Roma-Liverpool 4-2: le pagelle. Sfuma di un soffio la rimonta, ma vi ringraziamo lo stesso

Simone Indovino – Accarezzare tutto così non può fare che male. Ci siamo andati vicini, abbiamo tentato un miracolo insperato fino all’ottantesimo minuto, ma poi è svanito tutto per pochissimo. Il tabellino recita 4-2 in favore della Roma, che non raggiunge Kiev per un gol non fatto in più (match che si sarebbe andati ai supplementari) o uno non subito in meno (qualificazione diretta). Giallorossi penalizzati anche da un arbitro inadeguato: sono almeno due i rigori netti non dati alla squadra di Di Francesco, che ha comunque avuto il merito di ribaltare una situazione difficilissima. Abbiamo accarezzato un sogno, ci siamo divertiti, abbiamo gioito. Si deve ripartire da qua, da una crescita generale messa in mostra negli ultimi mesi. Forza Roma. 

ROMA

Alisson 6.5 – Non è il più impegnato della serata, ma quando gli avversari provano a trafiggerlo risponde presente. Difficile far di più sui due gol subiti: le conclusioni sono troppo ravvicinate.

Florenzi 5.5 – Soffre maledettamente la velocità di Mané sulla sua corsia, aiutato anche dalle sovrapposizioni di Robertson. In fase offensiva non si vede praticamente mai: sono pochissimi i cross che mette al centro per gli attaccanti.

Manolas 6.5 – Nulla da appuntare al greco, che disputa una gara difensivamente al massimo. Può poco nei gol subiti, poiché maturati da distrazioni dei compagni. Tiene sempre testa a Salah e compagni anche quando le squadre si allungano, specialmente nella ripresa.

Fazio 6.5 – Come al compagno di reparto, non gli si può appuntare nulla.

Kolarov 6.5 – Uno stantuffo sulla corsia di sinistra. Le azioni offensive maturano sempre dai suoi piedi. Grazie alle innumerevoli sovrapposizioni scodella al centro tantissimi traversoni pericolosi che insidiano la difesa avversaria. Buono anche il lavoro in retroguardia.

De Rossi 6 – Disputa una partita adeguata rispetto i suoi compiti. Smista con intelligenza i palloni che gravitano nella sua zona di campo senza strafare. Costretto a uscire dopo aver preso una testata in un fortuito scontro con Mané.

Pellegrini 5.5 – Rimandato, ancora una volta. Accusa probabilmente la poca esperienza in palcoscenici del genere e pecca tecnicamente in troppe situazioni, nonostante il buon dinamismo in mezzo al campo.

Nainggolan 5.5 – A conti fatti è il match winner, grazie alla doppietta realizzata nel finale. Pesa, purtroppo tantissimo in ottica qualificazione, il goffo errore in avvio che spiana la strada al gol di Mané. Partita al di sotto delle sue possibilità eccezion fatta per le ultimissime battute.

El Shaarawy 7 – Il più positivo, insieme a Dzeko, della serata romanista comunque non felice. Ha passo e si vede sin dai primi momenti di gioco, sgroppando al meglio sulla corsia. Impensierisce sempre Arnold sulla fascia e sfiora il gol colpendo un palo. Ci mette comunque del suo nel gol del pari del bosniaco.

Schick 5.5 – Nel primo tempo è estraneo al gioco della Roma, non contribuendo al lavoro offensivo e litigando spesso col pallone. Migliora leggermente nella ripresa, ma non rendendosi mai pericoloso se non in un’occasione alla fine.

Dzeko 7.5 – Un’altra partita monumentale di Edin, che si dimostra fondamentale per questa squadra. Macina gioco su gioco e realizza il gol del 2-2 col fiuto del bomber. Si guadagna anche un calcio di rigore, ma il tutto viene vanificato per un fuorigioco inesistente.

Under 5.5 – Messo in campo per dare brio alla squadra, non brilla.

Gonalons 6 – Conferma gli ultimi progressi mostrati, giostrando bene il pallone nei minuti a sua disposizione.

Antonucci 6 – Sufficienza comunque meritata per il giovane che, nonostante l’esito non felice, non dimenticherà mai questa serata.

Di Francesco 7 – E adesso, cosa possiamo dire? Forse il vero deficit rimane la partita di Anfield, ma non resta che applaudire la squadra. Vero, l’errore di Nainggolan incanala la qualificazione verso l’Inghilterra, ma i ragazzi mostrano la voglia di essere grandi per tutti i 93 minuti. E di questo non si può che essere felici.

Simone Indovino