La Roma dei cambi: i ds giallorossi nell’era americana

Alice Dionisi – Fuori Gianluca Petrachi. Dopo un solo anno nella Roma, il direttore sportivo salentino è stato licenziato “per giusta causa”, voto unanime del cda del club a seguito di una sospensione immediata da tutti i suoi incarichi. Un fraintendimento con Pallotta e dei messaggi infuocati che il presidente non ha digerito: così finisce la sua avventura in giallorosso. Quattro ds nel corso dell’era americana, da Walter Sabatini a Monchi, il “doppio” Massara e Petrachi.

Sabatini

Alla Roma dal 2011 al 2016, la sua è stata l’esperienza più longeva nel corso della gestione a stelle e strisce. L’uomo delle plusvalenze: ha portato nella Capitale tanti giocatori che hanno fatto sognare i tifosi, ma il suo mercato è stato anche caratterizzato da alcuni flop. Tra i nomi “top”, figli della sua intuizione, Miralem Pjanic, (comprato dal Lione nel 2011 per 11 milioni di euro e ceduto alla Juventus per 32 milioni), Erik Lamela (acquistato per 17 milioni dal River Plate, venduto al Tottenham per 30), Marquinhos (7,2 milioni al Corinthians, rivenduto al PSG per 31,4), Benatia (una plusvalenza di 13 milioni), Nainggolan, Dzeko, Salah, Alisson, Strootman e Rudiger. Tra le “macchie” sul suo curriculum, Iturbe, Destro, Gerson e Ashley Cole. Nell’ottobre del 2016 rescinde consensualmente il suo contratto con il club.

Monchi

Meno di due anni nella Capitale per il direttore sportivo ex Siviglia (dove poi è tornato), accolto alla Roma con entusiasmo per le premesse di un operato brillante nel club spagnolo, ma uscito di scena senza applausi. Monchi ha portato in giallorosso Kolarov, Pellegrini, Under, Cristante, Kluivert e  Zaniolo, la punta di diamante del suo mercato alla Roma. Il malumore nei confronti del suo operato deriva, soprattutto, dalle cessioni fatte e dalle sostituzioni di quest’ultime. Su tutti Alisson, rimpiazzato con Olsen. Tanti i flop durante il suo corso: dal lungo contratto di Pastore, a Schick, da Nzonzi a Moreno, Bianda, Marcano, Gonalons e Coric. Anche nel suo caso, rescissione consensuale del contratto a seguito dell’eliminazione dalla Champions League.

Massara

L’uomo “nel mezzo”, il traghettatore dei direttori sportivi. Braccio destro di Walter Sabatini, lo affianca prima al Palermo, poi alla Roma. Proprio nella Capitale prende il posto del suo “maestro” nel momento delle sue dimissioni, salvo poi seguirlo all’Inter al termine della stagione. Un anno dopo fa il suo ritorno alla Roma e nel marzo del 2019, dopo l’addio di Monchi, gli viene nuovamente affidato il timone, tornando a ricoprire il ruolo che aveva prima dell’arrivo dello spagnolo. Ha il merito di aver scoperto, insieme a Sabatini nel Palermo, giocatori del calibro di Abel Hernandez, Josip Ilicic e Javier Pastore.

Petrachi

Arrivato dal Torino di Cairo (non senza lasciare attriti con il presidente granata), la sua esperienza in giallorosso è durata appena un anno. Nel mercato estivo del 2019 ha messo a segno ben trenta colpi, tra cessioni e acquisti, ed è stato in grado di rimediare ad alcuni degli errori commessi dai suoi predecessori. Ha portato alla Roma, tra i tanti, Smalling, Mkhitaryan, Spinazzola, Veretout e Mancini, riuscendo a cedere gli esuberi che affollavano Trigoria, da Schick a Nzonzi e Gerson. Sotto la sua gestione sportiva è arrivato anche il rinnovo di Edin Dzeko, quando il bosniaco sembrava essere ad un passo dall’Inter.

Alice Dionisi

Agli ottavi il Siviglia dell’ex Monchi

Alice Dionisi – Da Nyon arriva il verdetto per le italiane in Europa League, che sono chiamate ad affrontare due spagnole agli ottavi di finale. La Roma pesca il Siviglia dell’ex direttore sportivo Monchi, mentre l’Inter si giocherà il passaggio del turno contro il Getafe. Il 12 marzo i giallorossi voleranno in trasferta in Spagna, per poi giocare il ritorno allo stadio Olimpico la settimana successiva, il 19 marzo. Al contrario, nelle stesse date i nerazzurri affronteranno la gara d’andata a San Siro e il ritorno in trasferta. Per quanto riguarda le altre avversarie ancora in corsa per la finale a Danzica il 27 maggio, i sorteggi hanno decretato che l’Istanbul Basaksehir, qualificatosi come primo nel girone che ospitava anche la Roma, affronterà il Copenaghen, mentre l’Olympiakos sfiderà il Wolverhampton. Strada spianata per il Manchester United, accoppiato contro il Lask Linz. Estratte Rangers-Leverkusen e Wolfsburg-Shakhtar, mentre il Basilea affronterà la vincente tra Eintracht Francoforte e Salisburgo.

Dopo aver eliminato il Gent ai sedicesimi (1-0 in casa e 1-1 in Belgio al ritorno), la Roma ritroverà il tanto contestato ex direttore sportivo Monchi, tornato a Siviglia dopo l’esperienza fallimentare in Italia. Gli andalusi, che al momento occupano il terzo posto in Liga, a pari punti con l’Atletico Madrid, si erano qualificati primi nel girone A, affrontando poi il Cluj ai sedicesimi. Dopo l’1-1 in Romania, gli spagnoli hanno pareggiato 0-0 nel ritorno allo stadio Ramón Sánchez-Pizjuán, con il brivido all’87’ del gol -poi annullato dal VAR- che li avrebbe eliminati dalla competizione. “Questa sfida ha un lato sentimentale per alcuni di noi” ha dichiarato il capo dell’area sportiva giallorossa Manolo Zubiria, “ma si tratterà soprattutto di due belle partite. Avrei preferito affrontare il Siviglia in finale”. La sfida contro gli andalusi allenati da Lopetegui sarà tutt’altro che semplice, dato che è la squadra che detiene il record per il maggior numero di vittorie nella competizione. Ogni qual volta che sono arrivati in finale, gli spagnoli hanno poi vinto il titolo (per ben cinque volte) che invece manca in Italia dalla stagione 1998-1999, quando fu il Parma ad alzare il trofeo. “La Roma non è certamente un piccolo rivale, ma noi abbiamo un feeling speciale con questa competizione e speriamo di andare avanti. So che per il nostro direttore sportivo Monchi queste partite saranno ancora più particolari” ha dichiarato il vice-direttore generale del Siviglia Jesus Arroyo.

Alice Dionisi

Pallotta, lettera ai tifosi: “Nessuno è più deluso e arrabbiato di me”

Alice Dionisi – James Pallotta si mette a nudo con i tifosi della Roma. Una lunga lettera pubblicata sul sito del club, rivolta ai tifosi “Ovunque essi siano”, in cui il presidente del club giallorosso esce alla scoperta e affronta diverse tematiche, dall’addio di Daniele De Rossi al contestato operato del direttore sportivo Monchi, passando per l’argomento stadio. Il numero uno della Roma è costretto a fare i conti con le decisioni prese finora. Le sue sono parole amareggiate, fa un bilancio della stagione trascorsa (la mancata qualificazione in Champions League, l’eliminazione agli ottavi contro il Porto, la sconfitta sonore in Coppa Italia contro la Fiorentina, l’esonero di Eusebio Di Francesco) ed è duro nei confronti dell’ex ds: “Mi dispiace per gli errori che abbiamo commesso, uno di questi si è rivelato molto grave a livello sportivo. È stato probabilmente uno dei più grandi errori che abbia mai commesso nella mia intera carriera e alla fine sono io che me ne devo assumere la responsabilità. L’ultima stagione secondo me è stata un completo disastro”. Il numero uno del club giallorosso affronta anche la questione stadio, un gioco al rimbalzo mediatico che però non ha ancora trovato sviluppi concreti: “L’ho già detto un milione di volte: se vogliamo competere con i maggiori club europei, abbiamo bisogno dello stadio. Non sono felice a causa dei risultati sportivi e non sono felice perché non abbiamo ancora uno stadio nonostante l’impianto e le sue infrastrutture saranno finanziati con fondi privati”. Daniele De Rossi? Anche qui Pallotta punta il dito contro Monchi, indicandolo come colpevole nella faccenda: “Era turbato per il fatto che qualcuno fosse stato acquistato per giocare nella sua posizione come riferito dall’articolo? Sì, lo era, ma ciò è dipeso dal fatto che il giorno precedente gli era stato detto da Monchi che non avremmo preso nessuno che potenzialmente avrebbe giocato davanti a lui nello stesso ruolo”. Il mea culpa del presidente però non ha sapore d’addio, perché sottolinea che il club non è in vendita. Adesso si prepara la rivoluzione: in arrivo Petrachi dal Torino per prendere le redini della direzione sportiva, da valutare invece il profilo di Mauro Baldissoni, il cui contratto è in scadenza il prossimo anno.

Alice Dionisi

 

Roma, volano stracci tra Monchi e Pallotta. Incognita sul futuro direttore sportivo

Gianluca NotariVolano stracci in casa Roma, costretta ad affrontare l’ennesimo momento di difficoltà che ciclicamente si ripresenta. Questa volta, per non farsi mancare nulla, oltre alla crisi tecnica che sta vivendo la squadra – uscita malconcia dopo l’ennesima figuraccia della stagione dopo la partita persa a Ferrara contro la Spal – si è aggiunta anche la diatriba tra Pallotta e Monchi. Lo spagnolo è tornato ufficialmente da ieri a ricoprire il ruolo di direttore sportivo del Siviglia: dopo la separazione avvenuta lo scorso 8 marzo con la Roma, Monchi non ha aspettato un attimo per tornare da dove era venuto, rintanandosi nella realtà che lo aveva lanciato nel calcio che conta ormai tanti anni fa. Durante la sua conferenza di presentazioni, il direttore non ha risparmiato parole al vetriolo indirizzate ai vertici del club giallorosso: “Sono andato via prima per una semplice ragione. Ho capito che l’idea della proprietà era diversa dalla mia. Il presidente voleva andare a destra e io a sinistra. Continuare così non aveva senso“.

Monchi era arrivato in Italia con la stigmate del talento, portando con sé un palmarès di tutto rispetto visti i 9 trofei conquistati con il club andaluso. Eppure, il Re Mida del calciomercato ha lasciato più problemi di quanti non ne avesse trovati al momento del suo arrivo: squadra fuori dalla zona Champions, infermeria piena, monte ingaggi alle stelle e molti dubbi sul futuro.

Pallotta, dal canto suo, non ha voluto far attendere la sua risposta, arrivata ieri tramite i canali ufficiali del club: “Sono rimasto un po’ sorpreso nel leggere le dichiarazioni di Monchi in conferenza stampa. Fin dal primo momento, sono stato molto chiaro sulla direzione che dovevamo intraprendere ed è questo il motivo per cui abbiamo speso tanti soldi per portare Monchi da noi. Gli ho dato il pieno controllo per ingaggiare l’allenatore che voleva, per assumere i collaboratori tecnici e i preparatori, per gestire lo scouting e per acquistare i giocatori che preferiva. Guardando i risultati e le nostre prestazioni, è chiaro che questo non abbia funzionato. Cosa avrebbe voluto fare Monchi di differente? Mi ha chiesto di fidarsi di lui e di lasciarlo fare a modo suo. Gli abbiamo dato il pieno controllo e ora abbiamo più infortuni di quanti ne abbiamo mai avuti e rischiamo di non riuscire a finire tra le prime tre per la prima volta dal 2014“.

Difficilmente, leggendo le parole del patron giallorosso, si può non essere d’accordo. Pallotta e soci hanno investito molto su Monchi, lasciandogli carta bianca su tutte le decisioni sportive intraprese dal club nell’ultimo biennio. Le cose, come dichiarato dallo stesso presidente, non sembrano aver funzionato, nonostante i lauti compensi percepiti dallo spagnolo: per i suoi due anni scarsi con la divisa della Roma ha incassato quasi due milioni di euro nella prima stagione, ricevendo l’intero stipendio stagionale nonostante fosse stato ufficialmente assunto solo nell’aprile del 2017. L’anno seguente ha incassato un milione e cinquanta mila euro, mentre per questa stagione ha ricevuto circa mezzo milione, senza contare un bonus da 1.454.000 euro per il “raggiungimento di determinati obiettivi sportivi. Un bel gruzzoletto, insomma, che però non ha portato i frutti sperati.

Ora la società sembra proiettata verso il futuro: serviranno un nuovo allenatore e probabilmente un nuovo direttore sportivo, qualora non venisse premiata la figura di Ricky Massara, fedelissimo di Baldissoni. I nomi per la panchina più caldi, al momento, sono quelli di Gasperini, Giampaolo e Sarri, mentre per il ruolo da ds si valutano i profili di Ausilio – che sembra essere il preferito al momento -, Petrachi del Torino oltre ad un clamoroso ritorno di Walter Sabatini. Le riserve saranno sciolte solamente in estate, quando la Roma dovrà affrontare l’ennesima rivoluzione. Sperando però che le cose, stavolta, possano finalmente andare in modo diverso.

Gianluca Notari

Monchi, addio alla Roma

Alice Dionisi –  Attraverso un comunicato stampa sul sito del club la Roma ha comunicato di aver raggiunto un accordo per risolvere consensualmente il proprio rapporto lavorativo con il direttore sportivo Monchi. Lo spagnolo ha ringraziato tifosi, presidente, staff e giocatori, augurando il meglio alla Roma per il futuro. Monchi si è dimesso -come già anticipato- dopo l’esonero dell’allenatore Eusebio Di Francesco all’indomani dell’eliminazione dalla Champions League per mano del Porto, ma il rapporto con il presidente James Pallotta non era dei migliori già da tempo. Non a caso, infatti, nel comunicato della società, è stato l’amministratore delegato Guido Fienga a ringraziare lo spagnolo per il suo operato. La direzione passa momentaneamente nelle mani di Massara, ma al suo posto a giugno potrebbe arrivare Luis Campos dal Lille. Tra le mosse più contestate dell’ex Siviglia c’è la cessione di Alisson al Liverpool, sostituito con Olsen (“Se va via Alisson gioco io in porta” aveva dichiarato il 21 maggio 2018) e la vicenda di Malcom, mai atterrato nella Capitale nonostante sembrasse in dirittura d’arrivo, con il conseguente acquisto di Nzonzi al suo posto. “L’importante non è vendere, ma comprare bene” era il suo motto. Nella sua gestione, lo spagnolo ha chiuso con un bilancio in attivo: ha venduto per 333,65 milioni, di cui ne ha spesi 264,7. Al netto delle plusvalenze, il saldo recita +69 milioni. Da quando è arrivato nella Capitale, il ds ha portato in giallorosso a titolo definitivo Pastore, Kluivert, Coric, Bianda, Mirante, Santon, Zaniolo, Olsen, Marcano e Nzonzi, più il prestito con obbligo di riscatto per Cristante. Tra le cessioni invece, oltre a quella di Alisson, anche Strootman, Manolas, Luca Pellegrini, Gyomber, Radonjic, Ponce e Romagnoli, più i prestiti di Gonalons, Gerson, Defrel, Ponce, Bruno Peres, Seck e Sadiq.

Alice Dionisi

Roma, dopo Di Francesco salta anche Monchi: risoluzione consensuale tra le parti

Gianluca Notari – È caos totale in casa Roma: dopo l’esonero di Eusebio Di Francesco, termina anche il rapporto tra il club e il direttore sportivo Monchi. Lo spagnolo, appena dopo un giorno la decisione societaria di licenziare il tecnico ex Sassuolo, ha deciso di andarsene: tante le divergenze con la proprietà, soprattutto legate all’allenatore, a cui Monchi non ha mai fatto mancare il proprio appoggio.  “L’AS Roma e il direttore sportivo Monchi confermano di aver raggiunto un accordo per risolvere consensualmente il proprio rapporto lavorativo. Al dirigente vanno i ringraziamenti del Club per l’impegno profuso” la nota apparsa ieri sul sito ufficiale della squadra giallorossa, la cui direzione sportiva è stata momentaneamente affidata a Frederic Massara, scelto come direttore ad interim.

Anche Monchi, dal canto suo, ha voluto ringraziare club e tifosi per il tempo passato insieme: “Roma e la Roma sono una delle cose più passionali che possa offrire il calcio, ecco perché me ne sono innamorato subito. Ecco perché in questa avventura non ho mai diviso la passione dal lavoro. So che non abbiamo raggiunto tutti i risultati per i quali abbiamo lavorato, per i quali ci siamo appassionati, per i quali in alcuni momenti ci siamo anche scontrati. Vorrei ringraziare tutte le persone con cui ho lavorato in questi anni, non dimenticherò nessuno, tutti hanno contribuito a rendere Trigoria la mia casa” ha scritto il ds in un lungo posto sul proprio profilo Instagram. Una separazione dolorosa da entrambi le parti, che sembra tuttavia necessaria per provare a raggiungere l’obiettivo minimo stagionale, il quarto posto in campionato. Anche se, come molti tifosi fanno notare sui social network, questa doppia epurazione poteva (doveva?) avvenire prima che il cammino della Roma fosse irrimediabilmente compromesso.

SOSTITUTI – Archiviata la pratica Monchi, c’è ora da pensare al futuro. Ma se per quanto riguarda il ruolo di tecnico la casella è stata prontamente riempita con Claudio Ranieri – ufficiale da ieri il suo incarico, un milione di euro fino a fine stagione -, sono diversi i candidati per quello di direttore sportivo. I primi nomi usciti sono quelli dell’ex Milan Massimiliano Mirabelli, Daniele Faggiano del Parma, Piero Ausilio dell’Inter e Gianluca Petrachi del Torino. Ci sarebbe anche la pista estera che porta il nome di Luis Campos, ds portoghese del Lille, ma al momento sembra che la dirigenza giallorossa sia più orientata su un profilo che già conosca la Serie A. Infine, non è da escludere la possibilità che Massara possa essere il direttore sportivo anche nella prossima stagione, magari affiancato da figure di supporto come Federico Balzaretti e Morgan De Sanctis.

Gianluca Notari

Calciomercato, i tre obiettivi della Roma

Gianluca Notari – Quella della Roma è stata fino ad ora una stagione da alti – pochi – e bassi – molti. La rosa messa a disposizione di Eusebio Di Francesco da parte del direttore sportivo Monchi sembra non aderire bene alle idee del tecnico: alcuni giocatori non hanno reso come ci si aspettava, come ad esempio Nzonzi, altri invece, come Pastore, si sono visti poco o niente. Nonostante questo, il tecnico abruzzese è stato bravo nel capire la tendenza e cambiare modulo in corsa, abbandonando il caro 4-3-3 per adottare un 4-2-3-1 che sembra meglio sposarsi con le caratteristiche della squadra. Con il cambio di tattica, però, la rosa ha presentato lacune che prima venivano nascoste: ad esempio, in linea mediana è lampante la mancanza di un rubapalloni che sia però bravo anche a far ripartire l’azione. Inoltre, la linea difensiva subisce gol in maniera sistematica, sintomo che qualcosa andrà fatto anche in quel reparto: l’errore di Monchi e del suo staff è stato quello di fare cieco affidamento su alcuni elementi, come Fazio, che non sempre riescono a garantire una continuità di prestazioni duratura. Ma per fortuna è gennaio, il mercato è aperto e la Roma non si lascerà certo scappare l’occasione di puntellare la rosa.

Uno degli obiettivi conclamati è Gianluca Mancini: forte difensore centrale, il classe ’96 in forza all’Atalanta è uno degli elementi rivelazione del campionato. Mancini, originario di Pontedera, si è dimostrato uno dei punti fermi della formazione di Gasperini, facendo schizzare la sua valutazione a 25 milioni di euro. Inoltre, con i 4 gol segnati finora, Mancini ha dimostrato una certa attitudine in fase realizzativa, caratteristica certamente apprezzata dai ds che lo stanno monitorando. I discorsi con la Roma sono avviati già da qualche tempo e, anche se se ne parla per l’estate, non è escluso che Monchi non riesca a portarlo nella Capitale già a gennaio. In questo, un aiuto potrebbe arrivare dalla Sampdoria: con il ritorno in blucerchiato di Manolo Gabbiadini, Gregoire Defrel potrebbe anticipare il suo rientro a Roma ed essere dirottato direttamente a Bergamo, rientrando così proprio nell’operazione Mancini.

Un altro nome di cui si è ultimamente parlato in orbita Roma è quello di Matheus Guedes: anche lui difensore centrale, anche lui giovanissimo. Brasiliano classe ’99 in forza al Santos, da tempo il suo nome è stato annotato sul taccuino di Monchi. Come riportato dal quotidiano brasiliano Gazeta Esportiva, il suo entourage ha stoppato ogni discorso sul rinnovo di contratto con la dirigenza del Santos proprio perché starebbero aspettando una chiamata dal direttore sportivo spagnolo. Prima del suo acquisto, però, ci sarà da piazzare Marcano, che ha ricevuto alcune offerte da Spagna e Turchia.

L’ultimo dei rumors sul mercato della Roma riguarda invece un centrocampista: si tratta di Thiago Maia, regista brasiliano del Lille, considerato da Eusebio Di Francesco il sostituto naturale di De Rossi, il quale è ancora alle prese con i problemi al ginocchio. La sua valutazione si aggira attorno ai 15 milioni, ma su di lui sono attente già da tempo sia Paris Saint-Germain che Monaco, anche loro alla ricerca di un mediano bravo in entrambe le fasi.

Gianluca Notari

Monchi: “Acquisti e cessioni? Convinto sia il metodo migliore. La Roma ha obiettivi a lungo termine”

Simone Burioni– Rispetto a molti suoi colleghi, e rispetto agli standard di segretezza del suo lavoro, Monchi è uno di quelli che difficilmente si nega alla stampa. Come se non bastasse, per spiegare il suo modo di vedere il calcio, il ds ha scritto anche un libro, “Il metodo Monchi“, mettendo a nudo l’uomo prima e il dirigente poi. A pochi giorni dalla sfida della sua Roma a Madrid contro il Real, lo spagnolo torna a parlare: stavolta, approfittando della sua presenza in Spagna, ha parlato ai microfoni dei network iberici El Mundo e ABC.

Cominciando a parlare della nuova sfida intrapresa con il club giallorosso dopo una vita spesa a Siviglia, Monchi fa il punto su quanto questa esperienza lo abbia fino ad ora gratificato: “Ho cominciato questa nuova avventura conoscendo il club, la città, l’atmosfera e la filosofia con la quale si lavorava, i meccanismi interni e le ripercussioni mediatiche che ha la squadra sul pubblico. Un anno dopo aver iniziato, dopo aver raggiunto una semifinale di Champions e il terzo posto in campionato, posso dire di essere soddisfatto. Sono cresciuto molto a livello professionale, dopo Siviglia avevo bisogno di nuovi stimoli e di una nuova sfida. Il romanista è di un’incredibile emotività, paragonabile ai sivigliani. Devi tenerne conto quando porti avanti la tua politica, senza però evitare delle scelte impopolari”. Sul momento più bello della sua esperienza a Roma ci sono pochi dubbi: “La rimonta con il Barcellona? Ha portato autostima e una spinta per un progetto a lungo termine, basato sulla crescita internazionale del marchio Roma. Se si guarda al nostro lavoro sui social si può capire bene, il club ha un profilo davvero moderno“.

Ma lasciandosi la stagione passata alle spalle, Monchi ha scelto vendere pezzi importanti – Nainggolan, Strootman e Alisson su tutti – e ricostruire la squadra per dare linfa nuova al nuovo ciclo che sembra essersi aperto: “È un compito molto difficile, non voglio negarlo. Veniamo da un risultato molto alto, capace di generare grandi aspettative e dobbiamo mantenere tutto questo. Se si comprano dodici nuovi giocatori è perché sono convinto che sia questo il modo per raggiungere un obiettivo del genere. Ma dobbiamo essere cauti, non si deve pensare che tutto possa funzionare da subito, serve tempo e lavoriamo affinché ne occorra il meno possibile”.
L’obiettivo è naturalmente quello di migliorarsi, anche se non sarà facile, a partire dalla prossima partita contro il Real Madrid: “Non abbiamo avuto molta fortuna con il sorteggio, questa è la verità. Non è il massimo cominciare contro la squadra più vincente degli ultimi anni, ma andremo al Bernabéu per giocarcela, come abbiamo fatto su tutti i campi. Con l’addio di Ronaldo vedo un Real con più motivazioni, vogliono dimostrare di poter ottenere gli stessi risultati anche senza di lui. Sono loro i favoriti per la vittoria finale”. Infine, un punto sul campionato, non certo iniziato con il piede giusto: “Questo inizio non ha fatto arrabbiare solo i tifosi, ma anche me e l’allenatore. Non siamo contenti ma ho tanta fiducia in questa squadra e nello staff tecnico. Capisco la delusione dei tifosi ma la Roma se vuole crescere deve comprendere che un brutto inizio di campionato è solo un momento di crisi. Questo sarebbe da grande club, con obiettivi a lungo termine”.

Simone Burioni

Calciomercato Roma: si allontana Nzonzi, ma Monchi ha in mente il piano B

Gianluca Notari – La fine del mercato è sempre più vicina ma Monchi sembra deciso a mettere a segno almeno un paio di colpi entro il 17 agosto, termine ultimo del mercato di Serie A, per coprire a dovere i ruoli di mediano ed esterno d’attacco. Uno dei nomi più vicini alla Roma è quello di Steven Nzonzi, centrocampista del Siviglia appena laureatosi Campione del Mondo con la Francia. Il suo è un profilo top, che garantirebbe un ricambio di tutto rispetto a capitan Daniele De Rossi, arrivato alla sua diciottesima stagione con la maglia giallorossa. Quello di Nzonzi sarebbe però un acquisto molto esoso, non tanto per le richieste degli andalusi – non meno di 30 milioni – quanto per quelle del giocatore: la richiesta del francese è stata di 4,5 milioni annui, stipendio che non sarebbe assolutamente in linea con la politica di ringiovanimento intrapresa dalla dirigenza capitolina. Uno sforzo del genere Monchi lo farebbe molto più volentieri per un giocatore giovane e futuribile, difficilmente per uno di 30 anni. Eppure il tempo stringe e al mercato della Roma mancano ancora un paio di pezzi.

ZIYECH – Il suo nome è stato accostato alla Roma per tutta l’estate. Con l’arrivo di Pastore il suo acquisto sembrava ormai saltato, ma non è certo un segreto che Monchi straveda per lui. La richiesta dell’Ajax sarebbe simile a quella del Siviglia per Nzonzi, ma le richieste di stipendio del marocchino sarebbero certamente inferiori a quelle del francese. I due hanno ruoli certamente diversi: il giocatore del Siviglia è un mediano, perno dei tre centrocampisti, mentre il marocchino è un trequartista che si adatta molto bene anche al ruolo di mezzala. Ziyech è un classe 1993, Nzonzi un ’88, una differenza di età non trascurabile quando ci sono in ballo tanti soldi.

NERES – In coppia con Ziyech, potrebbe arrivare anche David Neres: classe 1997, brasiliano, Neres sembra essere il classico colpo ‘a là Monchi‘, simile a quello che era stato Malcom prima dello scippo operato dal Barcellona. Esterno d’attacco di piede mancino, quello di Neres sarebbe un acquisto chiaramente in ottica: il suo prezzo si aggira attorno ai 35 milioni di euro, ma non è escluso che Monchi possa far recapitare un’offerta da circa 60 milioni di euro sia per lui che per Ziyech.

ALTERNATIVE – Sul taccuino di Monchi i nomi annotati sono diversi. Uno di questi è quello di Mateo Kovacic: il classe 1994 sarebbe stanco di fare la panchina al Real Madrid ed una sua permanenza in Spagna è tutt’altro che scontata. Con 25 milioni si potrebbe convincere Florentino Perez, ma il profilo dell’ex Inter non è il primo nella lista dei desideri di Eusebio Di Francesco, il quale preferirebbe Nicolò Barella del Cagliari. Il classe ’97 ha però un costo nettamente più alto: il presidente Giulini, a chi si è avvicinato, ha fatto capire che per meno di 50 milioni il centrocampista non si muove dalla Sardegna. Infine, per il ruolo di esterno d’attacco, si è fatto il nome di Suso del Milan. Anche qui si parla di parecchi soldi, almeno 35 milioni, e i rossoneri non sembrano disposti a privarsi si uno dei suoi punti di riferimento a meno di due settimane dall’inizio del campionato.

Gianluca Notari

ESCLUSIVA – Si complica N’Zonzi: Monchi segue altre 4 piste per la mediana

(Keivan Karimi) – Nelle ultime ore del weekend è arrivata una frenata sull’asse Roma-Siviglia per Steven N’Zonzi; una notizia confermata anche da Alessandro Austini de Il Tempo, che parla di possibile inserimento di un top club (Juventus o Arsenal) pronto ad offrire un ingaggio molto più alto di quello proposto dai giallorossi.

 

Secondo le indiscrezioni raccolte da Gazzetta Serie A, il d.s. Monchi starebbe sì seguendo il suo pupillo N’Zonzi da vicino, ma potrebbe anche utilizzarlo come falsa pista per arrivare ad un altro obiettivo per la linea mediana. Sono quattro infatti i profili internazionali che la Roma segue a centrocampo escludendo il mediano francese del Siviglia.

Uno di questi è Tanguy Ndombele, forte metronomo del Lione che però al momento è considerato incedibile dal presidente Aulas, che ha anche fatto sapere come la Roma non avrebbe liquidità necessaria per poterlo ingaggiare. Piace anche un altro francese, ovvero Tiemoué Bakayoko, roccioso centrale del Chelsea che potrebbe a breve fare le valigie, non essendo nei desideri di Maurizio Sarri. Possibile anche che l’ex Monaco si muova con la formula del prestito.

Inedita poi la pista che porta a Denis Zakaria: svizzero classe ’96, 1 metro e 91 di altezza e valutato 25 milioni di euro dal Borussia Mönchengladbach, insomma il prototipo del calciatore che la Roma sembra cercare per sostituire Gonalons in mezzo al campo. Infine un vecchio profilo con qualità diverse: Mateo Kovacic, anche lui in uscita dal Real Madrid, che dalla Spagna indicano in effetti come un obiettivo non secondario di Monchi.