Edin, vedi Napoli e poi ridi

Simone Indovino – «La napolitudine – dice una nota enciclopedia online – è il termine con il quale si usa indicare una sensazione di malinconia descritta dai turisti e dagli stessi napoletani nel momento in cui si allontanano dal golfo di Napoli e dalla stessa città, tradizionalmente stigmatizzata dalla frase “Vedi Napoli e poi muori”». Deve sentirsi così, Edin Dzeko, ogni qualvolta che dopo una trasferta nel capoluogo partenopeo è di rientro a Roma. Lo score del bosniaco al San Paolo, con tre partite all’attivo a partire dalla stagione 2015/2016, è eccezionale: quattro reti, frutto delle doppiette siglate nel match della scorsa annata e nella recentissima sfida di quest’anno.

PERIODO – Non sono stati mesi tranquilli per Edin. Le insistenti voci di mercato che lo volevano al Chelsea l’hanno ovviamente destabilizzato (a chi non sarebbe successo?) incidendo in maniera negativa sulle sue recenti prestazioni. Un tira e molla con la squadra guidata da Antonio Conte conclusosi con una permanenza nella Capitale che ha diviso in pieno la tifoseria ma non la dirigenza e la guida tecnica. Monchi e soprattutto Di Francesco si sono dimostrati molto felici di avere ancora a disposizione Dzeko. Il tecnico, eccezion fatta con la gara contro il Milan, l’ha sempre schierato dall’inizio sia in campionato sia in Champions League, venendo ripagato all’attivo con 5 gol in 8 gare in questa prima parte di anno solare. Sommando le marcature della prima parte di stagione, il bottino arriva a 13 reti. Non i ritmi della scorsa annata, ma comunque un consistentissimo apporto del centravanti.

PERSONALITÀ – Non era semplice caricarsi la squadra sulle spalle nel momento più delicato della stagione. Dzeko, dall’alto della sua esperienza, ci è riuscito. Quell’esperienza che gli ha fatto superare dei momenti di sfiducia nella non proprio tranquillissima piazza romana. Lui ha sempre risposto così, a suon di gol. Vero, magari non possiede la cattiveria di Higuain (per dirne uno) o il colpo di testa di Kane (per dirne un altro), ma ha una tecnica e una visione del campo da far invidia a chiunque. E del piede sinistro, ne vogliamo parlare?

SPRINT FINALE – L’immediato futuro sottoporrà la Roma a dei banchi di prova decisivi, in primis la partita di ritorno con lo Shakhtar che ha un peso specifico enorme nell’ottica generale della stagione. In ballo ci sono i quarti di finale di Champions League, turno che i giallorossi non disputano da tanti, troppi anni. Con Schick ancora non calato nella realtà capitolina e utilizzato da Di Francesco in maniera sporadica, toccherà ancora a Dzeko prendere per mano la squadra e trascinarla. Con ancora un po’ di napolitudine in corpo. Magari per contrastarla gli si potrebbe nascondere un bel babà nell’armadietto.

Simone Indovino