Champions League, sorteggio duro per Lazio e Atalanta

Alice Dionisi – Dalla Svizzera non arrivano buone notizie per Gasperini e Inzaghi. La Juventus, testa di serie, nei sorteggi per gli ottavi di finale di Champions League pesca il Porto (andata il 17 febbraio 2021 in Portogallo, ritorno il 9 marzo). La Lazio trova i campioni in carica del Bayern Monaco di Lewandowski, l’Atalanta il Real Madrid del tecnico Zidane. Andata in casa per i bergamaschi, che affronteranno gli spagnoli il 24 febbraio e il 16 marzo, mentre la Lazio affronterà la formazione tedesca prima allo Stadio Olimpico, il 23 febbraio, con il ritorno in trasferta il 17 marzo. Il Liverpool, vincitore del titolo nella stagione 2018/2019, affronterà il Lipsia, mentre il Manchester City di Guardiola se la vedrà con gli altri tedeschi del Borussia Moenchengladbach. Atletico Madrid-Chelsea, Barcellona-PSG e Siviglia-Borussia Dortmund gli altri accoppiamenti che chiudono il quadro degli ottavi.

Nel 1974 l’unico precedente tra Lazio e Bayern Monaco, in occasione di un’amichevole allo stadio Olimpico che terminò 1-1. Lewandowski non abbassa la guardia: “Sarà una partita molto complicata, è una squadra davvero forte e hanno giocatori super in rosa. Vogliamo passare il turno, ma rispettiamo questa squadra”. Il CEO del club bavarese, Karl-Heinze Rummenigge, non prende alla leggera il sorteggio e avverte i suoi: “La Lazio viene sottovalutata, hanno vinto col Borussia Dortmund che negli ultimi anni è sempre arrivata seconda in Germania”. Nel 1992 i biancocelesti avrebbero dovuto affrontare i tedeschi in un’ulteriore amichevole di prestigio, capace di far registrare il tutto esaurito, ma che venne poi annullata da un divieto della FIFA. Il Bayern Monaco avrebbe schierato Maradona, “in prestito” dal Siviglia per una sola partita, che avrebbe affrontato la Lazio dell’inglese Paul Gascoigne in una sfida tutta tra stelle. Il Napoli, però, lamentò il mancato pagamento della prima rata che il Siviglia avrebbe dovuto versare per Maradona e la FIFA negò il permesso all’argentino di disputare la partita, che venne di conseguenza annullata.

Alice Dionisi

 

Derby: Roma, prova di carattere. Ma l’errore di Pau Lopez…

Alice Dionisi Finisce 1-1 il derby della Capitale tra Roma e Lazio. Stesso risultato ottenuto all’andata, ma scenario differente. Era dalla stagione 2002/2003 che la stracittadina non finiva in parità entrambe le volte. A settembre, Fonseca, appena alla seconda partita sulla panchina della Roma, aveva sofferto la pressione dei biancocelesti, pur riuscendo a portare a casa il pareggio. All’Olimpico si presenta la Lazio da favorita, reduce dalla vittoria contro la Sampdoria per 5-1, ma sono i giallorossi a fare la partita. Al 26’ Edin Dzeko sfrutta il cross di Cristante e beffa Strakosha, firmando la rete del vantaggio della Roma, ma non passano neanche 10’ prima che il risultato venga portato nuovamente sulla parità. La Lazio sfrutta il calcio d’angolo e l’errore di Pau Lopez, che sulla linea della porta non riesce a bloccare il pallone deviato da Santon e regala ad Acerbi l’occasione di pareggiare la partita. La partita termina 1-1 ma la Roma rimpiange le occasioni sprecate e gli errori sotto porta, che non le hanno permesso di portare a casa la vittoria nonostante la superiorità espressa sul campo di gioco. Inzaghi incassa il punto conquistato e ammette: “La Roma è stata più brava di noi, ha fatto una grande partita, ha vinto i duelli individuali. Ho fatto i complimenti a Fonseca, ma la Lazio ha saputo soffrire”. Il portoghese coccola i suoi “Siamo stati coraggiosi”, ma c’è il rammarico per il pareggio “Non rispecchia quello che si è visto in campo. Pau Lopez ha fatto un’uscita infelice, ma resta un grande portiere”. Nel frattempo, il nuovo acquisto Roger Ibanez si è recato nella clinica di Villa Stuart per svolgere le visite mediche, nei prossimi giorni sono attesi anche Villar e Carles Perez.

Alice Dionisi

 

Lazio-Roma 1-1, le pagelle: Zaniolo baciato dalla sfortuna, Kolarov decisivo

Luca Fantoni – Il primo derby di Fonseca termina 1-1. Un pareggio che serve poco ad entrambe. Il primo tempo finisce 1-0 per la Roma grazie al gol di Kolarov su rigore, dopo 3 pali colpiti dalla Lazio e 2 dalla Roma, entrambi con Zaniolo. Nella ripresa i giallorossi calano di ritmo e i biancocelesti riescono a pareggiare grazie a Luis Alberto, servito da Immobile che sfrutta una palla persa da Kolarov. Nel finale gol annullato a Lazzari per un fuorigioco di Jony.

ROMA

PAU LOPEZ: 6 – Sul gol della Lazio il portiere spagnolo non ha colpe. Fa venire un brivido ai tifosi della Roma quando sbaglia un rinvio che poteva diventare pericolosissimo. Si rifà nella ripresa quando nega a Correa il gol del possibile vantaggio.

FLORENZI: 6 – Come al solito meglio quando deve attaccare piuttosto che difendere. La Lazio attacca spesso dalla sua parte ma tutto sommato riesce a reggere l’urto. Spende un ottimo giallo su Correa, evitando una ripartenza pericolosa.

FAZIO: 5.5 – Nel primo tempo si fa sovrastare di testa sull’azione del palo di Immobile. Alla distanza cresce e non commette particolari errori difensivi.

MANCINI: 6 – Non era una partita scontata per l’ex Atalanta, al suo esordio da titolare e per giunta in un derby. Mancini se la cava bene, dimostrando una buona attenzione difensiva.

KOLAROV: 6 – Porta in vantaggio la Roma tirando un rigore in maniera perfetta. Nella ripresa però perde la palla che porta al gol di Luis Alberto. Partita dai due volti per il serbo.

CRISTANTE: 5.5 – A livello difensivo fa una buonissima partita ma sul voto pesa tanto quella palla persa nel recupero che poteva costare la partita alla squadra di Fonseca.

PELLEGRINI: 6.5 – L’altro romano in campo sembra gestire piuttosto bene la pressione. Svolge bene il lavoro che chiede Fonseca, risultando prezioso anche in fase difensiva. Gli manca la giocata in avanti ma in questa partita, giocata con la difesa così bassa, non era facile.

UNDER: 5 – Dopo tante partite positive, al derby il turco stecca. Fonseca gli richiede un lavoro difensivo maggiore, lui lo svolge bene ma poi in avanti non riesce ad incidere come al solito.

ZANIOLO: 6.5 – Poteva bagnare il derby con il gol ma una grande sfortuna non glielo permette. Del tridente della Rom è per distacco quello più pericoloso, sia quando deve andare al tiro sia quando deve servire un assist ai compagni.

KLUIVERT: 5.5 – Quando deve partire in progressione, riesce a farlo in maniera eccellente. Quando deve decidere cosa fare del pallone va in difficoltà. All’olandese manca ancora un po’ di precisione e freddezza sotto porta.

DZEKO: 5.5 – Partita difficile per il bosniaco. La squadra è bassa e di palloni avanti ne arrivano pochi. Quelli che arrivano non vengono gestiti come al solito.

PASTORE (Dal 67′): S.V. Entra e non incide. Niente di nuovo.

SANTON (Dal 79′): 5 – Prima fa fallo su Jony regalando una punizione insidiosa, poi rischia di farsi espellere. Non bene.

DIAWARA (Dal 88′): S.V. – Pochissimi minuti per l’ex Napoli.

All.FONSECA: 6 – Il portoghese dimostra di essere un allenatore versatile. Abbandona il tipico atteggiamento aggressivo per giocare una partita di difesa e contropiede. La scelta lo ripaga a metà.

Luca Fantoni

Sorteggi Europa League, Roma contro Erdogan. Lazio girone di ferro

Alice Dionisi – Alle italiane non basta essere testa di serie per evitare squadre insidiose nei sorteggi a Montecarlo per la fase a gironi di Europa League. La Roma finisce nel gruppo J e sarà chiamata ad affrontare Borussia Moenchengladbach, Istanbul Basaksehir e Wolfsberger. “Ci è capitato un girone nel quale dovremo esprimerci al meglio, ma siamo consapevoli della nostra forza e vogliamo passare il turno” ha commentato il tecnico Paulo Fonseca. Girone di ferro per la Lazio, che si giocherà l’accesso alla fase successiva contro Celtic, Rennes e Cluj, definito “Difficile, ma affascinante” dall’allenatore Inzaghi.

La formazione tedesca e i campioni in carica di Scozia erano tra le avversarie più temibili in seconda fascia per i due club capitoli. La Roma cercherà la qualificazione affrontando il Basaksehir, la squadra di Erdogan e degli ex-campioni Robinho, Turan e Inler (osservato speciale Under, che tornerà in Turchia per sfidare i suoi ex compagni) oltre agli “altri lupi”, gli austriaci del Wolfsberger.

Sponda Lazio, attenzione al Rennes, che è attualmente primo in classifica in Ligue 1, a punteggio pieno, reduce dalla vittoria dell’ultima edizione della Coppa di Francia, dove hanno sconfitto il Paris Saint-Germain in finale. L’urna di Montecarlo non sorride ai biancocelesti, ma il ds Tare ha fiducia nei suoi: “Penso che siamo favoriti e questo ruolo ci fa piacere, possiamo vincere il girone”.

Per le altre “big”, girone di velluto per il Siviglia, che pesca Apoel Nicosia, Qarabag e Dudelange nel gruppo A, mentre l’Arsenal se la vedrà con Eintracht Francoforte, Standard Liegi, Vitoria Guimaraes. Bilanciato il sorteggio del gruppo G con Porto, Young Boys, Feyenoord e Rangers Glasgow, sorride anche il Manchester United che capita Astana, Partizan Belgrado e Az Alkmaar.

La Roma non vuole sprecare l’occasione, dopo la splendida cavalcata in Champions League dello scorso anno: “Abbiamo il dovere di affrontare la competizione per arrivare in fondo” ha commentato il vice-presidente Baldissoni, “L’abbiamo fatto anche in Champions e con un po’ di fortuna saremmo arrivati in finale“.

Alice Dionisi

2015, Lazio-Roma 1-2. Da Manolas a Yanga-Mbiwa: due colpi di testa per la Champions

Luca Fantoni – È incredibile come, qualche volta, a compiere le grandi imprese siano gli antieroi per eccellenza, giocatori il cui compito è mandare la palla più lontana dalla porta e non dentro. Sarebbe facile far segnare Dzeko, tanto lui segna sempre. Quando a gonfiare la rete sono Yanga-Mbiwa o Manolas, l’atmosfera durante e dopo diventa surreale. “Ma veramente hanno segnato loro? Quelli che di testa ci rinviavano solo?”. Si, veramente. Se poi in mezzo ci buttiamo anche il destino che ha restituito al greco ciò che gli aveva tolto una settimana prima, ecco che i contorni storici e mistici dell’impresa sono delineati. Torniamo a quel giorno però. 25 maggio 2015. Roma e Lazio si stanno giocando l’accesso diretto alla Champions League, un derby di alta classifica. I biancocelesti sono dietro di un punto e devono vincere per forza. I giallorossi al contrario, possono anche accontentarsi del pareggio. Tipica situazione in cui Totti e compagni rovinerebbero tutto. E invece no, non questa volta. Perché essere romanista ti regala tanti dolori, è vero, ma certe volte ti regala gioie immense. In panchina c’era Garcia. In difesa la coppia centrale era formata dai due eroi, Yanga-Mbiwa e Manolas. Sulle fasce giocavano Torosidis e Holebas bassi, e Florenzi e Iturbe alti. A centrocampo c’erano De Rossi, Keita e Nainggolan con Totti unica punta.

SORPRESE – Nell’aria c’è già qualcosa di strano fin dall’inizio, vuoi perché Iturbe è titolare, vuoi perché la prima ad attaccare è la Lazio, ma già si preannuncia che sarà un pomeriggio pieno di sorprese. A rendersi pericolosi sono subito Felipe Anderson e Klose con il colpo di testa del tedesco che in altre nove occasioni su dieci sarebbe sicuramente entrato. Il primo tempo finisce così, con poche emozioni. Nella ripresa sono sempre i biancocelesti a partire forte con Basta che sfiora il gol. Al 61’ Ibarbo sostituisce Totti. Ibarbo per Totti? Siamo tornati indietro a Roma-Slovan Bratislava di Luis Enrique? I risultati dicono proprio di no, perchè dodici minuti più tardi il colombiano si defila sulla fascia e mette in mezzo un cross basso sul quale arriva Iturbe che deposita il pallone alle spalle di Marchetti. Questo è uno dei tre gol con la maglia giallorossa per l’argentino. Ha scelto l’occasione giusta. Poco dopo i laziali rialzano la testa con un gol di Djordjevic ma, a cinque minuti dalla fine, Pjanic batte una punizione in mezzo all’area, sulla quale spunta la testa di Yanga-Mbiwa che, come farà il suo compagno di reparto tre anni dopo, spizza la palla quel poco che basta per mandarla in porta. La Roma è in Champions League senza passare per i preliminari grazie all’uomo meno atteso, quello che i gol doveva evitarli.

CRESCITA – Non sempre andrà in questo modo. Per la legge dei grandi numeri arriveranno prima o poi altri dolori. Quello che la Roma può fare è cercare di ridurli, cominciando a costruire una mentalità che non ha mai avuto prima. Qual è il rischio del derby? Sicuramente il sentirsi appagati, pensare che una semifinale di Champions basti a rendere una stagione esaltante. No, non basta. Non basta perché se smetti di sognare potevi anche non cominciare a farlo, non basta perché se vuoi essere ricordato devi arrivare primo, non basta perché dopo anni di delusioni e di vittorie sfumate all’ultimo pallone è arrivato il momento che quel pallone rotoli nella porta avversaria. La Roma deve ricordarsi che non gioca più in 11, ma a questi ce ne deve aggiungere 55mila che martedì erano stanchi, tesi e felici come i giocatori. Nel derby non saranno così tanti ma saranno altrettanto affamati, desiderosi di trasmettere questa fame a De Rossi e compagni. Il Liverpool può aspettare, ora bisogna chiudere la settimana perfetta con una vittoria sulla Lazio.

Luca Fantoni

2009, Roma-Lazio 1-0. Dalla delusione all’estasi. La notte indimenticabile di Marco Cassetti

Luca Fantoni – Spesso si parla di cos’è il destino, se esista o meno. I tifosi della Roma, in quel derby di inizio dicembre, ne hanno avuto la prova evidente. Cassetti era in panchina, non doveva entrare, eppure Mexes si è infortunato. All’epoca il terzino aveva 32 anni, aveva fatto la sua buona carriera in maglia giallorossa ma difficilmente sarebbe rimasto impresso per molto tempo nella memoria dei tifosi. Eppure, il destino, quel giorno, l’ha fatto entrare in campo e gli ha fatto decidere uno dei derby più belli degli ultimi anni. Dietro ad una grande sostituzione c’è sempre però un grande allenatore. In panchina sedeva Claudio Ranieri, in una delle sue prime partite, nella stagione dello scudetto sfiorato. In porta c’era Julio Sergio, protagonista anche lui. In difesa Burdisso e Riise giocavano sulle fasce con Juan e Mexes al centro. Il centrocampo a tre era formato da De Rossi, Pizarro e Perrotta mentre davanti agivano Menez, Vucinic e capitan Totti. La Lazio di Ballardini si schierava invece con un difensivo 5-3-2 con Muslera tra i pali, la difesa era formata da Lichsteiner, Diakitè, Stendardo, Radu e l’ormai romanista Kolarov. Brocchi, Baronio e Matuzalem giocavano alle spalle del duo d’attacco Mauri-Zarate.

LA PARTITA – Il derby è una partita calda per definizione. Quella del 2009 lo è stata forse troppo. Dopo le prime azioni di Juan e Zarate infatti, al 12° l’arbitro Rizzoli è costretto ad interrompere il match per sei minuti per il lancio di petardi in campo. Quando si riprende a vedere il calcio giocato, il primo pericolo è della Lazio. Julio Sergio è bravo a smanacciare un tiro-cross di Matuzalem. Al 43° il destino effettua il suo corso. Mexes accusa un leggero problema al ginocchio e chiede la sostituzione. Fa il suo ingresso in campo Marco Cassetti. Al 60° entra in scena il secondo protagonista di quella fredda ma dolcissima notte. Zarate anticipa Burdisso, rientra sul destro e calcia in porta prendendo il palo. Sulla respinta Mauri tira a botta sicura ma Julio Sergio decide di chiudere la saracinesca ed effettua un intervento degno della “parata del secolo” di Gordon Banks ai mondiali del ’70. Dopo quella prodezza i giallorossi si scuotono. Prima Perrotta impegna Muslera di testa poi, al 79°, Cassetti blocca Kolarov e riparte. Dopo una serie di passaggi la palla arriva a Vucinic che la mette in mezzo e trova lo stinco di quel terzino che da quel giorno diventerà uno dei beniamini della Curva sud. Nel finale viene espulso Pizarro ma alla Roma importa poco, il derby è giallorosso.

Sono passati 8 anni ed ora si parla di una sfida di alta classifica. Di Francesco, come Ranieri al tempo, è al primo derby da allenatore. Roma è una piazza particolare e, se dovesse arrivare un risultato negativo, potrebbe cancellare quanto di buono fatto fino ad ora da Dzeko e compagni. Il mister non deve essere intimorito. Questa è una di quelle partite che si vincono prima con la testa e poi con le gambe. Il destino ci ha già dimostrato che se qualcosa deve andare in un certo modo ci andrà, e tra i giocatori dei giallorossi ce ne sarebbero parecchi che meriterebbero un riscatto. Che sia Defrel, Schick o Bruno Peres, uno di loro deve entrare in campo e dimostrare perché gioca nella Roma. È finito il momento delle scuse, è arrivata l’ora di rimboccarsi le maniche e tirare le somme.

Luca Fantoni

SERIE A Crollo Roma a Torino. Pari Inter con il Bologna. Bene Lazio e Sassuolo. Pari fra Milan e Fiorentina. Crotone ancora KO

Terminate le gare del pomeriggio della sesta giornata di A in programma oggi pomeriggio. Ad aprire la Roma di Luciano Spalletti che cade però in casa del Torino per 3-1. Protagonisti Belotti e Iago Falque: il primo ha aperto le marcature con un deciso colpo di testa, per poi guadagnarsi il rigore del momentaneo 2-0 trasformato da Iago Falque che poi ha chiuso il risultato con il gol del 3-1 dopo che la Roma aveva momentaneamente accorciato le distanze con  Totti su rigore (rete 250 in serie A). Nel pomeriggio, l’Inter di De Boer non riesce a trovare la terza vittoria consecutiva e si ferma sul 1-1 a San Siro contro il Bologna. Al gol di Destro ha risposto Perisic. Vincono la Lazio, che ha superato 2-0 l’Empoli all’Olimpico, e il Sassuolo che ha sconfitto l’Udinese per 1-0( Defrel). Pareggio fra Genoa e Pescara.

Questi i risultati finali:

Torino-Roma 3-1 (8′ Belotti, 53′, 65′ Iago Falque, 55′ Totti)

Genoa-Pescara 1-1 (47’Simeone, 85′ Manaj)

Inter-Bologna 1-1 (14’ Destro, 37’ Perisic)

Lazio-Empoli 2-0 (29’ Keita, 90′ Lulic)

Sassuolo-Udinese 1-0 (34’ Defrel)

LAZIO Inzaghi punta su Keita per la partita contro l’Empoli

Inzaghi si appoggia a Keita. L’esterno senegalese nella sconfitta contro il Milan ha vivacizzato l’attacco della Lazio. Le ultime da Formello parlano di ritorno al tridente, con Keita a fianco di Immobile e Felipe Anderson. Il giocatore, dopo la querelle che lo ha visto protagonista nelle prime settimane della nuova stagione, sembra esser tornato definitivamente al suo posto, dando ad Inzaghi quell’imprevedibilità in più in attacco.