Le statistiche di Spal-Roma 1-6: game, set and match. Bentornato cinismo, Bruno Peres sugli scudi

(S. Valdarchi) – La Roma si afferma sul campo della Spal, evitando alla perfezione le insidie di una gara contro una squadra già retrocessa, quindi libera mentalmente. I capitolini si impongono per 6 reti a 1, con la vittoria più larga da inizio stagione. La formazione di Fonseca, che oltre a trovare il successo lascia riposare Dzeko e Mkhitaryan elementi fondamentali per il futuro prossimo, trova la quarta vittoria nelle ultime cinque gare, collezionando il quinto risultato utile consecutivo. Ora i punti in classifica sono 61+2 dal Milan sesto che insegue. Oltre alla buona vena realizzativa, a Ferrara arriva anche la ciliegina sulla torta confezionata da Nicolò Zaniolo, il quale mette a tacere le varie polemiche che avevano appesantito l’ambiente intorno a Trigoria nei giorni scorsi. Proprio allo scadere, il classe ’99 decide di partire palla al piede dalla trequarti difensiva della Roma, superare 4 avversari e depositare in rete per il definitivo 1-6. Game, set and match.

I numeri

Le statistiche non fanno altro che confermare ciò che si evince anche dal risultato finale: la Roma ha dominato e legittimato il largo successo. 13 a 9 in favore dei giallorossi il conteggio dei tiri, 9 dei quali in porta. Con 6 gol realizzati, Kalinic e compagni hanno trasformato in rete circa il 66% dei tiri in porta effettuati, una media alta per una squadra che spesso ha sofferto di mancato cinismo. 8 a 2 le occasioni da gol. Il possesso palla è stato appannaggio degli ospiti, che hanno chiuso la partita con il 58% del totale, tradotto in 31’06”. 473 a 372 il numero di passaggi effettuati, con i romanisti in grado di finire con una percentuale di passaggi riusciti pari all’89%.

Grazie anche alla gestione del gruppo da parte di Paulo Fonseca, i vari membri della rosa romanista stanno prendendo sempre più un buon ritmo-gara. Al Paolo Mazza i capitolini hanno corso molto di più degli avversari, e in generale hanno fatto meglio anche delle precedenti uscite. 106,68 sono i chilometri percorsi dai giocatori in maglia blu, contro i 102,83 km della Spal. Sorprende infine il dato relativo al baricentro delle due squadre in campo. In modo particolare, nei primi 45′ la Roma ha schiacciato la formazione spallina nella sua metà campo: il baricentro medio romanista è stato di 54,37 m, contro i 45,92 m di Cerri e compagni.

Le prestazioni individuali

Passare da essere un panchinaro nella Serie B brasiliana a titolare nella Roma in 6 mesi si può e Bruno Peres ne è la conferma. Con gli atteggiamenti giusti, come confermato da lui stesso a fine gara, ed un nuovo modulo che lo libera da molti compiti difensivi, l’esterno brasiliano si è preso la fascia destra, guadagnandosi passo dopo passo la fiducia di Paulo Fonseca. Nella vittoria di ieri sera, il numero 33 riesce anche a mettere a segno una doppietta, la prima della sua carriera in Serie A. Il gol nella massima competizione italiana gli mancava dal 2017. Le due reti di Peres sono frutto dei suoi unici due tiri verso lo specchio della porta avversaria, ma la sua prestazione è positiva in diversi parametri. Percorre 10,157 km, mettendosi in mostra senza distinzioni sulla corsia di destra e di sinistra. Gioca 67 palloni e chiude con il 95% di passaggi riusciti.

Di prestazioni individuali positive nella Roma di Ferrara ce ne sono diverse, ma volendo evidenziare alcuni dati scegliamo come altro protagonista Aleksandar Kolarov. Con l’assenza di Ibanez, al serbo è affidata la prima impostazione. È il romanista con più palloni giocati 77 e più passaggi effettuati 56. Nella trequarti difensiva lascia un po’ a desiderare, ma ogni volta che si sgancia dal pacchetto arretrato crea insidie per gli avversari. Recupera per 11 volte la sfera e nell’unico tiro effettuato buca le mani di Letica con un gran sinistro dalla distanza, che consente ai capitolini di andare sul 3 a 1 ad inizio secondo tempo e, di fatto, chiudere l’incontro.

(S. Valdarchi)

La Giovine Roma, Ranieri riparte dai ’99. Kluivert e Zaniolo per risorgere

Simone Burioni – Un punto per ripartire. Come nella Giovine Italia di Giuseppe Mazzini, momento fondamentale per il Risorgimento italiano, Claudio Ranierivuole riportare la Roma a brillare e per farlo ricomincia – mantenendo la richiesta di supporto alla Curva Sud – dal punto conquistato con la Fiorentina di Stefano Pioli (2-2) dove Nicolò Zaniolo e Justin Kluivert hanno trascinato i giallorossi nella doppia rimonta completata dal gol di Diego Perotti. Il tecnico romanista si è detto soddisfatto dei due classe ’99 al termine del match: “Bene i due ragazzini, ho fiducia in Kluivert, è acerbo ma ha velocità e fa buoni cross. Avevo bisogno di coprire e attaccare Biraghi e lo ha fatto molto bene”. E se prima l’olandese veniva richiamato sulla tattica, adesso si riscopre attento anche alla fase di non possesso. 

Inoltre anche le statistiche pendono dalla parte di Justin. Con lui in campo dal primo minuto la Roma ha conquistato 6 delle 13 vittorie finora realizzate in Serie A (rispettivamente con Sampdoria, Genoa, Parma, Torino, Bologna nel match di ritorno ed Empoli). Altri due punti ottenuti (con Cagliari e Fiorentina) nelle 5 partite rimanenti dove Kluivert è partito titolare. Ammontano invece a tre le sconfitte, registrate con Bologna (nel match di andata), Udinese e SPAL. La media punti in campionato con il giovane orange in campo dall’inizio è di 1,8 punti a partita, quasi due vittorie ogni tre match, superiore alla media punti totale realizzata dalla squadra giallorossa che ammonta a 1,6 punti a partita.

Tutto questo sembra esser stato notato da Claudio Ranieri che ha schierato titolare Kluivert in tre delle quattro partite di campionato disputate fino ad oggi con la Roma: l’attaccante infatti non è partito dall’inizio solo nel match con il Napoli. La percentuale di utilizzo dal primo minuto dell’esterno olandese dal tecnico giallorosso è del 75%, mentre con Eusebio Di Francesco l’ex Ajax era partito dal fischio iniziale solamente 8 volte su 26 gare di Serie A, per una percentuale pari a circa il 30%. Intanto chi è sicuro del posto è Nicolò Zaniolo che si gode il quarto sigillo in campionato e ha chiarito la situazione rinnovo attraverso un post su Instagram: A pochi minuti dal fischio finale mi sono espresso in una maniera che è stata male interpretata. Sono un giocatore della Roma, un professionista e mi esprimo in campo. Poi ci sono altri professionisti, come il mio agente e la dirigenza, che si occupano dei contratti e che sapranno gestire al meglio la situazione”. 

Simone Burioni

Roma-Spal 0-2. I giallorossi cadono dopo quattro vittorie consecutive

Simone Burioni – Sconfitta schock quella della Roma, che perde in casa contro la Spal per 0-2 dopo quattro vittorie consecutive tra campionato e Champions League. I giallorossi appaiono fin troppo rilassati dopo la sosta per le nazionali e, nonostante le tante occasioni create, perdono una grande occasione che potrebbe costare cara nella corsa al quarto posto.

LA GARA – Eusebio Di Francesco si concede un po’ di turnover in vista dell’impegno europeo contro il CSKA Mosca, nonostante l’indisponibilità di due pedine fondamentali come De Rossi, Kolarov e Schick: i capitolini scendono in campo con Olsen tra i pali; difesa a quattro con Florenzi, Fazio e le due sorprese Marcano e Luca Pellegrini. Centrocampo a tre con Cristante e Pellegrini ai lati di Nzonzi, tridente d’attacco con El Shaarawy e Under a supporto dell’unica punta Dzeko. La Spal, reduce da tre sconfitte consecutive contro Sassuolo, Sampdoria e Inter, si schiera con il consueto 3-5-2: esordio in porta per Vanja Milinkovic-Savic, difesa composta da Vicari, Bonifazi e Cionek; folto centrocampo formato da Lazzari, Missiroli, Valdifiori, Valoti e Costa, tandem d’attacco composto da Petagna e Paloschi.

La gara comincia bene per i padroni di casa e già dopo 8 minuti arriva la prima occasione: Pellegrini ruba un pallone a centrocampo, mette in moto il contropiede dei suoi ma la conclusione finale di Dzeko viene deviata da Milinkovic-Savic in calcio d’angolo. Dopo dieci minuti di pressing alto è ancora Dzeko ad avere un’occasione da gol, ma il portiere avversario si fa nuovamente trovare pronto. La Spal in questa fase si affida Lazzari, cercato spesso con il lancio lungo dalle retrovie: proprio da una di queste iniziative scaturisce il rigore per la Spal, con Pellegrini che spinge ingenuamente Lazzari all’interno dell’area di rigore. Dal dischetto si presenta Petagna che non sbaglia: 0-1 per gli ospiti. Nei 5 minuti finali del primo tempo la Roma sbanda vistosamente, con gli emiliani che ne approfittano cercando costantemente l’imbucata sul solito Lazzari.
I primi minuti della seconda frazione le cose non sembrano essere cambiate, con la Roma che palleggia lentamente e la Spal che stringe le linee lasciando poco spazio alle iniziative avversarie. Al 54° però i giallorossi si fanno pericolosi ancora con Dzeko, ma il bosniaco in scivolata non riesce a capitalizzare l’assist di esterno fornitogli di El Shaarawy. Solo tre minuti dopo, la Spal trova il secondo gol: Valdifiori calcia dalla bandierina e Bonifazi colpisce di testa anticipando tutti: 0-2 e Roma allo sbando.
Nei minuti seguenti i giallorossi tentano di accorciare le distanze, ma è ancor la Spal ad andare vicina al gol con Petagna, ma Olsen risponde alla grande. È poi la Roma a rendersi pericolosa, ma il sinistro a giro di Pellegrini trova prima la mano di Milinkovic-Savic e poi la traversa. Il portiere serbo viene poi espulso dall’arbitro Pairetto per somma d’ammonizioni, ma neanche la superiorità numerica riesce a destare la Roma, che appare stanca e senza idee.
Dopo l’ennesima occasione per la Spal, con Petagna che spreca a tu per tu con Olsen, termina la partita: storica vittoria per gli emiliani, i quali ritrovano la vittoria in casa della Roma che mancava dal 1965. I giallorossi, tornati scarichi dopo la sosta per gli impegni delle nazionali, sciupano un’altra occasione e vedono allontanarsi il treno per la Champions League.

Simone Burioni

1962, Spal-Roma 1-2. Pestrin si fa male ma resta in campo, segna Jonsson

Luca Fantoni – Se il 1962 sarà ricordato per eventi tragici come la morte di una delle più iconiche attrici americane, Marylin Monroe, oppure per momenti che faranno poi la storia come la nascita dei Beatles, sicuramente non si può dire lo stesso per il calcio italiano. La Nazionale venne eliminata ai gironi dei Mondiali, per una sconfitta molto discussa contro i padroni di casa del Cile, i club nostrani in Europa ebbero solo grandi delusioni, con la Fiorentina che perse la finale di Coppa delle Coppe, e anche la Roma fece una stagione non esaltante, arrivando solamente al quinto posto in campionato. Quello Spal-Roma era una partita di fine stagione. I giallorossi stavano ancora cercando l’aggancio al quarto posto mentre gli emiliani erano già salvi. Al timone c’era Carniglia, unico allenatore, al momento, ad aver vinto un trofeo continentale con i capitoli, la Coppa delle Fiere del 1960. Lo scheletro della squadra era sorretto da Angelillo, “PicchioDe Sisti e il capitano, “Core de Roma”, Giacomo Losi.

IN 10 – Passano solo due minuti e la Roma è già in vantaggio. De Sisti trova con un cross Menichelli che di testa insacca. L’inizio è scoppiettante. Al 5’ Pestrin si fa male alla caviglia ma all’epoca non esistevano le sostituzioni. Il giocatore quindi, dopo essere stato fuori dal campo per cinque minuti, decide di rientrare in campo e si sposta sull’ala destra. In quei pochi momenti di inferiorità numerica, la squadra giallorossa subisce il pareggio con Micheli che risolve una mischia in area. Quasi allo scadere del primo tempo, a portare in vantaggio i capitolini ci pensa un ragazzo nato a Ljusne, sulle coste svedesi. Jonsson calcia al volo un bel pallone servitogli da Menichelli, il portiere ospite, Patregnani, se lo lascia sfuggire goffamente e lo fa finire in porta. Nella ripresa è sempre lo scandinavo a rendersi protagonista con due ottimi salvataggi difensivi. Finisce così,con una Roma che, a differenza della partita precedente contro il Bologna torna ad essere bella.

MANTRA – C’è il rischio di ripetersi ma bisogna farlo. La vittoria con il Genoa ha mostrato che in effetti una crescita mentale della Roma c’è stata. La partita, anche se apparentemente semplice, poteva rappresentare delle insidie con la testa dei giocatori che poteva essere già proiettata a Liverpool. Così non è stato ma ora i ragazzi di Di Francesco si devono ripetere. La Spal è forse, tra quelle lì in basso, la più difficile da affrontare. Per maggiori informazioni chiedere alla Juventus che a Ferrara ha pareggiato. Sarà quindi fondamentale scendere in campo con la concentrazione giusta ed evitare errori banali come quello di Gerson che è costato il gol contro il Grifone. Come si dice da giorni, la partita più importante della stagione non si gioca sulle rive del Mersey, ma in Emilia Romagna, precisamente contro la Spal, sabato pomeriggio.

Luca Fantoni

1967, Roma-Spal 1-0. Sirena firma l’ultima vittoria all’Olimpico contro gli emiliani

Luca Fantoni – Riavvolgiamo il filo della storia e torniamo indietro fino al maggio 1967. La Nike era nata da poco, i Beatles stavano per pubblicare “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” e la Roma annaspava nei bassifondi della classifica. Non era un periodo facile. Nonostante le due Coppa Italia vinte, i piazzamenti in campionato non erano mai andati oltre l’ottavo posto. Quella con la Spal era una partita di fine stagione, tanto inutile per i capitolini quanto fondamentale per la salvezza degli emiliani. Sulla panchina dei giallorossi sedeva Oronzo Pugliese. In porta giocava la “figurina introvabile” Pizzaballa. La difesa a tre era formata da Sirena, Losi e Olivieri. Davanti a loro agivano Carpanesi e Carpenetti. Il centrocampo era composto da Colausig e Barison sulle fasce con Peirò e Tamborini al centro. Schultz era il riferimento in attacco. Gli estensi di Petagna invece, si presentavano con Cantagallo tra i pali. Pomaro, Bozza, Bagnoli e Ranzani erano i difensori. A centrocampo c’erano Reja (il futuro allenatore della Lazio), Parola, Massei e Pasetti mentre il duo d’attacco era costituito da Dell’Omodarme e Muzio.

LA PARTITA – Quel Roma-Spal non passerà alla storia come il match più divertente del secolo. I giallorossi, senza più reali obiettivi in classifica, si limitano ad amministrare e gli spallini invece, si mostrano una squadra confusa e demoralizzata dalla posizione in classifica. Dopo due azioni sciupate da Schultz, al 9° è Sirena a portare in vantaggio la sua squadra con un bolide da fuori sul quale Cantagallo non può nulla. Gli emiliani si scoprono e Peirò in contropiede calcia alto da buona posizione. Nel secondo tempo la musica cambia con gli ospiti che cercano di rendersi pericolosi. Ci prova subito Muzioma il suo colpo di testa finisce alto. Al 24° è Reja ad impegnare Pizzaballa ma il portiere si supera e devia fuori. L’ultima occasione per la Spal capita sui piedi di Parola che si fa però anticipare da Losi. Nel finale Barison ha due occasioni per raddoppiare ma le sciupa entrambe. La squadra di Pugliese vince per la seconda volta nel girone di ritorno.Chiuderà il campionato al 10° posto.

Erano altri tempi, un altro calcio, un’altra Roma. La Nike è diventata sponsor tecnico dei capitolini, “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” è uno degli album più venduti della storia e la squadra di Di Francesco sta lottando per le posizioni nobili della classifica. Una vittoria contro la Spal sarebbe il modo perfetto per tornare a convincere e per allontanare subito qualche critica di troppo. I due punti persi contro il Genoa sono pesanti, ma non devono sgretolare le certezze che i giallorossi hanno fin qui costruito. Quel pareggio è stato solamente una crepa nel granitico percorso di De Rossi e compagni e, come cantavano i Beatles nel loro brano “Fixing a Hole”, quella crepa deve essere riparata e la Roma lo deve fare subito, a partire dalla partita con la Spal.

Luca Fantoni