Benevento-Roma, le PAGELLE: Spinazzola sacrificato.

Inter Milan’s Spanish midfielder Borja Valero (L) and AS Roma’s Italian defender Leonardo Spinazzola go for a header during the Italian Serie A football match Inter Milan vs AS Rome on December 6, 2019 at the San Siro stadium in Milan. (Photo by Miguel MEDINA / AFP) (Photo by MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

(R.Rodio) – Ecco i voti e le pagelle assegnate ai calciatori di Benevento e Roma scesi in campo stasera nel posticipo della 23.a giornata:

-BENEVENTO-

Montipò 6.5; Depaoli 5.5, Glik 5, Barba 7, Foulon 6; Hetemaj 6 (Tello 5.5), Schiattarella 6.5, Viola 6 (Caldirola 6.5); Ionita 6, Caprari 6.5 (Insigne 6); Lapadula 6 (Moncini s.v.). All. Inzaghi 6.

-ROMA-

Pau Lopez 6 – Difficile dare un giudizio completo. Subisce un paio di tiri facilmente disinnescati nel primo tempo, inoperoso per il resto della gara.

Fazio 5 – Rispunta nella formazione titolare dopo essere stato ad un passo dalla cessione sia in estate che a gennaio. Fa correre più di un rischio ai compagni. Fuori forma, si becca un’ammonizione che lo condiziona su ogni intervento. (71′ Juan Jesus 5 – Lo si ricorda solo per una manciata di falli commessi facendo perdere così tempo al Benevento).

Mancini 6 – Ingaggia per un tempo il solito duello scorbutico con Lapadula. Nella ripresa va al vano assalto del gol assieme ai compagni.

Spinazzola 6,5 – Per troppo tempo è costretto a mantenere una posizione difensiva per emergenza, nonostante sia tra i più in palla della Roma. Quando Fonseca lo sgancia è forse troppo tardi. Qualche pallone messo dentro doveva essere sfruttato meglio.

Karsdorp 5,5 – Troppo poco contro un avversario votato alla difesa. E’ sempre equilibrato nelle sue posizioni, ma quando c’è da attaccare e diventare incisivo in zona offensiva si perde. Puntualmente fallisce il cross decisivo. (72′ Pedro 5,5 – Tanto vivace quanto confusionario).

Villar 5,5 – Prevedibile e stavolta impreciso. Tocca una marea di palloni ma combina sempre la stessa cosa: passaggi da 5-10 metri e mai una verticalizzazione. Quando prova il tiro sbaglia e pure di tanto. Servirebbe un upgrade sull’ampiezza di gioco a certi livelli.

Veretout 5 – Fuori fase dopo le fatiche con il Braga. Si vede poco e non riesce neanche ad essere aggressivo in pressione. Cestina un buon cross di Spinazzola a inizio ripresa. (58′ Dzeko 5,5 – Ha mezz’ora per cambiare il volto della partita, ma non ci riesce. Da ricordare solo la sponda con cui per poco non manda in gol Pellegrini. Fisicamente in ritardo).

Bruno Peres 4,5 – Praticamente inutile. Largo a sinistra si spende per il solito compitino o con il classico passaggio indietro. Persino Dzeko lo rimprovera per le giocate troppo ritardate. Un mistero il motivo per cui resti in campo per 90 minuti interi.

Pellegrini 5,5 – Non trova il pertugio per illuminare, vagando nella metà campo campana senza meta. Ha il merito di essere l’unico a provarci realmente, con un sinistro non irresistibile nel primo tempo e con un inserimento aereo nel finale. Ma se non riesce a saltare mai l’uomo la manovra diventa lenta e prevedibile. Il problema non sono le foto con Immobile ma gli errori in campo.

Mkhitaryan 5 – Non è serata neanche per lui, e questa è una notizia. Ha poco spazio a disposizione e fatica sia ad accendersi che ad innescare i compagni. Sbatte contro un muro per tutta la sua partita e per la prima volta viene sostituito. Lo specchio di una serata giallorossa impalpabile. (82‘ El Shaarawy 6 – Quanto meno entra in campo con grande volontà. Aveva persino guadagnato un rigore d’oro, poi cancellato dal VAR).

Mayoral 5 – Pare proprio che queste non siano le sue partite. Inglobato dalla marcatura di Glik e Barba, non viene praticamente mai servito coi tempi giusti. Lui stesso si muove meno del solito, diventando invisibile dopo l’ingresso di Dzeko.

All. Fonseca 5 – Purtroppo quando le cose escono dal binario preparato si va in difficoltà. Inzaghi sa come imbrigliare la manovra e riesce nel perfetto piano partita, chiudendo tutti gli spazi. La Roma non riesce a concludere praticamente mai in porta nemmeno nella mezz’ora trascorsa con l’uomo in più. Oggi che bisognava insistere sulle fasce vara per la prima volta il doppio centravanti e il risultato non è positivo. Purtroppo per la legge dei grandi numeri una contro le piccole si poteva steccare, ma per come si era messa bisogna fare di più.

Braga-Roma, le probabili formazioni e dove vederla. Ballottaggio Peres-Karsdorp. Torna Dzeko davanti

(Federico Sereni) – Una Roma spumeggiante contro l’Udinese è alla ricerca di conferme anche in Europa. La squadra di Fonseca nell’ultima di campionato si è sbarazzata della formazione friulana con un netto 3-0 riprendendosi il terzo posto in classifica. In Europa League i giallorossi hanno pescato dall’urna lo Sporting Braga, guarda caso, la squadra dove mister Fonseca ha avuto il suo exploit. Attualmente allenata da Carlos Carvalhal, il Braga occupa la terza posizione in classifica nel campionato portoghese.

L’ottimo periodo di forma degli interpreti principali fa pensare a pochi cambiamenti per la partita. Sarà sempre il 3-4-2-1 il modulo con alcuni ballottaggi. In porta ci sarà Pau Lopez che sembra in vantaggio su Mirante, difeso dal  terzetto difensivo Mancini, Cristante e Ibanez che tanto ha fatto bene nell’ultima gara. Ancora ai box Smalling, mentre Kumbulla è destinato alla panchina. Sulla destra potrebbe giocare Bruno Peres per dare un turno di riposo a Karsdorp che le ha giocate praticamente tutte in questo 2021. Nel reparto offensivo sicuro del posto è Mkhitaryan con Pedro e Dzeko in vantaggio su Pellegrini e Borja Mayoral.

Lo Sporting Braga si presenta al match con lo stesso modulo di Fonseca: il 3-4-2-1. Carvalhal, in vista della sfida contro la Roma, confermerà Matheus  in porta. Tormena, Viana e Sequiera il terzetto dei difensori. A centrocampo potrebbero esserci delle sorprese con Gaitan che partirà dalla panchina. Sulla sinistra giocherà Galeno con Esgaio che avrà il compito di limitare Spinazzola. Davanti ci sarà Ricardo Horta che è il bomber della squadra in questa competizione con tre reti.

LE PROBABILI FORMAZIONI

Sporting Braga (3-4-2-1): Matheus; Vítor Tormena, Viana, Sequeira; Esgaio, João Novais, Al Musrati, Galeno; Piazon, Horta; Abel Ruiz. All. Carvalhal
Roma (3-4-2-1): Pau Lopez; Mancini, Ibanez, Cristante; Karsdorp, Diawara, Veretout, Spinazzola; Mkhitaryan, Pedro; Dzeko. All. Fonseca

DOVE VEDERLA IN TV E STREAMING

La sfida tra Sporting Braga e Roma, in programma all’Estadio Municipal alle 18.55, sarà trasmessa in diretta esclusiva da Sky Sport sui canali 204 e 253 del satellite, oltre che sulle piattaforme streaming SkyGo e NowTv.

La Roma stende l’Udinese e si regala un San Valentino da sogno

 

Pagine Romaniste (F. Belli) – San Valentino ad alta quota per la Roma. Nel lunch match della ventiduesima giornata di Serie A, la formazione giallorossa vince per 3-0 contro l’Udinese. I giallorossi partono col piede sull’acceleratore e trovano subito il vantaggio con Jordan Veretout (5’). Dopo qualche spauracchio del reparto offensivo friulano – gestito senza affanni dalla retroguardia giallorossa – arriva il raddoppio su calcio di rigore, trasformato ancora una volta da Veretout (25’). La Roma trova anche il terzo gol, ma la rete di Pellegrini viene annullata dal Var per un precedente fallo di Mkhitaryan su Stryger Larsen. Nella ripresa la Roma rischia qualcosa di troppo, ma Pau Lopez – prima su Deulofeu e poi sull’ex Okaka – ci mette la mano destra e sbroglia i pericoli. Pericolo che però crea a dieci minuti dalla fine. L’estremo difensore spagnolo sbaglia il tempo dell’uscita, Deulofeu se ne va e cerca di accorciare le distanze, ma il pronto intervento di Mancini in scivolata evita la rete. Nel finale Pedro (90 + 2’) mette il sigillo con un preciso tiro che non lascia scampo a Musso. In attesa della sfida di questa sera tra Inter – seconda a 47 punti – e Lazio (40), la Roma aggancia il terzo posto con 43 punti. La stagione della Roma fino a questo punto è stata totalmente aldilà delle aspettative, ma ora gli uomini di Fonseca dovranno dare seguito a queste vittorie per consolidare il quarto posto e allontanare le pretendenti. Se non bastasse, tra qualche giorno è prevista l’andata dei sedicesimi di Europa League contro il Braga.

Francesco Belli

Fonseca si porta al terzo posto: “Ma non si parli di scudetto”

(Federico Sereni) Vittoria agevole e senza storia, ma guai ad andare oltre: “Non è giusto parlare di scudetto“. Paulo Fonseca, dopo il 3-0  maturato contro l’Udinese all’Olimpico, vuole spegnere ogni tipo entusiasmo nonostante il sorpasso sulla Juventus (con una gara in meno) e il momentaneo posizionamento a meno 6 dal Milan. Perché il portoghese sa che la piazza va di momenti ed è meglio smorzare che accendere. “Dobbiamo pensare partita per partita. Ora concentriamoci sul Braga e sull’Europa League”, insomma l’equilibrio che serve.

Un dato però appare chiaro: il successo contro l’Udinese conferma la tendenza dei giallorossi nel vincere contro le piccole, mentre con le grandi si fa ancora fatica. “Deve cambiare solo il risultato: con alcune grandi abbiamo disputato buone partite. Con la Juventus non abbiamo avuto problemi difensivi, hanno tirato tre volte in porta e noi siamo mancati negli ultimi trenta metri. Nei big match dobbiamo migliorare, ma la cosa più importante è fare i tre punti”. Con la squadra friulana è arrivato il bottino pieno, senza neanche soffrire: “Siamo entrati bene subito in partita, nel primo tempo abbiamo fatto tre gol, compreso quello non convalidato. Nella ripresa poi abbiamo gestito”.

Continua invece la staffetta tra Mayoral e Dzeko, dove questa volta l’ha spuntata lo spagnolo. Probabilmente il tecnico vuole dimostrare come si possa vincere anche senza il bosniaco: “Hanno giocato bene entrambi, ma sono diversi: Mayoral ci dà profondità, poi ho messo Dzeko perchè eravamo sotto pressione ed era importante il suo lavoro. Vediamo contro il Braga“. Tutto fa pensare però ad un ritorno dal 1′ del gigante bosniaco, nonostante l’ottima prova dell’ex Real.

Roma-Udinese, le PAGELLE: Veretout mattatore, Mancini invalicabile. Villar oscura De Paul

(R.Rodio) – I voti e le pagelle assegnate ai calciatori di Roma e Udinese, scesi in campo nel lunch match della 22.a giornata:

-ROMA-

Pau Lopez 7 – Torna a brillare tra i pali. Dopo un primo tempo di ordinaria amministrazione salva i suoi con un’uscita pazzesca su Deulofeu dopo il ‘regalo’ di Cristante. Si ripete su Okaka, tutto vanificato per fuorigioco.

Mancini 7,5 – Partita praticamente perfetta, sia in fase difensiva che in impostazione. Copre benissimo sui tagli in profondità dell’Udinese e quando si propone in attacco sa essere deciso e preciso. Come quando pennella l’assist per l’1-0 aereo di Veretout. Leader.

Cristante 6,5 – Gioca una partita molto positiva, esprimendosi bene da centrale della difesa a tre. Il giro-palla con lui parte bene dal basso e si esibisce anche in un paio di coperture da applausi. Rischia di rovinare tutto col solito regalone a Deulofeu, ma viene salvato da Pau Lopez.

Ibañez 6,5 – Torna a giocare sul centro-sinistra, ma stavolta limita le distrazioni e si concede una domenica di concentrazione e rapidità. Un problemino al ginocchio fa tremare per un nuovo forfait, ma resta in campo con ardore.

Karsdorp 6,5 – La cosa positiva è che finalmente sta bene, soprattutto dal punto di vista atletico. Non si limita a tenere la posizione ma sa aggredire l’avversario diretto Zegelaar con costanza. Deve migliorare solo nella fase di assistenza finale.

Villar 7 – Nonostante le qualità tecniche indiscusse oggi si sacrifica, su richiesta di Fonseca, a svolgere il ruolo di ombra su De Paul, il più pericoloso tra i suoi avversari. Diligente e lodevole, anche se qualche errore di leggerezza va ancora limato. Maturo.

Veretout 8 – Il francese è dominante, disputa un primo tempo gigantesco che segna due gol e un assist perfetto, annullato poi dall’incomprensibile scelta di VAR e Giacomelli. Sradica palloni e attacca come un carrarmato, portandosi a 9 centri stagionali. Normale un calo nella ripresa. (78′ Pedro 6,5 – Torna in campo dopo un mese e ritrova il gol con un destro a giro, come all’andata. Buon auspicio per le prossime gare).

Spinazzola 6,5 – Quando accende il turbo non ce n’è per nessuno. Larsen e Molina vanno in affanno, ma l’impressione è che l’ex juventino tiri spesso il freno a mano limitando le sue potenzialità. Più lucido di una settimana fa a Torino. (88′ Bruno Peres s.v. – Solo il tempo di rovinare una gran giocata di Mkhitaryan buttando la palla sul fondo).

Pellegrini 7 – Galleggia tra le linee, in una posizione che ormai è sua di natura. I miglioramenti si notano dall’abnegazione con cui prova sempre a rimediare ad errori personali o di squadra. Nel finale si piazza anche a giocare da mediano classico. La sua assenza contro la Juve ha pesato, eccome. (88′ Diawara s.v. – Un po’ di sostanza nel finale).

Mkhitaryan 7 – La sua forza è la capacità di accendersi e rendersi pericoloso anche in una giornata meno continua e brillante del solito. Innesca a tempo quasi scaduto il terzo gol giallorosso con l’ennesima giocata personale.

Borja Mayoral 6 – Una gara un po’ alla Dzeko. Lavora tanto di sponda e sacrificio, muovendosi per non lasciare punti di riferimento alla difesa udinese. Peccato che manchi il suo apporto negli ultimi 16 metri. (69′ Dzeko 5,5 – Arrugginito. Così a mezzo servizio serve a ben poco).

All. Fonseca 7 – Solita ottima reazione dopo la sconfitta contro un big. Se è vero che con le prime la vittoria è praticamente un miraggio, gli va riconosciuto che al contrario non ne sbaglia una contro le compagini minori. La classifica gli sorride, così come il gioco propositivo che in queste giornate diventa incontenibile. Per una volta tanto anche chiudere con un clean sheet può essere di buon auspicio.

-UDINESE-

Musso 6.5; Bonifazi 5.5, Nuytnick 6, Samir 5; Larsen 5.5 (Molina 5), De Paul 5.5, Arslan 5 (Makengo 5.5), Walace 5 (Nestorovski s.v.), Zegelaar 5.5 (Ouwejan s.v.); Deulofeu 6, Llorente 5 (Okaka 5.5). All. Gotti 5.

Da Fazio a Pastore: quanto pesano gli esuberi della Roma

(R.Rodio) – L’ennesima sconfitta stagionale contro una big di Serie A ha riaperto il dibattito riguardo le ambizioni della Roma, ancora incapace di fare il salto di qualità.

Secondo molti opinionisti uno dei motivi della scarsa attitudine vincente negli scontri diretti riguarda la qualità della rosa a disposizione di Paulo Fonseca, che a differenza di Inter, Juventus o Milan non vanta una panchina lunga e di qualità.

Colpa forse dei tanti, troppi esuberi che la Roma attuale conta nella rosa 2020-2021. Diversi calciatori infatti sono da tempo ai margini, ma nonostante ciò restano come pesi morti, sia tecnicamente che economicamente, a riempire numerose caselle.

A risentirne dunque, oltre che la sfera tecnico-tattica, sono soprattutto le casse di Trigoria. La presenza dei suddetti esuberi infatti costa molti soldi alla Roma, aumentando di fatto il tetto-ingaggi. Vediamo di chi si tratta.

Partiamo dalla difesa: Federico Fazio è un centrale d’esperienza che da tempo è fuori dagli schemi di mister Fonseca. Ha rifiutato il trasferimento prima al Cagliari e poi al Parma. Il suo attuale stipendio netto è di 2,5 milioni all’anno fino al 2022.

Juan Jesus, in scadenza di contratto, ha detto no invece al Genoa. Il brasiliano percepisce 2,2 milioni. Anche Davide Santon, vero e proprio ‘desaparecido’ della rosa, ha rifiutato alcune soluzioni esterne e guadagna 1,5 milioni a stagione.

A centrocampo spiccano Amadou Diawara e Javier Pastore. L’ex Napoli da tempo sembra con la valigia in mano, ma per ora resta a Roma e pretende il suo stipendio da 2,5 milioni netti. L’argentino, ormai un tutt’uno con l’infermeria giallorossa, ne guadagna ben 4,5. Un vero e proprio macigno per le casse societarie.

A questi rincalzi vanno aggiunte le situazioni di elementi che la Roma vorrebbe piazzare in futuro sul mercato in uscita. Come Pau Lopez, portiere che non ha mai convinto il club e che guadagna tanto (3 milioni netti all’anno). O come Carles Perez, altro acquisto finora deludente, il quale ha firmato un anno fa un contratto da 2 milioni netti.

Forse il meno “esubero” e più meritevole di riguardo è Bruno Peres, giocatore non certo di prim’ordine ma molto considerato da Fonseca. Il contratto del brasiliano scadrà al 30 giugno prossimo, così come gli 1,8 milioni percepiti dal classe ’90.

Tiago Pinto ha già ammesso, al termine del mercato di riparazione di gennaio, di essere deluso con sé stesso per non aver piazzato altrove almeno 2-3 di questi elementi. Ma ci riproverà certamente a partire da giugno 2021. L’eventuale partenza degli otto esuberi individuati darebbe pieno respiro alle casse romaniste, sia per alleggerire il monte-ingaggi sia per poter reinvestire tali risparmi su nuovi innesti e rinnovi contrattuali.

La Roma in soldoni andrebbe a risparmiare 20 milioni di euro netti in stipendi, circa 40 milioni lordi. E se a questi si aggiungono i 7,5 milioni percepiti da Edin Dzeko, anche lui probabile partente, il club giallorosso avrebbe in tasca già un ‘tesoretto’ interno da immettere su almeno 3-4 acquisti di livello ed i prolungamenti di contratto di Pellegrini, Zaniolo e altri titolari.

 

Ecco chi è Benjamin Tahirovic, astro nascente del calcio svedese su cui punta la Roma

(Federico Sereni) – La Roma in questa sessione di mercato invernale ha lavorato per rinforzare la rosa del presente e del futuro. Il club giallorosso, dopo aver piazzato colpi importanti come El Shaarawy e Reynolds, ha infatti messo a segno un acquisto di prospettiva. Si tratta del gioiellino Benjamin Tahirovic, attaccante svedese classe 2003. Ennesimo talento sbocciato negli ultimi anni in Svezia, che vede fiorire giovani di altissimo profilo tecnico come Kulusevski  e Isak. Il neo acquisto in casa Roma aveva già svolto alcuni test con la casacca giallorossa impressionando tutti per qualità e personalità. Ma vediamo chi è il nuovo innesto della Primavera.

CARRIERA

Tahirovic è nato il 3 marzo del 2003, comincia il suo percorso calcistico nel Vasalund. Dopo i primi anni nel settore giovanile, si mette in luce come uno delle giovani promesse  del club ed entra a far parte della prima squadra. La sua prima annata nel calcio dei grandi arriva nel 2020, con il Vasalund che partecipa alla Ettan Norra (divisione del nord della terza serie svedese). Il club di Solna chiude al primo posto in classifica anche grazie alle sue gioocate. È così che nasce l’interesse da parte di diverse squadre. Tahirovic piace all’AIK di Stoccolma, ma anche al Benfica che mette prepotentemente gli occhi su di lui. Si scatena un’asta di mercato per il promettente attaccante fino a quando la Roma lo acquista in questa sessione bruciando la concorrenza. Nella trattativa per l’approdo nella Capitale Edin Dzeko ha avuto un ruolo fondamentale. Il centrocampista qualche settimana fa ha effettuato un provino al Fulvio Bernardini (sostenuto anche con Il Benfica e il Porto): a Trigoria ha incontrato il suo idolo Dzeko. Il ragazzo ha infatti origini bosniache ed Edin è stato uno dei motivi che lo hanno spinto a firmare per la Roma.

CARATTERISTICHE

Ben strutturato fisicamente, dotato di grande personalità e di enormi qualità tecniche il giovane svedese è un attaccante atipico. Tahirovic ha infatti espresso le enormi qualità della sua giovane carriera anche da centrocampista offensivo. In questo ruolo riesce ad essere determinante per innescare gli attaccanti con qualità e precisione, ma anche bloccando le azioni avversarie. Piede destro, raramente usa il mancino, ma dispone di un bagaglio tecnico importante e sfoggia una buona velocità nonostante l’altezza. La sua incredibile duttilità può portare lo svedese a ricoprire diversi ruoli: dal regista a centrocampo, a trequartista fino alla punta di ruolo. Tutto ciò deve però portare il ragazzo ad imporsi in un ruolo per poter eccellere nella Primavera di Alberto De Rossi al momento prima in classifica nel suo campionato.

 

Decima gara con più di tre gol: nessuno meglio della Roma in Europa

Pagine Romaniste (F. Belli) – Il punto di forza della Roma di Fonseca è senza dubbio l’attacco, che gara dopo gara continua a perforare difese e regalare record su record. Lo dimostra la ventesima giornata di campionato, andata in scena ieri sera allo Stadio Olimpico di Roma. Se quella di andata aveva lasciato a tutti, società squadra e tifosi, l’amaro in bocca per il caso-Diawara, quella di ritorno è stata tutta un’altra musica. Nel posticipo serale, la Roma vince 3-1 contro il Verona di Ivan Juric. Un successo che è maturato nel giro di un quarto d’ora. Al 22’ del primo tempo Gianluca Mancini porta la formazione giallorossa in vantaggio, poi incrementato da Henrikh Mkhitaryan prima e Borja Mayoral poi. Oltre a consentire di saldare il terzo posto in classifica, il successo contro i veneti porta in barca anche un record. Nei migliori cinque campionati europei nessuno ha segnato tre o più gol in diverse partite come la Roma. Al secondo posto di questa speciale classifica vi sono il Paris Saint Germain con 10 reti, le stesse del Bayern Monaco. Seguono poi Atlanta e Lione, entrambe ferme a 9. I tifosi sperano che questo andamento possa proseguire sia in campionato ma anche in Europa League, dove i capitolini affronteranno il Braga. 

Francesco Belli

Roma-Spezia 4-3, boccata d’ossigeno all’ultimo minuto per i giallorossi. La doppietta di Mayoral, Karsdorp e Pellegrini fanno respirare Fonseca

Roberto Gentili –  Colpo di reni della Roma. Nell’ultima giornata del girone di andata, i giallorossi vincono 4-3 contro lo Spezia grazie alla doppietta di Mayoral ed alle reti di Karsdorp e Pellegrini.

Dopo un paio di affondi, la Roma trova il vantaggio con Mayoral (16’). Il centravanti spagnolo viene ben servito dalla sinistra da Pellegrini e davanti a Provedel non sbaglia. Alla prima era occasione, però, lo Spezia trova il pareggio. Il maldestro tentativo di Pau Lopez di smanacciare il cross di Farias finisce per servire Piccoli (24’), che da due passi non sbaglia. A ripristinare la supremazia ci prova Mayoral: parte dalla sinistra, si accentra e lascia partire una conclusione che però non trova lo specchio della porta.

Ma lo trova ad inizio ripresa: percussione di Veretout che serve Mayoral (52’) il quale controlla ed insacca all’angolino destro. Non c’è due senza tre ed allora Karsdorp (55’) spinge in rete l’assist di Spinazzola. Lo Spezia è vivo ed accorcia con Farias (59’). La Roma sbaglia qualche occasione di troppo con Perez e Veretout, dando così speranza ai liguri che non se lo fanno ripetere due volte e al 90’ Verde accorcia. I padroni di casa non sono mai domi e ribaltano il risultano immediatamente con Pellegrini (90+2’).

Seppur con il brivido, la Roma ritrova il successo. La squadra di Fonseca sale al terzo posto con 37 punti, ad un punto sopra dal Napoli e a tre sotto dall’Inter. I nerazzurri saranno impegnati alle 18 con l’Udinese, mentre i partenopei se la vedranno con il Verona domani alle 15.

Polveriera Roma: cosa succede (di nuovo) nello spogliatoio di Trigoria

(R.Rodio) – Dopo un girone d’andata tutto sommato positivo ed una classifica attualmente soddisfacente, la Roma in una settimana rischia di buttare tutto alle ortiche.

Il derby perso senz’anima, le scorie di una sconfitta tanto criticata quanto meritata. Poi il patatrac contro lo Spezia, nel solito ottavo di Coppa Italia che umilia i giallorossi anche peggio del precedente del 2015.

Se all’epoca dei fatti la Roma di Rudi Garcia fu battuta ai rigori dall’allora club di Serie B, oggi i giallorossi si vedono estromessi dalla competizione al termine della notte delle beffe: sconfitta sul campo per 4-2, doppia espulsione in un minuto, valanghe di gol divorati e soprattutto lo sconcertante errore sulle sostituzioni.

Il sesto cambio operato da Paulo Fonseca è la ciliegina su una torta amarissima, che è costata finora il posto al team manager Gianluca Gombar e al dirigente operativo Manolo Zubiria (proprio ex T.M. giallorosso).

Non bastasse la repulisti dirigenziale e l’ira della famiglia Friedkin, ci si sono messi pure i calciatori di traverso. Il CorSport parla dell’allenamento del giovedì ritardato per protesta del gruppo, contrario al licenziamento di Gombar e poco propenso a scendere in campo a Trigoria.

Addirittura Calciomercato.com svela un altro amaro retroscena: al termine di Roma-Spezia sarebbe stata sfiorata la rissa tra uno dei ‘senatori’ e un membro dello staff di Fonseca.

Litigi, licenziamenti, confronti a brutto muso e persino ammutinamenti. Quello che fuoriesce dallo spogliatoio di Trigoria è un film dell’orrore purtroppo già visto varie volte da queste parti.

Fin dai tempi in cui Rudi Voeller fu ‘intimato’ da parte del gruppo a lasciare la panchina nel 2004, o quando Ranieri dovette dare le dimissioni non avendo la fiducia del gruppo alla sua, fino alla spaccatura Totti-Spalletti di qualche anno fa.

Roma torna ad essere una polveriera, stavolta quasi dal nulla. Sono bastati 5 giorni per individuare la Roma come squadra unita, serena e volenterosa alle considerazioni su un gruppo ricco di fratture interne, persino in rivolta contro l’allenatore.

Sembrava non fosse il caso, ma per Tiago Pinto e Dan Friedkin stanno arrivando mesi di fuoco, dove le decisioni dovranno essere rapide e volendo pure dolorose. Non è da escludere l’ennesimo totale repulisti generale, visto che l’ambiente appare governato da animi fin troppo bollenti o distratti.

Difficile dare la colpa a qualcuno in questo calderone di situazioni più o meno svelate. Ma ci permettiamo di dare un consiglio a Mr. Friedkin: lasci stare i sentimentalismi, l’appartenenza ed i caroselli. Agisca da manager, si circondi di persone prima di tutto professionali e lavori con freddezza, senza tornare sui propri passi. Il passato è un territorio già battuto, il futuro deve essere la svolta per un club troppo spesso umiliato dall’interno.