Champions League, è corsa a tre

Gianluca Notari – Serie A ancora apertissima per quanto riguarda il discorso Europa. Per la qualificazione alla Champions, però, alle spalle di Juventus e Napoli i posti rimasti sono due, con quattro squadre a contenderseli: il calendario e gli impegni europei, queste le due variabili che determineranno la corsa alla prossima Champions League per Roma, Lazio, Inter e Milan. Gare europee che riguarderanno solamente la Roma, unica italiana impegnata sul fronte internazionale, con le gare contro il Liverpool da giocare il 24 aprile ed il 2 maggio. Certamente, oltre che dal punto di vista fisico, queste due partite toglieranno tanto, tantissimo dal punto di vista mentale alla squadra di Eusebio Di Francesco, che dovrà esser brava a non perdere punti nel cammino in campionato.

Già, il campionato. Sarà probabilmente il calendario a fare la differenza nelle ultime 6 partite della Serie A. Il Milan, anche se sulla carta è la squadra con il calendario migliore, è piuttosto attardato rispetto alle altre tre compagini. Appaiate invece Roma e Lazio: i giallorossi hanno davanti a loro un percorso – sempre sulla carta – piuttosto semplice, intervallato dall’unico big match rimasto da giocare, quello dell’Olimpico contro la Juventus, mentre i biancoazzurri dovranno effettuare test certamente più impegnativi. Fiorentina, Sampdoria, Torino, Atalanta, Crotone ed infine, all’ultima giornata di campionato, l’Inter: sarà lì, probabilmente, che le due squadre si giocheranno l’accesso alla prossima Champions League se si dà per scontato, solamente per un attimo, che la Roma sia già dentro e che il Milan sia già fuori. Che poi, di scontato, non c’è davvero nulla: la Roma nelle ultime 3 gare di Serie A ha totalizzato solamente due punti, mentre l’Inter non vince da ormai diverse settimane. Anche la Lazio sta tenendo un cammino piuttosto balbettante, così come quello – manco a dirlo – del Milan di Gattuso, che ormai da inizio campionato procede a corrente alternata.
Insomma, l’impressione che rimane in queste ultime giornate possa succedere davvero di tutto, in campionato così come in Champions.

Gianluca Notari

Gonalons, Kolarov e la Roma adulta

Gianluca Notari – “Prima queste partite non le avremmo vinte“. Firmato Diego Perotti, come è sua la firma sull’1 a 0 di questo Roma-Crotone. Risultato secco, forse sotto le aspettative, ma che presta il fianco a diverse considerazioni.
Il volto di questa gara è certamente Maxime Gonalons. Il francese, arrivato come riserva di De Rossi, si era fatto notare nella partita di Londra contro il Chelsea, sorprendendo tutti per la sua calma olimpica dopo la sofferta partita di Baku, ed anche oggi ha dimostrato di essere un elemento di cui mister Di Francesco può fidarsi certamente. Come lui, la Roma oggi ha dimostrato di saper gestire i momenti della stagione, premendo sull’acceleratore quando serve e frenando un po’ quando non è richiesta la velocità massima. Sia chiaro, la concentrazione non deve mai mancare, ma a far specie è la consapevolezza della dimensione e della mentalità che questa squadra sta maturando nei propri confronti. Oggi Nainggolan e compagni hanno fatto ciò che desideravano: andare subito in vantaggio per poi gestire al meglio la partita. E meglio di così proprio non si poteva: era dal 2013 che la Roma non prendeva così pochi tiri nello specchio, appena 3, con Alisson che per reiterata inoperosità rischiava quasi di rimanere senza voto nelle pagelle finali.

Potrebbe essere definita questa una Roma donwtempo: calma e rilassata nei momenti di superiorità, ritmata e vivace quando il gioco lo richiede. E per rimanere sulla metafora musicale, una particolare menzione va fatta per Aleksandar Kolarov, cassa dritta di questa squadra: è lui il faro che illumina la squadra, il compagno a cui tutti si affidano quando si libera spazio sulla sinistra. Ogni qualvolta che l’ex City ha la palla tra i piedi il tifoso romanista scalpita, si agita e sfrega le mani, pregustando la giocata che lo farà gridare di gioia. Il suo rendimento va oltre ogni più rosea aspettativa, e non per la qualità delle giocate – che sapevamo non mancare, ahi noi, per averla testata anche sulla nostra pelle – ma per l’incredibile continuità che gli riesce a dare. Durante la scorsa stagione, con Guardiola, il serbo ha giocato la maggior parte delle partite da difensore centrale, in difese a tre o a quattro. E alla soglia dei 32 anni, non è per nulla facile riprendere un ritmo che si è perso, specialmente in un campionato così dispendioso come la Serie A. Eppure, per Kolarov il tempo sembra non essere passato. Probabilmente arriverà il momento di calo fisico, perché immaginarlo così per tutta la stagione somiglierebbe più ad un romanzo di Bruce Sterling, ma l’impressione è che per il momento Kolarov sia, e si senta, insostituibile. Questo forse alla lunga potrebbe diventare un limite per Di Francesco, che però ha la scusante di non aver mai avuto un suo sostituto naturale, cosa che invece avrà quando, tra poche settimane, rientrerà Emerson Palmieri. In quel momento il tecnico abruzzese dovrà esser bravo ad alternare i due, avendo maturità nel discernere quale dei due sia il più indicato partita per partita.

Insomma, la Roma di Di Francesco non è la Roma più bella che si sia vista da questi lidi. E probabilmente non è nemmeno la più forte. E’ una squadra in crescita, ma che presenta già diversi caratteri distintivi, su tutti quello dell’essere adulta, che sa capire quando si deve accelerare e quando frenare per arrivare all’obiettivo, cioè quello di vincere.
Che poi, vincere le partite sporche è una qualità, non una pecca.

Gianluca Notari

Totti: passato e futuro passano sempre per Trigoria

Gianluca NotariSilenzioso. Questo è l’aggettivo che più volte Francesco Totti ha utlizzato per spiegare la sua maniera di essere uomo e capitano. Ed è forse anche per questo motivo che il commovente addio del 28 maggio ha fatto così tanto rumore: tutti zitti e lui che parla, quando mai è successo? Noi non ci eravamo proprio abituati. Eppure, oltre a questa enorme e rumorosa dimostrazione di amore, il silenzio sembra ancora albergare nei dintorni di casa Totti.

Ma alla fine che fa? Smette? Continua? Che fa?” si chiede la gente. Non una parola, una frase, un indizio, niente. Niente di niente. Che poi uno si preoccupa, dice “oh, dopo tutto sto macello, ma che se fa così?“. Ma non è cattiveria, è che Roma senza il suo Capitano non ci sa stare. Si informa, chiede a qualcuno, legge il giornale. Ma ancora non si sa niente.

Eppure, proprio quando tutti si preoccupano di dove possa essere in quel momento Francesco, e che cosa starà facendo in quel momento il Capitano, lui stava lì, dove è stato per 25 anni. Sempre lì, a Trigoria. Stavolta, il campo neanche l’ha guardato. Se ne è andato dritto dritto in ufficio, per parlare di qualcosa che, finalmente, potrebbe schiarire le idee ai tanti tifosi che lo stavano cercando.
Vicepresidente“, gli hanno detto nell’ufficio.
Ma chi, io?” ha risposto lui, fra lo stupito e il sornione.
E chi se non tu?” gli hanno fatto.

Si tratta di una decisione non semplice, quasi illogica, quella di relegare un talento del genere in un ufficio. Eppure, come tutte le più belle storie d’amore, anche quella del Totti calciatore è arrivata alla conclusione. La proposta per una nuova vita, sempre all’interno di Trigoria, è arrivata forte e chiara, sorprendendo forse anche lo stesso Totti. Quello di vicepresidente sarebbe un ruolo molto importante, con ampi poteri decisionali, che metterebbe soggezione forse anche un campione con la personalità di Totti. Ma i tifosi, adesso, aspettano un nuovo inizio: quale sarà l’epilogo della storia ancora non lo sa nessuno, anche se si spera che questa decisione arrivi non troppo tardi.
Totti, intanto, si prova la cravatta davanti allo specchio e si sfila gli scarpini. Ci pensa, il Capitano.
Che tanto l’estate è lunga, avoglia se è lunga.

Gianluca Notari

L’addio di Totti, il record di punti e i gol di Dzeko: un anno da ricordare

Gianluca Notari – Rimpianto, delusione, dolore. Vista così, la stagione giallorossa sembra essere un disastro totale. Invece abbiamo visto e ammirato per tutto l’anno una squadra forte e spettacolare, che ha rovinato tutto in sole tre maledette partite giocate nell’arco di otto giorni. Ottantasette punti, record storico del club, Dzeko capocannoniere di campionato e di Europa League, Juventus distante solo quattro punti e tante, tante partite vinte in modo convincente, lasciando ai tifosi la speraranza di qualcosa che forse era insperabile.

Eppure il rimpianto c’è, eccome se c’è. Dalla sciagurata partita di ritorno con il Porto al derby di Coppa Italia perso, passando per Lione e per una manciata di partite in campionato, il sentore che qualcosa di grande questa stagione poteva esser fatto rimane. Rosa corta, scelte sbagliate, calendario infernale e forse “qualcuno che non ha remato dalla parte giusta”, parafrasando l’ormai ex tecnico Spalletti.

Forse tutte o nessuna di queste motivazioni sono quelle giuste, ma sta di fatto che, al sesto anno di presidenza americana, la Roma si trova nuovamente con nessun trofeo da alzare al cielo. Ed è questa forse la delusione più grande. Un allenatore preparato, la Juventus indebolita dalle partenze di Morata e Pogba, l’assenza di big europee in Europa League: tre fattori che a settembre promettevano bene, e che lasciavano sognare gli affezionati romanisti.

Infine, per non farci mancare proprio nulla, la beffa oltre al danno: l’addio del capitano, la più grande icona della storia giallorossa, grande forse più della stessa Roma. Le lacrime di quel 28 maggio rimarranno impresse in ogni tifoso romanista, dal più piccolo al più grande, e le parole di quella lettera scolpite nella mente e nel cuore di tutti.

Oltre all’assenza iconica del Capitano, il prossimo anno la nuova Roma sarà ancora più nuova: il nuovo ds già è ormai cosa fatta, con lo spagnolo Monchi chiamato a prendere in consegna il lavoro di Sabatini, il quale si è dimostrato sempre all’altezza di creare una rosa competitiva, ma tenendo bene in mente i conti societari. Inoltre ci sarà probabilmente un nuovo allenatore, con Spalletti sempre più in rotta di collisione con l’ambiente Roma. Infine un nuovo capitano: su questo, però, le certezze già ci sono. Se esiste un uomo in grado di fare le veci di Francesco Totti, quello è sicuramente Daniele De Rossi. È intorno a lui che la società costruirà la nuova squadra.

Una stagione da ricordare, quindi, e da celebrare, anche. Ma Roma e la Roma hanno fame di vittoria e anche quest’anno, come ogni anno, speriamo che il prossimo sia quello buono.

Gianluca Notari