Patrik Schick e la Juventus, storie di sliding doors

Simone Indovino Allianz Stadium, Torino, 23 dicembre 2017, novantatreesimo minuto di Juventus-Roma. Ci si gioca già un bel pezzo dell’intera stagione, e i capitolini stanno per uscire nuovamente sconfitti dal catino bianconero che, per tradizione, non ha mai sorriso ai giallorossi da quando è stato inaugurato nel 2011. Decide, neanche a dirlo, un gol dell’ex Benatia che ha approfittato di una disattenzione difensiva pagata a caro prezzo. Ma riprendiamo da qui: è il minuto 93, e proprio un goffo errore del marocchino apre un’autostrada a Schick, che si presenta a tu per tu con Szczesny. Fiato sospeso, speranza a mille e la visione di tornare a casa con almeno un punticino dal capoluogo piemontese. E invece no, il ceco si fa annichilire dall’altro ex di giornata sparandogli addosso il pallone, come ammesso dallo stesso polacco. Quell’errore cambierà in maniera quasi irreversibile la stagione dell’attaccante con la maglia della Roma. “Cosa sarebbe potuto succedere se…”, era lo slogan di un noto programma televisivo. Cosa sarebbe potuto succedere se Schick avesse buttato dentro quel pesantissimo pallone? È una storia di sliding doors, di destini che si incrociano, di possibili cambiamenti futuri.

OCCASIONE – Sono passati praticamente sei mesi da quel giorno, e Schick ne ha vissute di cotte e di crude. Il peso del cartellino sulle spalle, una squadra ben oleata e abituata alla sua assenza, una posizione in campo non precisamente stabilita e, soprattutto, i problemi fisici. Smaltiti quelli, il ceco si è totalmente messo a disposizione di Di Francesco che ha anche adottato un nuovo modulo per farlo rendere al meglio. Risposte positive? . Schick ha alternato prestazioni consistenti come contro il Barcellona all’Olimpico e altre meno concrete, col Liverpool su tutte. Sono comunque arrivati i primi due gol in Serie A con la maglia della Roma, contro Spal e Chievo. Non avversari roboanti, vero, ma per un attaccante le reti sono linfa vitale. Adesso sono appena 180 i minuti che mancano alla conclusione del campionato, e domenica all’Olimpico arriverà la Juventus. Il ceco si sta allenando bene, con costanza e, anche se è ancora presto per dire con certezza se sarà schierato dal mister nell’undici titolare, è candidato certamente per una maglia. Perché lui, da quel 23 dicembre, ha un conto aperto contro la squadra bianconera.

FUTURO – Patrik è giovane, e ancora nel pieno della maturità calcistica. Quest’estate potrà finalmente svolgere l’intera preparazione atletica coi compagni ed entrare definitivamente nei meccanismi del mister. Ha da raccogliere l’eredità di Dzeko poiché il bosniaco, seppur ancora competitivo, inizia ad avere una certa età. Potrebbe essere utile per Schick iniziare la prossima annata da compagno di reparto del capocannoniere giallorosso, in modo da poter cogliere quelle sfumature che lo renderebbero un campione. Le sue qualità sono immense, e l’ha dimostrato a tratti anche quando le cose non giravano bene. Un modulo che si adatti bene alle sue caratteristiche, brillantezza fisica e un po’ di fortuna che non guasta mai completerebbero l’equazione. Schick è un patrimonio della Roma, e come tale va valorizzato per permettergli di esprimersi al meglio e diventare finalmente grande. Chissà che non cominci già da domenica, contro quella squadra con cui ha un conto aperto dal dicembre scorso.

Simone Indovino