I giallorossi si presentano in Liguria senza Edin Dzeko, risultato positivo al Covid-19, in porta spazio a Pau Lopez, che sostituisce Mirante. Sostituzione obbligata per Fonseca, che dopo 14 minuti di gioco è costretto a sostituire Spinazzola con Bruno Peres. Nel secondo tempo dentro Cristante per Borja Mayoral, nel finale spazio anche a Villar. I riflettori, però, sono tutti puntati su Mkhitaryan. L’armeno nel post-partita racconta che Dzeko, dal suo isolamento, si era raccomandato con lui: “Non posso segnare io, tocca a te”. Il numero 77 ha risposto presente all’appello del capitano, mettendo a segno una tripletta che gli consente di portare a casa il suo primo pallone in Serie A. Mkhitaryan ci prova al 18’, ma Perin gli nega la rete deviando sulla traversa, poi sullo scadere dei minuti di recupero sfrutta il corner battuto da Veretout e segna di testa, anticipando il portiere. Nella ripresa il Genoa prova a reagire, trovando il momentaneo pareggio con un destro rasoterra di Pjaca, l’unico tiro in porta dei padroni di casa. Ci pensa però sempre Mkhitaryan a risolvere la partita, prima col il gol del raddoppio al 66’, su intuizione di Bruno Peres, poi con quello del 3-1 che chiude definitivamente la partita, all’85’ su cross di Pedro. L’armeno è soddisfatto del suo rendimento in stagione: “L’anno scorso ho subito due infortuni, ora sto facendo bene e per fortuna sono consistente. Penso di mostrare le qualità che ho e ringrazio i miei compagni”. I giallorossi, reduci dalla vittoria per 5-0 in Europa League contro il Cluj (Mkhitaryan a segno anche lì) che gli ha permesso di conquistare il primo posto nel girone, sfruttano i risultati delle rivali e adesso sono terzi a pari punti con il Napoli, con il secondo posto (Sassuolo) che dista un solo punto.

Alice Dionisi