Lazio-Roma 3-2: Mourinho perde la stracittadina e la calma in conferenza stampa

Pagine Romaniste (F. Belli) – La Roma esce sconfitta dal derby della Capitale. I giallorossi vanno sotto nel primo tempo con uno-due pazzesco della Lazio che dopo 19′. La prima rete è di Milinkovic che, su un bell’assist di Felipe Anderson, anticipa di testa Rui Patricio. La seconda è il classico gol dell’ex: Immobile involato in contropiede serve Pedro che di prima batte il portiere portoghese. La reazione della Roma è veemente tanto che al 41′ Ibanez accorcia le distanze sugli sviluppi di corner. Nel secondo tempo la squadra di Mourinho prova più volte ad affacciarsi dalle parti di Reina, ma viene colpita nel suo momento migliore: sempre Immobile in contropiede sterza in area su Mancini e offre un assist a porta sguarnita per Felipe Anderson. Vano il rigore trasformato da Veretout al 69′, dato dopo un fallo di Akpa Akpro su Zaniolo. Queste le parole di Mourinho a fine gara: “Lasciami dire qualcosa di positivo da uno che è stato in Italia più o meno 10 anni fa. Il calcio italiano è migliorato tanto, la qualità del gioco, la voglia di vincere è migliorata tanto. Però purtroppo una partita fantastica e arbitro e VAR non hanno avuto la dimensione di una partita di questo livello. Nella situazione del secondo gol invece che 2-0 poteva essere 1-1. Ha sbagliato l’arbitro, il VAR, tutti. Questo è troppo. Il secondo giallo a Lucas Leiva è anche importante. Giocare contro 10 significa tanto. Dopo 2-3 situazioni molto simili a quella di Pellegrini che ha ricevuto il rosso, ma oggi assolutamente niente. Penso che i miei giocatori siano stati la squadra migliore in campo, quando concedi tre gol ovviamente hai sbagliato qualcosa, ma il 2 e 3 sono contropiedi. Nel secondo gol la squadra aspettava il rigore e non il contropiede, però ha giocato, abbiamo provato, abbiamo dominato. Anche noi in panchina le abbiamo provate tutte, abbiamo messo la Lazio in grande difficoltà. Hanno fatto la gestione degli ultimi minuti come hanno voluto fare e l’arbitro lo ha permesso, è così. Non ho tanto di più da dire“. Piccola curiosità: a fine gara lo Special One si ha disertato la conferenza stampa. A far infuriare il tecnico portoghese sarebbe stata la modalità con la quale si è deciso di condurre la conferenza stampa, cioè senza domande dirette dei giornalisti ma solo da remoto. Queste le sue parole urlate al delegato della Serie A: Chi l’ha decisa questa cosa?”. “L’ha scelto la Lazio, aveva questa possibilità. Le domande le deve fare il vostro addetto stampa” risponde l’uomo. “L’ha scelto per il suo allenatore, io voglio parlare con i giornalisti – ribatte il portoghese – Non c’è rispetto per la gente che lavora. Questa regola è una cazzata, io voglio parlare alla stampa e voi non mi lasciate parlare. L’addetto stampa non è un giornalista”. L’uomo della Lega prova a calmare: “È la modalità che ha scelto la Lazio, non devi prendertela con me”. Ma Mourinho è furioso“È una modalità del ca***, mettitela nel c**o questa modalità”. Post partita caldo, da derby. Per la Roma ora testa solo a giovedì, alla gara contro lo Zorya in Conference League.

Francesco Belli

Prima sconfitta dell’era Mourinho: a Verona la Roma stesa per 3-2

Pagine Romaniste (F. Belli) – Alla ricerca della settima meraviglia. Superate le prime sei prove – tra campionato e Conference League – la Roma era alla ricerca del settimo successo consecutivo. Davanti c’era il Verona, fresco di cambio di panchina passata da Di Francesco a Tudor. Mourinho non ha schierato la formazione titolare. Sulla fascia sinistra mancava Vina, ai box per una botta al ginocchio. A sostituirlo Calafiori. A completare la linea davanti a Rui Patricio Mancini ed Ibanez, Karsdorp a destra. Cristante e Veretout a giostrare a centrocampo. C’è stato anche un cambio sulla trequarti, dove Shomurodov ha preso il posto di Mkhitaryan, anche lui non al meglio per un affaticamento muscolare. Pellegrini ha diretto i lavori offensivi, aiutato da Zaniolo sulla destra. Abraham punta. Era inevitabile e tutti, Mourinho in primis, lo stavano attendendo. Così, “fatalmente”, la prima sconfitta della nuova gestione portoghese è arrivato proprio a Verona. Il solito “fatal Verona”. È successo in una partita spigolosa nella quale la Roma è andata avanti grazie a un gran gol di capitan Pellegrini, ancora una volta per lunghi tratti di un livello assoluto. Il capitano giallorosso ha messo in rete di tacco un gran pallone servito da Karsdorp. Ma il secondo tempo è di tutt’altro registro. La Roma viene raggiunta dal sigillo di Barak al quale fa seguito il vantaggio di Caprari, ma riesce di nuovo a rimetterla in piedi grazie all’autogol di Bessa, disastroso nel tentativo di chiusura su Abraham. Ci pensa il capolavoro di Faraoni a fissare il risultato finale su un 3-2. Un risultato che fa male, soprattutto per come è maturato, e che rischia di minare le certezze che la rosa aveva acquisito finora, a pochi giorni dall’Udinese e dal derby di domenica. Un capitolo a parte meriterebbe l’arbitraggio di Maresca, già al centro delle polemiche per come aveva condotto nella scorsa stagione Roma-Sassuolo. Un esempio: per tutti, gamba alta sul ginocchio di Simeone ai danni di Veretout; nulla. Poco dopo, protesta di Veretout che ha subìto un fallo: giallo. Nella sua partita almeno non ci sono errori che condizionano l’esito della gara. A Mourinho ora l’arduo compito di trovare dei correttivi. A partire da un nervosismo eccessivo che a Verona è stato dannoso e che non è bisogna confondere con la grinta. Queste le parole del portoghese a fine gara: “Loro hanno fatto uno sforzo tremendo per vincere la partita, noi ci siamo impegnati, non ho niente da dire sotto questo punto di vista, però non abbiamo giocato bene. Abbiamo perso tanti duelli individuali, e i calciatori del Verona hanno avuto più intensità di noi. Ho bisogno di rivedere la partita per cercare di capire con più dettagli cosa è successo. Abbiamo interpretato male alcune situazioni, gli attaccanti dovevano fare più pressing. Abbiamo avuto qualche difficoltà anche quando avevamo noi la palla. Abbiamo cercato troppo il gioco lungo e non ci siamo adattati al loro modo di giocare, ci è mancata un po’ di qualità. I tre gol voglio rivederli, ho avuto la sensazione che abbiamo avuto difficoltà a centrocampo. Ci aspettavamo una loro reazione nel secondo tempo, dovevamo gestire meglio i momenti di difficoltà ma come abbiamo vinto 6 partite e non 60, ne abbiamo persa una e non 10. Dobbiamo pensare alla prossima e provare a vincere la settima invece di perdere la seconda“. Lo Special One dovrà essere bravo a gestire una difficile situazione in vista della gara casalinga contro l’Udinese in programma giovedì e soprattutto in vista del derby di domenica alle 18.

Francesco Belli

La Roma a valanga sul CSKA Sofia: finisce 5-1 all’Olimpico

Pagine Romaniste (F. Belli) – La Roma non si ferma più. Nel primo impegno dei gironi di Conference League, la valanga giallorossa colpisce il Cska Sofia: finisce 5-1. A sbloccare il risultato sono però i bulgari con Carey (13’). In meno di un quarto d’ora arriva il sorpasso. Pellegrini riceve un delizioso assist da Kardsorp, controlla con cura per poi mettere alle spalle di Busatto con un incantevole tiro a giro. Ad appena tre giorni da quando Francesco Totti lo aveva incoronato come suo erede, ecco che il capitano della Roma ha tirato fuori dal cilindro una prestazione proprio stile “tottiano”. Il raddoppio viene firmato da El Shaarawy. Il Faraone ripete lo stesso copione col Sassuolo: tiro a girare col destro, che questa volta finisce a fil di palo. Nella ripresa la Roma dilaga. Ancora servito dalle fasce – da sinistra, con l’ottima discesa di Calafiori – Pellegrini colleziona un’altra doppietta dopo quella di Salerno. Il poker è invece calato da Mancini, al posto giusto ed al momento giusto dopo il palo colpito a distanza ravvicinata dal rientrante Smalling. Palo che nega la gioia a Shomurodov, il quale serve però Abraham: l’inglese si sblocca all’Olimpico e mette il timbro. Mou, visti i numerosi impegni, sceglie la via del turnover. Sette sono i cambi, in campo dall’inizio quattro titolarissimi trainanti, Rui Patricio, Karsdorp, Mancini e Pellegrini. E si vede, visto che i bulgari passano in vantaggio e per i primi venti minuti la Roma quasi non si vede. Partita semplice per l’arbitro Glenn Nyberg, alla prima direzione in Italia. Stesso discorso per i guardalinee Beigi e Sederqvist. Il terzetto svedese si difende egregiamente nonostante la mancanza del Var, prevista solo nella finale di Tirana. Il primo tempo è tranquillo, anche se al 5′ l’arbitro non vede una gomitata che procura un taglio sotto l’occhio a Carles Perez. Nel complesso però bene, con una direzione di gara molto inglese. E l’arbitro va avanti con coerenza nella ripresa. Giusta nel finale la scelta di espellere Wildschut per doppia ammonizione: prima atterra Ibanez allargando troppo il braccio, poi commette un fallo tattico fermando Perez in contropiede. Non è fuorigioco quello di Mancini sul quarto gol, più dubbi su Abraham ma nel dubbio giusto non alzare la bandierina. Mourinho a fine gara è stato estremamente sincero, criticando la prestazione dei suoi ma non l’atteggiamento: Non mi è piaciuta la qualità del gioco. Non abbiamo tenuto la palla come ci siamo allenati nei giorni scorsi, centrocampo con poca intensità e i terzini non hanno spinto molto. Abbiamo perso molti duelli difensivi. Non abbiamo giocato male, ma non abbiamo meritato il 5-1. Non mi è piaciuta la gara. Pellegrini? Cresciamo tutti insieme e anche io cresco con i ragazzi. E’ un giocatore di super qualità con grande potenziale. Vorrei dire molto di più, lui mi ha detto che firmerà il suo contratto nei prossimi giorni e potrà dare più forza al suo rapporto con i tifosi in modo decisivo. E’ un giocatore di qualità, è il capitano ed è importante l’empatia con i tifosi che sta creando. Se devo gestire l’entusiasmo? E’ vero. L’altro giorno scherzavo col mio staff dicendo che ogni giorno dobbiamo andare a San Pietro per pregare di non avere infortuni. Abbiamo dei limiti e una stagione è una maratona, dobbiamo gestire queste situazioni. Sei vittorie non sono sessanta, e se arriva la settima non saranno settanta. Felice di ciò che stiamo costruendo, ma la squadra deve migliorare e dobbiamo essere tranquilli. Questo rapporto tra la squadra e i tifosi è molto positivo per noi. Quando arriverà il buio, è lì che dovremo essere più squadra. Per il momento sono contento di ciò che stiamo costruendo anche se oggi non sono contento di come abbiamo giocato. Mancano nove punti per essere primi nel girone”. Lucido come sempre, lo Special One mette in guardia i suoi sul fatto che quando arriverà la prima sconfitta, i suoi uomini dovranno dimostrare di essere una squadra vera rispondendo immediatamente senza farsi abbattere dallo sconforto. E domenica al Bentegodi c’è il Verona di Tudor.

Francesco Belli

Roma-Sassuolo 2-1, la millesima dello Special One finisce con una corsa sotto la Curva Sud

Pagine Romaniste (F. Belli) – Dopo la sosta delle nazionali, la Roma è tornata in campionato per affrontare nella terza giornata di Serie A il Sassuolo di Dionisi. I giallorossi hanno battuto 2-1 i neroverdi grazie alle reti di Cristante al 36′ e di El Shaarawy in pieno recupero sul finale di gara. Brividi prima del fischio finale per i tifosi romanisti, quando Scamacca aveva trafitto Rui Patricio per quello che sarebbe stato con ogni probabilità il gol del 2-2 finale, ma la posizione dell’attaccante era in off side. Il gol dei neroverdi, quello regolare, porta la firma di Djuricic, che ha finalizzato (con un rimpallo fortunoso sul ginocchio) un bell’assist di Berardi. Gli ultimi 10 minuti hanno visto le due squadre creare molte occasioni con continui ribaltamenti di fronte, con Pellegrini che ha sfiorato due volte il gol e d’altra parte con Rui Patricio che ha salvato il risultato in almeno due occasioni. Da segnalare anche il palo colpito da Traorè a due minuti dalla fine. Pessimo l’arbitraggio. Al di là dei due gol annullati, due note: non fischia un facile fallo di ostruzione di Chiriches (già ammonito) su Pellegrini, poi va ad ammonire Ibanez per un’entrata rude ma sul pallone; Kyriakopoulos mette le mani addosso a Sozza dopo il 90‘, gli dà una spinta e urla, manca (con pochi dubbi) il rosso, ma l’episodio – mediaticamente – è graveQueste le parole a fine gara: “Perché ho esultato correndo verso la Sud? durante la settimana sono stato un bugiardo anche con me stesso, a dire che non era una partita speciale. Ho cercato di convincermi però era una partita speciale, un numero importante per me e sicuramente vorrò sempre ricordare che la partita numero mille è stata questa. Non volevo ricordare una sconfitta, avevo una paura tremenda di avere questo ricordo in eterno. Ho mentito a tutti, è stata una sensazione incredibile perché la partita poteva finire 6-6, potevano vincere loro. Rui ha fatto delle parate incredibili, noi abbiamo sbagliato dei gol a porta vuota. Per il neutrale è stata una partita straordinaria, pensa per uno come me. Oggi non avevo 58 anni, ma 10-11, quando inizi a sognare una carriera nel calcio. E’ stata la corsa di un bambino. Mi sono già scusato con Dionisi, complimenti a loro, hanno fatto una partita fantastica. Abbiamo vinto noi, se vincevano loro niente da dire perché hanno fatto una partita fantastica. L’atteggiamento? Partita tremendamente difficile, dopo 2 settimane orribili, anche se abbiamo giocato solo con 3 giocatori che tornavano da 90′ minuti in nazionale. Ma Mancini non si è allenato, come Pellegrini. Karsdorp ha avuto un problema a inizio settimana, qualcuno ha avuto i crampi. Giocare come volevamo era difficilissimo, loro erano difficili da pressare. Con l’1-1 ho voluto rischiare mettendo un solo centrocampista e in pratica 5 attaccanti. Potevamo vincere ma abbiamo lasciato spazio ai loro contrattacchi. Sono rischi che puoi prendere quando l’autostima è alta e la connessione tra squadra e tifosi dura fino all’ultimo minuto. Anche dopo la frustrazione di un recupero di soli 3 minuti… Lo dico sempre: quando alla mia squadra serve un gol danno sempre 2-3 minuti di recupero, altrimenti 7-8… Ma dopo questa frustrazione di un recupero così breve squadra e ambiente hanno avuto una mentalità top. Abbiamo giocato in casa 2 partite molto difficili, e anche la prossima, con l’Udinese, lo sarà. Mi sembra che questa Serie A, 10 anni dopo, sia diversa da quella che ho conosciuto. All’epoca avevo la squadra più forte, c’era qualche contendente e poi c’era un gap di qualità con le altre. In questo momento ci sono una o due squadre con una rosa al livello completamente diverso. Ma poi ci sono 7-8-9 squadre, Sassuolo, Fiorentina, noi, Udinese… Insieme a tutte quelle che hanno finito nelle posizioni top dello scorso anno. Abbiamo tutte qualità e tutti giocano a calcio. Non ci sono più squadre che si chiudono e cercano solo il contropiede. Lo abbiamo visto con Fiorentina e Sassuolo. Una Serie A davvero difficile ma complimenti alla connessione tra i miei ragazzi e la gente“. A punteggio pieno rimangono in tre e la Roma c’è: rima a parte, è un dolce ritornello per la gente che si gode la follia di un successo nel recupero, tremando per le occasioni del Sassuolo e riempiendo di euforia l’Olimpico. E’ una Roma in cui tutti sposano la causa dell’allenatore e cercano di fare uno sforzo in più. Viña va in campo un giorno dopo il rientro dall’Uruguay, Zaniolo, Pellegrini e Mancini giocano “sopra” i rispettivi acciacchi, Abraham va a terra dopo una storta al piede e prova a fermare i medici che stanno accorrendo per le cure.

 

Francesco Belli

La Roma vince e convince: 4-0 per i giallorossi all’Arechi

 

Pagine Romaniste (F. Belli) – La Roma cala il poker all’Arechi di Salerno. Dopo un primo tempo senza reti, i giallorossi hanno dilagato nella ripresa: doppietta per capitan Pellegrini (48′, 79′), ancora in gol Jordan Veretout (52′) e la prima rete di Tammy Abraham con la maglia della Roma (69′). La partita termina 4-0, con la formazione di Mourinho che raggiunge Inter, Milan, Lazio e Napoli a punteggio pieno in classifica (6). Questa l’analisi di Mourinho: “Era impossibile non vincere. Dal primo minuto ho avuto la sensazione di tranquillità, la squadra giocava veramente bene, ho detto loro che contro la Fiorentina era 1-0 per noi e che con un uomo in più per noi ero preoccupato, ma oggi ero super tranquillo. La squadra ha dominato in tutti i momenti della partita. Abbiamo giocato alti, abbiamo pressato, non abbiamo concesso nulla. Abbiamo controllato tutto e con la palla hanno fatto tutto quello che dovevano fare, li abbiamo fatti stancare, abbiamo cercato profondità e abbiamo provato delle dinamiche su cui ci eravamo allenati ieri. La squadra ha giocato veramente bene, per questo ero super tranquillo e sono contento che Pellegrini pensa che io abbia fatto arrivare questo messaggio“.  Gli allenamenti riprenderanno nella giornata di martedì, alle ore 10, senza ovviamente i nazionali che saranno in giro per le qualificazioni ai Mondiali in Qatar nel 2022. Comincia così la preparazione verso il match contro il Sassuolo della terza giornata. I giallorossi hanno giocato ad una porta fino all’intervallo senza riuscire a sboccare il risultato. Ma non si sono innervositi e hanno saputo attendere il momento giusto per colpire: uno-due improvviso che ha chiuso ad inizio ripresa la pratica più complicata della nuova stagione, conquistando il quarto successo di fila (il secondo in campionato dopo la Fiorentina, il quarto considerando i playoff di Conference contro i turchi del Trabzonspor). La Roma deve affrontare, per la prima volta da quando c’è lui in panchina, una difesa a 3. Castori ha esagerato, ma non sorprende il collega che ha virato fin dal fischio d’inizio. Mou lo lascia fare all’avversario senza doversi vergognare. E’ una prova di forza per la Roma che di ritorno dalla sosta troverà il Sassuolo all’Olimpico. Un capitolo a parte merita Lorenzo Pellegrini, autore di una doppietta e rivitalizzato dopo le belle parole di Mourinho di una settimana fa: “Quest’anno c’è qualcosa di diverso, quello che ci viene trasmesso è di pensare partita dopo partita, ma veramente è così. Quest’anno non si parlerà mai di una partita se prima ce n’è da giocare un’altra, più o meno importante che sia. Continuiamo a migliorare e ad andare avanti per crescere insieme”, queste le parole del capitano a fine gara.

Francesco Belli

Serie A, perde la Salernitana a Bologna. Pari tra Udinese e Juventus

 

Pagine Romaniste (F. Belli) – E’ terminata Udinese Juventus col risultato di 2-2. Alla prima occasione la Juventus trova il vantaggio con Dybala (2′), bravo ad inserirsi nella difesa dell’Udinese sull’assist di Bentancur. Venti minuti dopo i bianconeri di Allegri raddoppiano. Da centrocampo Dybala lancia sulla destra per Cuadrado: a campo aperto il colombiano entra in area, supera Nuytinck e lascia partire il destro che batte Silvestri (22′). Il doppio vantaggio della Juventus viene però insidiato al 51′ dal rigore trasformato di Pereyra. Nel finale pareggia Deulofeu. Al Dall’Ara il primo tempo è più di marca bolognese. La formazione di Mihajlovic – reduce dalla pesante sconfitta (2-5) in Coppa Italia contro la Ternana – si avvicina al gol prima con Orsolini e poi con Hickey. Entrambi non trovano però il successo sperato. Nel giro di un minuto la Salernitana deve fare a meno di Stronberg. Il difensore norvegese ha rimediato due ammonizioni per un fallo su Orsolini e per un tocco di mano.Non ci sarà dunque per la gara contro la Roma, in programma domenica 29 alle 20:45. Ci prova poi Dominguez a fine primo tempo di testa: palla di poco a lato. Ad inizio della seconda frazione, la parità numerica viene ristabilita dall’espulsione di Soriano. Decretato il calcio di rigore, la Salernitana sblocca il risultato con Bonazzoli (52′). Il vantaggio dura poco perché al 59′ De Silvestri pareggia con un colpo di testa. Agguantato il pareggio, il Bologna tenta il sorpasso con Arnautovic e Schouten. Lo trova però la Salernitana al 70′ con la rete di Coulibaly. Bravi i rossoblu a rimontare con Arnautovic e poi De Silvestri, quest’ultimo di nuovo di testa sugli sviluppi di calcio d’angolo.

Francesco Belli

Buona la prima per la Roma di Mourinho in campionato. Finisce 3-1 contro la Fiorentina

Pagine Romaniste (F. Belli) – Buona la prima per la Roma, che vince nell’esordio stagionale in Serie A contro la Fiorentina. 3-1 all’Olimpico per i giallorossi, che portano a casa i tre punti grazie alla rete di Mkhitaryan (26′) e la doppietta di Veretout (64′, 80′). I viola restano in 10 nel primo tempo a causa dell’espulsione diretta di Dragowski, ma nella ripresa arriva il cartellino rosso anche per Zaniolo (doppia ammonizione) e la gara termina in 10 contro 10. Buono l’esordio di Abraham, che procura gli assist per le prime due reti e colpisce una traversa.  Debutto da incorniciare per Abraham. Alla prima da titolare, il centravanti inglese firma una prestazione gigantesca. Recupera, causa l’espulsione di Dragowski, fa segnare e va vicino a farlo lui stesso con un perfetto stacco di testa. Il reparto offensivo straripa di fantasia. Shomurodov – entrato proprio in favore del compagno di reparto – vede la luce e disegna un passaggio da visionario per Veretout, a segno con una doppietta. Cristante filtra bene, Ibanez guida la difesa. Rui Patricio, infine, mette la firma con due interventi miracolosi. Vittoria storica anche per Mourinho. Non solo perché era la prima di campionato, ma anche perché permette al tecnico giallorosso di raggiungere un record personale. Con il successo odierno, Mou è infatti diventato il tecnico più veloce a centrare l’obiettivo delle 50 vittorie in Serie A nell’era dei tre punti. Questo il suo commento a fine gara: “E’ stata una partita bella anche se noi non abbiamo giocato troppo bene, ma mi è sembrata una partita vera. Loro sono stati bravi. Noi abbiamo fatto bene 11 contro 11, 10 contro 10 bene, 11 contro 10 non troppo bene, magari abbiamo pensato fosse troppo facile. Dopo la partita ho detto ad Italiano che la Fiorentina gioca come la squadra di un allenatore bravo. L’arbitro non ha sbagliato una decisione, è stato veramente bravo in tutto. Il VAR è stato fenomenale, è lì per questo, per trovare piccoli errori che possono essere decisivi per il risultato. Mi è piaciuto il nostro spirito, il sacrificio, il lavoro dopo una partita come giovedì super difficile per noi. Abbiamo avuto difficoltà che non mi aspettavo, quando eravamo in superiorità numerica abbiamo un po’ perso il riferimento, è stato più difficile pressare. Quando abbiamo perso Zaniolo siamo entrati di nuovo nel gioco e abbiamo avuto delle opportunità, come Abraham di testa”. Capitolo mercato: Steven Nzonzi fa muro per la cessione. Il centrocampista francese è dai tempi ai margini della Roma. Tiago Pinto avrebbe trovato più di qualche società che potrebbe essere interessata all’acquisto del transalpino che però rifiuta ogni destinazione. Sfumato definitivamente anche Xhaka, che ha rinnovato con l’Arsenal. Queste le parole del suo agente: “Granit dispiaciuto per non aver raggiunto Mourinho. Arsenal e Roma parlavano quasi tutti i giorni, ma non sono riuscite a trovare un accordo“. Che il nome nuovo da sorvegliare sia Zakaria?

Francesco Belli

Gomez accusa Gasperini: “Ha tentato di aggredirmi”. E l’allenatore replica

 

Pagine Romaniste (F. Belli) – Le strade dell’Atalanta e di Alejandro Gomez si sono separate mesi fa, dopo una lite tra Gasperini e il Papu Gomez che ha diviso piazza e ha fatto parlare per mesi gli organi di stampa. Il giocatore si è trasferito al Siviglia a gennaio ma ora potrebbe partire di nuovo, essendoci più club interessati a tesserarlo. Tra questi vi è anche alla Roma, che sarebbe pronta a sfida Inter, Milan e PSG per portare alla propria corte il fantasista. Ma cos’è veramente successo nello spogliatoio dell’Atalanta, una squadra che per anni è sembrata sempre unita e compatta come poche altre in Europa? Per capirlo dobbiamo tornare indietro nel tempo alla gara della Dea in Champions: Ho sbagliato qualcosa presumo, perché in una partita di Champions League contro il Midtjylland ho disobbedito a un’indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e l’allenatore mi ha chiesto di spostarmi a destra, mentre io stavo facendo molto bene a sinistraHo detto di no. Immagino che l’aver risposto così, a metà gara e davanti alle telecamere, abbia creato la situazione perfetta perché si arrabbiasse. In quel momento ho capito che sarei stato sostituito all’intervallo e così è stato. Negli spogliatoi però lui ha oltrepassato i limiti e ha cercato di aggredirmi fisicamente“. Secondo il Papu quindi non ci sono dubbi, la responsabilità sono da ricercare quasi integralmente in Gasperini, avendo anche lui stesso chiesto scusa per il comportamento dopo qualche momento: “Lì ho detto basta, si può discutere ok, ma l’aggressione fisica è intollerabile. Ho chiesto un incontro con il presidente Percassi e gli ho detto che non avrei avuto problemi ad andare avanti. Ho capito di aver sbagliato, che da capitano non mi ero comportato bene e che ero stato un cattivo esempio disobbedendo all’allenatore, ma gli ho anche detto che volevo le scuse di Gasperini”. Scuse che il giocatore sembrerebbe non aver mai ricevuto: “È stato brutto, dopo tutto quello che ho dato per il club. Si sono comportati male. Il presidente non ha avuto le palle di chiedere all’allenatore di scusarsi con me. Così è finito tutto“. Gasperini ha rimandato al mittente le accuse, spiegando quale sia la sua versione: “I comportamenti – dichiara Gasperini – e gli atteggiamenti di Gomez, in campo e fuori, erano diventati inaccettabili per l’allenatore e per i compagni. L’aggressione fisica è stata sua, non mia, ma il vero motivo per cui è andato via da Bergamo è per aver gravemente mancato di rispetto ai proprietari del club. Mi auguro che Gomez possa continuare a far parlare di sè con le prestazioni, come faceva all’Atalanta”. Una cosa è certa: l’allontanamento dell’argentino non ha influito più di tanto sulla rosa, visto che a fine stagione si è comunque qualificata alla Champions League. 

Francesco Belli

La Roma pareggia col Siviglia. E Smalling è tornato

Pagine Romaniste (F. Belli) – Nel secondo impegno portoghese la Roma non va oltre il pareggio con il Siviglia. All’Estadio Municipal Algarve di Faro i giallorossi disputano un ottimo match, concedendo anche diverse occasioni, ma rimanendo sempre concentrati sulla partita. Nel primo tempo Mourinho schiera una formazione giovanissima e i primi minuti la Roma li passa a cercare di prendere le misure alla squadra di Lopetegui. Alla mezz’ora crescono i giallorossi (brilla ancora Bove) che vanno vicini al gol in contropiede dopo una buon’azione di Mkhitaryan, non sfruttata da El Shaarawy. Al duplice fischio è zero a zero e nella ripresa lo Special One schiera l’artiglieria pesante con Mancini, Smalling, Dzeko, Zaniolo e Pellegrini.  Al 66′ l’espulsione di Gudelj poteva sbloccare l’incontro, ma la squadra non è riuscita a fruttare la superiorità numerica. Rimane dunque il neo del reparto offensivo che non riesce a colpire come vorrebbe. Da segnalare però un ritorno importante per la difesa della Roma. Chris Smalling infatti sta tornando… Chris Smalling. Uno dei difensori centrali più forti, affidabili e concreti d’Europa. Il nuovo avvio di stagione è stato incoraggiante. Anzi, più che incoraggiante. Perché nelle prime amichevoli della Roma ha brillato come perno e scudo della retroguardia disegnata da Mourinho. Anche contro il Porto e il Siviglia si è distinto con interventi decisivi lì dietro. C’è da cancellare la scorsa stagione, contraddistinta da molti infortuni e problemi di natura fisica. Non tanto per le prestazioni, bensì per la continuità che non ha mai avuto. Infortuni più o meno pesanti, alla coscia e al ginocchio, hanno limato il suo minutaggio. Smalling, del resto, ha raccolto solamente 21 presenze. Quando lui è uscito dai radar dei convocati, la Roma è crollata. Guardando nel dettaglio, l’inglese ha giocato appena 4 partite di campionato nell’intervallo tra febbraio e maggio: praticamente ha saltato il rush finale. E ha chiuso la stagione da indisponibile. Insieme, al Manchester United, hanno vinto trofei. Hanno vissuto un’avventura profonda, intensa e ricca di soddisfazioni. Smalling ha giocato più di 100 partite nello United targato Mourinho. Smalling, di recente, ha usato parole che non si possono fraintendere: “Avere un allenatore che ti conosce è un bene, un tecnico tra l’altro di successo e determinato nel vincere trofei a tutti i costi. So quanto sarebbe importante portare un trofeo in questo club, la storia di José dice che la Roma ha scelto l’uomo perfetto per farlo“.

Francesco Belli

Dzeko, occhio all’Inter se vende Lukaku. Col Montecatini torna Zaniolo

 

Pagine Romaniste (F. Belli) – La prima Roma di Mourinho gioca oggi ma non si potrà vedere: la prima amichevole col Montecatini sul campo Testaccio di Trigoria è considerato un allenamento vero e proprio, si terrà a porte chiuse alle 18 e senza diretta televisiva, neppure sui canali social del club, che pubblicheranno il video con gli highlights al termine della gara. Non è comunque niente in confronto alla grande attesa per un mercato che mai come quest’anno mette in ansia i tifosi. La Roma si comporta come se Dzeko fosse il suo centravanti per la prossima stagione. Perché così è oggi. Ma non si esclude una possibile cessione domani, qualora cambino le attuali condizioni. Dzeko ha dato mandato al suo agente Lucci di capire quali eventuali alternative offre il mercato e per ora non si è concretizzato nulla. Negli ultimi giorni si è parlato però di un possibile addio di Lukaku all’Inter e quindi si potrebbe avvicinare il bosniaco alla piazza nerazzurra. Intanto contro il Montecatini Mourinho avrà a disposizione Nicolò Zaniolo: 311 giorni dopo. Tanto basterà per mettersi tutto alle spalle e ripartire. Ci sarebbe potuto essere anche il Manchester United, ma gli occhi sarebbero stati comunque per lui: Nicolò Zaniolo. Pazienza se si tratterà soltanto di una amichevole, l’importante è buttarsi alle spalle quel terribile 7 settembre dello scorso anno. In questo avvio di ritiro è stato tra i più brillanti, sicuramente anche tra i più vogliosi. Oggi giocherà come esterno d’attacco nel 4-2-3-1 con Mkhitaryan ed El Shaarawy alle spalle di Dzeko. Zaniolo è entrato subito in sintonia con l’allenatore portoghese che gli aveva messo gli occhi addosso già dai tempi del Tottenham. Se Spinazzola sarà l’acquisto di gennaio, lui può essere quello estivo ancor prima di Rui Patricio che tornerà nella Capitale lunedì. Nel frattempo Zaniolo ha deciso di fare un passo in più anche nella vita privata per prendere finalmente la patente. Nel processo di crescita sta per arrivare anche suo figlio che dovrebbe nascere il 4 agosto.

Francesco Belli