2006, Roma-Shakhtar 4-0. Prima partita ed unica vittoria contro gli ucraino-brasiliani

Luca Fantoni – Brasile ed Ucraina. Due posti talmente lontani geograficamente e differenti culturalmente che una contaminazione sembra impossibile. Eppure no. C’è un posto nel Donbass, localizzato nella parte orientale della nazione, precisamente a Donetsk, dove al freddo dell’inverno dell’est europeo si è mischiato un po’ di calore di Porto Alegre, un po’ di carnevale di Rio de Janeiro e un po’ di fantasia carioca. Anche nel 2006, all’inizio dell’”esplosione” dello Shakhtar, di giocatori verdeoro ce ne erano, anche se solamente tre, meno di quanti ce ne siano ora. Matuzalem, che poi andrà alla Lazio, il talento Elano e l’attaccante Brandão. Era la partita d’esordio del girone di Champions. Sulla panchina degli arancioneri sedeva Lucescu e tra gli altri in campo c’erano giocatori come Timoschyuk, Marica e Srna. La Roma di Spalletti quell’anno vivrà forse la stagione migliore dal punto di vista europeo degli ultimi anni. Quel giorno si schierava con Doni in porta, Panucci, Ferrari, Chivu e Tonetto in difesa. Aquilani, preferito a Pizarro, affiancava De Rossi in mediana. Davanti Taddei, Perrotta e Mancini sostenevano Totti.

LA PARTITA – L’attesa per la prima partita europea della stagione è tanta ma la Roma inizia con il freno a mano tirato e rischia di prendere gol in più occasioni. Chi ha visto quel match si ricorderà gli incredibili errori dell’attaccante Brandão che prima mette fuori un pallone che chiedeva solamente di essere toccato in porta, e poi calcia addosso a Doni da buonissima posizione. L’attaccante brasiliano diventa, quindi, il migliore in campo del primo tempo per i giallorossi. L’inizio di ripresa è ancora di marca Shakhtar con Marica che semina il panico nella difesa dei capitolini. Con l’ingresso di Pizarro per Aquilani però, la partita cambia. Il cileno riesce a dare le geometrie giuste e al 67’ i padroni di casa passano con Taddei, che raccoglie un cross sul secondo palo e scarica un destro che si infila sotto la traversa. Passano nove minuti e Totti si inventa una girata di sinistro che si infila sotto al sette. Tempo di rimettere la palla al centro ed è già 3-0 con un colpo di testa di De Rossi. Il sigillo finale dell’escalation di gol romanista, lo mette proprio il “Pek” con un bel tiro da fuori.

DI BRASILIANO NE BASTA UNO – Certo, i brasiliani dello Shakhtar non sono male ma anche quelli della Roma non scherzano. Anzi, ce n’è uno in particolare che questa stagione sta giocando a livelli altissimi. Parliamo di Alisson Becker. Il numero uno giallorosso si è preso il posto da titolare, dopo una stagione da comprimario, e si sta affermando come uno dei migliori al mondo. Martedì la qualificazione passerà anche da lui, dalle sue parate, dalla sua capacità di guidare la difesa e magari anche da qualche rinvio come quello che ha permesso ad El Shaarawy di segnare contro l’Inter. Contro lo Shakhtar servirà segnare, quindi, ma non solo. Sarà fondamentale l’equilibrio che, proprio come ha detto Di Francesco dopo il match contro il Torino, deve essere alla base per migliorarsi, crescere e magari togliersi lo sfizio di entrare nelle migliori 8 d’Europa!

Luca Fantoni

Inter e Roma, pareggio a San Siro

Lavinia Colasanto – La crisi continua. Non è un titolo di un film o di un libro ma la sintesi della partita tra Inter e Roma che si affrontano a viso aperto ma che non riescono a farsi del male. A San Siro finisce per 1-1, un risultato che non serve a nessuno e che non fa uscire dal momento buio le due squadre. La Lazio, in un grande momento di forma, prova ad allungare in quella che sarà una lunga volata per la conquista del terzo e quarto posto.

In una settimana vorticosa, per le voci di mercato, l’ancora di salvezza della Roma rimane Alisson che, con una serie di prodezze, ha tenuto in piedi la sua squadra evitandogli un brutto capitombolo. Il brasiliano è decisivo su Perisic nel primo tempo e su Icardi, due volte, nel secondo, quando l’Inter stava svolgendo il massimo punto di forcing. Non solo difesa per Alisson visto che l’estremo difensore si è reso protagonista dell’assist per il gol di El Shaarawy con un rinvio millimetrico. Tutti si aspettavano un acuto da Dzeko, in ombra anche a Milano e sempre in ottica Chelsea, ma alla fine è spuntato il Faraone che ha sfruttato un liscio clamoroso di Santon. Il tocco morbido davanti ad Handanovic è di pregevole fattura.

Da lì comincia un’altra partita perché nella seconda frazione la Roma sparisce dal campo, i giocatori sono sulle gambe e l’Inter ne approfitta per premere. A fine match saranno 17 i tiri della squadra di Spalletti e soltanto 4 per quella di Eusebio Di Francesco. In una di queste ultime conclusioni arriva il pareggio che lascia tanto amaro in bocca alla Roma, a soli 4 minuti da un risultato che sarebbe stato fondamentale per la lotta alla Champions League. Come la partita d’andata a segnare è Vecino, tutto solo in area di rigore. L’uruguaiano è lesto ad approfittare di un mal posizionamento della difesa giallorossa, soprattutto di Fazio.

Il momento è veramente difficile e il campionato propone subito un’altra partita, quella contro la Sampdoria a Marassi, recupero della terza giornata di campionato. Serve una vittoria per non perdere quella fiducia che ora è ridotta al lumicino e per rilanciarsi verso la conquista di un posto Champions.

Lavinia Colasanto