Dzeko, i numeri non bastano per spiegare il suo valore

(Jacopo Venturi) – Dzeko è alla Roma da 4 anni e mezzo e, nonostante sia stato sul punto di lasciare la Capitale più di una volta, nessuno a Trigoria vuole vederlo andare via. Per un motivo semplicissimo: è senza ombra di dubbio uno dei migliori attaccanti transitati per il Fulvio Bernardini durante il corso dell’intera storia giallorossa. Dal punto di vista poi della completezza, non ha eguali. E non solo se lo si paragona ai suoi predecessori romanisti, ma anche se lo si mette in comparazione con i suoi colleghi in giro per l’Europa, sono pochissimi i centravanti in grado di poter vantare un bagaglio tecnico come quello di Dzeko. Il punto a sfavore che si può proporre a suo sfavore può essere quello che non segni poi così tanto, ma ci sono due ottime argomentazioni che si possono contrapporre a questa miope affermazione. In primo luogo, non è poi così vera: Dzeko ha segnato 12 reti in 25 presenze fino allo stop del campionato. Una cifra non sui livelli di Lewandowski o Kane, ma nemmeno irrilevante. In secondo luogo, non è affatto vera se si vanno a correllare questi numeri con delle considerazioni inevitabili sull’impatto che il bosniaco ha sul gioco della squadra. Innanzitutto, oltre alle reti, ha fornito 6 assist ai suoi compagni, entrando dunque direttamente in 18 reti, più di un terzo del totale segnato dall’intera compagine giallorossa in Serie A. Ma non basta. Perché è ciò che i numeri non colgono che rendono Dzeko un giocatore straordinario: è il vero regista della squadra, è un leader, tiene da solo il peso dell’attacco quando ce n’è bisogno. È un 9 e un 10, di altissimo livello, allo stesso tempo. Se a tutto ciò uniamo dei dati, come abbiamo visto, più che dignitosi, emerge una considerazione finale ineluttabile: Edin Dzeko non è un giocatore discutibile. Gli argomenti per farlo sono veramente pochi e, come dimostrato, facilmente smontabili.

(Jacopo Venturi)