Gabriele Conflitti – A due passi dalla città che non dorme mai, la Roma tiene svegli migliaia di tifosi dall’altra parte dell’Oceano Atlantico. La distanza non è solo geografica, ma riguarda anche le idee di gioco che Eusebio Di Francesco vuole veder realizzate dai suoi. Eppure qualcosa comincia a prendere forma. Nella Red Bull Arena di Harrison, i giallorossi battono il Tottenham di Mauricio Pochettino per 3-2 nella seconda amichevole di ICC, dando dimostrazione di aver intrapreso un processo di assimilazionedei movimenti sui quali sta lavorando il nuovo allenatore.
Vincere è sempre piacevole, ma le note positive della nottata nel New Jersey sono ben altre. In primis le prestazioni di alcuni singolo: Kolarov ha già fatto capire di essere tutt’altro che un giocatore sul viale del tramonto, Defrel non trova la porta ma è il più cercato dai compagni ed è l’artefice principale delle ripartenze giallorosse in campo aperto, a Under basta una manciata di minuti per segnare il suo primo (non ufficiale) gol in giallorosso. Bene anche Gerson, giocatore di cui prevale ancora la parte in grafite rispetto a quella in diamante, ma sul quale Di Francesco sembra intenzionato a voler lavorare per farlo risplendere. Per il momento però, le vere certezze dei giallorossi sono rappresentate dai soliti De Rossi, Nainggolan, Strootman, Perotti e Dzeko.
Oltre a privare tanti romanisti di qualche ora di sonno, l’amichevole con gli Spurs ha dato però anche qualche altro motivo di preoccupazione. La difesa soffre le incursioni del duo Kane-Alli nel primo tempo e nella ripresa (seppur con interpreti diversi) permette ai londinesi di acciuffare il pareggio con eccessiva facilità. I principali campanelli d’allarmesuonano dalle parti di Bruno Peres, decisamente meno in affanno quando c’è da attaccare, Héctor Moreno e Manolas, col greco forse distratto dal lungo colloquio prepartita con Monchi.
Esula dall’aspetto tattico ma rovina la partita la condotta dell’arbitro, incapace di tenere a freno il nervosismo di entrambe le formazioni. Anzi, l’effetto ottenuto è esattamente l’opposto: abbondano interventi scriteriati, faccia a faccia e spintoni, un paio di tentativi di rissa e un rigore non assegnato al Tottenham.
Le prime due partite con squadre di livello sono state la cartina tornasole della storia romanista: gol dell’ex (Marquinhos nella sfida col Psg) e doppio vantaggio vanificato. In una sorta di remake del 28 maggio ci ha pensato Tumminello a vestire i panni del Perotti, ma l’impressione è che la vulnerabilità difensiva sia un deficit da colmare al più presto, con lavoro dentro e fuori dal campo.
Gabriele Conflitti