Inter, Nainggolan: “Roma? Non è finita per colpa mia. La Juve mi ha cercato per cinque anni di fila”

Gianluca Notari – Un addio, quello di Radja Nainggolan alla Roma, che a distanza di mesi fa ancora male ai tifosi giallorossi. Il Ninja era entrato nel cuore di tutti loro, visto come un idolo al pari di icone come Dzeko, De Rossi e Strootman, anche lui ceduto la scorsa estate. A pochi giorni dal suo primo derby di Milano, che affronterà vestendo la maglia della sua nuova squadra, l’Inter, il belga ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

Tanti i temi trattati, partendo proprio dalla stracittadina: “Vivo l’avvicinamento con serenità, questo è un mio pregio. Riesco a preparare le partite allo stesso modo. Certo, sono curioso di giocare il mio primo derby di Milano, partite come queste mi piacciono“. Tante le differenze con la Capitale, anche se un derby è sempre un derby: “A Milano è tutto più tranquillo, a Roma i compagni mi caricavano di continuo e se perdevamo i tifosi ce lo ricordavano per mesi. Ora Spalletti mi ripete di continuo che le due gare con il Milan valgono un campionato a parte. Allo stadio il boato sarà impressionante, sono sicuro“.
D’obbligo il passaggio sull’addio alla Roma: “Non è finita per colpa mia, almeno non del tutto. Certi comportamenti mi hanno deluso, non li posso accettare come uomo. Io ho sbagliato, di sicuro, come quel video di Capodanno. Loro però hanno fatto tutto di nascosto invece di dirmi le cose in faccia da uomini veri. La Roma voleva vendermi per fare cassa, lo sono venuto a sapere dopo che avevano già trovato l’accordo con dei club stranieri che non avrei mai accettato. Mi sono sentito un giocatore non importante. Ecco perché quando mi ha chiamato Spalletti non ci ho pensato un attimo. Differenze? L’Inter ha alle spalle una società molto preparata e presente. Steven Zhang è sempre a Milano, a Roma Pallotta veniva una volta all’anno. Credo che una persona dovrebbe seguire la sua azienda. A Roma poi ogni anno cambiavao 3-4 giocatori importanti, se Pallotta fosse presente potrebbe spiegare lui in prima persona il motivo“.

Al netto delle differenze tra Roma e Inter, però, qualcosa in comune c’è. Il nemico, ad esempio: la Juventus: La Juve vince da 7 anni, sono forti. Il campionato però è lungo, ci sono stati pochi scontri diretti. Dovremo essere bravi a sbagliare il meno possibile. La pressione dev’essere su di loro, devono sapere che siamo pronti ad approfittare dei loro passi falsi. Perché mi stanno antipatici? Ne ho subite tante, a un certo punto non ce la fai più. Loro comunque mi hanno cercato per cinque anni di fila, io ho sempre detto di no. Forse per questo ce l’hanno con me“.
Infine, un ricordo delle notti passate a Trigoria insieme a Luciano Spalletti, oggi insieme a lui all’Inter: “Un giorno mi prese da parte, mi disse che voleva proteggermi e che per 4-5 giorni avrei dormito con lui nel centro sportivo. Io accetto, arrivo in ritiro e lo trovo lì con grande piacere. Pur di stare con me aveva rinunciato al suo tempo libero. So di avere aspetti negativi nel mio carattere, faccio ragionamenti particolari dovuti al mio passato. Ma mi piace vivere sempre al massimo“.

Gianluca Notari

Zaniolo, il nuovo idolo

Margherita Bellecca -La Roma avanza grazie all’onda verde Zaniolo. Sull’enfant prodige giallorosso è stato praticamente già detto tutto. Dalla professione dei genitori al gusto preferito di gelato, il personaggismo che contraddistingue il calcio italiano ha inglobato anche lui. Sarà la carenza strutturale di talento che ha attanagliato la nazionale nell’ultimo decennio o poco più, ma puntandogli i riflettori addosso con i crismi del nuovo Totti non si fa un favore al ragazzo.

È giusto, anzi sacrosanto che la Roma e i suoi tifosi si godano l’esplosione di un talento arrivato in estate senza grandi aspettative, ma il servizio più grande che si possa fare a Zaniolo in questo momento è proteggerlo dalla fanfara mediatica che sta scatenando. Fa bene Di Francesco a tutelarlo, deresponsabilizzandolo da tutto ciò che non sia la sfera prettamente calcistica. E fa bene anche l’ambiente intorno al ragazzo ad evitare la sovraesposizione a cui un baby boomer come lui attira inevitabilmente.

Il rischio maggiore in questo momento è distrarlo dal percorso di crescita nel quale il numero 22 non è che all’inizio. A dargli una mano a fargli capire che la tutela della sua classe è fondamentale può  essere una sua vecchia conoscenza, Mauro Icardi, ancora una volta nella bufera per i comportamenti non all’altezza del suo talento da parte della fidanzata procuratrice.

 

Margherita Bellecca