Totti: “Per vincere servono i campioni. Ho provato a portare gente impensabile a Roma”

(Keivan Karimi) – In attesa dell’intervista completa a ‘Il Venerdì’ de La Repubblica l’ex capitano e ora dirigente giallorosso Francesco Totti ha rilasciato alcune dichiarazioni estrapolate proprio dalla chiacchierata che verrà pubblicata domani in edicola:

“Per vincere ho sempre detto che servono i campioni. Speravo che venissero Ronaldo, Ibrahimovic, i più forti del mondo. Non solo davanti, ma anche difensori o centrocampisti. Purtroppo avevamo un limite, le poche possibilità economiche per spendere per questi campioni. Io ho cercato veramente di portare gente impensabile a Roma“.

Totti ha poi parlato del rapporto con Antonio Cassano, uno dei calciatori con cui ha avuto maggior feeling a Roma: “Quando è arrivato andavamo a cena ai ristoranti, eravamo tavolate di 7-8 persone. Era seduto ad un altro tavolo, alla fine ti alzavi ed aveva già pagato lui. Pagava per persone che non conosceva perché c’ero io. Una volta, due, tre… Alla terza gli ho detto che così non mi andava bene. Era proprio così, di indole. Adesso un po’ meno perché la moglie ‘je mena”.

Gli ex della Roma

Margherita Bellecca – Ex. Già detta così non è una bella parola, ricorda il passato che, spesso, può risultare turbolento. Se quel termine, poi, viene accostato alla Roma allora diventa deleterio. Ex come Borriello, come Osvaldo, come Benatia, addirittura come Brignola, ex come Mattia Destro. Tutti questi hanno in comune una cosa, aver fatto uno o più gol ai giallorossi, inoltre, accompagnandoli con esultanze colorite ed anche poco gradite dal pubblico romanista.

Quello col dente avvelenato è proprio il bomber di Ascoli Piceno. Destro è arrivato alla Roma nell’estate del 2012, strappato dalle grinfie di Juventus e Milan che fino alla fine della trattativa sembravano più avanti. Sabatini fece un guizzo con cui riuscì a prendere uno degli attaccanti, più forti e giovani, del panorama italiano per 16 milioni di euro, tra prestito e riscatto. L’avvio di Mattia non fu dei più felici. Il primo gol con la nuova maglia arrivò soltanto all’11esima giornata. Andò meglio l’anno seguente con Garcia. Fermo per diversi mesi per un problema al ginocchio, esordì a novembre contro la Fiorentina dove entrò e segnò un gol da bomber di razza. Lo score recitò 13 reti in 20 presenze.

La Roma sembrava aver trovato l’attaccante del futuro, quello che nella sua storia è spesso mancato. Di punto in bianco, però, l’involuzione. La crescita sportiva di Destro si fermò bruscamente ed in campo appariva come un corpo estraneo alla squadra. Spesso svogliato. Finisce in panchina e sul mercato. A bussare alla porta della Roma fu il Milan. La corte di Galliani è serrata e Mattia diventa presto un giocatore rossonero. Pochi acuti, uno di questi proprio alla Roma a San Siro. Esultanza di un certo calibro e rottura definitiva con i tifosi giallorossi.

Nella Capitale non tornerà più, il Giro d’Italia dell’attaccante si ferma a Bologna dove approda per 6 milioni e mezzo di euro più 5 di bonus. In Emilia è l’attaccante principe anche se le sue prestazioni non soddisfano mai il pubblico. Il momento più alto sempre contro la Roma con un rigore trasformato allo scadere sotto una pioggia torrenziale. Anche qui l’esultanza è di quelle gloriose. Destro si toglie la maglia e corre verso la curva felsinea. L’ex romanista è soltanto uno dei pericoli a cui i giallorossi dovranno stare attenti domenica pomeriggio. Il Bologna è composto da tanti buoni giocatori ma già limitare Destro, e non farlo segnare affinché un agnellino non diventi un leone, sarebbe già un passo avanti… Sempre se la punta giocherà visto lo scarso rendimento…

 

Margherita Bellecca