Le statistiche di Juventus-Roma 1-3 – Massimo risultato con il minimo sforzo. Stadium espugnato nel segno di Perotti

(S. Valdarchi) – Massimo risultato con il minimo sforzo, Fonseca non poteva chiedere di più all’ultima di campionato. La Roma supera la Juventus all’Allianz Stadium (primo successo della storia romanista nell’impianto bianconero) per 3 a 1 ed il tecnico portoghese riesce anche a far rifiatare quasi tutti i titolari, in vista della gara di giovedì contro il Siviglia, sfida valida per gli ottavi di Europa League. I capitolini chiudono la loro Serie A al quinto posto, con 70 punti all’attivo (4 in più rispetto all’anno scorso), frutto di 21 vittorie7 pareggi e 10 sconfitte. Prosegue il momento positivo della Roma, che a Torino colleziona l’ottavo risultato utile consecutivo e la settima vittoria nelle ultime otto gare. I rimpianti per il quarto posto rimangono, ma la condizione con la quale i giallorossi arrivano all’appuntamento più importante della stagione è più che positiva, e fa ben sperare.

I numeri

Entrambi gli allenatori hanno optato per il turn-over, ma la vittoria della Roma non è comunque da sminuire, visto che le seconde linee romaniste avevano di fronte giocatori del calibro di Szczesny, Bonucci, Danilo, Rabiot, Matuidi, Bernardeschi e Higuain. Il possesso palla è in perfetto equilibrio, 50% e 50%, con i padroni di casa in grado di mantenere il pallone per 9 secondi in più rispetto agli avversari: 27’22” a 27’13”. 9 tiri pari, ma gli uomini di Fonseca sono stati in grado di centrare più volte lo specchio: 7 a 4 per gli ospiti le conclusioni in porta. Così come accaduto contro il Torino, il possesso palla della Roma non consiste in una fitta rete di passaggi, ma si cerca di accelerare la manovra, andando spesso in verticale alla ricerca di occasioni da gol. 508 a 397 in favore della Juventus i passaggi riusciti, 5 a 6 il conteggio delle chance create.

Dal punto di vista atletico, dopo un inizio decisamente sotto ritmo, la gara si è accesa con il passare dei minuti. Al 90esimo, le due squadre hanno percorso rispettivamente 108,295 km e 106,051 km, dati nella media di questo fine-campionato. Giocando la ripresa in vantaggio, i giallorossi hanno aspettato di più i Campioni d’Italia, lasciando che il baricentro degli uomini di Sarri (assente per squalifica) salisse fino a 58,35 m, 9 in più rispetto ai 49,67 m del primo tempo.

Le prestazioni individuali

Per alcuni giocatori scesi in campo, quella contro la Juventus potrebbe rappresentare l’ultima apparizione in maglia giallorossa. Tra questi c’è anche Nikola Kalinic. L’attaccante croato, in prestito secco dall’Atletico Madrid, difficilmente verrà trattato dalla Roma in estate per un eventuale acquisto a titolo definitivo, ma ha deciso di salutare la squadra capitolina con un gol allo Stadium. Potrebbe tornare utile in Europa League, anche se ovviamente la maglia da titolare sarà data a capitan Dzeko. Nella vittoria in trasferta, Kalinic recupera 7 volte la palla, facendo un gran lavoro in pressing sui portatori di palla avversari. Calcia due volte nello specchio della porta, trovando il suo quinto gol in Serie A. In tutto il campionato, l’ex Fiorentina e Milan è entrato in campo per 19 volte, ma soltanto 6 da titolare. Il totale dei minuti disputati in Serie A è di 567, per una media di una rete ogni 113 minuti, non male.

Chiudiamo con Diego Perotti. Anche il Monito è nella lista dei giocatori che potrebbero lasciare Trigoria a fine stagione, ma dà il suo contributo fino all’ultimo, siglando un’importante doppietta. Calcia 3 volte, tutte e 3 nello specchio della porta difesa da Szczesny, suo ex compagno che batte dagli 11 metri con la solita freddezza. Confeziona anche l’assist per il momentaneo pareggio di Kalinic, gioca 35 palloni e chiude con l’85% di passaggi riusciti su quelli tentati.

(S. Valdarchi)

Il gran finale della Roma: Fonseca può guardare al futuro con il sorriso

(Jacopo Venturi) – Sette partite, un pareggio e sei vittorie. Considerato anche come si stava mettendo, il finale di campionato della Roma è quantomeno rassicurante per Paulo Fonseca. La sua squadra ha risposto bene alla crisi, riuscendo ad assimilare in breve tempo le novità tattiche e a ritrovare una qualità di gioco importante. Quest’ultimo aspetto deve far sorridere il tecnico portoghese, che con le sue modifiche è riuscito non solo a rialzare i suoi ma anche a restituirgli certezze. E da questo è derivato il miglior calcio della Roma, che ovviamente possiede e ha sempre posseduto gli interpreti per farlo. Ora, non è scontato che Fonseca voglia insistere su questo modello gioco, ma, in fondo, perché no? Sembra rispondere meglio alle caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione e lo stesso tecnico ex Shakhtar pare esser giunto alla conclusione che è proprio questa impostazione a tre che gli permette di mettere in campo al meglio le sue idee di calcio. Fonseca infatti non è così attaccato al 4-2-3-1 da non potersene staccare (e lo ha ampiamente dimostrato), ma è assolutamente irremovibile sul tipo di calcio che la sua squadra deve giocare. E questo si avvicina molto di più a quello visto nelle ultime sette partite che a quello che la Roma ha mostrato nelle partite precedenti alla svolta tattica.

(Jacopo Venturi)

Le imprese della Roma in Europa: Villarreal, sottomarino affondato

Alice Dionisi – È il 16 febbraio del 2017 e la Roma è chiamata ad affrontare il Villarreal nei sedicesimi di finale di Europa League. Dopo essersi classificati primi nella fase a gironi contro Astra Giurgiu, Viktoria Plzen e Austria Vienna, i giallorossi devono fare i conti con la miglior difesa di Spagna. Sulla panchina siede per la seconda volta Luciano Spalletti mentre a sfidarlo c’è Escribá: la sua squadra solo una volta in campionato ha subìto più di due gol (nella sconfitta per 3-1 in Copa Del Rey contro la Real Sociedad).

BATTAGLIA NAVALE

Al Madrigal (Stadio della Ceramica) la prima mezz’ora procede senza grandi colpi di scena. I primi due tiri in porta avvengono a distanza di un minuto l’uno dall’altro, Gaspar per gli spagnoli e Dzeko per i giallorossi, entrambi però vengono bloccati dai rispettivi portieri senza troppi sforzi. È Emerson Palmieri a sbloccare la partita al 32’, il brasiliano sfrutta un errore di Castillejo e spedisce la palla sotto l’incrocio dei pali, spiazzando Asenjo. Le formazioni vanno a riposo sullo 0-1, ma lo show della Roma deve ancora iniziare. Nella ripresa il Villarreal ci prova, ma si sbilancia troppo e permette la ripartenza di Salah (appena entrato dalla panchina) che serve Dzeko in area. Il bosniaco non si lascia sfuggire l’occasione e zittisce di nuovo i tifosi spagnoli con lo 0-2. La serata del cigno di Sarajevo è appena iniziata, perché Edin uscirà dal campo con in mano il pallone della tripletta. Juan Jesus gli fornisce la palla del terzo gol, poi all’86’ è ancora il numero 9 a trovarsi di fronte al portiere, chiudendo definitivamente la partita. Lo 0-4 finale premia l’impegno costante degli uomini di Spalletti nei 90 minuti e rende superflua la gara di ritorno.

IL PROTAGONISTA

La tripletta a Vila-Real porta Dzeko a quota 28 gol in 33 partite, coronandolo capocannoniere in Europa League con 8 reti. Il calciatore visto in campo il primo anno in maglia giallorossa è solo un brutto ricordo, il bosniaco è autore di una prestazione (e stagione) sontuosa. L’ultimo giocatore in grado di segnare tre volte nell’arco di un match al Madrigal era stato Patrick Kluivert sedici anni prima, papà di Justin -oggi alla Roma- che quell’anno disputò la finale proprio in Europa League con la maglia dell’Ajax. A fine gara Dzeko si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa, “Sono stato sempre così”, e aggiunge “Ora voglio dimostrare sempre di più”. Insaziabile. Il poker calato dalla Roma scaccia la paura della “difesa di ferro”, i giallorossi affondano il sottomarino spagnolo. Allo Stadio della Ceramica Spalletti lascia i cocci.

Alice Dionisi