Trigoria, i convocati della Roma per il ritiro estivo

(Keivan Karimi) – Domani parte il ritiro estivo della Roma, con il raduno fissato in mattinata a Trigoria, tra controlli medici e prime sgambate. Il tecnico Eusebio Di Francesco ha stilato la lista dei convocati per domani; mancano i nomi dei ‘nazionali’ Alisson, Fazio e Kolarov ma anche di Bruno Peres pronto a trasferirsi al San Paolo:

ANTONUCCI Mirko

BIANDA William

CAPRADOSSI Elio

CARDINALI Matteo

CORIC Ante

CRISTANTE Bryan

DE ROSSI Daniele

DEFREL Gregoire

DZEKO Edin

EL SHAARAWY Stephan

FLORENZI Alessandro

GONALONS Maxime

GRECO Stefano

JESUS NUNES Juan Guilherme

KARSDORP Rick

KLUIVERT Justin

MANOLAS Konstantinos

MARCANO Ivan

MIRANTE Antonio

PASTORE Javier

PELLEGRINI Luca

PELLEGRINI Lorenzo

PEROTTI Diego

RICCARDI Alessio

ROMAGNOLI Andrea

SANTON Davide

SANTOS DA SILVA Gerson

SCHICK Patrik

STROOTMAN Kevin

UNDER Cengiz

VERDE Daniele

Stadio Roma, Parnasi: “Mai dato soldi a Civita, lui ha operato sempre nell’interesse della Regione. Palozzi chiedeva sempre soldi”

(K.K.) – «Conosco Michele Civita da circa 20 anni ed è una persona che stimo molto. Ha sempre fatto gli interessi dell’amministrazione. La conferenza di servizi era già stata chiusa e già c’erano state le elezioni quando con estremo imbarazzo mi ha chiesto di trovare un lavoro per suo figlio». È quanto afferma il costruttore Luca Parnasi nel corso dell’interrogatorio con pm di Roma parlando del rapporto con l’ex assessore regionale del Pd, indagato nell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Il verbale, in gran parte omissato, è stato depositato dalla Procura in occasione dell’udienza davanti al tribunale del Riesame che deve decidere sulle istanze di attenuazione delle misure cautelari sollecitate dai difensori di Civita e dell’ex vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Adriano Palozzi. «Io ho fatto un colloquio al figlio e l’ho proposto ad Acherman della Be Consulting – aggiunge Parnasi – Gli ho fatto un favore mettendomi nei suoi panni come padre. Non ho mai sostenuto Civita con erogazione di denaro».

«Civita ha operato sempre nell’interesse della Regione Lazio. Io ho sostenuto Civita con il voto, a lui dato anche da parte dei miei familiari. Politicamente la Regione e di conseguenza Civita erano favorevoli alla realizzazione dello Stadio. Era il nostro punto di riferimento nella conferenza di servizi ed a lui, sia che io che Caporilli e Baldissoni, ci rivolgevamo per la soluzione di eventuali problemi» – continua Parnasi. «Non sono in grado di dire se il suo atteggiamento di disponibilità fosse finalizzato ad avanzarmi in seguito la richiesta di assunzione del figlio. Per la conoscenza che ho di Civita credo che non sia così. Ho fatto la promessa di assunzione del figlio perché a lui legato da rapporti personali, nella consapevolezza del suo ruolo pubblico».

Parnasi parla anche dell’ex vice presidente del Consiglio Regionale del Lazio di Forza Italia Adriano Palozzi, indagato nell’inchiesta sullo stadio della Roma: “Adriano Palozzi mi ha chiesto con estrema insistenza un aiuto economico. L’ho conosciuto in occasione della vicenda di Ecovillage, in quanto era sindaco del Comune di Marino. Lo avevo sostenuto nella precedente campagna elettorale, almeno 6 anni addietro, erogando in suo favore se non ricordo male 10mila euro. Si trattava di un’erogazione regolare, con delibera e iscrizione in bilancio da parte di una società del gruppo». Nel corso dell’interrogatorio, il costruttore aggiunge che «nell’ultima campagna elettorale Palozzi mi chiamava continuamente chiedendomi un contributo ed abbiamo concordato il contratto con la Pixie, al fine di giustificare la dazione della somma di denaro. Non avevo bisogno di quel contratto nè di quei servizi. Tuttavia – aggiunge il costruttore – non volevo fare figurare il mio nome accanto a quello di Palozzi proprio perchè stavo tentando di costruire un rapporto con i Cinque Stelle. La società Pixie ha svolto un’attività di consulenza consistente nella documentazione che esibisco». L’ex presidente di Eurnova spiega, inoltre, che non aveva «alcun interesse alle funzioni di Palozzi» e che il denaro devoluto «aveva il solo scopo di evitare di avere problemi con lui che continuava a richiedermi dette somme. Quanto alle ragioni di tale erogazione, devo dire da un lato che essa è intervenuta per evitare di avere un nemico, tale era la mia percezione delle cose, dall’altro era connessa alla sua funzione pubblica, nel senso che acquisivo la disponibilità della sua funzione ove essa si fosse resa necessaria per il perseguimento degli interessi miei e del mio gruppo».

Fonte: Ansa

Di Francesco: “Roma in lizza per lo Scudetto. Il mercato non è ancora finito. Nainggolan? Scelta condivisa”

Intervista da parte del quotidiano Il Centro a Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma ormai pronto a ricominciare con la nuova stagione:

Di Francesco, riparte dal terzo posto in classifica, dalla semifinale di Champions e, soprattutto, dopo aver riconquistato il pubblico giallorosso.

Mi fa piacere, anzi sono orgoglioso di andare in giro e di ricevere il grazie della gente. Significa aver riportato entusiasmo e senso di appartenenza. Che devono essere un punto di ripartenza. Vogliamo fare meglio, anche se sappiamo che ci sono anche gli avversari. Si può migliorare attraverso gli atteggiamenti, il lavoro e la mentalità”.

La lotta scudetto?

“Vogliamo esserci anche noi, vogliamo essere ancora più protagonisti e infastidire chi ci ha preceduto in classifica. Nella Juve c’è un lavoro di squadra. Un po’ quello che predico io alla Roma: bisogna badare al noi più che all’io”.

È soddisfatto del mercato della Roma?

“Non è ancora terminato, anche se va detto che il nostro ds Monchi si è portato avanti con il lavoro. Si è mosso con velocità. Forse, occorrerà sfoltire la rosa, stiamo facendo delle valutazioni e altre ne faremo durante il ritiro per prendere altre decisioni”.

Nainggolan all’Inter.

“È stata fatta una scelta condivisa. Con Radja ho un ottimo rapporto, ci siamo sentiti anche di recente. Gli faccio i migliori auguri a livello personale”.

Alla Roma è arrivato, tra gli altri, Javier Pastore.

“È uno dei pochi nuovi con cui ho parlato e mi ha regalato sensazioni positive. Viene per fare la mezzala, ma la sua duttilità è importante anche per apportare varianti tattiche alla squadra. Ha delle caratteristiche che prima non c’erano nel nostro organico. Qualità e fantasia destinate ad accrescere la nostra forza penetrativa, specialmente contro quelle squadre che si chiudono”.

La partita più bella della passata stagione?

“Quella con il Barça ha regalato grandi emozioni. Ma penso anche all’importanza della vittoria di Napoli o, sul piano estetico e tattico, alla sfida di Londra di Champions contro il Chelsea”.

Due giocatori per ogni ruolo nella sua Roma, giusto?

“Oggi ce n’è qualcuno in più in rosa. Comunque, in linea di massima, quella è la filosofia anche se qualche elemento in più, specialmente in difesa e in attacco può far comodo durante la stagione”.

Il primo anno a Roma non è stato tutto rose e fiori.

“Sono andato sempre avanti per la mia strada e, soprattutto, nell’interesse supremo della Roma. Al di sopra di tutto. Certo, ci sono delle pressioni a Roma. Io, per quello che mi è possibile, cerco di staccare. Di leggere i giornali, di vedere le televisioni e di ascoltare le radio il meno possibile, nel bene e nel male. Ma anche rispettando il lavoro di chi sta dall’altra parte della barricata”.

La giornata tipo di Di Francesco durante la stagione?

“Sveglia presto. Alle 8 sono già a Trigoria, a meno che non vado ad accompagnare mio figlio a scuola. Resto fino alle ore 16 e poi a casa, dove cerco di staccare. Magari leggo (l’ultimo libro riguarda la psicologia di gruppo, ndr) o vado a cena fuori”.

Ritiro a Trigoria, una novità.

“Abbiamo un’organizzazione e delle strutture all’interno del centro sportivo che fanno paura. Ci sono stati tanti cambiamenti, la società ha rinnovato e rinfrescato camere e strutture. Senza contare i campi di allenamento. E poi ci sarà la trasferta negli States”.

È stata dura conquistare la gestione dello spogliatoio Roma?

“Non più di tanto. Si parte dalle regole. Che sono fondamentali in un gruppo. Ma le regole se le danno tutti, il difficile è farle rispettare per rendersi credibile agli occhi degli interlocutori. Poi, viene il discorso tecnico e tattico. Non è più come un tempo che l’allenatore ordinava di fare un esercizio e tu lo facevi. Ora il calciatore ti chiede conto di quello che fa e perché lo fa. Per ottenere dei risultati devi partire da queste basi».

Sta vedendo il Mondiale?

“In maniera molto distaccata. Quasi da tifoso. E non mi sembra che stia offrendo grandi novità sul piano tecnico e tattico. C’è grande equilibrio, un livellamento verso l’alto di quelle nazionali che un tempo venivano definite cuscinetto. Le squadre del Nord Europa si caratterizzano per fisicità, una caratteristica prioritaria in campo internazionale”.

Chi l’ha impressionata di più?

“Forsberg della Svezia, Milenkovic della Croazia e Willian del Brasile”.

In prospettiva pensa alla Nazionale?

“No, penso alla Roma. Anche se guidare la Nazionale è un onore”.