Roma-Udinese, le probabili formazioni e dove vederla: Smalling e Mkhitaryan titolari, Zaniolo in panchina. Rebus Ibañez-Calafiori

Roberto Gentili – Lasciare Verona alle spalle e ricominciare. Arrivata la prima battuta d’arresto al Bentegodi, davanti alla Roma si presenta l’immediata occasione per riprendere in mano quel ruolino di marcia che recitava sei vittorie di fila.

Nel primo turno infrasettimanale di campionato arriva l’Udinese. La formazione friulana guidata da Gotti si presenterà all’Olimpico nello stesso stato d’animo dei giallorossi: lunedì i bianconeri sono stati sconfitti per 4-0 dal Napoli.

Il ko col Verona non tarpa le ali dell’entusiasmo giallorosso. Come fatto registrare per il match inaugurale del girone di Conference League contro il Cska Sofia (5-1), anche per la partita con l’Udinese è previsto il sold out.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI ROMA-UDINESE

Le scelte iniziali di Mourinho saranno insidiate da Smalling. Il centrale inglese è tornato giovedì – da titolare – in Conference League per poi entrare domenica al posto di Karsdorp nel quarto d’ora finale. Con una maglia dell’11 già impegnata, ne resta una per due contendenti: Ibañez e Mancini. Dovrebbe essere l’italiano a spuntarla, ma il brasiliano potrebbe comunque essere del match. Per tappare le difficoltà difensive, Ibañez ha la possibilità di essere spostato sulla sinistra al posto di Calafiori. Viña avverte ancora dolore al ginocchio e ieri ha svolto lavoro personalizzato.

Con la porta, la fascia destra ed il centrocampo che non verrano modificati, un’altra novità potrebbe viverla la trequarti. A sinistra tornerà Mkhitaryan, dopo che le prime prove dell’esperimento Shomurodov-Abraham non hanno portato i risultati sperati.

Sull’altro versante, invece, è fortemente possibile il riposo di Zaniolo, finito nel mirino di qualche cinica ed inutile critica dopo Verona. Spazio dunque a Perez. Inamovibile Pellegrini, davanti Abraham andrà a caccia del riscatto. Al Bentegodi – dove ha ricevuto anche insulti razzisti, rimasti per ora impuniti – è arrivata la prima prestazione opaca.

Non subirà cambiamenti l’undici titolare di Gotti. Silvestri in porta, difesa a tre con Nutyinck al centro, Becao e Samir ai lati. Sulle fasce Molina sarà davanti al brasiliano, Stryger Larsen dall’altra parte. Pereyra e Arslan con Walace al centro. In attacco la coppia Deulofeu-Pussetto. Unico dubbio è Stryger Larsen. Il danese è uscito zoppicante a venti minuti dalla fine della sfida contro il Napoli. Se non ce la dovesse fare, al suo posto ci sarà Zeegelar.

DOVE VEDERE ROMA-UDINESE

La sfida tra Roma e Udinese verrà trasmessa da Dazn. Fischio d’inizio alle 20:45. Come per la sfida col Verona, Ricky Buscaglia curerà la telecronaca. Commento tecnico affidato invece a Massimo Gobbi.

ROMA-UDINESE, ARBITRA RAPUANO: DEBUTTO CON I GIALLOROSSI

A dirigere Roma-Udinese sarà Antonio Rapuano. Sergio Ranghetti e Marco Scatragli saranno gli assistenti. Il ruolo di quarto uomo verrà svolto da Gianpiero Mele, Daniele Chiffi al Var e – infine – Rodolfo Di Vuolo all’Avar.

Esordio contro la Roma per Rapuano, non con l’Udinese. L’arbitro riminese ha infatti diretto le Zebrette lo scorso anno in occasione del successo (3-1) nel terzo turno di  Coppa Italia contro il Vicenza.

LE PROBABILI FORMAZIONI

AS ROMA (4-2-3-1): Rui Patricio; Karsdorp, Mancini, Smalling, Ibañez; Cristante, Veretout; Perez, Pellegrini, Mkhitaryan; Abraham.
A disposizione: Fuzato, Boer, Reynolds, Kumbulla, Calafiori, Diawara, Villar, Darboe, Zaniolo, El Shaarawy, Shomurodov, Zalewski, Mayoral.
Allenatore: José Mourinho.
Indisponibili: Spinazzola, Viña.
Diffidati:-.
Squalificati: -.

UDINESE (3-5-2): Silvestri; Becao, Nutyinck, Samir; Molina, Pereyra, Walace, Arslan, Stryger Larsen; Deulofeu; Pussetto.
A disposizione: Padelli, Piana, Perez, De Maio, Soppy, Zeegelaar, Jajalo, Makengo, Samardzic, Forestieri, Success, Beto.
Allenatore: Luca Gotti.
Indisponibili: Nestorovski, Udogie.
Diffidati:-.
Squalificati:-.

Arbitro: Rapuano.
Assistenti: Ranghetti-Scatragli.
IV Uomo: Mele.
Var: Chiffi.
Avar: Di Vuolo.

Viaggiando nella Hall of Fame: Giuseppe Giannini, la favola del principe senza lieto fine

Pagine Romaniste (F. Belli) – Jean de La Fontaine diceva: “Spesso si incontra il proprio destino nella via che si era presa per evitarlo”. È proprio cercando di evitare un destino di delusioni e sofferenze che Giuseppe Giannini, chiamato il “principe” dal suo compagno di squadra Odoacre Chierico per i suoi movimenti eleganti e sopraffini, è stato sopraffatto. Un destino beffardo e triste scelto dal principio: non ha avuto nessun dubbio quel ragazzo nato al quartiere Trieste e cresciuto a Frattocchie ad anteporre l’amore per la Roma all’offerta del Milan, che già da tempo lo seguiva. L’esordio non è dei migliori: Liedholm lo fa esordire con il Cesena ma è un suo errore a regalare il gol della vittoria agli avversari. Il campione però non può essere fermato. La consacrazione sul campo avviene comunque pochi anni dopo, proprio col barone che di lui dirà: “Solo Rivera era più era più svelto nell’imparare”Nel 1988, a 24 anni, è già capitano e trascinatore di una Roma che stenta e incappa nelle mille difficoltà della fine di un ciclo glorioso, quello degli anni 80′. L’apice della carriera è sicuramente il mondiale delle “notti magiche” del 1990, dove indossa la 10 e proprio a casa sua, all’Olimpico, segna il gol della vittoria contro gli Stati Uniti. Nessuno può però cambiare il destino, e quello del principe è ormai inseparabilmente segnato. La finale di Coppa Uefa persa contro l’Inter nel 1991, il palo contro il Torino che avrebbe regalato una Coppa Italia con una rimonta impossibile nel 1993, e poi quel rigore…

IDI DI MARZO

Un anno dopo quel maledetto palo, il 15 marzo del 1994, giorno delle idi di marzo romane, il principe si trova a 11 metri dalla possibilità di scacciare le ombre della B vicina un punto. E lo può fare contro la Lazio, che sta conducendo la gara con l’idolo di quegli altri, Signori. Il rigore viene parato da Marchegiani e scatta il finimondo. “Se uno ha un rigore e lo sbaglia, non è degno di stare in questa squadra”, dice patron Franco Sensi a fine gara. Il capitano delegittimato dal suo stesso presidente, romano e romanista come lui. Pochi mesi dopo sarà comunque affar suo scacciare l’incubo della retrocessione segnando contro il Foggia. Nulla però gli toglierà quella macchia, che lo segnerà per sempre. La sua avventura nella squadra che tifa fin da bambino e che l’ha visto crescere sta per finire. Due anni dopo, nella sua ultima stagione con la maglia giallorossa, di nuovo a marzo, maledetto marzo, il principe sfiora il riscatto. Immaginiamo per un secondo se Messi, sul 3-0 contro il Barcellona, avesse segnato e portato i blaugrana in semifinale. Ecco, sostituite Messi con Vavra e Giannini con Manolas e avrete Roma-Slavia Praga“E poi c’è chi non crede alle favole, è un principe che ha preso sottobraccio la sua Roma”, l’indimenticabile commento di Cerqueti sul gol del 2-0, che portava la firma proprio di Giannini e che permetteva alla Roma di pareggiare la sconfitta d’andata. Si sbagliava però, perché il lieto fine non ci sarà nè quel giorno nè quattro anni dopo, nella cerimonia d’addio al calcio rovinata da alcuni tifosi e dalla Lazio campione d’Italia. Ma le storie a lieto fine, si sa, sono solo quelle che non iniziano mai.

Francesco Belli