Bustos si allontana: su di lui anche Napoli e Lazio

 

Pagine Romaniste (F. Belli) – Durante lo stop al calcio giocato, i discorsi legati al mercato sono andati avanti e tra i vari nomi accostati alla Roma c’è stato anche quello di Nahuel Bustos, attaccante argentino classe ’98 del Talleres. Stando a quanto riportato da calciomercato.it però, i discorsi tra il suo entourage e la dirigenza giallorossa sono fermi ormai da settimane e questo stallo sta favorendo la concorrenza. In molti, infatti, sono sulle tracce di Bustos: Valencia, Porto, Krasnodar, club di Ligue 1 e Premier League. In Italia, il centravanti piace anche a Lazio e Napoli, che però sono fermi a contatti preliminari. La valutazione di Bustos si aggira intorno ai 10/12 milioni di euro. Non sarà facile fare mercato per la Roma visto il licenziamento per giusta causa del direttore sportivo Petrachi e le conseguenti denunce di mobbing che quest’ultimo lancia contro la società. E’ esplosa la bolla Petrachi, manifestata da un messaggio decisamente offensivo inviato dal ds al presidente James Pallotta, un tipo suscettibile non poco: giovedì sera sul suo cellulare è comparso un sms in italiano del direttore sportivo che gli rivolgeva epiteti non proprio gratificanti. Il motivo: Petrachi si era offeso perché il presidente aveva dimenticato di citarlo durante un’intervista in cui parlava del rapporto tra il tecnico Paulo Fonseca e i dirigenti. Intanto nelle stesse ore Edin Dzeko ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Qatar Airways: Va tutto bene dopo il lockdown. Abbiamo ripreso ad allenarci ogni giorno e ci stiamo preparando per la ripresa della Serie A. La quarantena? Non è stata la migliore parte dell’anno, ma ho cercato di pensare sempre positivo perché ho avuto modo di passare molto più tempo con la mia famiglia e con i miei figli. Per me non è stato così brutto il lockdown. Avevamo più tempo per noi perché spesso mi mancavano durante l’anno. Poi continuavo ad allenarmi in casa sei volte a settimana. All’inizio non andava male, ma gli ultimi giorni volevo veramente tornare a Trigoria e allenarmi in campo. Cosa amo di Roma? Amo tutto, ma soprattutto amo stare qui per la mia famiglia e i miei figli che amano stare qui. Possiamo mangiare benissimo, ci piace anche stare in questa storica città. Quando le persone vengono qui ci sono tante cose da vedere. Sono contento di far parte di questo fantastico club. Forse il momento migliore della mia carriera è stato qui, quando ho segnato una doppietta al Chelsea allo Stamford Bridge. La nostra cavalcata in Champions non la dimenticherò mai”

Francesco Belli

La Roma vince e convince: col Torino arriva la terza vittoria consecutiva

Pagine Romaniste (F. Belli) – La Roma batte il Torino per 2-3 e si aggiudica il quinto posto, chiudendo il suo campionato con una giornata di anticipo. Fonseca per una gara così importante aveva deciso di affidarsi agli intoccabili, che hanno risposto sul campo: Dzeko e Smalling sono risultati per distacco i migliori, al di là dei gol siglati da entrambi e del rigore procurato dal bosniaco, che avrebbe messo a segno anche una seconda rete allo scadere se non fosse stato per un fuorigioco millimetrico. Da segnalare anche la buona partita di Diawara, capace di rendere sia in coppia con Cristante che con Veretout e autore del penalty del momentaneo 1-3. Unica vera insufficienza è quella di Pau Lopez, colpevole sulla rete di Singo, ma anche la prestazione di Mancini non è stata totalmente convincente. “19 punti su 21 disponibili” ci ha tenuto a specificarlo anche il presidente della Roma James Pallotta nel suo tweet di sostegno e congratulazioni nei confronti della squadra e del tecnico, anche perché è indubbio che questo sia un dato da non sottostimare. La formazione di Fonseca, dopo una immediata ripresa post-lockdown molto complicata (vittoria con la Sampdoria a parte), è riuscita ad alzare la testa, cambiare forma e trovare fiducia, gioco e punti. A Torino è arrivato il settimo risultato utile consecutivo, la sesta vittoria nelle ultime sette gare e la terza di fila. Altri 3 punti che portano il totale a 67 (+1 rispetto a quelli totalizzati nello scorso campionato con l’accoppiata Di Francesco-Ranieri) e il quinto posto praticamente blindato, viste le 4 lunghezze di distanza dal Milan che è sesto ad una giornata dal termine. E’ anche la settima gara con almeno 2 reti per i capitolini. Dalla dodicesima giornata del girone di ritorno, i capitolini hanno realizzato 20 gol, con una media di 2,85 realizzazioni a gara. Con la testa all’ultima giornata, allo Stadium contro la Juve, ma soprattutto ad agosto, dove ad attendere la Roma c’è il Siviglia.

Francesco Belli

Tre nomi per il dopo Petrachi

Alice Dionisi – Non sarà Morgan De Sanctis il direttore sportivo della Roma la prossima stagione. L’ex portiere potrebbe accettare la proposta dell’Ascoli e diventare il direttore generale del club di Serie B e salutare quindi i giallorossi quest’estate. 40 giorni dopo il comunicato con il quale la società annunciava la sospensione con effetto immediato di Gianluca Petrachi dalle sue mansioni, il club è alla ricerca di un nuovo direttore sportivo per sostituirlo. Sono tre i profili valutati dalla Roma, due dei quali sono vecchie conoscenze del club.

FABIO PARATICI

Una carriera da calciatore alle spalle, militando in club di Serie C1 e C2 fino al 2004. Diventa osservatore per la Sampdoria, fino a quando Marotta -che trova in lui il suo uomo di fiducia- non lo nomina capo degli osservatori dei blucerchiati. Dopo aver ottenuto la licenza alla FIGC, diventa direttore sportivo del club ligure, dove rimarrà fino al 2010. Sempre in compagnia del mentore Marotta passa alla Juventus, dove i due rimangono insieme per 8 anni prima del passaggio di quest’ultimo all’Inter, a dicembre 2018, con la nomina di amministratore delegato. In seguito all’uscita di scena di Marotta, viene nominato Chief Football Officer della Juventus, club con il quale ha appena conquistato il nono scudetto consecutivo. Il suo nome resta il primo sulla lista dei desideri della Roma, ma solo qualora il dirigente dovesse terminare il suo rapporto con i bianconeri. Nel 2018 è stato protagonista dell’operazione di mercato che ha portato Cristiano Ronaldo al club piemontese, tra gli altri trasferimenti, prima del portoghese, quello di Carlos Tevez dal Manchester City, Paul Pogba dallo United a parametro zero, Paulo Dybala dal Palermo e Andrea Pirlo, dopo dieci stagioni al Milan. La sua candidatura a prossimo d.s. della Roma, per adesso, resta un’ipotesi.

FREDERIC MASSARA

Terminata l’attività da calciatore, intraprende quella di vice-allenatore per alcuni anni, prima di iniziare a collaborare con Walter Sabatini, prima nel Palermo, poi alla Roma. La sua esperienza in giallorosso è caratterizzata da alti e bassi: nel 2016 viene nominato direttore sportivo, per sostituire lo stesso Sabatini con il quale aveva iniziato la sua carriera da dirigente, salvo poi decidere di seguirlo alla guida dell’area tecnica delle squadre di proprietà di Suning, (l’Inter e il Jiangsu Suning) nel 2017, quando alla Roma arriva Monchi. A giugno del 2018 torna a Trigoria come braccio destro dello spagnolo, per poi essere nominato nuovamente direttore sportivo del club giallorosso a marzo del 2019, quando Monchi rescinde il suo contratto con la società. L’incarico però dura solo qualche mese: a giugno dello stesso anno arriva la risoluzione ufficiale del suo contratto con la Roma, per poi diventare direttore sportivo del Milan nella stessa estate. “E’ sempre stato dedito alla causa del Club. Nel corso delle sue due esperienze con noi, ha sempre operato con la massima professionalità”, aveva commentato James Pallotta in seguito al suo secondo addio. Dopo un solo anno al Milan, potrebbe fare di nuovo ritorno nella Capitale e il suo profilo piace a Franco Baldini. In occasione della sfida contro i rossoneri lo scorso 28 giugno a San Siro, il ds ha avuto un lungo colloquio con il vicepresidente della Roma, Mauro Baldissoni. In coppia con Sabatini ha portato Javier Pastore al Palermo, tra le operazioni di mercato per la Roma invece figurano i nomi di Lamela, Pjanic, Marquinhos, Benatia e Nainggolan.

NICOLAS BURDISSO

131 presenze con la maglia della Roma, dal 2009 a gennaio 2014, ha segnato 6 gol in giallorosso, prima di essere ceduto al Genoa, a 6 mesi dalla scadenza del suo contratto. Si è ritirato dal calcio giocato nel 2018, dopo un anno al Torino, per poi essere nominato nello stesso anno direttore sportivo del Boca Juniors, club dove ha giocato dalle giovanili fino all’esordio in prima squadra. Conclude il suo rapporto con gli xeneizes a dicembre 2019, prima di vedere la squadra vincere il titolo in Primera Division. “Da quando sono uscito dal Boca sto aspettando delle possibilità per tornare, spero in Europa, il calcio che mi piace più. Spero però che prima o poi il mio percorso e quello della Roma si possano incontrare” ha dichiarato l’ex difensore, commentando la possibilità di tornare nella Capitale in veste di direttore sportivo. Complice il rapporto con Daniele De Rossi, con il quale ha condiviso lo spogliatoio durante i suoi anni da calciatore alla Roma, Burdisso è stato fondamentale per portare l’ex centrocampista in Argentina. Dei tre profili presi in considerazione, al momento il suo è l’unico disponibile.

Alice Dionisi

Spal-Roma, l’esaltazione della rosa

(Jacopo Venturi) – La Roma sta bene e si vede. Si vede dalla vittoria per 1-6 contro la Spal, si vede dai cinque risultati utili consecutivi, ma soprattutto si vede dalla possibilità per Fonseca di sfruttare al meglio le risorse della sua rosa. Nella vittoria di Ferrara le prime due reti sono arrivate da due giocatori che di solito guardano la partita da bordocampo, Kalinic e Carles Perez. L’uomo del match è stato Bruno Peres, con una doppietta. Il brasiliano a dir la verità è stato più un titolare che una riserva dal suo ritorno in giallorosso, ma di certo non è considerabile una risorsa di primo livello. Nonostante ciò il lavoro per limitarne le carenze difensive ed esaltarne le potenzialità offensive ha dato i suoi frutti e il giocatore da scarto è diventato una pedina in più per Fonseca. A partita finita, per minutaggio e risultato, è arrivata anche la marcatura di Zaniolo, che al massimo della forma fisica di certo non è partirebbe dalla panchina, ma che in questo momento ha pochi minuti nelle gambe. Nonostante ciò riesce a incidere con gol straordinari come quello di ieri. In tutto ciò Fonseca sta deliberatamente lasciando da parte due talenti come Kluivert e Under, che potrebbero dare ulteriore profondità alle rotazioni romaniste.

(Jacopo Venturi)

Le statistiche di Spal-Roma 1-6: game, set and match. Bentornato cinismo, Bruno Peres sugli scudi

(S. Valdarchi) – La Roma si afferma sul campo della Spal, evitando alla perfezione le insidie di una gara contro una squadra già retrocessa, quindi libera mentalmente. I capitolini si impongono per 6 reti a 1, con la vittoria più larga da inizio stagione. La formazione di Fonseca, che oltre a trovare il successo lascia riposare Dzeko e Mkhitaryan elementi fondamentali per il futuro prossimo, trova la quarta vittoria nelle ultime cinque gare, collezionando il quinto risultato utile consecutivo. Ora i punti in classifica sono 61+2 dal Milan sesto che insegue. Oltre alla buona vena realizzativa, a Ferrara arriva anche la ciliegina sulla torta confezionata da Nicolò Zaniolo, il quale mette a tacere le varie polemiche che avevano appesantito l’ambiente intorno a Trigoria nei giorni scorsi. Proprio allo scadere, il classe ’99 decide di partire palla al piede dalla trequarti difensiva della Roma, superare 4 avversari e depositare in rete per il definitivo 1-6. Game, set and match.

I numeri

Le statistiche non fanno altro che confermare ciò che si evince anche dal risultato finale: la Roma ha dominato e legittimato il largo successo. 13 a 9 in favore dei giallorossi il conteggio dei tiri, 9 dei quali in porta. Con 6 gol realizzati, Kalinic e compagni hanno trasformato in rete circa il 66% dei tiri in porta effettuati, una media alta per una squadra che spesso ha sofferto di mancato cinismo. 8 a 2 le occasioni da gol. Il possesso palla è stato appannaggio degli ospiti, che hanno chiuso la partita con il 58% del totale, tradotto in 31’06”. 473 a 372 il numero di passaggi effettuati, con i romanisti in grado di finire con una percentuale di passaggi riusciti pari all’89%.

Grazie anche alla gestione del gruppo da parte di Paulo Fonseca, i vari membri della rosa romanista stanno prendendo sempre più un buon ritmo-gara. Al Paolo Mazza i capitolini hanno corso molto di più degli avversari, e in generale hanno fatto meglio anche delle precedenti uscite. 106,68 sono i chilometri percorsi dai giocatori in maglia blu, contro i 102,83 km della Spal. Sorprende infine il dato relativo al baricentro delle due squadre in campo. In modo particolare, nei primi 45′ la Roma ha schiacciato la formazione spallina nella sua metà campo: il baricentro medio romanista è stato di 54,37 m, contro i 45,92 m di Cerri e compagni.

Le prestazioni individuali

Passare da essere un panchinaro nella Serie B brasiliana a titolare nella Roma in 6 mesi si può e Bruno Peres ne è la conferma. Con gli atteggiamenti giusti, come confermato da lui stesso a fine gara, ed un nuovo modulo che lo libera da molti compiti difensivi, l’esterno brasiliano si è preso la fascia destra, guadagnandosi passo dopo passo la fiducia di Paulo Fonseca. Nella vittoria di ieri sera, il numero 33 riesce anche a mettere a segno una doppietta, la prima della sua carriera in Serie A. Il gol nella massima competizione italiana gli mancava dal 2017. Le due reti di Peres sono frutto dei suoi unici due tiri verso lo specchio della porta avversaria, ma la sua prestazione è positiva in diversi parametri. Percorre 10,157 km, mettendosi in mostra senza distinzioni sulla corsia di destra e di sinistra. Gioca 67 palloni e chiude con il 95% di passaggi riusciti.

Di prestazioni individuali positive nella Roma di Ferrara ce ne sono diverse, ma volendo evidenziare alcuni dati scegliamo come altro protagonista Aleksandar Kolarov. Con l’assenza di Ibanez, al serbo è affidata la prima impostazione. È il romanista con più palloni giocati 77 e più passaggi effettuati 56. Nella trequarti difensiva lascia un po’ a desiderare, ma ogni volta che si sgancia dal pacchetto arretrato crea insidie per gli avversari. Recupera per 11 volte la sfera e nell’unico tiro effettuato buca le mani di Letica con un gran sinistro dalla distanza, che consente ai capitolini di andare sul 3 a 1 ad inizio secondo tempo e, di fatto, chiudere l’incontro.

(S. Valdarchi)

Le statistiche di Roma-Inter 2-2: lo stacanovista Veretout e Miki-gol non bastano. Una Roma in crescita perde due punti

(S. Valdarchi) – Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Questione di punti di vista, di stato d’animo e di momenti. Nel calcio, come nella vita, esistono episodi e giornate che possono essere valutate in modo positivo o negativo e Roma-Inter 2-2 è una di quelle partite che lascia il dubbio. Certamente, vedendo l’andamento della gara, i giallorossi hanno buttato due punti, come ammesso da Fonseca nelle interviste post-gara. Ma ora chiudete gli occhi, tornate con la mente a 15 giorni fa. La squadra capitolina usciva battuta dal San Paolo, collezionando la terza sconfitta consecutiva. Una formazione priva di idee, fragile mentalmente e tatticamente lasciava poche speranze per il futuro. Si parlava già del dopo-Fonseca, analizzando i profili disponibili per la panchina romanista. Proprio nel momento più buio invece, la Roma in due settimane è riuscita a rialzarsi, risorgendo dalle sue ceneri ritrovando convinzione e gioco. Da quel momento in poi 3 vittorie e mezza, dove la mezza è rappresentata dal pareggio casalingo contro l’Inter, la seconda forza del campionato allo stato attuale delle cose. Ecco valutando nell’insieme la situazione romanista, forse si può vedere il bicchiere mezzo pieno anche dopo il disastroso errore di Spinazzola nel finale che ha consegnato un punto alla squadra di Conte. Detto questo, all’Olimpico la Roma trova il quarto risultato utile di fila, rimane quinta a +2 da Milan e Napoli a quattro giornate dalla fine. Il prossimo impegno è fissato mercoledì sera, a Ferrara, contro una SPAL già matematicamente retrocessa.

I numeri

La Roma avrebbe meritato la vittoria, senza dubbio. Oltre al già citato andamento della gara, che vedeva i padroni di casa in vantaggio fino al minuto 88, anche le statistiche pendono a favore di Dzeko e compagni. I giallorossi hanno creato più occasioni da gol4 a 3tirando di più rispetto agli avversari, 6 a 4. In parità il numero di tiri in porta, 3 a 3. Per quel che riguarda il possesso palla, invece, gli uomini di Conte hanno avuto la meglio, 55%, con 457 passaggi riusciti, contro i 330 della Roma.

Continua a sorprendere, in senso positivo, la condizione fisica dei giocatori romanisti che a differenza di alcune gare post-lockdown arrivano spesso primi sulle seconde palle, pressano alti e tentano sempre l’anticipo sui portatori di palla avversari. 39 a 34 in favore della Roma il computo di palloni recuperati, con una più alta capacità di transizione (11 a 7 il numero delle ripartenze). Sul piano atletico i dati tra le due squadre in campo sono pressoché identici: 105,801 km percorsi dai nerazzurri, contro i 105,585 km dei capitolini; anche le velocità medie sono analoghe (6,8 km/h l’Inter, 6,7 km/h la Roma).

Le prestazioni individuali

Sono diversi i giocatori della Roma che stanno beneficiando del nuovo modulo ideato da Fonseca, il 3-4-2-1. Tra questi, c’è sicuramente Henrikh Mkhitaryan. Il trequartista armeno, accentrato rispetto al ruolo di esterno, si trova a meraviglia con Edin Dzeko e complice una buona tenuta fisica che lo sta sostenendo in questo periodo, incide con facilità negli ultimi venti metri. Contro l’Inter trova il suo 9° gol stagionale, a cui vanno aggiunti i 5 assist confezionati, per un totale di 14 reti in cui si è reso protagonista. Avendo disputato, per i diversi infortuni, 1576′ fino ad ora, Mkhitaryan fa una giocata decisiva (gol o assist) ogni 110 minuti circa, quasi una a partita. Se il fisico regge, il numero 77 può risultare decisivo con la sua esperienza anche per la fase finale di Europa League. Tornando alla sua prestazione, oltre al gol l’armeno calcia per due volte fuori dallo specchio della porta, creando un’altra occasione da gol. Gioca 43 palloni e raggiunge l’84% di precisione nei passaggi (percentuale calcolata in base al rapporto tra passaggi riusciti e quelli tentati).

Un altro calciatore in gran spolvero è Jordan Veretout. A differenza di Miki, il centrocampista francese è uno dei giocatori con più minutaggio nella Roma. In stagione ha già raccolto 41 presenze. Dopo le prime due gare di campionato, in cui Fonseca lo lasciò in panchina per un ritardo di condizione, Veretout ha saltato soltanto la partita casalinga contro l’Udinese, per squalifica. Sempre per squalifica, purtroppo, sarà costretto a saltare anche la sfida in gara secca contro il Siviglia, negli ottavi di Europa League. Nonostante tutte queste gare disputate, l’ex Fiorentina appare brillante fisicamente. Nel pareggio dell’Olimpico percorre 11,141 km, risultando il migliore dei suoi. Gioca quasi sempre in linea con Diawara, occupando tutto il campo in verticale. Recupera 8 palloni, facendo un lavoro prezioso davanti alla difesa, ma allo stesso tempo è pronto ad inserirsi alle spalle della difesa avversaria. In un suo inserimento nel secondo tempo, crea un’occasione da gol, con l’unico tiro in porta del suo match, trovando un’ottima risposta da parte di Handanovic.

(S. Valdarchi)

La Roma dei cambi: i ds giallorossi nell’era americana

Alice Dionisi – Fuori Gianluca Petrachi. Dopo un solo anno nella Roma, il direttore sportivo salentino è stato licenziato “per giusta causa”, voto unanime del cda del club a seguito di una sospensione immediata da tutti i suoi incarichi. Un fraintendimento con Pallotta e dei messaggi infuocati che il presidente non ha digerito: così finisce la sua avventura in giallorosso. Quattro ds nel corso dell’era americana, da Walter Sabatini a Monchi, il “doppio” Massara e Petrachi.

Sabatini

Alla Roma dal 2011 al 2016, la sua è stata l’esperienza più longeva nel corso della gestione a stelle e strisce. L’uomo delle plusvalenze: ha portato nella Capitale tanti giocatori che hanno fatto sognare i tifosi, ma il suo mercato è stato anche caratterizzato da alcuni flop. Tra i nomi “top”, figli della sua intuizione, Miralem Pjanic, (comprato dal Lione nel 2011 per 11 milioni di euro e ceduto alla Juventus per 32 milioni), Erik Lamela (acquistato per 17 milioni dal River Plate, venduto al Tottenham per 30), Marquinhos (7,2 milioni al Corinthians, rivenduto al PSG per 31,4), Benatia (una plusvalenza di 13 milioni), Nainggolan, Dzeko, Salah, Alisson, Strootman e Rudiger. Tra le “macchie” sul suo curriculum, Iturbe, Destro, Gerson e Ashley Cole. Nell’ottobre del 2016 rescinde consensualmente il suo contratto con il club.

Monchi

Meno di due anni nella Capitale per il direttore sportivo ex Siviglia (dove poi è tornato), accolto alla Roma con entusiasmo per le premesse di un operato brillante nel club spagnolo, ma uscito di scena senza applausi. Monchi ha portato in giallorosso Kolarov, Pellegrini, Under, Cristante, Kluivert e  Zaniolo, la punta di diamante del suo mercato alla Roma. Il malumore nei confronti del suo operato deriva, soprattutto, dalle cessioni fatte e dalle sostituzioni di quest’ultime. Su tutti Alisson, rimpiazzato con Olsen. Tanti i flop durante il suo corso: dal lungo contratto di Pastore, a Schick, da Nzonzi a Moreno, Bianda, Marcano, Gonalons e Coric. Anche nel suo caso, rescissione consensuale del contratto a seguito dell’eliminazione dalla Champions League.

Massara

L’uomo “nel mezzo”, il traghettatore dei direttori sportivi. Braccio destro di Walter Sabatini, lo affianca prima al Palermo, poi alla Roma. Proprio nella Capitale prende il posto del suo “maestro” nel momento delle sue dimissioni, salvo poi seguirlo all’Inter al termine della stagione. Un anno dopo fa il suo ritorno alla Roma e nel marzo del 2019, dopo l’addio di Monchi, gli viene nuovamente affidato il timone, tornando a ricoprire il ruolo che aveva prima dell’arrivo dello spagnolo. Ha il merito di aver scoperto, insieme a Sabatini nel Palermo, giocatori del calibro di Abel Hernandez, Josip Ilicic e Javier Pastore.

Petrachi

Arrivato dal Torino di Cairo (non senza lasciare attriti con il presidente granata), la sua esperienza in giallorosso è durata appena un anno. Nel mercato estivo del 2019 ha messo a segno ben trenta colpi, tra cessioni e acquisti, ed è stato in grado di rimediare ad alcuni degli errori commessi dai suoi predecessori. Ha portato alla Roma, tra i tanti, Smalling, Mkhitaryan, Spinazzola, Veretout e Mancini, riuscendo a cedere gli esuberi che affollavano Trigoria, da Schick a Nzonzi e Gerson. Sotto la sua gestione sportiva è arrivato anche il rinnovo di Edin Dzeko, quando il bosniaco sembrava essere ad un passo dall’Inter.

Alice Dionisi

Le PAGELLE di Roma-Inter: Applausi per Miki. Spinazzola, croce e delizia. Ibañez ormai indispensabile

Henrikh Mkhitaryan Roma celebrates after scoring a goal. Roma 15-09-2019 Stadio Olimpico Football Serie A 2019/2020 AS Roma – US Sassuolo Photo Antonietta Baldassarre/ Insidefoto PUBLICATIONxNOTxINxITA AntoxBaldassarre

(R.Rodio) – I voti e le pagelle del match Roma-Inter, gara valida per la 34.a giornata di Serie A:

-ROMA-

Pau Lopez 6 – Niente da dire sui due gol subiti, per i quali non ha colpa. Meno sicuro nelle giocate con i piedi rispetto al solito.

Mancini 6,5 – Grintoso e combattivo, mette in difficoltà pure un Sanchez in formissima. Un pizzico troppo falloso.

Ibañez 7 – Tre quarti di gara eccellenti quelli del brasiliano, che col tempo sembra acquisire sicurezza e precisione. Un po’ di eccesso nella foga, ma anche oggi tra i migliori. (74′ Smalling 6,5 – Si cala subito nel ritmo partita, rende a Lukaku la vita complicata).

Kolarov 6 – Si perde De Vrij nell’occasione dell’1-0 interista. Tutto sommato positivo nel duellare con Lautaro, soffre un pochino di più la fisicità di Lukaku.

B. Peres 6,5 – Gara sorprendente. Mette in imbarazzo Young, sa accelerare e dialogare con qualità sulla fascia destra. A parte un paio di cross sprecati, dimostra di essere migliorato anche nelle scelte finali.

Diawara 6,5 – Come all’andata non si tira indietro. Usa più la sciabola del fioretto, fa le cose semplici palla al piede e si batte con vigore. In crescita. (68′ Cristante 5,5 – Si mette in mezzo senza combinare nulla di rilevante).

Veretout 6,5 – Secondo tempo di sostanza dopo una prima frazione sotto tono. Accompagna bene e si sa immolare in fase di copertura. Sfortunato in un paio di rifiniture che meritavano miglior sorte.

Spinazzola 5,5 – Bene il gol e le sgroppate. Bello il duello con Candreva sulla fascia ma inguardabile in occasione del rigore su Moses. Il problema di giocare a fascia invertita è anche questo, non riuscire a spazzare e girarsi sul piede forte verso la porta. Un rischio folle.

Pellegrini 5 – Purtroppo è proprio in un momento no. Quello che prova a fare non gli riesce e finisce per innervosirsi. Anche il contributo sotto palla non è sufficiente. Gli si chiede di accendere la luce negli ultimi trenta metri ma è l’ennesima serata storta. (83′ C. Perez s.v. – Lo si nota per un fallo sciocco su Sanchez).

Mkhitaryan 7,5 – Il migliore con distacco. Pericoloso, preciso, non sbaglia un pallone. Il gol del 2-1 è tutta farina del suo sacco, con tanto di sponda involontaria di Dzeko. Dopo la sua uscita la Roma perde smalto e si abbassa. Indispensabile. (83′ Perotti s.v. – Prova a portare palla, ma non ha tempo per mettersi in mostra).

Dzeko 6,5 – Meno nervoso e più lucido rispetto al match col Verona. Gioca per la squadra e duella con De Vrij dal primo all’ultimo minuto. Manca un tocco di concretezza in zona-gol.

all. Fonseca – Partita preparata bene con il modulo che continua a dare sicurezze alla squadra. Rivedibile la zona mista con Kolarov su De Vrij nelle palle inattive che costa il primo gol, così come insistere su Cristante mediano. La sostituzione di Mkhitaryan grida vendetta perché nonostante la stanchezza era indispensabile per la gestione del match. Errori di apprendistato verso una crescita che speriamo prosegua.

-INTER-

Handanovic 5.5; Skriniar 6, De Vrij 6.5, Bastoni 5 (D’Ambrosio 6); Candreva 5.5 (Moses 6), Barella 6, Brozovic 6.5, Gagliardini 5.5 (Eriksen 5.5), Young 4.5 (Biraghi 6); Lautaro 5.5 (Lukaku 6.5), Sanchez 6.5. All: Conte 6.

Friedkin, pressing su Pallotta: offerta cash di 490 milioni. Dieci giorni per la risposta

Dan Friedkin, nuovo proprietario della Roma

 

Dan Friedkin non molla la Roma. Il magnate texano avrebbe presentato una nuova offerta da 490 milioni di euro a Pallotta per rilevare il club. I due imprenditori americani si sarebbero accordati su un periodo di 10 giorni per la valutazione della proposta. Le risposte dovrebbero quindi arrivare entro la fine del mese.

Nella notte tra il 16 e il 17 luglio Friedkin, secondo quanto scrive Milano e Finanza è tornato a bussare alla porta di Pallotta. L’offerta del texano dovrebbe ricalcare l’andazzo di quelle precedenti, 490 milioni, ma con l’esborso tutto cash e senza condizioni. E’ lecito pensare che Pallotta e i suoi advisor continueranno a sondare il terreno del mercato per trovare potenziali acquirenti, ma allo stesso tempo c’è una variante che facilita l’offerta di Friedkin e mette il bostoniano sotto pressione: la qualificazione alla Champions League. A meno di miracoli sportivi l’unica via per accedere alla Champions, quindi mettere nel gruzzolo 40 milioni di euro, è vincere l’Europa League. Il progetto di Friedkin prevede che, una volta acquistata la società, immetta 90milioni nelle casse del club come aumento di capitale riservato e questo denaro servirebbe proprio per rafforzare la rosa e tenere i migliori giocatori.

Fonte: Milano Finanza

Le statistiche di Roma-Hellas Verona 2-1: passa lo straniero, Edin da record. Veretout giganteggia

(S. Valdarchi) – Sprecando e soffrendo, non troppo a leggere i numeri, la Roma di Paulo Fonseca conquista la terza vittoria consecutiva, battendo per 2-1 l’Hellas Verona. Successo che aumenta la fiducia della squadra nei propri mezzi e permette ai capitolini di raggiungere quota 57 punti, con un quinto posto più saldo visto la distanza, di 4 lunghezze, sulle inseguitrici Napoli e Milan. Un distacco buono, ma non ancora decisivo, a 5 giornate dal termine. Ora i giallorossi dovranno recuperare le forze, in vista del big match di domenica sera, quando arriverà all’Olimpico l’Inter di Antonio Conte.

I numeri

Delle tre vittorie consecutive, quella contro la formazione di Juric è stata probabilmente la meno brillante e convincente dal punto di vista del gioco. La Roma, dopo aver sbloccato in fretta il risultato, grazie al rigore trasformato al decimo da Veretout, ha aspettato gli avversari, cercando di far male in ripartenza. Il pallino di gioco è stato quasi sempre in mano all’Hellas Verona, che ha concluso la gara con il 58% di possesso palla, pari a 30’17” di gioco effettivo, rispetto ai 21’29” dei padroni di casa. Un dominio territoriale dimostrato anche dal baricentro medio – circa 6 metri in più per gli scaligeri – che però è risultato inutile anche dal punto di vista della produzione offensiva.

A creare più occasioni da gol, infatti, è stata la Roma9 a 2 le chance a favore di Dzeko e compagni, 14 a 4 i tiri, mentre 6 a 3 è il computo delle conclusioni nello specchio della porta497 a 223 per l’Hellas il numero di passaggi riusciti, con una precisione maggiore, pari all’83%, contro il 71% dei giallorossi.

Le prestazioni individuali

La gara della Roma è rispecchiata perfettamente da quella di Edin Dzeko. Il bosniaco per larghi tratti fatica a mettersi in mostra ed è chiamato ad un lavoro di sacrificio enorme, ma alla fine il suo gol regala i tre punti alla squadra di Fonseca. A dire il vero, con le 3 occasioni da gol avute a disposizione, il bomber bosniaco poteva aumentare il suo bottino, ma ciò che conta è il risultato finale. Con il suo unico tiro in porta batte Silvestri di testa, allo scadere del primo tempo, raggiungendo così quota 105 gol in maglia romanista e superando definitivamente Manfredini. Il centravanti diventa così il miglior marcatore straniero nella storia della Roma. Il podio in questa speciale classifica ora dista 3 reti, con Amedeo Amadei terzo con 108 gol realizzati. Tornando sulla prestazione del numero 9: Dzeko aiuta in difesa ed è a fine gara il giocatore con più palle recuperate – 25 – un dato rilevante per un attaccante. Il capitano giallorosso è decisivo con la testa sia in avanti, dove segna e fa da sponda per i compagni, che nel reparto arretrato, quando sventa pericoli imminenti. Sono 11 i duelli aerei vinti, anche in questo, il migliore sul terreno di gioco.

Se in questa fase, dopo lo stop lungo 3 mesi, tanti giocatori stanno soffrendo dal punto di vista fisico, Jordan Veretout rappresenta una meravigliosa eccezione. Il centrocampista francese macina chilometri percorsi, poco più di 11 nella serata romana, e risulta ancora una volta il perfetto raccordo tra difesa e attacco nel nuovo schieramento disegnato da Fonseca. Va avanti e indietro per altri 101 minutirecuperando 11 palloni e giocandone 46, soltanto Dzeko con 55 ha fatto meglio. Dal dischetto è impeccabile e sigla il suo quinto gol stagionale, dopo la perla arrivata contro il Parma.

(S. Valdarchi)