2002, Barcellona-Roma 1-1. Ogni maledetto mercoledì

Luca Fantoni – 1-1 al Camp Nou, dov’è che si firma? Di sicuro non se lo chiedeva chi quel giorno era lì. Nel 2002 sia chiaro, perchè raccontare l’altro precedente sarebbe stato un suicidio sportivo, letterale e morale. Quella volta però, i tifosi giallorossi arrivarono a Barcellona forti di essere i campioni d’Italia in carica e consapevoli di potersela giocare. Gli oltre 6000 che giunsero in Catalogna, tra una paella a Barceloneta, un giro sulla Rambla e un confronto poco amichevole con la Guardia Civil, poterono assistere ad un’impresa sfiorata. Si, sfiorata, perché altrimenti non sarebbero tifosi giallorossi. All’epoca, nonostante il Barça fosse comunque una corazzata, non era sicuramente quello dei tempi di Guardiola, ma sopratutto la Romapoteva vantarsi di qualche trofeo recente in bacheca. In porta, nella squadra di Capello, giocava Antonioli. Zebina, Samuel e Panucci facevano i tre centrali con Cafù e Candelasulle fasce. In mezzo al campo c’erano Tommasi, Emerson e Lima, con Totti e Batistutadavanti. I blaugrana di Rexach, che nella storia del Club conterà poi qualcosa, avendo scoperto uno come Lionel Messi, possono annoverare tra le proprie fila giocatori come Puyol, Luis Enrique e Kluivert.

SBAGLIA CANDELA – Vuoi per l’entusiasmo, vuoi perché quell’anno la Spagna sembrava terra di conquiste, l’inizio di partita è a tinte giallorosse. Ci provano prima Batistutapoi Totti, che quella stagione aveva già colpito al Bernabeu, ma entrambe le conclusioni sono poco precise. Il Barcellona reagisce con Saviola e Rivaldo ma il primo tempo scivola via sullo 0-0. Nella ripresa passano 12 minuti e la Roma trova il vantaggio. Tottibatte una punizione da posizione laterale, Panucci stoppa il pallone in area e di sinistro batte Reina. Apoteosi nel settore ospiti. I catalani provano subito a reagire ma la difesa dei capitolini sembra poter reggere, almeno fino a quando non arriva l’errore di Candela. Il francese prova il dribbling nella sua area ma si fa rubare palla da Puyol che la mette a rimorchio per Kluivert. Il tiro dell’olandese si infila sotto la traversa, trafiggendo Antonioli. Pareggio che i ragazzi di Capello si presero e si portarono a casa ma, a conti fatti, forse rimase un po’ stretto.

ANY GIVEN WEDNESDAY – Ce ne fossero di mercoledì come questo, o come quello che la Roma si appresta a vivere di nuovo al Camp Nou. Ce ne fossero più spesso, perché si può anche perdere ma la soddisfazione di andartele a giocare queste partite e di poter dire di essere tra le migliori otto d’Europa, è impagabile. Chi è realista sa che la missione è praticamente impossibile. Eppure, chiunque sia un tifoso romanista, o comunque un appassionato di calcio, non può non sperare. Sperare che per una volta le cose vadano diversamente, che un pallone si sposti di mezzo centimetro dentro o fuori, che per una volta non debba valere la legge del più forte, che l’ideale prevalga sul razionale. Il Camp Nou sembrerà un inferno e starà a De Rossi e compagni aprirsi la strada, lottando, verso la luce, come è già successo a Stamford Bridge quest’anno o al Bernabeu una decade fa. Magari alla fine servirà a poco, ma la Roma deve crederci e deve lottare, come ha sempre fatto, ogni maledetto mercoledì.

Luca Fantoni

Aprile dolce dormire, ma non per la Roma. All’orizzonte 7 gare in 24 giorni

Simone Indovino – La primavera, l’aria fresca, le belle giornate, i prati in fiore, le uova di cioccolato da finire perché avanzate da Pasqua. Tutti fattori facilmente connessi all’idea generale e quasi mitica di relax. Accanto a chi avrà la fortuna di poter sfruttare queste cose, c’è una squadra che sta per immergersi nel momento più importante della stagione, quello in cui ci si gioca un’intera annata. La Roma, di rilassarsi, non ne può proprio parlare. Sono sette i match che attendono i capitolini in questo mese, a partire dalla sfida del Camp Nou contro il Barcellona di mercoledì per concludere all’Olimpico contro il Chievo il 28 aprile.

CAMBIARE ROTTA – La parola d’ordine è una: controvertere. È accaduto troppo spesso negli ultimi anni che la Roma vanificasse quanto di buono fatto nel corso di una stagione sbagliando poche, ma decisive, partite. Il caso più recente è quello dell’anno scorso sotto la guida di Spalletti, in cui i giallorossi, a cavallo proprio tra marzo e aprile, “buttarono” via il lavoro accumulato nei precedenti mesi uscendo sconfitti nei derby contro la Lazio (sia in campionato, sia nella semifinale di Coppa Italia) e nel doppio match di Europa League contro il LioneDi Francesco dovrà inevitabilmente evitare di replicare quanto fatto dal proprio predecessore e per questo servirà una forza mentale non indifferente. Il mister è chiamato a impegnarsi più di quanto già non faccia perimprimere ai suoi calciatori quella psicologia vincente troppo spesso desaparecidanella testa di De Rossi e compagni.

AI NASTRI DI PARTENZA – Si comincia da Barcellona. Quella che attende la Romaappare davvero una missione impossibile, ma possiamo alimentare un po’ la speranza affermando che il pallone rimane comunque rotondo anche in terra spagnola. Chiaro, tuttavia, che i giallorossi andranno ad affrontare una delle possibili vincitrici della Champions League. Uscirne con le ossa sane sarebbe già un grande traguardo per il club che in ogni caso, come dichiarato dagli stessi protagonisti, deve godersi il bel traguardo raggiunto. Dire che Leo Messi accusi ancora i problemi fisici che l’hanno tormentato ultimamente sarebbe un pesce d’aprile (per rimanere in tema) bello e buono, la Pulce ha dimostrato di aver scaldato i motori nei minuti finali della gara col Siviglia ed è pronto per la Roma.

IMPEGNI – Dopo la trasferta spagnola sarà la Fiorentina a far visita alla Roma allo Stadio Olimpico sabato 7 aprile alle 18.00. Superato un periodo di flessione, i viola si sono rialzati rientrando di prepotenza nella corsa per una qualificazione in Europa League, spinti anche dalla voglia di giocare per il loro capitano scomparso, ragion per cui lo scalpo della squadra di Pioli non sarà semplice. Prima del derby del 15 aprile su cui torneremo tra poco, è programmato il ritorno con il Barcellona. Fare calcoli adesso su quella partita appare impossibile, poiché si dovrà prima conoscere l’esito della gara d’andata. L’unica cosa certa è che la casa capitolina sarà totalmente colorata di giallorosso. E allora rieccoci, il derby. Quella gara che inizia a sentirsi nell’aria settimane e settimane prima e che stavolta assume anche connotati decisivi per l’esito della stagione. Sarà uno spareggio per il terzo posto in piena regola, dato che Roma e Laziosono in bagarre tra loro (l’Inter guarda più che interessata) per la corsa Champions. Superata la stracittadina, spazio al turno infrasettimanale contro il Genoa il 18 aprile all’Olimpico. Sulla carta è questo il match più abbordabile per i ragazzi di Di Francesco, col Grifone che gravita in acque più o meno tranquille per quanto riguarda la salvezza. Certamente più ostica la gara contro la Spal in programma tre giorni dopo. I ferraresi lotteranno per la permanenza nel massimo campionato fino all’ultima giornata, e di conseguenza non ci sarà vita facile per la Roma. La partita col Chievo di sabato 28 alle 18.00 concluderà il ciclo da brividi di questo aprile. Anche i veronesi stanno ancora lottando per mantenere la Serie A, e quindi servirà ancora una volta una squadra concentrata al massimo.

In definitiva, si prospetta un tour de force che deciderà il destino della Roma sia di questa, sia della prossima stagione. Servirà un gruppo tenace, concentrato e con tanta voglia di fare. Per continuare quel processo di crescita auspicato da tutti, a livello nazionale e internazionale. Di Fra, adesso tocca a voi.

Simone Indovino

L’ultimo posto per la Champions League

Margherita Bellecca – 56 giorni, tanti ne sono passati dal rientro dalla sosta invernale, al 18 marzo, momento dell’ultima pausa del campionato per le nazionali. Dalla partita contro l’Inter a quella di Crotone, molte cose sono cambiate. La Roma provava l’inseguimento a Napoli e Juventus per lottare ancora per lo scudetto, ora quel sogno è svanito. Rimane la battaglia per conquistare un posto, dei due rimanenti, per la prossima Champions League contro nerazzurri, Lazio e Milan.

I giallorossi hanno vissuto il periodo di maggior crisi proprio durante il trittico di fine gennaio. Il doppio match contro la Sampdoria e quello contro l’Inter hanno segnato in modo indelebile la stagione romanista. Due miseri punti conquistati con una piazza, già calda di suo, diventata bollente. Di Francesco non ha mollato e ci ha messo sempre la faccia con una parola d’ordine “lavorare”. Solo con il duro lavoro quotidiano si poteva superare il momento difficile e così è stato.

L’abruzzese ha sfoderato l’asso nella manica che porta il nome di Cengiz Under. Il turco nei piedi ha qualcosa di speciale, ogni pallone che tocca diventa oro. Il Re Mida della fascia destra è risultato decisivo in tutte le partite successive alla sconfitta casalinga contro i blucerchiati. A Verona ci ha messo 1 minuto per depositare la palla in fondo alla rete. All’Olimpico il battesimo di fuoco è stato compiuto contro il Benevento, doppietta ed assist fondamentale per Dzeko. Una giocata che ha dimostrato anche la sua abilità col piede destro. Ad Udine, poi, ha sbloccato il risultato con un bolide di sinistro dai 25 metri mentre al San Paolo ha ammutolito lo stadio con un pallonetto che ha beffato Reina con la complicità di Mario Rui. Un mese da sogno in cui è comparsa la parola Pallone d’oro, ma rimaniamo con i piedi per terra. Gengo, come lo chiamano a Trigoria, deve crescere e dimostrare ancora tanto.

Nel risorgimento romanista l’unica battuta d’arresto in campionato è arrivata in casa contro il Milan. Una prova scialba e senza mordente poi cancellata dal trionfo a Napoli e dal passaggio ai quarti di finale di Champions League, dove la Roma ora affronterà il Barcellona.  In netta ripresa Dzeko che a gennaio poteva lasciare la capitale per dirigersi al Chelsea. Il bosniaco ha vissuto un inverno di crisi, le voci di mercato e le brutte prove in campo hanno fatto scricchiolare la fiducia dei tifosi ma non quella di mister Di Francesco che è stato sempre dalla sua parte schierandolo titolare. Le risposte sono arrivate sul campo, il bomber ha ricominciato a segnare.

Chi trova meno la via della rete ma fa più assist è Nainggolan, punto cardine del gioco della Roma. Il belga è diventato un fine rifinitore oltre che ad essere pericoloso in zona gol. Un giocatore fondamentale da cui passa molto del destino della squadra. Due mesi in crescendo per i giallorossi che hanno conquistato 20 punti in 10 partite, addirittura 18 nelle ultime 7. I capitolini hanno avuto la forza di tornare in pista dopo essere finiti nella ghiaia nella curva più importante del campionato. Ora il pit stop per recuperare energie preziose per non sbagliare gli ultimi giri di una Serie A che ha ancora una storia da raccontare.

 

Margherita Bellecca