Lazio-Roma 3-2: Mourinho perde la stracittadina e la calma in conferenza stampa

Pagine Romaniste (F. Belli) – La Roma esce sconfitta dal derby della Capitale. I giallorossi vanno sotto nel primo tempo con uno-due pazzesco della Lazio che dopo 19′. La prima rete è di Milinkovic che, su un bell’assist di Felipe Anderson, anticipa di testa Rui Patricio. La seconda è il classico gol dell’ex: Immobile involato in contropiede serve Pedro che di prima batte il portiere portoghese. La reazione della Roma è veemente tanto che al 41′ Ibanez accorcia le distanze sugli sviluppi di corner. Nel secondo tempo la squadra di Mourinho prova più volte ad affacciarsi dalle parti di Reina, ma viene colpita nel suo momento migliore: sempre Immobile in contropiede sterza in area su Mancini e offre un assist a porta sguarnita per Felipe Anderson. Vano il rigore trasformato da Veretout al 69′, dato dopo un fallo di Akpa Akpro su Zaniolo. Queste le parole di Mourinho a fine gara: “Lasciami dire qualcosa di positivo da uno che è stato in Italia più o meno 10 anni fa. Il calcio italiano è migliorato tanto, la qualità del gioco, la voglia di vincere è migliorata tanto. Però purtroppo una partita fantastica e arbitro e VAR non hanno avuto la dimensione di una partita di questo livello. Nella situazione del secondo gol invece che 2-0 poteva essere 1-1. Ha sbagliato l’arbitro, il VAR, tutti. Questo è troppo. Il secondo giallo a Lucas Leiva è anche importante. Giocare contro 10 significa tanto. Dopo 2-3 situazioni molto simili a quella di Pellegrini che ha ricevuto il rosso, ma oggi assolutamente niente. Penso che i miei giocatori siano stati la squadra migliore in campo, quando concedi tre gol ovviamente hai sbagliato qualcosa, ma il 2 e 3 sono contropiedi. Nel secondo gol la squadra aspettava il rigore e non il contropiede, però ha giocato, abbiamo provato, abbiamo dominato. Anche noi in panchina le abbiamo provate tutte, abbiamo messo la Lazio in grande difficoltà. Hanno fatto la gestione degli ultimi minuti come hanno voluto fare e l’arbitro lo ha permesso, è così. Non ho tanto di più da dire“. Piccola curiosità: a fine gara lo Special One si ha disertato la conferenza stampa. A far infuriare il tecnico portoghese sarebbe stata la modalità con la quale si è deciso di condurre la conferenza stampa, cioè senza domande dirette dei giornalisti ma solo da remoto. Queste le sue parole urlate al delegato della Serie A: Chi l’ha decisa questa cosa?”. “L’ha scelto la Lazio, aveva questa possibilità. Le domande le deve fare il vostro addetto stampa” risponde l’uomo. “L’ha scelto per il suo allenatore, io voglio parlare con i giornalisti – ribatte il portoghese – Non c’è rispetto per la gente che lavora. Questa regola è una cazzata, io voglio parlare alla stampa e voi non mi lasciate parlare. L’addetto stampa non è un giornalista”. L’uomo della Lega prova a calmare: “È la modalità che ha scelto la Lazio, non devi prendertela con me”. Ma Mourinho è furioso“È una modalità del ca***, mettitela nel c**o questa modalità”. Post partita caldo, da derby. Per la Roma ora testa solo a giovedì, alla gara contro lo Zorya in Conference League.

Francesco Belli

Lazio-Roma 3-2, le pagelle: Mancini balla, Zaniolo c’è ma manca il gol. Vina e Cristante travolti, Ibanez non crolla

Roberto Gentili – Il derby d’andata è ancora tabù. La Roma esce malconcia dal derby: la Lazio passa 3-2. La squadra di Mourinho è subito in bambola e nel giro di venti minuti si ritrova sotto 2-0. Dalla mezz’ora la Roma torna in sé ed inizia il forcing che porta alla rete di Ibanez, tra i migliori. Al 62’ Felipe Anderson trova il terzo centro, Veretout su rigore accorcia (69’).

La difesa si sgretola. Mancini – capitano per l’assenza di Pellegrini – è in estrema difficoltà. Ha responsabilità sul secondo e terzo gol, nell’azione del vantaggio spartisce la colpa. Cristante travolto, Veretout rimane ampiamente a galla. Dei quattro davanti Zaniolo è il più frizzante, anche se non trova la rete. Abraham ci mette l’impegno, ma viene sovrastato da Acerbi e diventa invisibile.

LE PAGELLE

Rui Patricio 4,5 – Esce malissimo su Milinkovic-Savic, abbattuto con un braccio largo stile wrestling. Colto di sorpresa sul palo di competenza da Pedro – sul cui tiro ha responsabilità per la mancata spinta – sbaglia anche l’uscita sull’ultimo gol. Evita il poker, attento in altre due discese.

Karsdorp 5,5 – Bravo a non entrare nel mirino delle marcature biancocelesti offendendo in continuazione, non nelle scelte: continui gli accentramenti ed i conseguenti errori nel tentativo di cercare corridoi inesistenti. Male invece le diagonali: vedasi quella del vantaggio. (Dall’83’ Zalewski 6 – Mou lo voleva in panchina in un momento difficilissimo. Lo mette anche in campo. Occasioni per dimostrare il valore ci saranno).

Mancini 3,5 – La fascia di capitano rischia di scivolargli per i balli che fa. Dall’inizio della partita esce male dal blocco difensivo, che sprofonda sotto la sua guida. Ha responsabilità su tutti i gol. Nel primo il traversone di Anderson gli passa sopra e si ferma senza motivo; Immobile lo ubriaca prima di mettere l’assist per Pedro. Fa lo stesso sul tris.

Ibanez 6,5 – L’incipit di partita sembra quello di un film horror, già visto lo scorso anno. Soffre diversi duelli con Milinkovic, ma piano piano lo capisce. A zonzo sul secondo gol, idem sul primo dove si spartisce la colpa con i colleghi di reparto. È però tra coloro che provano ad alzare la testa: proprio con una girata su angolo accorcia. Ruvida e gladiatoria la scivolata su Felipe, sfuggito a Vina. Con le stesse modalità sbroglia numerosi altri pericoli.

Vina 4 – “Per me Vina sì”.  È “Vina no”. Rientra oggi, forse era meglio scegliere un’altra occasione. Sfiora l’imbarazzante la nonchalance con cui Felipe affonda. Il brasiliano fa partire il cross del vantaggio con l’esterno giallorosso reo di concedergli spazio nonostante il movimento ad attaccare. Pochissimi i cross buoni che riesce a racimolare, ma solo dalle mezz’ora del primo tempo. (Dall’82’ Smalling 6 – Si porta in avanti alla ricerca disperata del gol del pareggio ed è attento dietro).

Cristante 5 – Milinkovic gli danza davanti e non riesce ad opporre resistenza. Dorme sonni profondi quando è chiamato a gestire palla: la perde al minimo accenno di pressione, come con l’Udinese rimedia l’ammonizione. Precise le aperture, che si perdono per i troppi errori.

Veretout 6,5 – Sporca il maggior numero di linee di passaggio possibili, non quando i biancocelesti alzano il ritmo dove spesso entra nel vortice insieme a tutti. Lenti diversi passaggi che danno il là a pericolose ripartenze. Non sbaglia più e fa incetta di passaggi riusciti. Il cross di Zaniolo ad inizio ripresa gli scivola davanti, senza che riesca a fare alcunché. Trasforma il rigore, dopo aver pennellato il cross della rete di Ibanez. Ampiamente a galla.

Zaniolo 6,5 – Respira nuovamente aria di derby, ma boccheggia. Solo all’inizio. Ha bisogno di sbagliare nei primi 20’ per poi accendersi con il tempo. Trova strappi ed il solito palo, lo stesso – identica anche la maniera – colpito contro l’Udinese: non arriva per un nonnulla sulla ribattuta. Manca il rigore per il fallo di Hysaj, arriva per l’intervento falloso (?) di Akpa-Akpro. Imprendibili sugli strappi, vanifica sbagliando l’ultima scelta. Comunque tra i pochi salvabili. Strepitosa l’azione che lo porta a chiamare Reina ad una grande reazione. (Dal 78′ Perez 5,5 – Soliti guizzi effimeri)

Mkhitaryan 5  Rincula per cercare di portare calma, ordine e ragione alla manovra. Arrivano, ma razionate. Come è razionata la gara di Micki: va – soprattutto – e viene, meno.

El Shaarawy 4,5 – Lodevole l’impegno, non accompagnato dall’ordine con cui canalizzarlo. Prova tante, troppe cose e gliene riescono ben poche. Con Vina non c’è comunicazione ed unione di intenti: la fascia di sinistra è terra di nessuno. (Dal 64′ Shomurodov 6 – Pericoloso con un paio di tiri).

Abraham 5,5 – Poco servito, anche per la serrata marcatura di Acerbi. I pochi palloni che prende non li lavora come deve.

Mourinho 5,5 – Il primo derby con una squadra italiana continua a non sorridere. I tradizionali venti minuti iniziali di confusione hanno indirizzato il match. Ci si poteva attendere tutto, meno che una Roma passiva, spenta. Pesano gli errori dei singoli, ma la difesa è troppo mobile. Da un po’.