Champions League, sorteggio duro per Lazio e Atalanta

Alice Dionisi – Dalla Svizzera non arrivano buone notizie per Gasperini e Inzaghi. La Juventus, testa di serie, nei sorteggi per gli ottavi di finale di Champions League pesca il Porto (andata il 17 febbraio 2021 in Portogallo, ritorno il 9 marzo). La Lazio trova i campioni in carica del Bayern Monaco di Lewandowski, l’Atalanta il Real Madrid del tecnico Zidane. Andata in casa per i bergamaschi, che affronteranno gli spagnoli il 24 febbraio e il 16 marzo, mentre la Lazio affronterà la formazione tedesca prima allo Stadio Olimpico, il 23 febbraio, con il ritorno in trasferta il 17 marzo. Il Liverpool, vincitore del titolo nella stagione 2018/2019, affronterà il Lipsia, mentre il Manchester City di Guardiola se la vedrà con gli altri tedeschi del Borussia Moenchengladbach. Atletico Madrid-Chelsea, Barcellona-PSG e Siviglia-Borussia Dortmund gli altri accoppiamenti che chiudono il quadro degli ottavi.

Nel 1974 l’unico precedente tra Lazio e Bayern Monaco, in occasione di un’amichevole allo stadio Olimpico che terminò 1-1. Lewandowski non abbassa la guardia: “Sarà una partita molto complicata, è una squadra davvero forte e hanno giocatori super in rosa. Vogliamo passare il turno, ma rispettiamo questa squadra”. Il CEO del club bavarese, Karl-Heinze Rummenigge, non prende alla leggera il sorteggio e avverte i suoi: “La Lazio viene sottovalutata, hanno vinto col Borussia Dortmund che negli ultimi anni è sempre arrivata seconda in Germania”. Nel 1992 i biancocelesti avrebbero dovuto affrontare i tedeschi in un’ulteriore amichevole di prestigio, capace di far registrare il tutto esaurito, ma che venne poi annullata da un divieto della FIFA. Il Bayern Monaco avrebbe schierato Maradona, “in prestito” dal Siviglia per una sola partita, che avrebbe affrontato la Lazio dell’inglese Paul Gascoigne in una sfida tutta tra stelle. Il Napoli, però, lamentò il mancato pagamento della prima rata che il Siviglia avrebbe dovuto versare per Maradona e la FIFA negò il permesso all’argentino di disputare la partita, che venne di conseguenza annullata.

Alice Dionisi

 

Dzeko-Milik in stand-by e intanto arriva Kumbulla

Alice Dionisi – Il “sì” di Arkadiusz Milik alla Roma sblocca anche Edin Dzeko in ottica Juventus. Da Trigoria è stata decisiva la chiamata del tecnico Fonseca all’attaccante polacco, che lo ha persuaso a scegliere il trasferimento nella Capitale, promettendogli “Sei il nostro numero 9 ideale”. Mancano ancora da limare gli ultimi dettagli tra Milik e il Napoli. De Laurentiis non vuole rinunciare alla multa relativa all’ammutinamento dei giocatori partenopei dopo Napoli-Salisburgo in Champions League (quando non vollero tornare a Castelvolturno per il ritiro), ma ci sarebbero anche degli stipendi in arretrato da pagare. Il polacco ha svolto la prima parte delle visite mediche all’estero, in Austria, dove alcuni giorni fa è stato operato anche Nicolò Zaniolo. Il costo totale dell’operazione sarà di 27 milioni, suddivisi in prestito (3 milioni), riscatto obbligatorio (15) e bonus (9), mentre il calciatore percepirà uno stipendio da 4.8 milioni netti a stagione. La Roma attende Milik prima di poter dare il via libera alle visite di rito di Dzeko con la Juventus. Il costo dell’operazione che porterà il bosniaco alla corte di Pirlo è di 15 milioni, con un contratto da 7.5 milioni netti a stagione per due anni. I giallorossi così facendo non si libereranno solo dell’ingaggio -pesante- del numero 9, ma potranno mettere a bilancio anche una plusvalenza da 12.5 milioni. In attesa che Milik e Napoli risolvano le loro querelle, la Roma accoglie Marash Kumbulla nella Capitale: al Verona vanno in prestito Cetin, Diaby e Cancellieri. Prestito biennale per il difensore, con riscatto fissato a 13.5 milioni più 3.5 di bonus. Cengiz Under invece andrà in prestito al Leicester: alla Roma 3 milioni per il prestito, con il diritto di riscatto (e non obbligo, come inizialmente pattuito) fissato a 24 milioni. Resta in una situazione di stallo la trattativa con il Manchester United per il ritorno di Chris Smalling a Roma.

Alice Dionisi

La meglio gioventù – Alberto Aquilani: il talento romano frenato dai troppi infortuni

(S. Valdarchi) – In questo nostro viaggio a ritroso nel tempo, attraverso i migliori frutti del settore giovanile della Roma, incontriamo per la prima volta un giocatore che ha appeso gli scarpini al chiodo. Si tratta di Alberto Aquilani, nato nel luglio del 1984 e che l’estate scorsa, a 35 anni ancora da compiere si è ritirato dal calcio giocato. La sua carriera, comunque degna di nota e ricca di esperienze in club di livello, è stata probabilmente frenata da una certa attitudine ad infortunarsi negli anni decisivi della sua maturazione.

Il cammino a Roma

Cresciuto nella Spes Montesacro, si afferma fin da piccolo e viene portato a Trigoria, dove percorre tutto il percorso delle giovanili, fino all’approdo in prima squadra. Debutta in Serie A il 10 maggio del 2003, in un Roma-Torino 3-1 che verrà ricordato anche per il primo gol di Daniele De Rossi con la maglia romanista. Gioca anche un’altra gara in quell’annata, in Coppa Italia contro la Triestina, club nel quale gioca in prestito nella stagione 2003/04.
In Serie B Aquilani si afferma senza troppa difficoltà, arrivando a collezionare 41 presenze e 4 gol nel campionato cadetto.
Una volta tornato alla Roma, ancora ventenne, riesce a ritagliarsi un ruolo importante, fino a diventare, negli anni successivi, uno dei pilastri della formazione Spallettiana. Veste la maglia giallorossa fino al 2009, raggiungendo quota 149 gare disputate. Rimane comunque il rimpianto di aver solo intravisto il miglior Aquilani, quello della rabona di San Siro e delle grandi conclusioni dalla distanza, per colpa di diversi guai fisici – tra cui la lesione al collaterale mediale del ginocchio destro e innumerevoli stop muscolari – che ne hanno minato la continuità.
Nell’agosto del 2009, a 25 anni, viene ceduto al Liverpool per 20 milioni di euro, cifra molto importante per un mercato ancora non drogato” come quello di oggi.

Le rivali della ex

Partito dalla Capitale, Alberto Aquilani, da sempre dichiaratamente tifoso romanista, nel giro di 6 anni veste le maglie di quattro dei club storicamente poco affini al popolo giallorosso: il già citato Liverpool, Juventus, Milan e Fiorentina. Manca soltanto la Lazio per l’en plein.
Scherzi a parte, il centrocampista classe ’84 firma un contratto quadriennale con i Reds, ma in Inghilterra non riesce mai ad affermarsi fino in fondo. Dopo una prima stagione trascorsa per la maggior parte in panchina, 18 presenze in Premier di cui la metà da subentrato, il Liverpool decide di cederlo in prestito alla Juventus, alla fine del mercato estivo del 2010.
A Torino, nell’ultima Juve pre-dominio – dalla stagione successiva è partita la duratura ed ancora attuale egemonia bianconera – Aquilani ritrova la titolarità, disputando 33 gare. Questi numeri però, non spingono la società di Agnelli a riscattare il romano, che tornato oltremanica si prepara ad un ulteriore prestito. La direzione questa volta è Milano, sponda rossonera. Anche al Milan, l’ex Roma si afferma senza troppe difficoltà nello scacchiere tattico di Allegri e sfiora lo Scudetto, arrivando pochi punti dietro proprio alla Juventus.
Terminato quel campionato, il Liverpool decide per la terza cessione consecutiva, sempre in Italia, ma questa volta a titolo definitivo. Il 3 agosto del 2012 viene ufficializzato il suo passaggio alla Fiorentina. In viola rimane per 3 anni, accompagnato durante questo tempo da Vincenzo Montella in panchina, che gli mette sulle spalle la numero 10 e ne fa un cardine della sua squadra.

Le ultime esperienze ed il ritiro

Dopo il suo addio a Firenze, Alberto Aquilani gioca soltanto altre tre stagioni, prima di svincolarsi per poi lasciare definitivamente il calcio giocato. Nel 2015 tenta fortuna all’estero, in Portogallo, con la maglia dello Sporting Lisbona. Nonostante un anno piuttosto positivo, i lusitani lo cedono al Pescara, neopromossa in Serie A. Aquilani trascorre soltanto i primi 6 mesi del campionato 2016/17 in Abruzzo, scendendo in campo per 9 volte, prima di essere girato in prestito al Sassuolo. A fine stagione, anche il Delfino decide di venderlo ed il classe ’84, dopo Inghilterra e Portogallo, va a giocare in Spagna, tra le fila del Las Palmas. Quella nelle Canarie rappresenta la sua ultima esperienza da giocatore. Nell’estate del 2018, con ancora un anno di contratto, rescinde con gli spagnoli. Passato un anno da svincolato, all’età di 34 anni si ritira dal calcio.
Attualmente è il presidente della Spes Montesacro, scuola-calcio nella quale è cresciuto e dallo scorso luglio è tornato a lavorare, in una nuova veste, nella Fiorentina. Nei viola ha iniziato come tecnico dell’Under 18, ma a dicembre 2019 Giuseppe Iachini, subentrato a Vincenzo Montella, lo assume come collaboratore tecnico nel suo staff.

(S. Valdarchi)

Le statistiche di Juventus-Roma 1-3 – Massimo risultato con il minimo sforzo. Stadium espugnato nel segno di Perotti

(S. Valdarchi) – Massimo risultato con il minimo sforzo, Fonseca non poteva chiedere di più all’ultima di campionato. La Roma supera la Juventus all’Allianz Stadium (primo successo della storia romanista nell’impianto bianconero) per 3 a 1 ed il tecnico portoghese riesce anche a far rifiatare quasi tutti i titolari, in vista della gara di giovedì contro il Siviglia, sfida valida per gli ottavi di Europa League. I capitolini chiudono la loro Serie A al quinto posto, con 70 punti all’attivo (4 in più rispetto all’anno scorso), frutto di 21 vittorie7 pareggi e 10 sconfitte. Prosegue il momento positivo della Roma, che a Torino colleziona l’ottavo risultato utile consecutivo e la settima vittoria nelle ultime otto gare. I rimpianti per il quarto posto rimangono, ma la condizione con la quale i giallorossi arrivano all’appuntamento più importante della stagione è più che positiva, e fa ben sperare.

I numeri

Entrambi gli allenatori hanno optato per il turn-over, ma la vittoria della Roma non è comunque da sminuire, visto che le seconde linee romaniste avevano di fronte giocatori del calibro di Szczesny, Bonucci, Danilo, Rabiot, Matuidi, Bernardeschi e Higuain. Il possesso palla è in perfetto equilibrio, 50% e 50%, con i padroni di casa in grado di mantenere il pallone per 9 secondi in più rispetto agli avversari: 27’22” a 27’13”. 9 tiri pari, ma gli uomini di Fonseca sono stati in grado di centrare più volte lo specchio: 7 a 4 per gli ospiti le conclusioni in porta. Così come accaduto contro il Torino, il possesso palla della Roma non consiste in una fitta rete di passaggi, ma si cerca di accelerare la manovra, andando spesso in verticale alla ricerca di occasioni da gol. 508 a 397 in favore della Juventus i passaggi riusciti, 5 a 6 il conteggio delle chance create.

Dal punto di vista atletico, dopo un inizio decisamente sotto ritmo, la gara si è accesa con il passare dei minuti. Al 90esimo, le due squadre hanno percorso rispettivamente 108,295 km e 106,051 km, dati nella media di questo fine-campionato. Giocando la ripresa in vantaggio, i giallorossi hanno aspettato di più i Campioni d’Italia, lasciando che il baricentro degli uomini di Sarri (assente per squalifica) salisse fino a 58,35 m, 9 in più rispetto ai 49,67 m del primo tempo.

Le prestazioni individuali

Per alcuni giocatori scesi in campo, quella contro la Juventus potrebbe rappresentare l’ultima apparizione in maglia giallorossa. Tra questi c’è anche Nikola Kalinic. L’attaccante croato, in prestito secco dall’Atletico Madrid, difficilmente verrà trattato dalla Roma in estate per un eventuale acquisto a titolo definitivo, ma ha deciso di salutare la squadra capitolina con un gol allo Stadium. Potrebbe tornare utile in Europa League, anche se ovviamente la maglia da titolare sarà data a capitan Dzeko. Nella vittoria in trasferta, Kalinic recupera 7 volte la palla, facendo un gran lavoro in pressing sui portatori di palla avversari. Calcia due volte nello specchio della porta, trovando il suo quinto gol in Serie A. In tutto il campionato, l’ex Fiorentina e Milan è entrato in campo per 19 volte, ma soltanto 6 da titolare. Il totale dei minuti disputati in Serie A è di 567, per una media di una rete ogni 113 minuti, non male.

Chiudiamo con Diego Perotti. Anche il Monito è nella lista dei giocatori che potrebbero lasciare Trigoria a fine stagione, ma dà il suo contributo fino all’ultimo, siglando un’importante doppietta. Calcia 3 volte, tutte e 3 nello specchio della porta difesa da Szczesny, suo ex compagno che batte dagli 11 metri con la solita freddezza. Confeziona anche l’assist per il momentaneo pareggio di Kalinic, gioca 35 palloni e chiude con l’85% di passaggi riusciti su quelli tentati.

(S. Valdarchi)

Maledette vacanze

Alice Dionisi – Il 2019 della Roma si era concluso con la vittoria per 4-1 ai danni della Fiorentina, con il poker calato da Dzeko, Kolarov, Pellegrini e Zaniolo. Ma il 2020 dei giallorossi si apre con uno scenario differente: l’anno solare comincia con una sconfitta per 0-2 contro il Torino, con la doppia firma di Belotti. Una striscia di cinque risultati utili consecutivi per gli uomini di Fonseca, interrotta dalla sosta natalizia e dai granata. Nell’ultima partita del girone di andata la Roma ha poi incontrato la Juventus, incassando però un’altra sconfitta: 1-2 per i bianconeri che sbloccano il match dopo appena 3 minuti di gioco. Contro il Genoa un sospiro di sollievo: i giallorossi ritrovano la vittoria, conquistando i 3 punti al Marassi grazie alle reti di Under e Dzeko. L’entusiasmo però dura poco, perché gli uomini di Fonseca sono di nuovo chiamati ad affrontare la Juventus per disputare i quarti di finale di Coppa Italia, ma vengono eliminati dai bianconeri che vincono 3-1 allo Juventus Stadium. In campionato arriva una grande prestazione contro la Lazio nel derby capitolino, ma la Roma non riesce ad andare oltre l’1-1. Il turno successivo conferma l’incubo giallorosso, con la sconfitta per 4-2 in casa del Sassuolo, incassando tre gol nei primi 26′. Sei partite disputate, quattro sconfitte, un pareggio e una vittoria. In tutte le partite giocate prima della sosta natalizia erano arrivate soltanto tre sconfitte: contro Atalanta, Parma e Borussia Monchengladbach. Nel 2020 i giallorossi hanno collezionato soltanto quattro punti: clamoroso crollo fisico e mentale degli uomini di Fonseca, che spazzano via le certezze di inizio stagione. Adesso il quarto posto è a rischio, in attesa dell’Atalanta.

Alice Dionisi

 

 

 

 

Sorteggi Champions League, i gironi delle italiane

Alice Dionisi – Il Napoli nel girone dei campioni in carica del Liverpool, per l’Inter ci sono Barcellona e Borussia Dortmund. A Montecarlo prendono forma i raggruppamenti per la fase a gironi della Champions League 2019/2020, che vedono Atalanta, Juventus, Napoli e Inter a rappresentare l’Italia. I bergamaschi, allo storico esordio nella massima competizione europea, pescano Manchester City, Shakhtar Donetsk e Dinamo Zagabria nel turno C. La Juventus di Maurizio Sarri, testa di serie nel gruppo D, dovrà invece vedersela con Atletico Madrid, Bayer Leverkusen e Lokomotiv Mosca. Girone di ferro per l’Inter, che affronterà Barcellona, Borussia Dortmund e Slavia Praga. Il Napoli, oltre ai vincitori della scorsa edizione, si giocherà l’accesso agli ottavi contro Salisburgo e Genk.

Gironi complicati per le italiane, ma non impossibili. L’Inter potrà puntare sulla doppia sfida contro lo Slavia Praga, battendosi con i tedeschi del Borussia Dortmund (che nella scorsa edizione della Bundesliga sono arrivati al secondo posto, a soli due punti dal Bayern Monaco) per la qualificazione al turno successivo. L’Atalanta, nonostante partisse dalla quarta fascia, superato l’ostacolo City può giocarsela ad armi pari con Dinamo Zagabria e Shakhtar. Il Napoli ha già affrontato il Salisburgo agli ottavi di finale di Europa League la scorsa stagione, vittoria per 3-0 al San Paolo e sconfitta per 3-1 in trasferta. Genk avversario alla portata dei partenopei. Nonostante fosse testa di serie, la Juventus dovrà mantenere la concentrazione alta: oltre al pericolo Atletico Madrid, dalla terza fascia non bisogna sottovalutare neanche il Bayer Leverkusen.

Premiati anche i miglior calciatori della scorsa stagione a Montecarlo: Virgil Van Dijk è stato eletto giocatore dell’Anno dalla UEFA, vincendo anche nella categoria difensori. Premiato anche il portiere del Liverpool, ex Roma, Alisson, come il migliore tra i pali nella scorsa edizione della Champions League. A centrocampo vince De Jong (ex Ajax, oggi al Barcellona), mentre Messi ottiene il riconoscimento come miglior attaccante, battendo Cristiano Ronaldo e Sadio Manè.

Negli altri gironi, riflettori puntati su PSG-Real Madrid, nel gruppo A insieme a Brugge e Galatasaray. Il Bayern Monaco affronterà il Tottenham, l’Olympiakos e lo Stella Rossa (gruppo B), Zenit con Benfica, Lione e Lipsia (girone G), chiude il Chelsea, contro Ajax, Valencia e Lille.

Alice Dionisi

Calciomercato, inizia l’estate dei colpi milionari

Gianluca Notari – La stagione sta per finire e l’estate comincia timidamente ad affacciarsi nelle case di tutti i tifosi. Senza Mondiali o Europei, quella che ci apprestiamo a vivere sarà un’estate molto lunga, probabilmente all’insegna dei grandi colpi di calciomercato. Tanti i club reduci da annate rivedibili: le due di Manchester hanno fallito i propri obiettivi, così come il Bayern Monaco e il Real Madrid, entrambe fuori prematuramente dalla Champions League così come l’Atletico. Spostandoci in Italia, chi metterà pesantemente mano al portafogli sarà la Juventus, ancora scottata dall’eliminazione in Champions contro l’Ajax: gli olandesi hanno dimostrato ancora una volta che il potere economico non significa vittoria e che Cristiano Ronaldo non è sinonimo di trofei.

Ma oltre a CR7, autore in ogni caso dell’ennesima stagione da urlo, i bianconeri hanno probabilmente sbagliato qualcosa in fase di costruzione della rosa: il ritorno di Bonucci non ha garantito quella sicurezza difensiva di cui si aveva memoria, mentre il centrocampo si è dimostrato spesso in difficoltà. Per questo, l’obiettivo è Paul Pogba: il suo ritorno a Torino potrebbe aggiustare le cose nella mediana di Allegri, ma il suo nome è da tempo sul taccuino di Zinedine Zidane. Il Real dovrà affrontare in estate una piccola rivoluzione, visto che il primo anno post-Ronaldo non è andato come sperato. Oltre al colpo Hazard, sempre più vicino ai Galacticos e con il Chelsea che si è già assicurato l’arrivo di Pulisic, a Madrid i tifosi si preparano per i fuochi d’artifico: poche settimane fa Florentino Perez aveva ammesso l’interesse sia per Mbappé che per Neymar, facendo capire le intenzioni dei Blancos per il prossimo mercato.

In Inghilterra, invece, si guarda alle difese: City e United sarebbero entrambe interessate a Koulibaly, valutato però da De Laurentiis non men di 100 milioni. Per i Red Devils una soluzione low cost potrebbe essere Manolas della Roma, il quale si potrebbe liberare facilmente grazie alla clausola rescissoria da 36 milioni di euro. Restando in Serie A, continua a tenere banco la situazione di Mauro Icardi: l’argentino è tornato in squadra dopo il periodo passato in quarantena, ma nonostante le rassicurazioni della moglie-agente Wanda Nara – “Mauro rimarrà all’Inter” ha detto la show girl in settimana – si intensificano le voci su un possibile scambio con Dybala, ridimensionato in bianconero con l’arrivo di CR7 e autore di una stagione da dimenticare: appena 5 reti in campionato, certamente un bottino non indimenticabile. L’Inter dal canto suo si assicurerebbe un campione che potrebbe comporre un tridente niente male insieme a Lautaro e Dzeko, visto come prima alternativa per il post-Icardi.

Gianluca Notari

Calciomercato, colpi prenotati per Juventus e Chelsea: in arrivo Ramsey e Pulisic

Gianluca Notari – La sessione invernale di calciomercato si è chiusa da poco ed i colpi sono stati come sempre tanti. L’operazione più costosa la porta a termine il Paris Saint-Germain, che conclude l’acquisto di Leandro Paredes dallo Zenit per un totale di 47 milioni di euro. Pochi i movimenti in Italia, ad esclusione del Milan, mentre sono stati diverse le operazioni di mercato in Inghilterra.
Ma oltre all’immediato, alcuni club hanno lavorato per il futuro: si tratta di Chelsea e Juventus, le quali hanno rispettivamente ufficializzato gli acquisti di Christian Pulisic e di Aaron Ramsey a partire dal prossimo 1° luglio.

Christian Pulisic nasce nel 1998 a Hershey, piccola cittadina della Pennsylvania, negli Stati Uniti. Figlio d’arte – il padre, Mark, era un giocatore professionista di calcio indoor – Pulisic si trasferisce con la famiglia dagli USA all’Inghilterra, più precisamente ad Oxford, dove approfondisce la sua passione per il calcio. Torna a casa un anno dopo, ma nonostante l’America non sia il luogo migliore per giocare al football, Pulisic continua a giocare arrivando a vestire la maglia della Nazionale statunitense. In un torneo Under 17 in Turchia viene notato dagli osservatori del Borussia Dortmund: detto fatto, lo statunitense diventa un nuovo giocatore giallonero e si trasferisce in Germania. Dal 2016 in poi, anno in cui entra a far parte stabilmente della prima squadra, colleziona 116 presenze condite da 16 gol. La giovanissima età e la sua duttilità – può occupare facilmente in tutte le posizioni del tridente d’attacco – lo hanno reso un profilo fin troppo appetibile: così, il 2 gennaio del 2019, il Chelsea ha ufficializzato il suo passaggio a Londra per la bellezza di 64 milioni di euro. Pulisic giocherà in Germania fino a fine stagione, dopodiché volerà in Inghilterra dove, con ogni probabilità, dovrà sostituire un pezzo grosso come Eden Hazard, di cui si parla insistentemente in ottica Real Madrid.

Diametralmente opposto il profilo di Aaron Ramsey, nuovo giocatore della Juventus. Nato in Galles nel 1990, Ramsey ha passato gli ultimi 11 anni da tesserato Arsenal. Da ‘Golden Boy‘ dalle ottime premesse a centrocampista di sicura affidabilità, Ramsey è stato uno dei pochi punti durante transizione che il club del North London ha affrontato negli ultimi anni, passando da Wenger a Emery. Centrocampista polivalente in grado di giocare da trequartista, da mezzala e anche da esterno offensivo, Ramsey andrà a rinforzare un reparto che, a detta di molti addetti ai lavori che si occupano di Juventus, si è dimostrato il più carente dopo gli anni di Pirlo, Vidal, Pogba e Marchisio. “Continuerò a dare il 100% per la squadra e spero di finire la stagione bene” ha comunicato il gallese tramite il proprio profilo Instagram, ma l’idea di “aprire un nuovo capitolo a Torino” e di poter giocare insieme a campioni come Dybala e Cristiano Ronaldo già lo eccita. Svincolato, la Signora se l’è aggiudicato offrendogli un contratto di 4 anni a 7 milioni di euro a stagione. Un accordo importante, ma che dimostra ancora una volta l’intenzione della dirigenza bianconera di puntare ai vertici del calcio mondiale.

Gianluca Notari

Calciomercato, vicino il ritorno di Caceres alla Juventus. Prenderà il posto di Benatia

Gianluca Notari – “Certi amore non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” cantava Venditti. E lo cantava pure Galliani, quando nel 2013 riuscì a riacquistare Kaka dopo i quattro anni passati a Madrid tra le fila dei Galacticos. Le storie dei “coming back” sono tante nel mondo del calcio: un’altra è certamente quella che riguarda Leonardo Bonucci, tornato alla Juventus dopo la stagione al Milan. Proprio alla Juventus, potrebbe presto tornare un altro difensore, fedelissimo di Conte ma che, con l’avvento di Allegri, aveva via via perso posizioni nelle gerarchie difensive. Si tratta di Martin Caceres, passato alla Lazio solamente un anno fa. L’urugaiano, ex Siviglia e Barcellona, quest’anno non ha certo lasciato il segno: soltanto 8 presenze tra Serie A ed Europa League, per un totale di 651 minuti.

Caceres, dopo le parentesi 2009-2010 e 2012-2016, aveva lasciato la Juventus da svincolato. Nel febbraio del 2017 si era poi trasferito in Inghilterra, con la maglia del Southampton, dove però collezionò appena una presenza. Poi l’Hellas Verona nella stagione 2017-2018, ed infine la Lazio, nel gennaio del 2018. Ma dopo appena un anno, il classe ’87 sembra pronto a fare le valigie e ritornare per la terza volta a Vinovo. A fargli posto sarà Mehdi Benatia, in uscita dal club bianconero e propenso ad accettare un’offerta monstre dal Qatar.

Sebbene Caceres sia in vantaggio rispetto agli altri, il suo non è l’unico nome su cui Paratici ed il suo staff stanno facendo le dovute valutazioni. Il profilo cercato dalla Juve, in ogni caso, è quello di un difensore esperto e navigato, subito pronto per il ruolo di quarto centrale da affiancare ai tre italiani Chiellini, Bonucci e Rugani. Oltre all’uruguaiano, si sono fatti i nomi di Garay, Ivanovic, Cahill, Skrtel e Bruno Alves, quest’ultimo spinto in particolar modo da Cristiano Ronaldo, suo amico e compagno nel Portogallo Campione d’Europa nel 2016. Ma ormai le cose sembrano quasi fatte, e Caceres si appresta a diventare un nuovo giocatore della Juventus.

Gianluca Notari

Clamoroso: la Juventus ci prova per Cristiano Ronaldo. Affare possibile!

(Keivan Karimi) – Quella che sembrava la classica boutade estiva di mercato potrebbe clamorosamente trasformarsi in una trattativa seria e concreta. La Juventus sogna il colpo della vita, ovvero l’ingaggio di Cristiano Ronaldo, colui che assieme a Leo Messi e Neymar è considerato non solo uno dei calciatori più forti al mondo, ma anche tra i talenti più iconici e seguiti di sempre.

Il programma tv spagnolo Jugones ha spiegato oggi i motivi per cui il passaggio di CR7 alla Juve non sembra essere così assurdo: Ronaldo avrebbe ormai rotto con il patron del Real Madrid, il vulcanico Florentino Perez, già dopo le dichiarazioni su un presunto addio annunciate dopo la finale di Champions League. La volontà del numero 7 madrileno di cambiare aria è dunque ormai nota ed un’esperienza italiana lo stuzzica non poco. Addirittura il Real sarebbe pronto ad accettare l’offerta da 100 milioni della Juventus per il suo campione ormai 33enne, per poi reinvestire tutto sull’assalto a Neymar. Ovvio che i costi dell’ingaggio di Ronaldo sarebbero poi davvero enormi per il club di Vinovo, ma tale operazione frutterebbe un guadagno sul merchandising indescrivibile. Ed il sogno di riportare la Champions a Torino potrebbe diventare realtà.