Roma, i Friedkin in città nel prossimo weekend

Dan Friedkin, nuovo proprietario della Roma

Ieri è stato il giorno del primo test del nuovo corso (4-2 alla Sambenedettese), la settimana che si aprirà potrebbe essere quella dell’arrivo a Roma dei nuovi proprietari del club giallorosso. Dan Friedkin e suo figlio Ryan, dopo gli impegni in giro per l’Europa tra Milano, Zurigo e Londra, sono pronti a sbarcare nella Capitale. Stando alle ultime indiscrezioni il loro arrivo a Roma è previsto nel prossimo weekend. Non è stata invece ancora organizzata una conferenza stampa a Trigoria per la presentazione ufficiale.

Fonte: La Repubblica

La meglio gioventù – Alberto Aquilani: il talento romano frenato dai troppi infortuni

(S. Valdarchi) – In questo nostro viaggio a ritroso nel tempo, attraverso i migliori frutti del settore giovanile della Roma, incontriamo per la prima volta un giocatore che ha appeso gli scarpini al chiodo. Si tratta di Alberto Aquilani, nato nel luglio del 1984 e che l’estate scorsa, a 35 anni ancora da compiere si è ritirato dal calcio giocato. La sua carriera, comunque degna di nota e ricca di esperienze in club di livello, è stata probabilmente frenata da una certa attitudine ad infortunarsi negli anni decisivi della sua maturazione.

Il cammino a Roma

Cresciuto nella Spes Montesacro, si afferma fin da piccolo e viene portato a Trigoria, dove percorre tutto il percorso delle giovanili, fino all’approdo in prima squadra. Debutta in Serie A il 10 maggio del 2003, in un Roma-Torino 3-1 che verrà ricordato anche per il primo gol di Daniele De Rossi con la maglia romanista. Gioca anche un’altra gara in quell’annata, in Coppa Italia contro la Triestina, club nel quale gioca in prestito nella stagione 2003/04.
In Serie B Aquilani si afferma senza troppa difficoltà, arrivando a collezionare 41 presenze e 4 gol nel campionato cadetto.
Una volta tornato alla Roma, ancora ventenne, riesce a ritagliarsi un ruolo importante, fino a diventare, negli anni successivi, uno dei pilastri della formazione Spallettiana. Veste la maglia giallorossa fino al 2009, raggiungendo quota 149 gare disputate. Rimane comunque il rimpianto di aver solo intravisto il miglior Aquilani, quello della rabona di San Siro e delle grandi conclusioni dalla distanza, per colpa di diversi guai fisici – tra cui la lesione al collaterale mediale del ginocchio destro e innumerevoli stop muscolari – che ne hanno minato la continuità.
Nell’agosto del 2009, a 25 anni, viene ceduto al Liverpool per 20 milioni di euro, cifra molto importante per un mercato ancora non drogato” come quello di oggi.

Le rivali della ex

Partito dalla Capitale, Alberto Aquilani, da sempre dichiaratamente tifoso romanista, nel giro di 6 anni veste le maglie di quattro dei club storicamente poco affini al popolo giallorosso: il già citato Liverpool, Juventus, Milan e Fiorentina. Manca soltanto la Lazio per l’en plein.
Scherzi a parte, il centrocampista classe ’84 firma un contratto quadriennale con i Reds, ma in Inghilterra non riesce mai ad affermarsi fino in fondo. Dopo una prima stagione trascorsa per la maggior parte in panchina, 18 presenze in Premier di cui la metà da subentrato, il Liverpool decide di cederlo in prestito alla Juventus, alla fine del mercato estivo del 2010.
A Torino, nell’ultima Juve pre-dominio – dalla stagione successiva è partita la duratura ed ancora attuale egemonia bianconera – Aquilani ritrova la titolarità, disputando 33 gare. Questi numeri però, non spingono la società di Agnelli a riscattare il romano, che tornato oltremanica si prepara ad un ulteriore prestito. La direzione questa volta è Milano, sponda rossonera. Anche al Milan, l’ex Roma si afferma senza troppe difficoltà nello scacchiere tattico di Allegri e sfiora lo Scudetto, arrivando pochi punti dietro proprio alla Juventus.
Terminato quel campionato, il Liverpool decide per la terza cessione consecutiva, sempre in Italia, ma questa volta a titolo definitivo. Il 3 agosto del 2012 viene ufficializzato il suo passaggio alla Fiorentina. In viola rimane per 3 anni, accompagnato durante questo tempo da Vincenzo Montella in panchina, che gli mette sulle spalle la numero 10 e ne fa un cardine della sua squadra.

Le ultime esperienze ed il ritiro

Dopo il suo addio a Firenze, Alberto Aquilani gioca soltanto altre tre stagioni, prima di svincolarsi per poi lasciare definitivamente il calcio giocato. Nel 2015 tenta fortuna all’estero, in Portogallo, con la maglia dello Sporting Lisbona. Nonostante un anno piuttosto positivo, i lusitani lo cedono al Pescara, neopromossa in Serie A. Aquilani trascorre soltanto i primi 6 mesi del campionato 2016/17 in Abruzzo, scendendo in campo per 9 volte, prima di essere girato in prestito al Sassuolo. A fine stagione, anche il Delfino decide di venderlo ed il classe ’84, dopo Inghilterra e Portogallo, va a giocare in Spagna, tra le fila del Las Palmas. Quella nelle Canarie rappresenta la sua ultima esperienza da giocatore. Nell’estate del 2018, con ancora un anno di contratto, rescinde con gli spagnoli. Passato un anno da svincolato, all’età di 34 anni si ritira dal calcio.
Attualmente è il presidente della Spes Montesacro, scuola-calcio nella quale è cresciuto e dallo scorso luglio è tornato a lavorare, in una nuova veste, nella Fiorentina. Nei viola ha iniziato come tecnico dell’Under 18, ma a dicembre 2019 Giuseppe Iachini, subentrato a Vincenzo Montella, lo assume come collaboratore tecnico nel suo staff.

(S. Valdarchi)

A breve nuovo incontro tra Roma e Napoli per Milik: distanza di 10 milioni

 

Pagine Romaniste (F. Belli) – Continua a tenere banco la questione legata a Milik e Dzeko. L’accordo tra la Roma e la Juventus per il bosniaco è già concluso. A bloccare l’operazione, per il momento, il mancato accordo tra capitolini e il Napoli per Milik. La distanza è di dieci milioni, infatti gli azzurri ne chiedono 20 oltre ai cartellini di Riccardi e Under mentre Fienga è disposto ad arrivare a 10. A breve le parti si aggiorneranno. Fondamentale chiaramente la partenza di Dzeko, che per la terza volta dal suo arrivo nella Capitale è dato per quasi certo partente da Trigoria. Senza la sua cessione, difficilmente il club capitolino potrà permettersi due attaccanti di spessore, anche perché il problema principale legato al bosniaco è il pesante ingaggio.

Francesco Belli

Pedro e il palmarès da sogno: “Ci auguriamo che possa ampliare il suo curriculum con la Roma”

Alice Dionisi – È finalmente arrivata l’ufficialità, Pedro è un nuovo giocatore della Roma. Il calciatore spagnolo, svincolato, ha firmato un contratto con il club giallorosso fino al 2023 dopo aver trascorso le ultime cinque stagioni al Chelsea. Il neoacquisto della Roma, sbarcato nella Capitale già la scorsa settimana, è il primo della nuova società targata Friedkin. I giallorossi dovranno ancora attendere per vederlo in campo, poiché lo spagnolo dovrà prima sottoporsi al percorso di fisioterapia in seguito all’infortunio alla spalla rimediato nella finale di FA Cup disputata con i Blues contro l’Arsenal.

Un palmarès da capogiro quello di “Pedrito”: 25 titoli totali, 3 Champions League vinte con il Barcellona, 3 Supercoppe UEFA (sempre con i blaugrana), 2 Mondiali per club, una Europa League con il Chelsea. Cinque volte vincitore del campionato spagnolo, una Premier League, una Coppa d’Inghilterra, 3 Coppe di Spagna e 4 Supercoppe spagnole. Un Mondiale e un Europeo vinti con la nazionale spagnola. L’amministratore delegato della Roma, Guido Fienga, si augura che Pedro possa aggiungere un’altra casella alla voce trofei, indossando la maglia giallorossa: “È per noi un privilegio poter accogliere nella famiglia giallorossa un calciatore del suo spessore. L’augurio che rivolgiamo a lui e a noi stessi è che possa ampliare con l’AS Roma il suo straordinario curriculum di successi”.

A 17 anni inizia a giocare nelle giovanili del Barcellona, per poi debuttare in prima squadra quattro anni dopo, a gennaio del 2008. Nel 2015 passa al Chelsea per 27 milioni di euro (più tre di bonus), dopo aver collezionato 321 presenze, 99 gol e 20 trofei in Spagna. Va a segno nel suo esordio in Premier League, nel match vinto 3-2 contro il West Bromwich. Con i blues conquista l’Europa League nella stagione 2018/2019, trovando il gol nella finale contro l’Arsenal e aggiungendo l’ultimo tassello mancante alla sua bacheca trofei. Nonostante abbia già ottenuto tutto quello che un calciatore possa ottenere nella sua carriera, Pedro non è ancora sazio: “Come prima cosa, quando arrivi in ​​un nuovo club vuoi vincere ancora. Capisco che sia difficile, ma questo è l’obiettivo. La mia ambizione è sempre molto alta e una volta arrivato qui il mio obiettivo deve essere quello di voler vincere con la Roma, assieme a tutto lo staff. Vincere un trofeo è possibile e capisco che rappresenti una grande sfida per la squadra e per tutti.

Alice Dionisi

La Roma di Friedkin: perché il ritorno di Totti non è così probabile

(Jacopo Venturi) – La Roma è ufficialmente passata dalle mani di James Pallotta a quella di Dan Friedkin e del Friedkin Group. Ogni cambio di proprietà corrisponde di solito a enormi cambiamenti. Nel caso giallorosso però non è così probabile uno sconvolgimento del quadro attuale. Questo per un motivo semplice: siamo molto vicini alla finestra di mercato, che per giunta avrà una struttura particolare a causa della pandemia e degli effetti che questa ha avuto sui calendari calcistici mondiali. Difficile aspettarsi dunque che la squadra venga rivoluzionata. Un altro aspetto che rende complicati cambiamenti radicali è legato alle casse, ancora sofferenti per certi versi. Per tutti questi motivi, il tanto chiacchierato ritorno di Francesco Totti sembra essere più una suggestione che altro. L’ex capitano sicuramente ha più possibilità di riavvicinarsi alla Roma dopo l’addio di Pallotta, ma non per questo si può già dare per fatto un suo rientro a Trigoria, anzi. Oltre alle problematiche già elencate, c’è da considerare che attualmente non ci sarebbe uno spot adatto alle sue competenze nel quadro dirigenziale, considerato il potere decisionale alto che l’ex 10 vorrebbe avere. Di sicuro il ruolo di direttore sportivo, formalmente ricoperto da De Sanctis ma di fatto da Fienga, è troppo delicato per affidarlo a una persona senza nessuna esperienza nel ruolo, nonostante conosca alla perfezione Roma e il calcio. Il ritorno di Totti sarebbe comunque una forte legittimazione per Friedkin davanti a un’ampia fetta di tifosi; chissà che quindi il nuovo presidente non cerchi di fare uno sforzo per riportare, almeno simbolicamente, Totti a Trigoria. Questo scenario al momento però sembra essere il meno probabile.

(Jacopo Venturi)

Inizia una nuova era, Roma ai Friedkin

Alice Dionisi – È arrivata l’ufficialità tramite una nota della società: Dan Friedkin, a capo del Friedkin Group, è il nuovo proprietario della Roma. Dopo nove anni di gestione, James Pallotta lascia il testimone al venticinquesimo proprietario della storia del club capitolino: “Voglio augurare a Dan, Ryan e a calciatori, staff e tifosi, buona fortuna per il futuro. Come tutti i tifosi della Roma nel mondo, mi auguro che i Friedkin possano ripartire da ciò che abbiamo costruito nel corso degli ultimi otto anni, trasformando la Roma in un club realmente internazionale, per portarla al prossimo livello. La Roma è una squadra di calcio incredibilmente speciale ed io lascio numerosi ricordi indimenticabili”. Un affare da 591 milioni totali, “Romulus and Remus Investments” sarà la società dove confluirà l’86% delle quote della Roma. “Il nostro impegno è totale. Saremo molto presenti a Roma, una città che occupa un posto speciale nei nostri cuori, mentre ci imbarchiamo in questo emozionante viaggio” Sono le parole di Dan Friedkin, “riconosciamo che ci è stata affidata una squadra che rappresenta una parte vitale dell’anima di Roma, e questa è una responsabilità che prenderemo sempre molto sul serio e umilmente.  Non posso infine non riconoscere l’incredibile forza, la passione e la lealtà dei tifosi e della Curva Sud. Saremo al vostro fianco nello sviluppo di questa squadra e nella sfida per i trofei del futuro. Non vediamo l’ora di iniziare a lavorare e di cominciare la nostra nuova stagione”. Nel comunicato ufficiale del club si leggono anche le dimissioni della “vecchia guardia”, mentre viene confermato l’amministratore delegato Guido Fienga.Ha dimostrato di essere un ottimo CEO per la Roma e insieme abbiamo costruito un ambizioso piano strategico -ha dichiarato il nuovo presidente- Gli forniremo tutto il supporto, l’assistenza e i mezzi necessari per sviluppare tali piani e per aiutarlo a rimanere focalizzato nel corso delle cruciali prossime settimane; sarà soprattutto la sua voce a parlare per l’AS Roma. La nostra visione condivisa per il club e la squadra è quella di privilegiare un approccio di investimento sostenibile e a lungo termine piuttosto che soluzioni rapide di dubbia durata”. Il nuovo cda accoglie anche il figlio di Dan, Ryan Friedkin, insieme a Marc Watts e Eric Williamson.

Alice Dionisi

Sarà Pedro il nuovo innesto della Roma. A breve le visite mediche

Pagine Romaniste (F. Belli) – Sarà Pedro il primo innesto della nuova Roma. Lo spagnolo, che a breve atterrerà nella Capitale, sosterrà subito dopo l’arrivo a Villa Stuart delle visite mediche specifiche, a causa della sub-lussazione della spalla destra, rimediata nella finale di FA Cup contro l’Arsenal il primo agosto. Cruciale dunque per lo staff giallorosso valutare le condizioni dell’arto del giocatore prima di procedere con l’acquisto. La firma del contratto è legata al buon esito delle visite mediche. Nei prossimi giorni si definiranno tutti i dettagli dell’operazione, che rischia di essere una delle ultime dell’era Pallotta prima di cedere la Roma al nuovo corso dei Friedkin.

Francesco Belli

Che fine hanno fatto? Roma Primavera 2008/09

(S. Valdarchi) – Torna l’appuntamento con la rubrica di Pagine Romaniste“Che fine hanno fatto?”. Prosegue il nostro viaggio nel tempo durante il quale analizziamo le annate della Roma Primavera, andando a scoprire il presente dei calciatori che hanno indossato la maglia giallorossa nelle giovanili. Analizziamo oggi il destino ed i percorsi dei giocatori che erano a disposizione di mister Alberto De Rossi nella stagione 2008/09. Dall’elenco sono stati tolti i seguenti calciatori, dei quali abbiamo già scritto negli scorsi episodi: Valerio Frasca, Alexandru Pena, Alessandro Malomo, Simone Sini, Sebastian Mladen, Alessandro Florenzi, Davide Buono, Andrea Bertolacci, Adrian Stoian, Filippo Scardina e Stefano Pettinari.

Emanuele Trobiani

Iniziamo la nostra rassegna con il difensore centrale classe ’90, che ha appeso gli scarpini al chiodo lo scorso luglio. Passa soltanto la stagione 2008/09 con la maglia della Roma Primavera, raccogliendo 18 presenze, prima di lasciare per approdare allo Sporting Terni. Emanuele Trobiano trascorre la sua carriera nelle serie minori, passando di squadra in squadra, prima di lasciare come detto la scorsa estate. Queste i club in cui ha militato: Monterotondo, Pomezia, Almas Roma, Torre Angela e W3 Roma Team.

Riccardo Brosco

Chi invece si è affermato nel mondo del calcio professionistico è Riccardo Bosco. Il difensore centrale romano, da quando ha lasciato la Roma nell’estate del 2009, ha sempre e solo calcato i campi di Serie B. È vero gli è mancato il salto definitivo e l’esordio in Serie A, ma a 29 anni può vantare 281 presenze e 17 reti nel campionato cadetto. Da due stagioni si trova all’Ascoli, ma le squadre in cui ha militato sono diverse: Triestina, Pescara, Ternana, Latina, Carpi e, appunto, Ascoli.

Alessandro Crescenzi

Terzino in grado di giocare su entrambe le fasce, Alessandro Crescenzi era considerato uno dei maggiori prospetti di questa Primavera e i risultati in fondo non hanno smentito chi puntava su di lui. La sua carriera si è sviluppata tutta tra Serie A, Serie B e Ligue 1, in Francia. La squadra con cui ha giocato più a lungo è il Pescara, dove ha raccolto ben 79 presenze. Queste, invece, le altre società con le quali è stato sotto contratto nella sua carriera: Grosseto, Crotone, Bari, Pescara, Novara, Ajaccio, Perugia, Hellas Verona e Cremonese.

Luca Manganelli

Centrocampista mancino, dotato di buona tecnica, non è mai riuscito a farsi strada nel calcio professionistico. Luca Manganelli infatti, dopo l’esperienza con la Roma Primavera, è rimasto sempre nel calcio dilettantistico, senza allontanarsi mai dalla provincia romana. Tracciare tutto il suo percorso non è semplice, ma di lui sappiamo che ha vestito le maglie di Fidene e Pomezia, dal 2010 al 2015. Una curiosità che lo riguarda è la sua squadra attuale, il Grifone Gialloverde: società nata nel 2003 e approdata per la prima volta nello scorso anno al Campionato d’Eccellenza, rappresenta la squadra di calcio della Guardia di Finanza.

Emiliano Massimo

Passiamo al mediano classe ’89, considerato uno dei riferimenti a centrocampo da Alberto De Rossi nel 2008/09. Terminato il suo periodo nelle giovanili, la Roma lo cede in prestito biennale al Real Agro Aversa. Torna a Trigoria nel 2011, prima di essere ceduto a titolo definitivo all’Avellino. Le successive tre stagioni sono quelle in cui raccoglie i risultati maggiori, vestendo le maglie di Grosseto ed Avellino e raccogliendo presenze in Serie C e B. Da lì in poi però, inizia una discesa che lo porta a giocare in Serie D, dove ancora oggi milita. Attualmente si trova al Monterosi.

Marco D’Alessandro

Di tutta l’annata, l’unico a giocare una gara in una competizione europea (qualificazioni di Europa League con l’Atalanta) nella sua carriera. Marco D’Alessandro, esterno classe ’91 cresciuto nelle giovanili di Lazio e Roma, si è fatto presto strada nel mondo dei professionisti, raccogliendo ad oggi 140 presenze in Serie B e 130 in Serie A. I giallorossi hanno mantenuto il suo cartellino fino all’estate del 2014, girandolo sempre però in prestito, prima della cessione definitiva all’Atalanta. Oggi si trova alla SPAL, ma a fine stagione farà ritorno a Bergamo, a disposizione di mister Gasperini. Queste le squadre in cui ha giocato: Grosseto, Bari, Livorno, Hellas Verona, Cesena, Atalanta, Benevento, Udinese e SPAL.

Emiliano Tortolano

Emiliano Tortolano, un vero tuttofare. Nella sua carriera ha ricoperto, almeno una volta, ben 8 ruoli diversi in mezzo al campo, tutti dalla cintola in su. Il classe ’90, oltre che sul terreno di gioco, ha girato molto anche in Italia, giocando per quasi tutta la carriera in club di Serie C. Per parecchio tempo è rimasto sotto contratto con il Catania, ma con i siciliani è riuscito a debuttare soltanto in Coppa Italia per 44 minuti. Attualmente si trova all’Ostiamare in Serie D, queste invece le squadre con cui ha giocato nel corso della sua esperienza calcistica: Latina, Pergolettese, Sorrento, Catanzaro, Cosenza, Catania, Melfi, Sambenedettese, Viterbese, Atletico Terme Fiuggi e Ostiamare.

Johnny Giansante

Attaccante classe ’91 dotato di grandi qualità fisiche, riesce ad esordire in Serie C, prima di approdare nella Primavera della Roma. Nella stagione 2006/07, infatti, fa il suo debutto con la maglia del Giulianova, a soli 15 anni. Nell’estate successiva arriva a Trigoria, dove per due stagioni gioca con la squadra allenata da Alberto De Rossi, ma lo spazio per lui è poco (9 presenze totali) e viene ceduto al San Nicolò Notaresco, club di Serie D. Nel corso della sua carriera ha girato tra Eccellenza e Serie D, vestendo le maglie di: Jesina, Vastese, Castelfidardo, Torrese e Fontanelle.

(S. Valdarchi)

Scambio Diawara-Torreira: uno scambio possibile ma rischioso

(Jacopo Venturi) – Amadou Diawara potrebbe lasciare la Roma dopo una sola stagione. La sua cessione rientrerebbe in uno scambio che potrebbe portare nella Capitale un vecchio pallino di Trigoria, ovvero Lucas Torreira. Prima di lasciare la Serie A per andare all’Arsenal, i giallorossi erano una delle squadra più concretamente interessate all’uruguaiano. Ora la possibilità di fargli vestire la maglia romanista è reale, ma per far ciò bisognerebbe privarsi del guineano. E c’è più di un dubbio relativamente al fatto che questa sia la giusta strada per la Roma. Innanzitutto perché Diawara quest’anno ha dimostrato di poterci stare benissimo in una Roma competitiva, ma da questa prospettiva è anche vero che Torreira non sarebbe un decremento a livello qualitativo. Il punto è però un altro e sta nella ricerca della continuità: la Roma, come hanno dimostrato anche le ultime partite di campionato, ha bisogno di lavorare con costanza sullo stesso sistema e sugli stessi uomini. E in questo senso tenere Diawara avrebbe senso, perché permetterebbe a Fonseca di continuare a lavorare sulla coppia di centrocampisti che gli ha dato maggiori garanzie durante questa stagione, ovvero quella composta proprio dall’ex Napoli e da Veretout. Lo scambio sulla carta non indebolirebbe la Roma, anzi, forse la rafforzerebbe leggermente, ma sarebbe un segnale di discontinuità in una zona di campo dove sembra invece che i giallorossi stiano trovando equilibrio.

(Jacopo Venturi)

Il D-Day della Roma: lunedì c’è Friedkin

As Roma’s US President Thomas Daniel Friedkin, wearing a face mask, looks on before the Italian Serie A football match Roma vs Benevento at Olympic stadium in Rome, on October 18, 2020. (Photo by Tiziana FABI / AFP) (Photo by TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)

(A. AUSTINI) – La nuova Roma nasce di lunedì. E pazienza che sia il giorno 17 del mese: quel numero porta sfortuna solo nella tradizione italiana. Parlerà ancora americano, invece, il club giallorosso che tra quattro giorni vedrà consumarsi il passaggio di consegne tra Pallotta e Friedkin: appuntamento fissato per il closing presso lo studio legale Chiomenti di Roma, in via Ventiquattro maggio a due passi dal Quirinale, alla presenza di un notaio ma non di acquirente e venditore che saranno rappresentati, con tanto di procura firmata, dai rispettivi avvocati.

La delegazione di Friedkin si muoverà con qualche giorno d’anticipo verso Londra, dove verranno sistemate le ultime carte. Già presente Ryan, arrivato in Europa giorni fa: è l’uomo destinato a gestire il club in Italia. Sia lui sia papà Dan non vedono l’ora di sbarcare nella Capitale ma devono fare i conti con le restrizioni per i viaggi degli americani in Italia causa Covid-19. Modi e tempi si troveranno rapidamente, intanto stanno per diventare i proprietari: nomineranno subito 7 amministratori (tra cui il banchiere romano Barnaba) e completeranno il nuovo cda nell’assemblea che sarà convocata presumibilmente a ottobre.

L’Opa sulle azioni in Borsa è  un passaggio necessario, il delisting un altro probabile, ma la stretta attualità prevede tante cose tra cui il calciomercato. Per il momento se ne occupano il CEO Fienga e De Sanctis, che fa le veci di un direttore sportivo che non c’è più. Il casting di Friedkin è già in corso, da registrare un contatto con Ramon Planes del Barcellona, ma non si può escludere nessuna ipotesi. Neppure quella che siano Fienga e De Sanctis a  completare questo mercato.

Al momento stanno valutando alcuni possibili affari, tipo lo scambio Torreira-Diawara con l’Arsenal: difficile ma non impossibile, magari inserendo anche Kluivert nella trattativa. Cedere resta la vera urgenza della Roma, perché la rosa è diventata extralarge e i costi a bilancio sono mostruosi per un club che non giocherà la Champions per il secondo anno di fila. Mentre il Cagliari è pronto a prendersi Juan Jesus, il Celtic ha chiesto in prestito Olsen e vuole che la Roma paghi parte dell’ingaggio: risposta negativa per ora. L’Atalanta è pronta a presentare un’offerta per Florenzi, valutato non meno di 15 milioni dalla Roma e seguito anche dalla Fiorentina. Ma il suo ingaggio non è alla portata. Smentito invece un assalto della Juventus a Dzeko: per il momento non esiste trattativa, a prescindere dall’eventuale scambio Under-Milik con il Napoli.

Fonte: Il Tempo