Lazio-Roma, le probabili formazioni e dove vederla: Mkhitaryan al centro della trequarti e El Shaarawy a sinistra. Rientra Viña

Roberto Gentili – Tutte le strade portano a Roma”. Dopo aver disputato – e perlopiù vinto – i derby di quasi tutta l’Europa, Mou è pronto a vivere quello più caldo di tutti. Lo dovrà fare senza Pellegrini, squalificato per via del secondo giallo ricevuto nei minuti finali della vittoria (1-0) contro l’Udinese di giovedì.

Dall’altra parte ci sarà Sarri. Un solo precedente tra i due: pareggio 2-2 quando Mourinho era sulla panchina del Manchester United e l’allenatore biancoceleste su quella del Chelsea. Pareggio pirotecnico e parapiglia nel finale. Al gol di Rudiger del 2-2, Marco Ianni – assistente di Sarri, che lo ha seguito anche a Roma – esultò davanti all’attuale tecnico giallorosso dando così vita ad un accesso diverbio, rientrato subito dopo.

Diversi i percorsi con cui le due squadre si presenteranno domani (ore 18) all’Olimpico. Togliendo il passo falso di Verona, la Roma ha sempre vinto, in campionato ed in Conference League. Non è lo stesso per la Lazio. La squadra di Sarri – di rientro dopo la squalifica di due giornate – sta facendo fatica ad assorbire i dettami del tecnico. Dalla sosta, infatti, i biancocelesti non sono riusciti a trovare la vittoria: sconfitte col Milan (2-0) e con il Galatasaray (1-0), pareggi contro Cagliari (2-2) e Torino (1-1).

Il primo derby dopo il Covid vedrà un’ondata di amore e passione. I 10.000 biglietti messi a disposizioni dei tifosi della Roma sono stati infatti esauriti. Previsti in totale 33.000 spettatori.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI LAZIO-ROMA

Mourinho non potrà dunque contare su Pellegrini, sin qui il migliore della Roma. La soluzione per colmare il vuoto sulla trequarti è Mkhitaryan spostato al centro e El Shaarawy sulla sinistra. Difficile l’impiego di Shomurodov, i cui meccanismi con Abraham devono essere ancora oliati.

Il resto della formazione è presto fatto. A difendere i pali Rui Patricio, Mancini ed Ibañez davanti. C’è l’ombra di Smalling, soprattutto per il brasiliano. Karsdorp cavalcherà la corsia destra, a sinistra – come detto da Mourinho (“per me sì”) – ci sarà il rientro di Viña

Inamovibile il centrocampo formato da Cristante e Veretout. La trequarti – oltre a Micki e ElSha – sarà poi abitata da Zaniolo, bramoso del primo gol in campionato dal ritorno in campo. Abraham – giovedì a segno per la prima volta in Serie A all’Olimpico – si prepara a colpire ancora.

Nonostante le fatiche riscontrate, Sarri confermerà il 4-3-3. Reina in porta, Luiz Felipe e Acerbi con Lazzari e Hysaj comporranno la linea difensiva. Leiva in regia, Milinkovic-Savic e Luis Alberto mezzali. Vicino ad Immobile partiranno dall’inizio Felipe Anderson e l’ex Pedro.

DOVE VEDERE LAZIO-ROMA

Il match verrà trasmesso da Dazn. Fischio d’inizio alle 18. La telecronaca sarà curata da Pierluigi Pardo, Massimo Ambrosini al commento tecnico.

LAZIO-ROMA, ARBITRA GUIDA: SECONDA DIREZIONE DI UN DERBY

Marco Guida sarà l’arbitro di Lazio-Roma. Filippo Meli e Giorgio Peretti gli assistenti. Il ruolo di quarto uomo verrà ricoperto da Marco Di Bello. La Var è stata affidata a Massimiliano Irrati, all’Avar Salvatore Longo.

Guida tornerà così a dirigere un derby. Il fischietto di Torre Annunziata ha infatti arbitrato la stracittadina del settembre 2019 (quella dei sei pali, due di Zaniolo), terminata 1-1: rigore di Kolarov e pareggio di Luis Alberto. Complessivamente, la Roma è stata arbitrata da Guida in 23 occasioni. Lo score è positivo: 11 vittorie, 6 pareggi e 7 sconfitte. L’ultimo incrocio risale allo scorso aprile: 1-0 contro il Bologna, gol di Mayoral. I precedenti con la Lazio sono invece 21: otto successi, sei pareggi e sette sconfitte.

LE PROBABILI FORMAZIONI

SS LAZIO (4-3-3): Reina; Lazzari, Luiz Felipe, Acerbi, Hysaj; Milinkovic-Savic, Leiva, Luis Alberto; Felipe Anderson, Immobile, Pedro.
A disposizione: Strakosha, Adamonis, Patric, Radu, Marusic, Basic, Akpa-Akpro, Cataldi, Escalante, Moro, Muriqi, Romero.
Allenatore: Maurizio Sarri.
Indisponibili: Adekanye, Zaccagni.
Diffidati:-.
Squalificati:-.

AS ROMA (4-2-3-1): Rui Patricio; Karsdorp, Mancini, Ibañez, Viña; Cristante, Veretout; Zaniolo, Mkhitaryan, El Shaarawy; Abraham.
A disposizione: Fuzato, Boer, Reynolds, Kumbulla, Smalling, Calafiori, Diawara, Villar, Darboe, Perez, Shomurodov, Perez, Zalewski, Bove, Mayoral.
Allenatore: José Mourinho.
Indisponibili: Spinazzola.
Diffidati:-.
Squalificati: Pellegrini.

Arbitro: Guida.
Assistenti: Meli-Peretti.
IV Uomo: Di Bello.
Var: Irrati.
Avar: Longo.

Viaggiando nella Hall of Fame: Paulo Roberto Falcao, il “gaucho” che ha illuminato Roma

Pagine Romaniste (F.Belli) – E’ il giorno di San Lorenzo di un estate di inizio anni 80′, un estate speciale per ogni tifoso romanista. E’ l’estate dell’arrivo di Paulo Roberto Falcao, colui che da lì a poco sarebbe diventato l’ottavo re di Roma. Un campione mai dimenticato, diventato leggenda prima ancora del diffondersi del mito, come accade solo a pochi privilegiati. Il divino, perché il suo modo di giocare non era qualcosa di umano, ma piuttosto di trascendentale. Qualcosa che, almeno a Roma, non si era mai visto. Disse in tempi recenti il figlio Giuseppe: “C’è una Roma prima di Falcao e una Roma dopo Falcao”. La rivoluzione importata nella Capitale da un brasiliano che “meno brasiliano non c’è”. In altri termini Gaucho, soprannome dato a tutti coloro che sono nati nel sud del Brasile, la contraddittoria terra dove la dittatura militare e la Democrazia corinthiana di Socrates riescono a convivere nello stesso periodo. Ma queste sono altre storie. Lui, quel ragazzo cresciuto ad Abelardo Luz, circondario di Xanxere, non viene però dal Timão. Viene da una squadra più anonima, diventata grande proprio nei suoi sei anni di militanza: l’Internacional di Porto Alegre. Tre campionati conquistati dal 1973 al 1979 per una squadra che prima di lui non ne aveva mai vinti. Non basta: la piazza vuole Zico, il campione conosciuto “in questo mondo e quell’altro”, anche perché nella Capitale, di quel ricciolino, si sa veramente poco.

L’arrivo a Roma

Di Falcao ci sono solo poche registrazioni, per lo più in bianco e nero e con immagini sfuocate. I tifosi restano attoniti ma alla fine si fidano di Liedholm che lo presentò così di fronte ai giornalisti: “Gran iocatore, intelijiente. Lui piedi come mani“. E fanno bene a fidarsi, perché il giocatore con la maglia numero 5 è destinato a cambiare la storia. E la storia cambia. Non immediatamente, passeranno alcuni anni anche se qualche trofeo arriva subito come la Coppa Italia nel 1981, nella stessa stagione del celebre “non gol” di Turone. Più precisamente passeranno 3 anni, era il 1983 quando la Roma si laureò per la seconda volta nella sua storia (a distanza di 41 anni) campione d’Italia. E c’è molto di Falcao in quel trionfo. Un esempio su tutti: la trasferta insidiosa con il Pisa che arriva a pochi giorni dalla sconfitta contro la Juventus che sembra preannunciare l’ennesimo, rovinoso, crollo giallorosso. E invece no, ci pensa il gaucho a segnare il gol dell’1-0 che sblocca il match e risveglia i capitolini, che da quel momento non sbagliano più un colpo. Ma è forse un altro il momento impresso nella mente di tutti: l’assist di tacco a Pruzzo. Non è importante l’avversario, la Fiorentina, o la stagione, 1981-1982, ma il gesto tecnico. Un tacco volante che ancora oggi mette in imbarazzo le più belle prodezze di Messi e co. Quel tacco è Paulo Roberto Falcao, il re gaucho che ha illuminato Roma. La storia però, quella di Falcao a Roma, non è come nelle favole, citando il buon Vasco. Culmina senza lieto fine, col brasiliano che si infortuna al ginocchio e che, senza il barone in panchina, non riesce a ritrovarsi. Ma non importa, perché le storie belle non hanno un lieto fine. Semplicemente non finiscono, e quella dell’ottavo re di Roma non finirà mai, finché ci sarà qualcuno disposto a ricordarla. Pagine Romaniste (F.Belli) –